L’AMERICA RIPONE IL BAZOOKA, L’EUROPA SI SPARA SUI PIEDI - L’ECONOMIA È RIPARTITA, E LA FEDERAL RESERVE METTE FINE A 6 ANNI DI “QUANTITATIVE EASING”. IN EUROPA, CAUSA GERMANIA, ANCORA DISCUTIAMO SE FARLO (ED È TROPPO TARDI)

Francesco Semprini per "La Stampa"

 

BERNANKE YELLEN OBAMABERNANKE YELLEN OBAMA

Sei anni di interventi sul mercato per un totale di almeno 3500 miliardi di dollari pompati nell’economia americana. Questi, in sintesi, i numeri della mobilitazione con la quale la Federal Reserve ha lavorato per risollevare le sorti dell’America messa in ginocchio dalla più grande crisi finanziaria della storia contemporanea.

 

Il «bazooka» dell’economia è ciò che, assieme ai tassi a zero, ha segnato l’era di Ben Bernanke alla guida della Fed. Ebbene da oggi questo, secondo quanto sostiene la maggioranza degli analisti, potrebbe essere consegnato alla storia. Il Federal Open Market Committee, il braccio esecutivo della Banca centrale Usa, al termine della due giorni di consultazioni, sembra pronto ad annunciare la fine dell’ultimo Quantitative easing, l’acquisto di titoli del Tesoro e bond legati ad attività immobiliari, che solo lo scorso dicembre ammontavano a 85 miliardi di dollari, e che in nove mesi sono stati scalati a 15 miliardi.

quantitative easing DOLLARO SIRINGA quantitative easing DOLLARO SIRINGA

 

È stato questo l’ultimo colpo di bazooka sparato dalla Fed, dopo altri due Qe e l’«Operation Twist», la compravendita di bond facendo leva sulle scadenze a breve e lungo. Un cammino di politica monetaria iniziato nel novembre 2008, quando lo tsunami del credito generato dagli speculatori di Wall Street si era divorato Lehman Brothers, aveva costretto al salvataggio poco ortodosso di Aig, mentre gli effetti devastanti della crisi dalla finanza si stavano trasferendo sull’economia reale.

 

A oltre un lustro di distanza, l’economia è tornata a crescere a ritmi sostenibili e il tasso di disoccupazione è sceso sotto la soglia del sei per cento. Tuttavia il bilancio non è univoco: Andrew Huszar, direttore del primo Qe, considerato il «pentito» della Fed proprio per aver espresso rammarico per quella scelta, sostiene infatti che i benefici effetti delle manovra non sono stati trasmessi all’economia reale, e in particolare a Pmi e famiglie, i soggetti che ancora faticano.

quantitative easing OBAMA FEDERAL RESERVE quantitative easing OBAMA FEDERAL RESERVE

 

In sostanza ad averne tratto vantaggio è stata soprattutto Wall Street, come conferma il fatto che dai minimi del «maledetto» marzo del 2009 ad oggi il Dow Jones ha messo a segno un «volo» del 150 per cento. C’è inoltre chi sostiene che gli acquisti della Fed abbiano creato i presupposti per nuove bolle, come ha dimostrato la volatilità tra mercati emergenti e maturi generata dal primo annuncio di «tapering», ovvero di riduzione di interventi.

 

Inoltre il mercato immobiliare, quello al centro della crisi, continua a riprendersi assai lentamente, e la Corporate America, bilanci alla mano, ancora non sembra totalmente guarita. Certo è che l’addio agli acquisti sembra una presa di distanza degli Stati Uniti dalla crisi, e a dar ragione a questa tesi è il fatto che interventi sul mercato siano stati invocati a più riprese nell’Eurozona. Quel che è certo è che se la Fed si appresta a voltare pagina, imboccando la «exit strategy» dalle misure non convenzionali, l’attenzione è ora tutta sui tassi di interesse, ai minimi storici della forbice 0-0,25% dal 16 dicembre 2008.

