RENZI ASCOLTA JUNCKER: “CON LA DISOCCUPAZIONE CHE C’È NON È ONESTO DIRE ALLA GENTE CHE SIAMO FUORI DALLA CRISI - DOBBIAMO FINIRLA CON LA TROIKA MA TSIPRAS DEVE DIRE CHE ALCUNE SUE PROMESSE NON SARANNO MANTENUTE”

Articolo di Claudi Perez per “El Pais” pubblicato da “la Repubblica” - Traduzione di Fabio Galimberti

 

renzi tsipras rutte juncker all eurogrupporenzi tsipras rutte juncker all eurogruppo

A un certo punto, negli ultimi due anni, dopo aver perso le elezioni in Lussemburgo, Jean-Claude Juncker ha accarezzato l’idea di lasciare la politica e scrivere un libro di memorie. Poi ha pensato che su quello di cui non si può parlare bisogna tacere: «Per dire qualcosa di interessante su questi anni di piombo bisogna raccontare interiorità inconfessabili».

 

Juncker ha accantonato il progetto di tornare nel suo habitat naturale: ha vinto le elezioni europee e ora, nonostante le reticenze di Berlino, guida la Commissione Ue che lui stesso definisce «dell’ultima opportunità», riferendosi alla necessità di sollevare definitivamente la testa da questa concatenazione di crisi multiple condite da un euro-disincanto di proporzioni clamorose.

tsipras per mano con juncker 2tsipras per mano con juncker 2

 

Qual è il problema più grosso dell’Europa?

«Il disincanto della gente verso le istituzioni è un problema serio, ma quello più grande è la disoccupazione. Con cifre come quelle di Spagna o Grecia – anche se c’è un miglioramento – è una meschinità raccontare alla gente, e raccontare a se stessi, che la crisi è finita. È più onesto dire che le difficoltà continueranno a esserci finché la disoccupazione non scenderà. Ci siamo in mezzo alla crisi, non è finita».

 

manifestazione a parigi   hollande e junckermanifestazione a parigi hollande e juncker

Non c’è stato abbastanza tempo per vedere i risultati delle politiche europee? Cinque anni di programma di salvataggio in Grecia, per esempio, non sembrano aver facilitato le cose a Tsipras.

«Tsipras ha fatto un passo fondamentale, ha cominciato ad assumersi le sue responsabilità. Però ha un problema: deve spiegare che alcune delle promesse con cui ha vinto le elezioni non saranno mantenute. Tsipras ha il merito di aver posto le domande giuste, ma non ha mai dato risposte.

 

Se ha dato una risposta lo ha fatto esclusivamente per la Grecia, mentre è evidente che quando si parla della Grecia e del suo programma di aiuti ci sono 19 opinioni pubbliche di cui bisogna tener conto. Le elezioni non cambiano i trattati: è ovvio che ci può essere un altro approccio alla crisi greca; può esserci più flessibilità, ma la vittoria di Tsipras non gli dà il diritto di cambiare tutto».

juncker merkeljuncker merkel

 

Tsipras è stato eletto grazie al suo messaggio antiausterità, antitrojka, con la promessa di ristrutturare il debito. Teme che altri partiti, come Podemos, possano raccogliere questa bandiera?

«Questa nuova tipologia di partiti spesso fa un’analisi realistica della situazione, richiama giustamente l’attenzione sui problemi sociali. Ma se vince le elezioni non riesce a mantenere le promesse, a trasformare i programmi in realtà. Le proposte di alcuni di questi partiti non sono compatibili con le regole europee: condurrebbero a una situazione di blocco totale».

 

È arrivato il momento di mandare a morte la trojka?

«Io dico da anni che sarebbe meglio farla finita con la trojka».

 

È la stessa cosa che dice Tsipras.

jean claude junckerjean claude juncker

«È diverso. Io metto l’accento sul fatto che i Paesi destinatari del piano di salvataggio non si sedevano a trattare con la Commissione o con l’Eurogruppo, ma con funzionari. Non era una cosa appropriata. C’è un secondo problema: quando lanciamo un programma di aggiustamento è imprescindibile realizzare una valutazione dell’impatto sociale. Questo non è stato fatto».

