francesco saverio borrelli e ilda boccassini

“DOPO DI TE, TENEBRE” - CON L’ADDIO A BORRELLI, ILDA BOCCASSINI RIFILA DI SPONDA UN CALCIONE AI SUOI EREDI ALLA GUIDA DELLA PROCURA DI MILANO, EDMONDO BRUTI LIBERATI E FRANCESCO GRECO: “HAI RESISTITO ALLE LUSINGHE DEL POTERE, SEI STATO ESEMPIO DI INTEGRITÀ PER CHI COME ME NON HA CEDUTO A COMPROMESSI…”

FRANCESCO SAVERIO BORRELLI

Giorgio Gandola per “la Verità”

 

«Dopo di te, tenebre». Neanche fosse stato un re Sole del diritto, Francesco Saverio Borrelli incassa un elogio funebre che non si può confondere con gli altri. E non può finire dentro la solita sinfonia di archi e ottoni che accompagnano chiunque, a comando, al camposanto. Unico e urticante a cominciare dalla firma: Ilda. Che sarebbe Ilda Boccassini, Ilda la Rossa, il caterpillar della procura, quella che se vedeva un assembramento di giornalisti sul pianerottolo del tribunale ordinava alla scorta: «Sgombrate la scala».

 

FRANCESCO SAVERIO BORRELLI E ILDA BOCCASSINI

Mai un compromesso, mai un ricciolo fuori posto, la Fiorella Mannoia del pool Mani pulite. Per questo la lettura della sua necrologia pubblicata ieri sul Corriere della Sera crea una punta di emozione: «Ciao Saverio. Hai resistito alle lusinghe del potere, sei stato esempio di integrità per chi come me non ha ceduto a compromessi. Dopo di te, tenebre. Già mi manchi. Ilda».

 

È l'abbraccio dell'allieva al maestro e al tempo stesso è la volontà di mettere a fuoco una differenza abissale fra lo stile di quel magistrato e il comportamento delle toghe di oggi. Lo scandalo Csm, le trame romane, abusi, falsi, favori, mercimoni, le vacanze di Luca Palamara e l' ombra della politica (le intercettazioni di Luca Lotti) sulle nomine hanno ferito gravemente la magistratura italiana. Hanno determinato una cesura fra il passato e il presente. E per un marine delle inchieste come la Boccassini questa è l' occasione giusta per farlo rimarcare a chi vorrebbe che la coltre nebbiosa calasse sulle condotte indecenti.

Francesco Greco - Francesco Saverio Borrelli - Gherardo Colombo e Ilda Boccassini

 

Eppure non era cominciata benissimo, fra Saverio e Ilda. Borrelli era da poco procuratore capo di Milano quando la giovane pm gli mise sulla scrivania l'inchiesta Duomo connection (1989-1990), allestita con Giovanni Falcone sulle infiltrazioni della mafia nelle attività produttive e amministrative della metropoli lombarda. Borrelli non si fidò più di tanto.

 

La testimonianza di Edmondo Bruti Liberati è interessante: «Io e altri colleghi gli facemmo notare che non aveva sostenuto abbastanza la Boccassini in quell' inchiesta. Lui lo riconobbe e quando lei tornò a Milano (da Palermo, per entrare nel pool, ndr) la accolse per primo e le affidò un ruolo importantissimo».

 

EDMONDO BRUTI LIBERATI

Anche la frase «hai resistito alle lusinghe del potere» è illuminante. L'icona di Borrelli era il giurista Piero Calamandrei, colui che disse: «Quando per la porta della magistratura entra la politica, la giustizia esce dalla finestra». In quegli anni le lusinghe erano enormi e alcuni uomini del suo esercito ne furono irrimediabilmente condizionati.

 

Il suo vice, Gerardo D' Ambrosio, quando andò in pensione si candidò con i Democratici di sinistra e ottenne un seggio in Senato, dando uno schiaffo con quel gesto alla cultura dell' equidistanza che dovrebbe sempre ispirare le inchieste di un magistrato. Ancora più frontale, più politica, più divisiva fu la carriera di Antonio Di Pietro, che un giorno di dicembre del 1994, alla vigilia dell' interrogatorio di Silvio Berlusconi, lasciò la sua toga in mano a Borrelli per saltare il fosso e due anni dopo diventare ministro dei Lavori pubblici del governo di Romano Prodi, acerrimo rivale del Cavaliere.

 

FRANCESCO GRECO

Per il procuratore capo fu una mazzata. Come ricostruisce Luigi Ferrarella sul Corriere, quando Borrelli seppe che Di Pietro diceva ai suoi amici politici di aver dovuto indagare Berlusconi per forza, lo minacciò al telefono: «Non venire più in Procura perché ti faccio buttare giù dalle scale». Era preoccupato per la giustizia sporcata dal sospetto di connivenza, era impegnato a tenere le inchieste fuori dal gioco della strumentalizzazione. Occupazione oggi addirittura superflua, quando un sottosegretario allo Sport (Lotti) parla di una nomina giudiziaria nella Procura che lo ha indagato.

