CHI RUBY, CHI TROMBA, CHI NON PAGA - KATIA PASQUINO, CHE FECE ARRESTARE LA MINORENNE MAROCCHINA PERCHÉ L’AVEVA DERUBATA, FACENDO SCOPPIARE IL CASO BUNGA BUNGA, ORA È SENZA SOLDI E SFRATTATA - “LELE MORA, RUBY E IL MIO AVVOCATO MI PROMISERO 50MILA € PER RITIRARE LA DENUNCIA. NON LI HO MAI AVUTI E ORA SONO IN MEZZO ALLA STRADA” - “MI DICEVA CHE FACEVA SESSO CON BERLUSCONI. NON LE CREDEVO, MA VEDENDO LE MAZZETTE DI SOLDI CHE PORTAVA A CASA, HO CAPITO CHE ERA VERO”…

Lorenzo Galeazzi e Davide Vecchi per "il Fatto Quotiano"

"La Polizia mi ha sbattuto fuori di casa, non so neanche dove dormire". C'è Nicole Minetti, l'ex valletta e igienista dentale che è arrivata in consiglio regionale, e c'è Katia Pasquino, che martedì è stata sfrattata perché non pagava l'affitto e sbattuta in mezzo a una strada da agenti della Polizia. Loro rappresentano i due estremi dello tsunami generato da Karima el Mahroug, più nota come Ruby Rubacuori.

Minetti e Pasquino, due universi paralleli che però si incrociano, senza saperlo, quando diventano le due protagoniste della notte del 27 maggio 2010. Quando la marocchina viene fermata, portata in questura e liberata dopo le pressioni del premier che la spaccia per la "nipote di Mubarak". Per questo il presidente del Consiglio è oggi rinviato a giudizio per concussione e prostituzione minorile.

Quella sera Berlusconi era a Parigi e non poteva intervenire. Così allerta Minetti. È con lei che Ruby quel giorno esce dalla questura, dove era entrata alcune ore prima insieme con Katia Pasquino. È lei che aveva presentato la denuncia di furto: "Vivevamo insieme e mi ha rubato i soldi che servivano a pagare l'affitto". Per questo, racconta Katia, "martedì mi hanno sfrattato".

Ma Ruby non si è limitata a questo. La marocchina "mi ha fregato due volte: perché mi ha anche convinto a ritirare la denuncia garantendomi che mi avrebbe ridato tutti i soldi e invece non mi ha mai dato niente", si sfoga Katia. Che per la prima volta ricostruisce quanto accaduto dopo la notte del 27 maggio e accusa anche il suo legale dell'epoca: Roberto Tropenscovino, presentatole da Mora, dice.

"Fu Lele a dirmi di andare da lui e di Mora io mi fidavo perché è sempre stato molto gentile con me e mi aveva consigliato di denunciare Ruby dicendomi: ‘Quella lì è una pazza, denunciala'". Eppure "mi hanno truffato: Ruby, Mora, Tropenscovino. Ora sto cercando di capire se posso denunciarla di nuovo, perché mi ha rovinato la vita".

Su una panchina dei giardini pubblici "Indro Montanelli" a Milano, Katia, tra una sigaretta e una telefonata alle amiche in cerca di un posto dove trascorrere la notte, racconta. "Dopo il suo arresto, Ruby era sparita da Milano. Poi a marzo è tornata e mi ha cercato. È stata molto gentile, si è scusata e mi ha garantito che mi avrebbe ridato tutto quello che chiedevo: 50 mila euro e i danni morali, io come una stupida mi sono fidata".

E invece "appena ho accettato lei mi ha portato dal suo avvocato (Paola Boccardo, ndr) e dallo studio ho chiamato il mio legale, Tropenscovino". Per farti raggiungere? "No, perché non mi fidavo: volevano che ritirassi la denuncia, ma non avevano alcun documento in cui era scritto che mi avrebbero pagata, gli accordi erano questi. Così ho telefonato al mio avvocato per dirglielo, ‘guarda che qui non c'è scritto niente dei miei soldi'".

E lui? "Mi ha detto di fidarmi, che era tutto a posto e di ritirare la denuncia che poi i soldi me li avrebbero dati". Katia si fida. E, accompagnata sempre e solo dal legale di Ruby, va a ritirare la denuncia a carico della minorenne El Mahroug. "Quando pochi giorni dopo vado a chiedere i soldi che mi avevano promesso loro mi rispondono che non mi danno un bel niente e mi consegnano una lettera in cui è scritto proprio nero su bianco".