DRAGHI MERKELDRAGHI MERKEL

 

Un aumento appare scontato nel 2015 ma non è chiaro quando. L’attuale presidente della Fed, Janet Yellen, rassicura che i tassi rimarranno bassi per un periodo «considerevole» di tempo, fattore questo che evita scossoni sui mercati. Ma per la «colomba» Yellen inizia la vera prima grande sfida, visto che da oggi gli stessi mercati saranno più che mai «iper-sensibili» a ogni minimo mutamento del suo linguaggio.

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni elly schlein

DAGOREPORT - COME DESTABILIZZARE IL NEMICO PIÙ INTIMO? SEGUITE IL METODO MELONI: AD OGNI INTRALCIO CHE SI INVENTA QUEL GUASTAFESTE DI SALVINI, LA MINACCIA DELLA DUCETTA È SEMPRE LA STESSA: ANDIAMO AL VOTO ANTICIPATO E VEDIAMO QUANTO VALE NELLE URNE ‘STO CARROCCIO - QUESTO RITORNELLO MELONIANO DI ANTICIPARE DI UN ANNO LE POLITICHE 2027, PERCHÉ NON LO FA SUO ANCHE ELLY SCHLEIN? ANZICHÉ STAR LÌ A PIAGNUCOLARE DI “SALARIO MINIMO”, DI “POLITICA INDUSTRIALE CHE NON C’È” E DI “CETO MEDIO IMPOVERITO”, SE L’ITALIA VA A PUTTANE, METTA L'ARMATA BRANCA-MELONI IN DIFFICOLTÀ: SI TOLGA L’ESKIMO DA GRUPPETTARA E LANCI LEI A GRAN VOCE UNA BELLA CAMPAGNA FATTA DI SLOGAN E FRASI AD EFFETTO PER CHIEDERE LO SFRATTO DEL GOVERNO, LANCEREBBE COSI' UN GUANTO DI SFIDA ALL’ARROGANZA DELLA DUCETTA, METTENDOLA IN DIFFICOLTÀ E NELLO STESSO TEMPO RIUSCIREBBE A TRASMETTERE AL POPOLO DISUNITO DELL’OPPOSIZIONE UN SENTIMENTO FORTE, AFFINCHE' IL SOGNO DI MANDARE A CASA GIORGIA MELONI POSSA DIVENTARE REALTÀ - SE OGGI, LA STORIA DEI NUOVI MOSTRI POLITICI SI FONDA SULL’IMMAGINARIO, COSA ASPETTA ELLY SCHLEIN A CAMBIARE MUSICA?

orazio schillaci marcello gemmato paolo bellavite ed eugenio serravalle

DAGOREPORT – I DUE NO-VAX NOMINATI NEL COMITATO TECNICO SUI VACCINI SPACCANO FRATELLI D'ITALIA: MONTA IL PRESSING PER FAR DIMETTERE EUGENIO SERRAVALLE E PAOLO BELLAVITE DALL’ORGANISMO – IN MOLTI RITENGONO CHE IL RESPONSABILE POLITICO DELL’IMPROVVIDA DECISIONE SIA MARCELLO GEMMATO, FARMACISTA E POTENTE SOTTOSEGRETARIO ALLA SALUTE MELONIANO – IL MINISTRO ORAZIO SCHILLACI È FRUSTRATO DAI CONTINUI BLITZ POLITICI CHE LO PONGONO DI FRONTE A DECISIONI GIÀ PRESE: NON CONTA NULLA E TUTTI PRENDONO DECISIONI SULLA SUA TESTA. ORA SAREBBE INTENZIONATO A REVOCARE L’INTERO GRUPPO DI LAVORO SE I NO-VAX NON SLOGGIANO. ENTRO 48 ORE…