 

Ecco perché la necrologia della Boccassini è uno spartiacque. Plateale, ufficiale, voluto. Anche fra i doveri di riservatezza di un procedimento penale e la cultura dell'intervista e della platea alla quale si è adeguato un altro ragazzo di Borrelli, Piercamillo Davigo, difficilmente arginabile quando decide di teorizzare a reti unificate.

 

Lo stesso Francesco Greco, che oggi siede alla scrivania del procuratore capo nel palazzo di Giustizia di Milano, non è riuscito a trattenersi qualche settimana fa, parlando delle nomine del Csm. «Il mondo che vive nei corridoi degli alberghi e nelle retrovie della burocrazia romana e che non ci appartiene e non appartiene ai magistrati del Nord, ci ha lasciato sconcertati». Un pugno nello stomaco, il segnale di un malessere profondo. La forma delle tenebre.

Ultimi Dagoreport

benjamin netanyahu giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – CORRI A CASA IN TUTTA FRETTA, C’È UN CAMALEONTE CHE TI ASPETTA: QUELLA SIGNORINA ALLA FIAMMA CHE VUOLE MANTENERE UN RAPPORTO CON L’EUROPA MA NELLO STESSO TEMPO, TEMENDO DI ESSERE SCAVALCATA A DESTRA DA SALVINI, SBATTE GLI OCCHIONI A TRUMP. LA STESSA CHE IMPLORA LA FINE DELLA TRAGEDIA DI GAZA MA L’ITALIA CONTINUA A FORNIRE ARMI A ISRAELE (SECONDO PAESE DOPO GLI USA DOPO LA DECISIONE DI MERZ DI FERMARE L’INVIO DI ARMI A NETANYAHU) - A UNA DOMANDA SULL'EXPORT MILITARE ITALIANO VERSO ISRAELE, CROSETTO IN PARLAMENTO HA DETTO: "ABBIAMO ADOTTATO UN APPROCCIO CAUTO, EQUILIBRATO E PARTICOLARMENTE RESTRITTIVO". RISULTATO? NESSUNO È PIÙ IN GRADO DI SAPERE CON ESATTEZZA COSA L’ITALIA VENDE O ACQUISTA DA ISRAELE – TRA LA DISCORDANZA DELLE DICHIARAZIONI UFFICIALI E LA TRACCIABILITÀ REALE DELLE FORNITURE BELLICHE A NETANYAHU, C’È DI MEZZO LO SPORT PREFERITO DEL GOVERNO MELONI: IL SALTO TRIPLO DELLA VERITÀ… - VIDEO

elly schlein giuseppe conte goffredo bettini gaetano manfredi piero vincenzo de luca roberto gualtieri silvi salis vincenzo decaro michele emiliano

DAGOREPORT - IL PD GUIDATO DA ELLY SCHLEIN? E' COME "'A PAZZIELLA 'MMAN 'E CRIATURE". IL GIOCATTOLO STA IN MANO AI BAMBINI. E LORO CHE FANNO? CI GIOCANO, SO' BAMBINI. E LO FANNO A PEZZI - CONFONDENDO LA LEADERSHIP CON L'AMBIZIONE, LA SEGRETARIA DEL PD SI E’ RINTANATA IN UN BUNKER: DIFFIDA DI TUTTI E SI CIRCONDA SOLO DEI SUOI “PASDARAN”: BONAFONI, ALIVERNINI E TARUFFI - NON SOPPORTA L’ASSE TRA CONTE E BETTINI; VIVE CON LA PAURA CHE BONACCINI VOGLIA SOSTITUIRLA AL PRIMO PASSO FALSO E CHE SILVIA SALIS LE FREGHI LA SEGRETERIA – SOSPETTI VERSO IL SINDACO DI NAPOLI GAETANO MANFREDI, POSSIBILE “PAPA STRANIERO” DEL “CAMPO LARGO” – ELLY DIFFIDA (EUFEMISMO) DI PRODI, CHE NON LA VEDE CANDIDATA PREMIER, E DI FRANCESCHINI, CHE LA PENSA ALLO STESSO MODO MA NON LO DICE - IL FASTIDIO VERSO MISIANI, GUALTIERI, MANCINI E ONORATO - VOLEVA ELIMINARE I ''CACICCHI'' MA HA RINCULATO CON DE LUCA E SOFFRE LE SMANIE DI EMILIANO IN PUGLIA - QUALCHE ANIMA PIA SPIEGHI ALLA GRUPPETTARA DI BOLOGNA CHE NON SIAMO ALL’OCCUPAZIONE DEL LICEO, NÉ TANTOMENO SUL CARRO DEL PRIDE DOVE SI È ESIBITA IN MODALITÀ “CUBISTA” SULLE NOTE DI “MARACAIBO” (VIDEO)