Oggi Katia si ritrova senza casa "e senza lavoro", si lamenta. "Pensare che io ad Arcore non ci ho mai neanche messo piede, Berlusconi non l'ho mai visto né conosciuto; eppure di tutte le ragazze coinvolte, in un modo o nell'altro, io sono l'unica che ha avuto delle conseguenze negative da tutta la vicenda e mi ritrovo anche a dover tornare dagli inquirenti, ma io con questa storia non c'entro nulla".

Ma è considerata una testimone chiave almeno per quanto riguarda la vita che Ruby conduceva a Milano: le due vivevano insieme e i pm hanno già sentito più volte Katia. "L'ultima volta è stato il 7 luglio scorso, mi hanno anche detto che ci sono delle foto che mi ritraggono in giro con lei e mi hanno chiesto cosa mi raccontava quando andava ad Arcore".

La marocchina di confidenze a Katia ne ha fatte molte. "Mi diceva che faceva sesso con il presidente Berlusconi e almeno due volte mi ha telefonato dicendomi che era ad Arcore e si annoiava, ma io non le ho mai creduto", ricorda Katia. Ma oggi, a distanza di mesi e soprattutto con i riscontri trovati dagli inquirenti della frequentazione di villa San Martino da parte di Ruby, Katia è costretta a riconoscere la realtà, dice.

"Una cosa che mi ha sempre stupito è la quantità di soldi che aveva; lei diceva che glieli davano i genitori, a volte ha detto che arrivavano dal presidente. Oggi devo credere che quello che mi raccontava era vero. Mi ricordo che una sera le scattai una foto: lei era sdraiata sul letto e aveva un ventaglio di banconote da 500 euro".

Oggi l'intervista integrale a Katia Pasquino sarà visibile sul fattoquotidiano.it

 

Katia PasquinoRUBY a RubyRUBY CATWOMANRubyRubyRubylele mora

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - LA CAPITALE DEGLI AFFARI A MISURA DUOMO, A CUI IL GOVERNO MELONI HA LANCIATO L’ANATEMA “BASTA CON I BANCHIERI DEL PD”, È IN TREPIDA ATTESA DI COSA DELIBERERÀ UNICREDIT DOMENICA PROSSIMA, A MERCATI CHIUSI - SI RINCORRONO VOCI SULLA POSSIBILITÀ CHE ANDREA ORCEL ANNUNCI L’ADDIO NON SOLO ALL’OPS SU BPM MA ANCHE ALLA SCALATA DI COMMERZBANK, PER PUNTARE TUTTA LA POTENZA DI FUOCO DI UNICREDIT LANCIANDO UN’OPS SU GENERALI - DOPO LE GOLDEN MANGANELLATE PRESE SU BPM, ORCEL AVRÀ DI CERTO COMPRESO CHE SENZA IL SEMAFORO VERDE DI PALAZZO CHIGI UN’OPERAZIONE DI TALE PORTATA NON VA DA NESSUNA PARTE, E UN’ALLEANZA CON I FILO-GOVERNATIVI ALL’INTERNO DI GENERALI COME MILLERI (10%) E CALTAGIRONE (7%) È A DIR POCO FONDAMENTALE PER AVVOLGERLA DI “ITALIANITÀ” - CHISSÀ CHE COSA ARCHITETTERÀ IL CEO DI BANCA INTESA-SANPAOLO, CARLO MESSINA, QUANDO DOMENICA IL SUO COMPETITOR ORCEL ANNUNCERÀ IL SUO RISIKO DI RIVINCITA…

parolin prevost

PAROLIN È ENTRATO PAPA ED È USCITO CARDINALE - IN MOLTI SI SONO SBILANCIATI DANDO PER CERTO CHE IL SEGRETARIO DI STATO DI BERGOGLIO SAREBBE STATO ELETTO AL POSTO DI PAPA FRANCESCO – GLI “AUGURI DOPPI” DI GIOVANNI BATTISTA RE, IL TITOLO FLASH DEL “SOLE 24 ORE” (“PAROLIN IN ARRIVO”) E LE ANALISI PREDITTIVE DI ALCUNI SITI - PERCHÉ I CARDINALI HANNO IMPALLINATO PAROLIN? UN SUO EVENTUALE PAPATO NON SAREBBE STATO TROPPO IN CONTINUITÀ CON BERGOGLIO, VISTO IL PROFILO PIU' MODERATO - HA PESATO IL SUO “SBILANCIAMENTO” VERSO LA CINA? È STATO IL FAUTORE DELL’ACCORDO CON PECHINO SUI VESCOVI...

