conte di maio salvini

TUTTI POLTRONARI - IL GOVERNO SI DIVIDE SU TUTTO SALVO CHE SULLE NOMINE: HA AMPLIATO MODI E TECNICHE PER “INVADERE” LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE - SABINO CASSESE: “NEI CASI FINCANTIERI, BANCA D'ITALIA-IVASS E ANPAL IL METODO E’ STATO DI COMPLETA OPACITÀ: CHI DICHIARA DI VOLER MAGGIORE DEMOCRAZIA, SI RIVELA DEMOCRATICO A METÀ. I GOVERNI CON PIÙ FAME DI POSTI, NEL PASSATO, NON ERANO MAI GIUNTI A TANTO…”

Sabino Cassese per “l’Economia - Corriere della Sera”

 

sabino cassese

Il governo Conte è diviso su tutto, salvo che sulle nomine. Vacilla sulla Tav, sull'autonomia regionale differenziata, sulla legittima difesa, ma è ferreamente unito sul sottogoverno. La «passion des places», come la chiamano i francesi, la lottizzazione - come la definiamo noi - non è di oggi, ma il governo in carica ha grandemente arricchito aree, modi, tecniche con le quali la politica invade l'amministrazione e le imprese in mano pubblica. La tipologia di questa esondazione attende ancora la mano di uno studioso che ne faccia una tassonomia, ma tenterò qui di tracciarne sommariamente il profilo.

BANCA ITALIA

 

Innanzitutto, il governo nomina vertici dei ministeri, degli enti pubblici, delle agenzie e delle società a partecipazione statale diretta, ma allunga le mani anche su quelle a partecipazione indiretta, dove non avrebbe potere di nominare gli amministratori, perché tale potere spetta agli amministratori delle partecipate di primo livello. Come vedremo, anche questa non è una novità, ma l'attuale governo usa questo potere indiretto in modi nuovi e singolari.

 

Poi, il potere di nomina è esercitato con tecniche diverse: nominando, ma anche rinviando la nomina, in modo da tenere in stato di sospensione, per ottenere un effetto di conformità; nominando dipendenti di terzo o quarto livello dell'ente, in modo da scardinare quel poco che resta della gerarchia e far nascere altre aspirazioni a conquistare il bastone di maresciallo; promuovendo giri di valzer, come fatto di recente al ministero dello Sviluppo economico, facendo ruotare i vertici.

 

DANILO TONINELLI LUIGI DI MAIO GIUSEPPE CONTE MATTEO SALVINI

Significativi tre casi, quello Fincantieri, quello Banca d' Italia-Ivass e quello Anpal. Il 5 marzo il ministro dell' Interno dichiarava: «Per me sono confermati Bono e Massolo».

Quest' affermazione contiene un duplice eccesso di potere, perché le partecipate non rientrano nell' ambito della competenza del ministro dell' Interno e perché la nomina non spettava al governo, ma a Fintecna, che è l' azionista di Fincantieri ed è a sua volta controllata dalla Cassa depositi e prestiti.

 

Per Banca d' Italia, il governo prima ha nominato uno dei membri in scadenza del direttorio, seguendo le indicazioni del Consiglio superiore, poi ha dichiarato che auspicava «discontinuità» e non ha nominato un altro membro del direttorio. Sono seguite dichiarazioni ondeggianti, di «fiducia», ma anche di necessità di «qualche approfondimento». Stessa vicenda quella dell' Ivass, l' Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni, dove un membro è stato nominato, un altro no.

giuseppe bono giampiero massolo

 

Per l' Anpal, l' Agenzia nazionale politiche attive lavoro, si è proceduto in modo ancor più rapido: l' articolo 1718 della legge di bilancio ha dichiarato la decadenza dell' amministratore, creando un vuoto rapidamente riempito dalla nomina di altra persona di fiducia.

