L’AMAZZONE BIANCOFIORE BUTTA GIU’ ALFANO DAL CAVALLO: “TEMO CHE NON SI STIA MUOVENDO D'INTESA CON BERLUSCONI” - “È IMPOSSIBILE PARLARE CON LUI, STA LÌ, CHIUSO AL QUARTO PIANO DI VIA DELL’UMILTÀ, HA TRASFORMATO IL SUO UFFICIO IN UN BUNKER... QUATTRO PORTE BLINDATE CON QUATTRO TELECAMERE. RILANCIARE IL PDL? “MA COSA VUOL RILANCIARE? IL PDL È FINITO” - E SPUNTA LA LISTA DELLE “AMAZZONI AZZURRE”…

Fabrizio Roncone per il Corriere della Sera

Onorevole Michaela Biancofiore, lei è una delle cosiddette «Amazzoni azzurre» del Pdl, giusto?
«Sì... però, guardi, le do un consiglio: non la consideri una sciocca iniziativa di quattro donnette nostalgiche di Forza Italia che non si rassegnano al disastro in cui è precipitato il partito, come vorrebbero far credere in giro certi maschietti della nostra nomenklatura...».

Continui, è interessante.
«Sono gli stessi maschietti che hanno deplorato le parole di Daniela Santanchè, la quale ha suggerito a tutti e tutte di dimettersi, considerando conclusa l'esperienza del Pdl. Si tratta di una decina di deputati che non accettano la realtà e lavorano per difendere le proprie posizioni di potere... ma gli altri 250 deputati che siedono alla Camera?».

Gli altri che pensano?
«Ecco, il punto è questo: pensano che Daniela abbia ragione, che non si può far finta di niente se i sondaggi, nel volgere di qualche mese, sono crollati e dal 22% siamo ormai intorno al 15%».

Cominci lei a non far finta di niente: di chi è la colpa?
«Intanto io dico che questo partito ha pagato e paga l'arrivo degli ex An, che nel Pdl hanno portato un modo di fare politica a noi forzisti sconosciuto. Per noi la politica è sempre stata fondata sul merito e non sulla clientela, sull'amico dell'amico, sulle correnti che, a lungo andare, hanno infatti scavato il Pdl nella pancia».

Ignazio La Russa sostiene che...
«Trovo irriverenti e irriconoscenti i discorsi di La Russa quando propone a Berlusconi di andarsene per la sua strada e di lasciargli il Pdl. Ma scherziamo? Precisato questo, gli ex An sono liberi di rifarsi il loro partito. Anche se mi sa che...».

Mi sa che?
«Beh, qui nessuno ha ancora avuto il coraggio di dirlo. Ma la verità è che il gruppetto che sappiamo, da La Russa ad Alemanno, dalla Meloni a Gasparri, per qualche settimana ha pensato seriamente di rimettere insieme i cocci di Alleanza nazionale, magari riabbracciando pure il vecchio camerata Storace. Poi però hanno fatto fare qualche sondaggino e cosa hanno scoperto? Hanno scoperto che una nuova An starebbe, sì e no, intorno al 5%. Così adesso cincischiano. Ma è inutile. Ormai è chiaro che il Pdl è una roba vecchia. Perciò vadano pure a farsi il loro partito, magari con la Meloni leader, perché tra l'altro Giorgia è giovane e brava».

Stiamo parlando da un quarto d'ora, e lei non ha ancora nominato Angelino Alfano, che pure annuncia grandi novità.
«Vede: Alfano, un anno fa, aveva il partito genuflesso, eravamo tutti lì ad aspettare fiduciosi... purtroppo non ha avuto coraggio, il partito gli si è sgretolato tra le mani e ora che ha capito come e quanto Berlusconi si senta distante e distinto dal Pdl, tenta dei colpi di coda. Brutta scena, sì».

Colpi di coda?
«Temo che Alfano si stia facendo influenzare dalla nomenklatura del partito e non si stia muovendo d'intesa con Berlusconi. Ma senza Berlusconi non va da nessuna parte».