 

L’Europa sta cominciando a cambiare le sue politiche: più flessibilità sui bilanci, investimenti e una Bce più attiva. Gli Stati Uniti hanno il doppio della crescita e la metà della disoccupazione. È troppo tardi? Sono stati fatti degli errori da questa parte dell’Atlantico?

«Gli Stati Uniti e l’Eurozona non sono comparabili. In Europa continuiamo a pensare che il risanamento dei bilanci e le riforme sono importanti, ma è evidente che solo con questo non possiamo farcela: bisogna investire per evitare che quei 23 milioni di europei continuino a sognare un lavoro. Per questo abbiamo progettato il piano di investimenti da 315 miliardi di euro. Le banche pubbliche di Germania e Spagna si sono unite al progetto. Siamo sulla buona strada».

jean claude junckerjean claude juncker

 

Lei è tra coloro che hanno disegnato le attuali regole dell’Eurozona. Sono state pensate per un mondo che non esiste più? Crede veramente che funzioneranno?

«L’Europa non è uno Stato con un governo e un Tesoro. Le regole sono imprescindibili per coordinare le politiche economiche. Il Patto di stabilità consente la flessibilità; l’Unione bancaria è un grande passo avanti per evitare che si ricreino le condizioni per una replica della crisi finanziaria. E questo è un processo in corso».

 

LETTERA DI RENZI A JUNCKERLETTERA DI RENZI A JUNCKER

Perché il Sud dell’Europa ha l’impressione che la flessibilità con le regole arrivi proprio quando è la Francia ad avere problemi, come già successe nello scorso decennio con la Germania?

«Lei confonde le date: la Germania non rispettò il Patto nel 2003, e la riforma si fece nel 2005. Rispetto alla decisione di concedere due anni in più alla Francia, Berlino ha espresso il suo malcontento e diversi Paesi, compresi Paesi del Sud, hanno criticato la decisione. Peraltro non vedo un grande entusiasmo in Francia, che è obbligata a modificare il suo bilancio e a tenere fede ai suoi impegni. Qualcuno può avere l’impressione che la Francia abbia avuto un regalo, ma è un regalo avvelenato».

 

Il tradizionale asse franco-tedesco sembra appartenere al passato? Che cosa ne pensa di quello che Tony Judt definiva “l’inquietante predominio della Germania”?

parodia su twitter del saluto tra david cameron e junckerparodia su twitter del saluto tra david cameron e juncker

«La Grecia è la dimostrazione che questa impressione che la Germania diriga l’Europa con pugno di ferro non corrisponde alla realtà. Ci sono stati molti Paesi più intransigenti della Germania: l’Olanda, la Finlandia, la Slovacchia, i Paesi baltici, l’Austria. Nelle ultime settimane, Spagna e Portogallo sono stati molto esigenti nei confronti della Grecia».

 

Una delle grandi sfide della sua presidenza è il referendum britannico sulla permanenza nell’Unione. Non è stufo di tutte queste apocalissi?

«Le rivoluzioni non si annunciano: le rotture dello status quo riescono solo se arrivano di sorpresa. Voglio ragionare sulle proposte che ha fatto il Regno Unito. Londra ha le sue linee rosse. E io ho le mie: la libera circolazione delle persone non è negoziabile. Sono sorpreso che Paesi del Sud come la Spagna o i Paesi dell’Est, con vecchie tradizioni di emigrazione, non reagiscano con maggior fermezza».

 

Che proposta farà la Commissione?

Mario Monti and Jean Claude Juncker c Mario Monti and Jean Claude Juncker c

«Comprendo la determinazione a contrastare gli abusi, ma a questo non si risponde cambiando le regole europee, ma cambiando le leggi nazionali. Se oggi attacchiamo la libera circolazione delle persone, nel giro di due anni saranno prese di mira altre libertà».

 

Quel tipo di proposte va in parallelo con l’avanzata del populismo, ma sono altre le cose che infastidiscono gli europei, per esempio l’evasione fiscale. Lei è la persona adatta per risolvere questo problema dopo il Luxleaks?

«Il problema del Lussemburgo è uguale in molti altri Paesi. Ma l’ecosistema è cambiato. Diversi Stati si sono visti obbligati a realizzare aggiustamenti che mettono a rischio i loro sistemi di welfare, e non tollerano più comportamenti fiscali di questo tipo.