 

Queste tre vicende mostrano i metodi seguiti. Innanzitutto, completa opacità: non sono note le ragioni delle scelte e quelle delle non scelte. Chi dichiara di voler maggiore democrazia, si rivela democratico a metà. Poi, ricorso alla legge per mettere alla porta in modo arbitrario amministratori non graditi (in altri casi, invece, come all' Anas e alle Fs, riservatamente invitati a dare le dimissioni). I governi con più fame di posti, nel passato, non erano mai giunti a tanto.

salvatore rossi, ignazio visco, valeria sannucci; vincenzo la via, federico signorini, fabio panetta

 

Non ho elencato tutti gli organismi nei quali si è fatto, in modi diversi, un abuso del potere di governo (l' elenco sarebbe lungo, dovendo comprendere anche Enac, Snam, Italgas, Inps, per non parlare di agenzie e ministeri), ma questi interventi massicci sul sottogoverno tradiscono uno dei cardini dello Stato moderno, che nasce quando si abbandona il «political patronage» e viene introdotto il criterio del merito nella scelta di ogni categoria di funzionario pubblico. Questo perché si vuole che gli apparati pubblici siano al servizio della collettività, non del governo del momento.

 

Così imparzialità e competenza hanno sostituito il vecchio concetto per il quale chi amministra deve godere della fiducia di chi governa. Questo è un percorso difficile e accidentato, come dimostra anche lo scivolone della Corte costituzionale, che ha proprio di recente (sentenza 23 del 2019) dichiarato il «carattere fiduciario» della funzione di segretario comunale.

Ultimi Dagoreport

sangiuliano gasdia venezi giuli

SULLA SPOLITICA CULTURALE DELLA “DESTRA MALDESTRA” – ALBERTO MATTIOLI: “CI RENDEMMO SUBITO CONTO CHE DA SANGIULIANO C’ERA NULLA DA ASPETTARSI, A PARTE QUALCHE RISATA: E COSÌ È STATO. GIULI AVEVA COMINCIATO BENE, MOSTRANDO UNA CERTA APERTURA E RIVENDICANDO UN PO’ DI AUTONOMIA, MA MI SEMBRA SIA STATO RAPIDAMENTE RICHIAMATO ALL’ORDINE - CHE LA DESTRA ABBIA PIÙ POLTRONE DA DISTRIBUIRE CHE SEDERI PRESENTABILI DA METTERCI SOPRA, È PERÒ UN FATTO, E PER LA VERITÀ NON LIMITATO AL MONDO CULTURALE - IL PROBLEMA NON È TANTO DI DESTRA O SINISTRA, MA DI COMPETENZA. CHE BEATRICE VENEZI NON ABBIA IL CURRICULUM PER POTER FARE IL DIRETTORE MUSICALE DELLA FENICE È PALESE A CHIUNQUE SIA ENTRATO IN QUALSIASI TEATRO D’OPERA - (PERCHE' SULL’ARENA DI VERONA SOVRINTENDE - BENISSIMO - CECILIA GASDIA, DONNA E DI DESTRA, SENZA CHE NESSUNO FACCIA UN PLISSÉ?)’’

alessandro giuli pietrangelo buttafuoco arianna giorgia meloni beatrice venezi nicola colabianchi nazzareno carusi tiziana rocca giulio base