trump zelensky putin donald volodymyr vladimir

DAGOREPORT – ARMATI DI RIGHELLO, GLI SHERPA DI PUTIN E TRUMP SONO AL LAVORO PER TROVARE L’ACCORDO SULLA SPARTIZIONE DELL’UCRAINA: IL 15 AGOSTO IN ALASKA L’OBIETTIVO DEL TEPPISTA DELLA CASA BIANCA È CONVINCERE PUTIN AD “ACCONTENTARSI”, OLTRE DELLA CRIMEA, DEL DONBASS, RITIRANDOSI PERO' DALLE REGIONI UCRAINE OCCUPATE DALL'ESERCITO RUSSO: KHERSON E ZAPORIZHZHIA (CON LA SUA CENTRALE NUCLEARE) - TRUMP POTREBBE AGGIUNGERE LO STOP ALLE SANZIONI E CHISSÀ CHE ALTRO – PRIMA DI UN INCONTRO PUTIN- ZELENSKY, TRUMP PORTERA' I TERMINI DELLA PACE ALL'ATTENZIONE DEGLI ALLEATI EUROPEI DI KIEV - PER GARANTIRE L'EX COMICO CHE MOSCA NON SGARRERA', MACRON, MERZ E COMPAGNI PROPORRANNO L'INGRESSO DELL'UCRAINA NELL'UNIONE EUROPEA (CHE FA SEMPRE PARTE DELLA NATO) - PER L’ADESIONE UE SERVE L’OK DEI FILO-PUTINIANI ORBAN E FICO (CI PENSERÀ LO ZAR A CONVINCERLI) - UNA VOLTA FIRMATA, DOPO 6 MESI DEVONO ESSERE APERTE LE URNE IN UCRAINA - LA GAFFE: "VENERDI' VEDRO' PUTIN IN RUSSIA...": TRUMP SULLA VIA SENILE DI BIDEN? OPPURE....

antonio decaro michele emiliano roberto fico giuseppe conte elly schlein vincenzo de luca

DAGOREPORT - SCHLEIN E CONTE FANNO CAMPOLARGO (MA SOLO PER LE REGIONALI, PER ORA): DOPO GIANI IN TOSCANA E RICCI NELLE MARCHE, E' FATTA ANCHE PER I 5STELLE ROBERTO FICO IN CAMPANIA E PASQUALE TRIDICO IN CALABRIA (DOVE NON CI SONO CHANCE DI VITTORIA) - L'ULTIMO OSTACOLO RESTA VINCENZO DE LUCA, CHE CHIEDE DI NOMINARE IL FIGLIO, PIERO, SEGRETARIO DEL PD REGIONALE. MA ELLY NON VUOLE FARE LA FIGURA DA PERACOTTARA: FU LEI A COMMISSARIARE IL PARTITO, COME ATTO OSTILE NEI CONFRONTI DEL "CACICCO" DE LUCA, E A FAR FUORI SUO FIGLIO DA VICECAPOGRUPPO ALLA CAMERA - IN PUGLIA, QUEL CROSTONE DI EMILIANO È INDIGESTO A ANTONIO DECARO PER LA VECCHIA STORIELLA DELL'INCONTRO CON LA SORELLA DEL BOSS CAPRIATI, "PADRINO" DI BARI VECCHIA, RACCONTATA DAL GOVERNATORE URBI ET ORBI - VIDEO!

matteo salvini luca zaia alberto stefani luca de carlo

DAGOREPORT - VIA COL VENETO: LISTA ZAIA? E GIORGIA MELONI S'INCAZZA! - SE IMPORRA' IL SUO CANDIDATO, IL FRATELLONE D'ITALIA LUCA DE CARLO, SI RITROVERÀ UN LISTONE "DOGE" CHE PORTEREBBE VIA UN FIUME DI VOTI (E AVREBBE LA MAGGIORANZA DEI SEGGI, COMMISSARIANDO DI FATTO IL GOVERNATORE MELONIANO) - MATTEO SALVINI SPINGE FORTE SUL GIOVANE ALBERTO STEFANI, MA LA DUCETTA NON MOLLA L'OSSO DI CONQUISTARE LA RICCA REGIONE VENETA - IN BARBA AL SUO GROSSO BOTTINO DI CONSENSI, LA FIAMMA NON HA IN TASCA ALCUNA REGIONE DEL NORD (IN LOMBARDIA NON TOCCA PALLA: E' ROBA DI LA RUSSA...)