 

Gli europei non accettano più che le multinazionali, con l’aiuto di società di consulenza, eludano con facilità il pagamento delle imposte. Quanto al Luxleaks, in Lussemburgo le regole sono chiare, anche se probabilmente non corrette: non è il ministro dell’Economia che prende queste decisioni, ma l’amministrazione tributaria. So che nessuno ci crede, però è così».

 

Ultimi Dagoreport

tommaso inzaghi

DAGOREPORT - IL TRASFERIMENTO DI SIMONE INZAGHI IN ARABIA? UN AFFARE DI FAMIGLIA. L’ARTEFICE DELL’OPERAZIONE CHE HA PORTATO L’EX ALLENATORE DELL’INTER ALLA CORTE DELL’AL-HILAL È STATO TOMMASO INZAGHI, IL FIGLIO DI SIMONE E DI ALESSIA MARCUZZI, PROCURATORE CHE FA PARTE DELL'AGENZIA DI FEDERICO PASTORELLO, LA P&P SPORT MANAGEMENT – LE LAUTE COMMISSIONI, LA TRATTATIVA CHE ANDAVA AVANTI DA TEMPO (GIÀ PRIMA DEL RITORNO CON IL BARCELLONA SIMONE INZAGHI AVEVA PROPOSTE DALL’ARABIA), LO STRANO MESSAGGIO SOCIAL DI TOMMASO INZAGHI E LE VOCI SU UNO SPOGLIATOIO IN TENSIONE PRIMA DELLA FINALE DI CHAMPIONS PER...

francesco gaetano caltagirone alberto nagel francesco milleri

DAGOREPORT - GONG! ALLE ORE 10 DI LUNEDÌ 16 GIUGNO SI APRE L’ASSEMBLEA DI MEDIOBANCA; ALL’ORA DI PRANZO SAPREMO L’ESITO DELLA GUERRA DICHIARATA DAL GOVERNO MELONI PER ESPUGNARE IL POTERE ECONOMICO-FINANZIARIO DI MILANO - LO SCONTRO SI DECIDERÀ SUL FILO DI UNO ZERO VIRGOLA - I SUDORI FREDDI DI CALTARICCONE DI FINIRE CON IL CULO A TERRA NON TROVANDO PIÙ A SOSTENERLO LA SEDIA DI MILLERI SAREBBERO FINITI – L’ATTIVISMO GIORGETTI, DALL’ALTO DELL’11% CHE IL MEF POSSIEDE DI MPS – L’INDAGINE DELLA PROCURA DI MILANO SU UNA PRESUNTA CONVERGENZA DI INTERESSI TRA MILLERI E CALTAGIRONE, SOCI DI MEDIOBANCA, MPS E DI GENERALI - ALTRO GIALLO SUL PACCHETTO DI AZIONI MEDIOBANCA (2%?) CHE AVREBBE IN TASCA UNICREDIT: NEL CASO CHE SIA VERO, ORCEL FARÀ FELICE LA MILANO DI MEDIOBANCA O LA ROMA DI CALTA-MELONI? AH, SAPERLO….

iran israele attacco netanyahu trump khamenei

DAGOREPORT - STANOTTE L'IRAN ATTACCHERÀ ISRAELE: RISCHIO DI GUERRA TOTALE - È ATTESO UN VIOLENTISSIMO ATTACCO MISSILISTICO CON DRONI, RISPOSTA DI TEHERAN ALL'"OPERAZIONE LEONE NASCENTE" DI NETANYAHU, CHE QUESTA MATTINA HA COLPITO IL PRINCIPALE IMPIANTO DI ARRICCHIMENTO IRANIANO, UCCIDENDO L'INTERO COMANDO DELL'ESERCITO E DELLE GUARDIE RIVOLUZIONARIE. LA MAGGIOR PARTE DI LORO È STATA FATTA FUORI NELLE PROPRIE CASE GRAZIE AI DRONI DECOLLATI DALLE QUATTRO BASI SOTTO COPERTURA DEL MOSSAD A TEHERAN - ISRAELE HA DICHIARATO LO STATO DI EMERGENZA: GLI OSPEDALI SPOSTANO LE OPERAZIONI IN STRUTTURE SOTTERRANEE FORTIFICATE - TRUMP HA AVVERTITO OGGI L'IRAN DI ACCETTARE UN ACCORDO SUL NUCLEARE "PRIMA CHE NON RIMANGA NULLA", SUGGERENDO CHE I PROSSIMI ATTACCHI DI ISRAELE CONTRO IL PAESE POTREBBERO ESSERE "ANCORA PIÙ BRUTALI" - VIDEO