''L’ESSERE STATI A CASA MELONI O DI LA RUSSA NON PUÒ ESSERE L’UNICO O IL PRIMO REQUISITO RICHIESTO PER LE NOMINE CULTURALI’’ - LETTERA A DAGOSPIA DI PIERLUIGI PANZA: “SONO TRA LE ANIME BELLE CHE QUANDO GIORGIA MELONI HA VINTO LE ELEZIONI HA SPERATO CHE, AL POSTO DEL PLURIDECENNALE AMICHETTISMO ROMANO DI SINISTRA SI AVVIASSE UN METODO, DICIAMO SUPER-PARTES, APERTO (MAGARI ANCHE SOLO PER MANCANZA DI CANDIDATI) E TESO A DELINEARE UNA CULTURA LIBERALE LEGATA AL PRIVATO O ALLE CONFINDUSTRIE DEL NORD… POVERO ILLUSO. IL SISTEMA È RIMASTO LO STESSO, APPLICATO CON FEROCE VERIFICA DELL’APPARTENENZA DEL CANDIDATO ALLA DESTRA, MEGLIO SE ROMANA DI COLLE OPPIO, PER GENEALOGIA O PER ADESIONE, MEGLIO SE CON UNA PRESENZA AD ATREJU E CON UN LIBRO DI TOLKIEN SUL COMODINO - LE NOMINE DI GIULI, BUTTAFUOCO, CRESPI, VENEZI, COLABIANCHI, BASE & ROCCA, IL PIANISTA NAZARENO CARUSI E VIA UNA INFINITÀ DI NOMI NEI CDA, NELLE COMMISSIONI (IN QUELLA PER SCEGLIERE I 14 NUOVI DIRETTORI DEI MUSEI C’È SIMONETTA BARTOLINI, NOTA PER AVER SCRITTO "NEL BOSCO DI TOLKIEN, LA FIABA L’EPICA E LA LINGUA") 

salvini calenda meloni vannacci

DAGOREPORT – LA ''SUGGESTIONE'' DI GIORGIA MELONI SI CHIAMA “SALVIN-EXIT”, ORMAI DIVENTATO IL SUO NEMICO PIU' INTIMO A TEMPO PIENO - IN VISTA DELLE POLITICHE DEL 2027, SOGNA DI LIBERARSI DI CIO' CHE E' RIMASTO DI UNA LEGA ANTI-EU E VANNACCIZZATA PER IMBARCARE AL SUO POSTO AZIONE DI CARLO CALENDA, ORMAI STABILE E FEDELE “FIANCHEGGIATORE” DI PALAZZO CHIGI - IL CAMBIO DI PARTNER PERMETTEREBBE DI ''DEMOCRISTIANIZZARE" FINALMENTE IL GOVERNO MELONI A BRUXELLES, ENTRARE NEL PPE E NELLA STANZA DEI BOTTONI DEL POTERE EUROPEO (POSTI E FINANZIAMENTI) - PRIMA DI BUTTARE FUORI SALVINI, I VOTI DELLE REGIONALI IN VENETO SARANNO DIRIMENTI PER MISURARE IL REALE CONSENSO DELLA LEGA - SE SALVINI DIVENTASSE IRRILEVANTE, ENTRA CALENDA E VIA A ELEZIONI ANTICIPATE NEL 2026, PRENDENDO IN CONTROPIEDE, UN'OPPOSIZIONE CHE SARA' ANCORA A FARSI LA GUERRA SUL CAMPOLARGO - LA NUOVA COALIZIONE DI GOVERNO IN MODALITÀ DEMOCRISTIANA DI MELONI SI PORTEREBBE A CASA UN BOTTINO PIENO (NUOVO CAPO DELLO STATO COMPRESO)....

donald trump vladimir putin xi jinping

DAGOREPORT - PERCHÉ TRUMP VUOLE ESSERE IL "PACIFICATORE GLOBALE" E CHIUDERE GUERRE IN GIRO PER IL MONDO? NON PER SPIRITO CARITATEVOLE, MA PER GUADAGNARE CONSENSI E VOTI IN VISTA DELLE ELEZIONI DI MIDTERM DEL 2026: IL PRESIDENTE USA NON PUÒ PERMETTERSI DI PERDERE IL CONTROLLO DEL CONGRESSO - SISTEMATA GAZA E PRESO ATTO DELLA INDISPONIBILITÀ DI PUTIN AL COMPROMESSO IN UCRAINA, HA DECISO DI AGGIRARE "MAD VLAD" E CHIEDERE AIUTO A XI JINPING: L'OBIETTIVO È CONVINCERE PECHINO A FARE PRESSIONE SU MOSCA PER DEPORRE LE ARMI. CI RIUSCIRÀ? È DIFFICILE: LA CINA PERDEREBBE UNO DEI SUOI POCHI ALLEATI....