ISRAELE DICHIARA GUERRA MEDIATICA AL MITO DI MOHAMMED: IL BAMBINO PALESTINESE NON È MORTO

Roberta Zunini per "il Fatto Quotidiano"

Un padre disperato, addossato a un muretto di Gaza mentre tenta disperatamente di proteggere il suo bambino dalle sventagliate incrociate di proiettili e colpi di mortaio. Impossibile dimenticare quello strazio durato interminabili minuti e rimasto impresso nella memoria collettiva. Il video girato nella Striscia il 30 settembre del 2000 da Charles Enderlin, inviato di France2 (il canale pubblico più influente della tv francese) diventò subito l'immagine simbolo del conflitto israelo-palestinese versione nuovo millennio.

Ma "ha dato di Israele un'immagine fuorviante". Parola del premier israeliano Bibi Netanyahu, che nel commentare il risultato dell'inchiesta sulla vicenda, da lui stesso commissionata recentemente al ministero della Difesa, ha pubblicamente accusato il canale francese di "aver contribuito con la messa in onda di quell'immagine alla campagna menzognera contro Israele".

Mohammed, il ragazzino di 12 anni, schiacciato a terra in preda al terrore, secondo l'inchiesta interna israeliana, non sarebbe infatti morto al termine della sparatoria, come il servizio avrebbe lasciato intendere, bensì dopo. Una differenza dirimente per Netanyahu e il neo governo sempre più vicino alle posizioni dei coloni e favorevole all'espansione delle colonie in Cisgiordania, come ha appena ribadito in un'intervista al New York Times, il ministro più influente, l'ex star televisiva, Yair Lapid.

Nonostante siano ormai passati 13 anni dalla seconda Intifada e dalla giornata più tragica della vita di Jamal al Dura e di suo figlio Muhammed, allora dodicenne, la disputa intorno alla dinamica di quell'episodio non si è mai sopita. Perché le immagini di quel ragazzino intrappolato e quindi morto a causa della follia degli adulti e di un conflitto perenne e crudele, rappresentò un trauma mediatico per le autorità israeliane.

Che dovettero fare i conti con la reazione critica non solo internazionale, ma anche della stampa e dell'opinione pubblica interna. Oggi, il governo israeliano sostiene che al termine dello scambio di proiettili tra soldati israeliani e miliziani palestinesi era ancora in vita.

In una prima reazione, Enderlin - che tuttora lavora per France2 - ha ribadito che non ha niente da correggere rispetto al servizio. Si è anche "meravigliato che il governo israeliano, nella sua inchiesta unilaterale" - ha scritto sul sito di Geopolis, la trasmissione di geopolitica dell'emittente - non abbia interpellato né lui né Jamal al Dura che, a quanto gli risulta, è disposto a riesumare la salma del figlio.

La nuova indagine è stata ordinata da Netanyahu l'anno scorso, nella convinzione che la vicenda di al Dura abbia messo radici nel mondo arabo come "accusa infamante" verso Israele e che debba dunque essere sradicata. Nel rapporto - firmato da Moshe Yaalon, attuale ministro della Difesa - si accusa Enderlin per aver dedotto, nel suo servizio, che Muhammed era morto e che Jamal era rimasto ferito in modo grave.

Il cameraman palestinese aveva filmato in quella occasione per diversi minuti, ma il servizio durava poco meno di un minuto. Dall'esame del materiale di scarto, mai trasmesso, Israele ha stabilito che il bambino non era morto. France2 ha risposto facendo peraltro notare che "coincidenza, questo rapporto israeliano viene pubblicato proprio a tre giorni dalla sentenza d'appello del processo per diffamazione".

Nel 2008, il proprietario di un sito web sul mondo dei media, aveva accusato il canale francese di "aver fabbricato il reportage". France2 ha fatto ricorso contro la decisione dei magistrati che lo avevano assolto. E ora teme che il rapporto influenzi il giudizio della corte d'appello.

 

JAMAL E MOHAMMED A GAZA VIDEO DEL DUEMILA jpegJAMAL E MOHAMMED A GAZA VIDEO DEL DUEMILA jpegNETANYAHUobama con netanyahu e abbas jpegJAMAL E MOHAMMED A GAZA VIDEO DEL DUEMILA jpeg

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin moskva mar nero

DAGOREPORT - UCRAINA, CHE FARE? LA VIA PER ARRIVARE A UNA TREGUA È STRETTISSIMA: TRUMP DEVE TROVARE UN ACCORDO CHE PERMETTA SIA A PUTIN CHE A ZELENSKY DI NON PERDERE LA FACCIA – SI PARTE DALLA CESSIONE DELLA CRIMEA ALLA RUSSIA: SAREBBE UNO SMACCO TROPPO GRANDE PER ZELENSKY, CHE HA SEMPRE DIFESO L’INTEGRITÀ TERRITORIALE UCRAINA. TRA LE IPOTESI IN CAMPO C'E' QUELLA DI ORGANIZZARE UN NUOVO REFERENDUM POPOLARE NELLE ZONE OCCUPATE PER "LEGITTIMARE" LO SCIPPO DI SOVRANITA' - MA SAREBBE UNA VITTORIA TOTALE DI PUTIN, CHE OTTERREBBE TUTTO QUEL CHE CHIEDE SENZA CONCEDERE NIENTE…