lauren sanchez jeff bezos venezia

FLASH! – I VENEZIANI HANNO LA DIGA DEL MOSE PURE NEL CERVELLO? IL MATRIMONIO DI JEFF BEZOS È UNA FESTICCIOLA PER 250 INVITATI DISTRIBUITI TRA QUATTRO HOTEL: GRITTI, AMAN, CIPRIANI E DANIELI - NIENTE CHE LA SERENISSIMA NON POSSA SERENAMENTE SOSTENERE, E NULLA A CHE VEDERE CON LE NOZZE MONSTRE DELL'INDIANO AMBANI, CHE BLOCCARONO MEZZA ITALIA SOLO PER IL PRE-TOUR MATRIMONIALE – DITE AI MANIFESTANTI IN CORTEO "VENEZIA NON E' IN VENDITA" CHE I 10 MILIONI DI EURO SPESI DA MR.AMAZON SI RIVERSERANNO A CASCATA SU RISTORATORI, COMMERCIANTI, ALBERGATORI, GONDOLIERI E PUSHER DELLA CITTÀ…

tajani urso vattani peronaci azzoni antonio adolfo mario marco alessandro

DAGOREPORT - MAI SUCCESSO CHE LA LISTA DEI NUOVI AMBASCIATORI, SCODELLATA DA TAJANI, VENISSE SOSPESA PER L’OPPOSIZIONE DI UN MINISTRO (URSO) IRATO PERCHÉ IL SUO CONSIGLIERE DIPLOMATICO È FINITO A NAIROBI ANZICHÉ A BUCAREST - DAL CDM SONO USCITI SOLO GLI AMBASCIATORI STRETTAMENTE URGENTI. ALLA NATO SBARCA AZZONI, MENTRE PERONACI VOLA A WASHINGTON. E’ LA PRIMA VOLTA CHE LA PIÙ IMPORTANTE SEDE DIPLOMATICA VIENE OCCUPATA DA UN MINISTRO PLENIPOTENZIARIO ANZICHÉ DA UN AMBASCIATORE DI GRADO (FRA DUE ANNI È GIA’ PRONTO IL FIDO CONSIGLIERE DIPLOMATICO DI LADY GIORGIA, FABRIZIO SAGGIO) – IL MALDESTRO MARIO VATTANI IN GIAPPONE, ANCHE SE ERA WASHINGTON LA SCELTA IDEALE DELLA FIAMMA MAGICA (MATTARELLA AVREBBE SBARRATO IL PASSO) – LA LISTA DI TUTTI GLI AMBASCIATORI SOSPESI….

giorgia meloni antonio tajani matteo salvini giancarlo giorgetti

DAGOREPORT - A SINISTRA SI LITIGA MA A DESTRA VOLANO GLI STRACCI! - LA MAGGIORANZA SI SPACCA SU ROTTAMAZIONE E TAGLIO ALL'IRPEF - GIORGIA MELONI DAVANTI AI COMMERCIALISTI PARLA DI SFORBICIATA AL CUNEO E LODA MAURIZIO LEO, "DIMENTICANDOSI" DI GIORGETTI. CHE ALZA I TACCHI E SE NE VA SENZA PARLARE - LA LEGA PRETENDE UN'ALTRA ROTTAMAZIONE, FORZA ITALIA E FDI CHIEDONO PRIMA DI TAGLIARE LE TASSE AL CETO MEDIO - PECCATO CHE I SOLDI PER ENTRAMBI I PROVVEDIMENTI, NON CI SIANO - LA LISTA DEGLI SCAZZI SI ALLUNGA: RISIKO BANCARIO, CITTADINANZA, POLITICA ESTERA, FISCO E TERZO MANDATO - VANNACCI METTE NEL MIRINO I GOVERNATORI LEGHISTI ZAIA E FEDRIGA CON UNA SPARATA, A TREVISO, CONTRO IL TERZO MANDATO: IL GENERALE, NOMINATO VICESEGRETARIO DA SALVINI, È LA MINA CHE PUÒ FAR SALTARE IN ARIA LA FRAGILE TREGUA NEL CARROCCIO (E DUNQUE NEL CENTRODESTRA)