matteo renzi sergio mattarella elly schlein maurizio landini

DAGOREPORT – IL REFERENDUM ANTI JOBS-ACT PROMOSSO DALLA CGIL DI LANDINI, OLTRE A NON ENTUSIASMARE MATTARELLA, STA SPACCANDO IL PD DI ELLY SCHLEIN - NEL CASO CHE UNA DECINA DI MILIONI DI ITALIANI SI ESPRIMESSERO A FAVORE DELL’ABOLIZIONE DEL JOBS-ACT, PUR NON RIUSCENDO A RAGGIUNGERE IL QUORUM, LANDINI ASSUMEREBBE INEVITABILMENTE UN'INVESTITURA POLITICA DA LEADER DELL'OPPOSIZIONE ANTI-MELONI, EMARGINANDO SIA SCHLEIN CHE CONTE - E COME POTRANNO I RIFORMISTI DEM, I RENZIANI E AZIONE DI CALENDA VALUTARE ANCORA UN PATTO ELETTORALE CON UN PD "LANDINIZZATO", ALLEATO DEL POPULISMO 5STELLE DI CONTE E DE SINISTRISMO AVS DI BONELLI E FRATOIANNI? - A MILANO LA SCISSIONE DEL PD È GIÀ REALTÀ: I RIFORMISTI DEM HANNO APERTO UN CIRCOLO IN CITTÀ INSIEME A ITALIA VIVA E AZIONE. MA BONACCINI DIFENDE ELLY SCHLEIN

sergio mattarella giorgia meloni

DAGOREPORT - L'ARDUO COMPITO DI MATTARELLA: FARE DA ARBITRO ALLA POLITICA ITALIANA IN ASSENZA DI UN’OPPOSIZIONE - IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NON VUOLE SOSTITUIRSI A QUEGLI SCAPPATI DI CASA DI SCHLEIN E CONTE, NÉ INTENDE SCONTRARSI CON GIORGIA MELONI. ANZI, IL SUO OBIETTIVO È TENERE IL GOVERNO ITALIANO DALLA PARTE GIUSTA DELLA STORIA: SALDO IN EUROPA E CONTRO LE AUTOCRAZIE – IL PIANO DI SERGIONE PER SPINGERE LA PREMIER VERSO UNA DESTRA POPOLARE E LIBERALE, AGGANCIATA UN'EUROPA GUIDATA DA FRANCIA, GERMANIA E POLONIA E LONTANA DAL TRUMPISMO - LE APERTURE DI ''IO SONO GIORGIA" SUL 25 APRILE E AFD. MA IL SUO PERCORSO VERSO IL CENTRO E' TURBATO DALLL'ESTREMISMO DI SALVINI E DALLO ZOCCOLO DURO DI FDI GUIDATO DA FAZZOLARI...

francesco micheli

DAGOREPORT - IN UNA MILANO ASSEDIATA DAI BARBARI DI ROMA, SI CELEBRA LA FAVOLOSA CAPITALE DEGLI AFFARI CHE FU: IL CAPITALISMO CON IL CUORE A SINISTRA E IL PORTAFOGLIO GONFIO A DESTRA - A 87 ANNI, FRANCESCO MICHELI APRE, SIA PURE CON MANO VELLUTATA E SENZA LASCIARE IMPRONTE VISTOSE, IL CASSETTO DEI RICORDI: “IL CAPITALISTA RILUTTANTE” È IL DIARIO DI BORDO DELL’EX BUCANIERE DELLA FINANZA CHE, SALITO SULL’ALBERO PIÙ ALTO DEL VASCELLO, HA OSSERVATO I FONDALI OSCURI INCONTRATI NEL MARE MAGNUM INSIDIOSO DELL’ECONOMIA, SOMMERSA E SPESSO AFFONDATA - “IO E LEI APPARTENIAMO A ZOO DIVERSI”, FU IL VATICINIO DI CUCCIA – LUI, UNICO TESTIMOME A RACCOGLIERE LO SFOGO DI EUGENIO CEFIS SU QUEL “MATTO” DI CUCCIA CHE NEL GIORNO DELLE SUE CLAMOROSE DIMISSIONI DA MONTEDISON L’AVEVA ACCOLTO CON UN BEFFARDO: “DOTTORE, PENSAVO VOLESSE FARE UN COLPO DI STATO…”