PIÙ LICENZIAMENTI PER TUTTI – PASSA L’EMENDAMENTO GOVERNO-MAGGIORANZA CHE DI FATTO PENSIONA L’ART. 18 – UIL E UGL SCIOPERANO CON CGIL IL 12 DICEMBRE E LASCIANO SOLA LA CISL, CHE SI MOBILITERÀ SOLO PER IL CONTRATTO DEL PUBBLICO IMPIEGO

Roberto Giovannini per “la Stampa

 

matteo renzi koalamatteo renzi koala

Via libera della Commissione Lavoro di Montecitorio all’emendamento di governo e maggioranza che modifica (non di molto, per la verità) la delega legislativa sul «Jobs Act» in tema di licenziamenti. Votano a favore i deputati del Pd e del Nuovo Centrodestra, e con motivazioni diverse e opposte cantano vittoria. Per il Ncd, perché non è cambiato nulla rispetto al testo del Senato; per la sinistra Pd perché il testo è stato migliorato; per il governo e i renziani perché anche questa grana è stata risolta.

 

Contrari alla «mediazione» restano Filippo Civati e Stefano Fassina. Sulla carta il voto finale in Aula potrebbe arrivare senza un voto di fiducia. Ma come spiega il vicesegretario Pd Filippo Taddei, «se ci dovessero essere migliaia di emendamenti, non ci sarà alternativa che procedere alla fiducia». Intanto però si scalda il fronte sindacale: la Uil di Carmelo Barbagallo proclama lo sciopero generale, e oggi chiederà alla Cgil - che ha già proclamato lo sciopero per il 5 dicembre - e alla Cisl - che per ora non ne vuole sapere - di programmare un’iniziativa unitaria delle tre confederazioni. 

 

susanna camussosusanna camusso

Nel merito, l’emendamento sui licenziamenti non fa altro che recuperare (quasi parola per parola) quanto scritto nell’ordine del giorno votato a maggioranza dal Pd a fine settembre. In breve, il diritto al reintegro nel posto di lavoro sarà limitato ai licenziamenti nulli e discriminatori e «a specifiche fattispecie di licenziamento disciplinare ingiustificato». Per i licenziamenti economici niente più «tutela reale» e addio articolo 18: si riceverà solo un indennizzo.

 

A questo punto l’esame della Commissione Lavoro va in discesa; la Camera dovrà approvare entro il 26 novembre, e c’è il rischio che di fronte alla massa di emendamenti il governo ricorra alla fiducia. Alcuni deputati Pd, con le ovvie conseguenze politiche del caso, potrebbero decidere di non votarla. L’intenzione del governo di procedere a mo’ di carro armato c’è tutta: come afferma il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, «sono poco esperto del procedimento parlamentare, ma vedo che la determinazione del governo e del presidente Renzi è ferrea nell’andare avanti».

 

Cesare Damiano Cesare Damiano

Intanto però c’è aria di sciopero generale unitario dei sindacati. Dopo il flop dell’incontro a Palazzo Chigi sul pubblico impiego con il ministro Marianna Madia e il sottosegretario Delrio, si era capito che Cisl e Uil stavano maturando delle decisioni. La Cgil ha già proclamato otto ore di sciopero per il 5 dicembre. La «mossa» più aggressiva è stata quella della Uil, che oggi andrà a Congresso a Roma. 

 

Una mossa fortemente voluta dal prossimo segretario generale, Carmelo Barbagallo. Al termine di una riunione dell’Esecutivo, una nota del sindacato di Via Lucullo afferma che dal governo non è arrivata «nessuna disponibilità»: né sui contratti del pubblico impiego, né sulle richieste dei pensionati, né sugli ammortizzatori sociali, e tantomeno sul «Jobs Act», dove si paventa «il rischio concreto che siano messe in discussione le tutele per quei lavoratori che già le hanno». E così, dopo averle tentate tutte, a questo punto la Uil «dichiara lo sciopero generale e proporrà, già domattina (oggi, ndr), a Cgil e Cisl l’individuazione di una data e di modalità comuni per l’attuazione della mobilitazione ormai non più rinviabile»

 

pippo civatipippo civati

L’incontro si terrà stamani, prima dell’inizio del Congresso Uil. Naturalmente la Cgil di Susanna Camusso - che ieri ha duramente bocciato l’emendamento governo-maggioranza sui licenziamenti - si compiace della nuova linea dura decisa dal sindacato di Barbagallo. E lascia capire che, a certe condizioni, la Cgil potrebbe anche far confluire la sua iniziativa del 5 in una nuova azione unitaria. Diverso è il discorso per la Cisl, che allo stato continua seccamente a dire «no» allo sciopero generale. Ieri il segretario generale Annamaria Furlan ha dato luce verde allo sciopero generale unitario delle tre organizzazioni del pubblico impiego. Ma Furlan ribadisce la contrarietà della Cisl «a uno sciopero generale senza obiettivi precisi e con motivazioni confuse». Insomma, per una volta a essere isolata è la Cisl: anche l’Ugl proclama lo sciopero generale per il 5 dicembre.

 

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