beppe grillo marco travaglio giuseppe conte elly schlein eugenio giani

DAGOREPORT: IL CONTE TRAVAGLIATO - DI BOTTO, SIAMO RITORNATI AI TEMPI DI BEPPE GRILLO: SULL’OK ALLA CANDIDATURA IN TOSCANA DEL DEM EUGENIO GIANI, CONTE NON TROVA IL CORAGGIO DI METTERCI LA FACCIA E RICICCIA IL ''REFERENDUM'' ONLINE TRA GLI ISCRITTI, L’UNO VALE UNO, LA “BASE” DA ASCOLTARE - MA L'EX "AVVOCATO DEL POPOLO" NON DOVEVA ESSERE IL LEADER CHE I 5STELLE NON HANNO MAI AVUTO, QUELLO CHE SI IMPONE E TRACCIA LA VIA AL SUO PARTITO? - DATO CHE GIANI, PER VINCERE, PUO' FARE A MENO DEI VOTI 5STELLE, NEL PD S'INCAZZANO CON LA SUBALTERNITÀ A CONTE DI ELLY SCHLEIN CHE HA ACCETTATO E PROMOSSO LA CANDIDATURA DEL 5STELLE ROBERTO FICO IN CAMPANIA: "QUESTI INGRATI È MEGLIO LASCIARLI CHE PRENDERLI" - MA TRA ELLY E PEPPINIELLO, C’È DI MEZZO LA COLONNA DI PIOMBO DI MARCO TRAVAGLIO, CHE DETTA OGNI MATTINA I DIECI COMANDAMENTI DELL'IDEOLOGIA M5S, CONVINTO COM'È CHE IL "CAMPOLARGO" PD-M5S SIA UNA DISGRAZIA PEGGIORE DELL''ARMATA BRANCA-MELONI...

netflix disney plus streaming

DAGOREPORT - “TOPOLINO” HA FAME - DISNEY SCUCE 3 MILIARDI DI DOLLARI PER COMPRARSI LE ATTIVITÀ MEDIA DELLA NFL, LA LEGA DEL FOOTBALL AMERICANO. QUALE SARÀ IL PROSSIMO PASSO? UN CONSOLIDAMENTO NELLO STREAMING È INEVITABILE (IL MERCATO È SATURO DI SERVIZI E CONTENUTI) E C’È CHI SI SPINGE A UN’ACQUISIZIONE DI PESO, COME NETFLIX - LA PIATTAFORMA CAPITALIZZA IL DOPPIO MA FATTURA UN TERZO DELLA DISNEY  – RUMORS ANCHE SU UN INTERESSE DI AMAZON PER SPOTIFY: LÌ I SOLDI NON SAREBBERO UN PROBLEMA (IL SERVIZIO DI E-COMMERCE DI BEZOS CAPITALIZZA 2MILA MILIARDI CONTRO I 130 DELLO STREAMING MUSICALE)...

matteo piantedosi giorgia meloni carlo nordio giusi bartolozzi alfredo mantovano almasri

DAGOREPORT - GIORGIA MELONI RISCHIA DI BRUTTO SUL CASO ALMASRI: PRENDERSI LA RESPONSABILITÀ DELLA SCARCERAZIONE E DEL RIMPATRIO (CON VOLO DI STATO) DEL TORTURATORE LIBICO EQUIVALE A UNA PUBBLICA SCONFESSIONE DEI MINISTRI NORDIO E PIANTEDOSI, CHE IN AULA HANNO MINIMIZZATO CON BUGIE LA QUESTIONE ATTACCANDO I GIUDICI – IL TRIBUNALE DEI MINISTRI, SCAGIONANDO LA STATISTA DELLA GARBATELLA E RINVIANDO A GIUDIZIO I DUE MINISTRI E IL SOTTOSEGRETARIO ADDETTO AI SERVIZI SEGRETI, HA APERTO UNA BOTOLA DOVE, DALL'ALTO DEL SUO DILENTATTISMO, MELONI È CLAMOROSAMENTE CADUTA - LO "SCUDO" PER SALVARE GIUSI BARTOLOZZI NON ESISTE: NON ESSENDO STATA RINVIATA A GIUDIZIO, IL GOVERNO NON PUÒ  ESTENDERE "IL CONCORSO" NEL REATO COL MINISTRO NORDIO. COSI', IL PARLAMENTO PUO' NEGARE L'AUTORIZZAZIONE A PROCEDERE CONTRO PIANTEDOSI, NORDIO E MANTOVANO, MA LA PROCURA DI ROMA NON AVRÀ ALCUNO OSTACOLO A RINVIARE A GIUDIZIO LA BARTOLOZZI, CON CONSEGUENTI ''RICADUTE POLITICHE'' SU MELONI - PERCHE' NON HANNO MESSO IL SEGRETO DI STATO...