Questo è anche il pensiero del Cavaliere?
«Beh... da qualche tempo, in Transatlantico, una sua collega giornalista dice che tra me e Berlusconi c'è una sintonia che andrebbe studiata in psichiatria...».

E ad Alfano, lei, certe cose le ha mai dette?
«È impossibile parlare con Alfano. La prego di non scriverlo... ma... ma davvero sta lì, chiuso al quarto piano di via dell'Umiltà, ha trasformato il suo ufficio in un bunker... quattro porte blindate con quattro telecamere».

Sta lavorando alla squadra con cui rilancerà il Pdl.
«E sbaglia, povero Angelino! Ma cosa vuol rilanciare? La gente pensa al Pdl e, automaticamente, ormai pensa a Fiorito, la tragica figura del nostro ex capogruppo alla Regione Lazio che rubava facendosi chiamare Batman. Il Pdl è fi-ni-to... E cambiargli nome, badi bene, non basta. Serve una rifondazione totale, con facce nuove, dove non ci sia più spazio per un modo di fare politica alla... alla Gasparri... ecco, l'ho detto!».

Perché, scusi: Gasparri com'è che fa politica?
«Cercando di mettere da Aosta a Lampedusa sempre e comunque un suo uomo, senza badare se è bravo, se ha qualità. Come tanti ex di An, Gasparri vive la politica come controllo del territorio e, quindi, del potere. Il Pdl è stritolato da queste logiche».

Come finirà?
«Io scommetterei forte che, alla prossime elezioni, Berlusconi finirà con il presentarsi con una sua lista. E credo che possa stare ancora tra il 18 e il 20%. Noi, cioè le cosiddette "Amazzoni", stiamo lavorando proprio a questo progetto: e non siamo sole. Ci sono anche personalità come Galan e Martino, giovani docenti universitari e tipi come Laura Marchese, capo ufficio stampa Fiction di Mediaset, l'esperta in comunicazione che dovrebbe fare quello che Giorgio Gori fa a Matteo Renzi».

(A intervista conclusa, la Biancofiore - 41 anni, da Bolzano - racconta: «Poi sabato mi sono sentita con Berlusconi, e lui che mi ha detto? Mi ha detto: "Visto che ormai sei un'amazzone, mi toccherà regalarti un cavallo"»).

2 - L'ULTIMA CREATURA PDL: LE AMAZZONI AZZURRE...
Fabrizio d'Esposito per il "Fatto quotidiano"

Non solo Daniela Santanchè, che impugna lo spadone della rottamazione contro il Pdl. L'ultimissimo fronte bellico dell'ex partito dell'amore, precipitato nei sondaggi al 14 per cento, è la guerra scatenata dalle due amazzoni azzurre, le chiamano così a Palazzo Grazioli, Michaela Biancofiore e Nunzia De Girolamo, nostalgiche dell'immarcescibile spirito forzista del ‘94 e finanche ammiratrici del fenomeno Matteo Renzi. Al punto che ieri sera, la stessa Biancofiore è andata a sentire il sindaco di Firenze nella tappa di Bolzano del camper "Adesso", ma è stata allontanata dallo staff renziano in quanto poco gradita.

Torniamo al subbuglio provocato dalle amazzoni di B. La storia è questa, al netto dei veleni che girano tra Montecitorio e via dell'Umiltà, dove si trova la sede nazionale del Pdl a Roma. Le due parlamentari hanno aperto una chat con il nome Forza Italia su What's App, applicazione per telefonini. Le discussioni sono vivaci. Iscritti e iscritte riconoscono solo il primato berlusconiano, non quello di Alfano e Cicchitto: Laura Ravetto, Batrice Lorenzin, Annagrazia Calabria, Giancarlo Galan, Catia Polidori, Antonio Martino, Giuseppe Moles, Isabella Bertolini.

