joe hunter biden jose mario bergoglio papa francesco

L'AMERICA È SPACCATA ANCHE IN CHIESA - CAUTELA IN VATICANO SULL'ELEZIONE DI BIDEN. LA CERCHIA BERGOGLIANA È FELICE DELLA VITTORIA DEM, LE GERARCHIE CONSERVATRICI ERANO VICINE AI TRUMPIANI. MA TUTTI TEMONO L'ALA RADICAL ALLA OCASIO-CORTEZ, PIÙ ANCORA DELLA VICEPRESIDENTE HARRIS. C'È LA PAURA DI LACERARE UN EPISCOPATO CATTOLICO GIÀ POLARIZZATO TRA CONSERVATORI E PROGRESSISTI

 

Massimo Franco per il “Corriere della Sera

 

donald trump con il papa

Un cauto benvenuto a Joe Biden. Una guardinga presa d'atto sulla sua vice Kamala Harris. E l'ombra pesante di Donald Trump e dei cattolici conservatori sullo sfondo. Almeno fino a ieri, il Vaticano non si era ancora congratulato col presidente eletto degli Stati Uniti: un silenzio condiviso, tra i pochi altri, con la Russia di Vladimir Putin e la Cina di Xi Jinping. Ma quello dei due presidenti, soprattutto di Putin, è spiegato con l'attesa per l'esito definitivo del conteggio dei voti e tradisce preoccupazione. Il silenzio della Santa Sede, invece, riflette una cautela che protegge una certa soddisfazione: almeno nella cerchia papale.

 

«Nell'immaginario, Trump era diventato una sorta di anti-Francesco», spiega un esponente vaticano. «Biden è una speranza di distensione. Ma temiamo l'ipoteca dell'ala radicale dei democratici: esponenti come la deputata di New York, Alexandria Ocasio-Cortez, più ancora della vicepresidente Harris. Una prospettiva del genere potrebbe lacerare un episcopato cattolico già polarizzato tra conservatori e progressisti».

 

kamala harris e douglas emhoff

Per questo, l'unico commento ufficiale è stato affidato al presidente dei vescovi Usa, Josè Gomez, di Los Angeles. «Congratulazioni a Mr. Biden. Riconosciamo che si unisce al defunto John F. Kennedy come secondo presidente degli Stati uniti a professare la fede cattolica», ha dichiarato Gomez il 7 novembre. Parole sobrie accompagnate da un significativo appello a «difendere la vita», che sembrano registrare il superamento della «questione cattolica»: il contrario di quanto accadde sessant' anni fa proprio con Kennedy, additato allora dall'élite protestante come burattino nelle mani del papato romano «straniero».

 

Oggi Biden deve guardarsi dal cattolicesimo conservatore, più che da altre religioni cristiane. A ottobre un prete, Robert Morey, ha rifiutato la Comunione al futuro presidente in una chiesa di Florence, in South Carolina, per il suo appoggio all'aborto: tesi rilanciata dal cardinale conservatore Raymond Leo Burke. E l'ex nunzio a Washington, Carlo Maria Viganò, critico ossessivo di Francesco, ha scritto l'ennesima lettera di solidarietà a Trump per la «colossale frode elettorale»; e stigmatizzato una supposta scellerata alleanza tra «Stato profondo americano» e «Chiesa profonda».

 

JOE HUNTER BIDEN JOSE MARIO BERGOGLIO PAPA FRANCESCO

Si evoca un complotto globalista e anticristiano di cui l'elezione di Jorge Mario Bergoglio sarebbe stato il prodotto nel 2013. E, sebbene le posizioni dell'ex nunzio Viganò siano screditate in Italia, nella destra cattolica americana continuano ad avere un qualche peso. Il cardinale Timothy Dolan, arcivescovo di New York e moderato, ha spiegato che avrebbe dato la Comunione a Biden; ma si è mostrato comprensivo verso il rifiuto opposto dal sacerdote di Florence.

 

La cautela della Santa Sede va letta dunque come un tentativo di non esasperare i contrasti in un episcopato che approva l'ostilità di Trump all'aborto e alle unioni omosessuali; diffida dei democratici; e che da alcuni anni, ormai, rappresenta la frontiera avanzata della resistenza alle aperture di Francesco. Il settimanale dei gesuiti Usa, America , ha ricordato che Biden rivendica l'educazione ai valori cattolici come «un dono»; e ha cercato di spiegare in che consista la sua fede. È un modo per accreditarlo presso l'«altra America» pro-Trump. Lo scontro attraversa il mondo cattolico.

alexandria ocasio cortez si cucina zuckerberg al congresso 6

 

Oltre a vescovi ci sono state suore che si sono schierate contro Biden, e suore che lo hanno appoggiato. Lo stesso arcivescovo Gomez qualche mese fa ha smentito un'indiscrezione che lo dava come elettore del neopresidente. Dunque, i giudizi vengono espressi sottovoce. Si apprezza la spinta all'unità nazionale che il presidente democratico vuole imprimere dopo quattro anni di trumpismo. Viene sottolineato che le congratulazioni di Gomez probabilmente sono state concordate con il nunzio a Washington, monsignor Christophe Pierre, uomo vicino a Francesco.

 

E si fa presente che sono circolati documenti riservati della Chiesa Usa per dire ai cattolici di non sentirsi obbligati a votare Trump in nome dei cosiddetti «valori non negoziabili». E, sul piano internazionale, si intravede un ritorno al multipolarismo che permetterà al Vaticano di esercitare meglio le sue mediazioni. Ma Biden costringerà il papato a rivedere alcuni suoi atteggiamenti.

 

Il presidente rappresenta un establishment che è l'antitesi del populismo di cui Trump e Bergoglio, seppure su posizioni agli antipodi, sono stati additati come figure speculari. In più, il rapporto con la Cina rimarrà un elemento di tensione con il Vaticano di Francesco. Pochi pensano che una Casa Bianca in mano ai democratici cambierà atteggiamento nei confronti di Pechino, considerata la capitale nemica della nuova Guerra Fredda.

 

PAPA FRANCESCO RICEVE MIKE POMPEO

L'accordo provvisorio e segreto appena rinnovato per due anni tra Santa Sede e Cina è visto come un cedimento rischioso al regime comunista: le parole pesanti contro il Vaticano pronunciate qualche settimana fa dal segretario di Stato uscente, Mike Pompeo, potranno essere dette in modo più educato dal successore, uomo o donna che sia; ma la sostanza rimarrà. Se è vero che Biden sta pensando a un'alleanza delle democrazie occidentali e asiatiche per contenere l'espansionismo cinese, sarà interessante vedere come il Vaticano riuscirà a rispondere a quella che assomiglierà molto alla richiesta di una scelta di campo tra libertà e autoritarismo.

 

cardinal raymond burke

 

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