La notizia gira e tra i deputati maschi del Pdl si mormora di una riedizione di Forza Gnocca. Vengono aggiunti i nomi di Gabriella Giammanco, Barbara Mannucci, Fiorella Ceccacci Rubino (ex attrice di Tinto Brass), pure quello di Mariarosaria Rossi, deputata-assistente di un Cavaliere sempre più stanco e nero d'umore. Tra i malpancisti azzurri viene segnalato in avvicinamento anche il gigante Guido Crosetto, ma lui smentisce: "Con le amazzoni non c'entro nulla". Piuttosto, le indiscrezioni lo vorrebbero candidato alle primarie del centrodestra, con il supporto della falange di avvocati dell'ex premier, tra cuiMaurizio Paniz ed Enrico Costa. Caos su caos.

La chat diviene l'embrione della lista dello spirito del ‘94, con l'ambizione di attirare un Berlusconi sempre più nauseato dal Pdl. Il nome è "Fratelli d'Italia", ma viene reclamato da altre aree del partito già esistenti. Il troncone forzista preclude a uno spacchettamento della creatura pidiellina: il movimento delle amazzoni, la lista della Santanchè, la bad company del Pdl con la nomenklatura attuale, gli ex An. Si vocifera anche di un gruppo parlamentare autonomo, da formalizzare dopo le regionali siciliane.

La De Girolamo, però, ad Agorà su Raitre smentisce e sparge un po' di veleno: "Questa cose le scrive Adamo perché Eva non ha il coraggio di parlare". Chi è Adamo? Chi è Eva? Il crepuscolo del berlusconismo è crudelmente divertente. La deputata del Pdl (moglie di Francesco Boccia del Pd) si riferisce a un articolo uscito sull'Huffington Post edizione italiana che riprende alcune voci apparse già su Lettera 43: "Silvio Berlusconi dice sì al gruppo parlamentare delle sue belle. E loro preparano le pagelle su chi può entrare".

L'autore è Alessandro De Angelis. È lui Adamo in quanto compagno dell'ex ministra Anna Maria Bernini, indicata come l'Eva che "non ha il coraggio di parlare". Una lotta feroce che non risparmia nessuno. E che fa altre vittime. Quando la voce su "Fratelli d'Italia" è di dominio pubblico, Annagrazia Calabria si cancella dalla chat Forza Italia, per via del suo legame politico con il segretario Angelino Alfano. Tutti contro tutti. Non solo Eva contro Eva (che è Adamo però).

A questo spettacolo di auto-distruzione, il Cavaliere assiste con malcelato distacco. Il regista del bombardamento sul quartier generale dell'oligarchia del Pdl è lui. L'ammissione viene da una sua dichiarazione di ieri: "Il partito l'ho lasciato ad Alfano, ieri (giovedì, ndr) mi hanno costretto a fare una dichiarazione".

Stavolta, il riferimento è alla nota di Paolo Bonaiuti, portavoce di Palazzo Grazioli, che invita a non considerare la virulenza rottamatrice della Santanchè come espressione del Capo. La smentita di B. alla nota di Bonaiuti dà altra forza all'ex sottosegretaria vicina al Giornale di Sallusti: "Ho detto che bisogna azzerare e ripartire perché il Pdl è messo malissimo. Non è vero, forse?". Una verità incontestabile. E la questione dell'eredità politica sta diventando un affare di donne.

 

 

PREMIO GUIDO CARLI BERLUSCONI E MICHAELA BIANCOFIORE jpegBERLUSCONI E MICHAELA BIANCOFIORE jpegMICHAELA BIANCOFIORE ALESSANDRO MORTIMER ALLUSTRI MICHAELA BIANCOFIORE IGNAZIO LA RUSSA MAURIZIO GASPARRI IGNAZIO LA RUSSA GIORGIA MELONI santanche e alfano - copyright PizziLAURA RAVETTOBEATRICE LORENZIN ANNAGRAZIA CALABRIA frrar08 isabella bertolini

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