vincenzo boccia luigi di maio

L’APPELLO DI BOCCIA O BOCCIA SENZA APPELLO? “DOVE TROVANO LE RISORSE PER LE LORO PROMESSE DI MAIO E SALVINI?” - IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA FA LA LISTA DELLA SPESA: “NON BISOGNA TOCCARE TAP, ILVA, TAV E LEGGE FORNERO. L’EUROPA È IMPRESCINDIBILE” - IN PRIMA FILA GENTILONI E PADOAN, MANCANO I BIG DEL NUOVO GOVERNO. C’ERA IL LEGHISTA BORGHI EI SENATORI 5 STELLE DANIELE PESCO E MARIO TURCO

 

1. MONITO CONFINDUSTRIA SUL CONTRATTO, MA NUOVO GOVERNO NON C'È

 (ANSA) - Un monito a non indebolire l'economia e a fare chiarezza sulle risorse necessarie a realizzare le promesse elettorali, entrate nel contratto per il governo M5S-Lega. A lanciarlo è il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia davanti a una platea che vede però in prima fila buona parte del governo uscente, a partire dal premier Paolo Gentiloni e dal ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan.

 

Assenti i leader e le prime file di M5s e Lega, le due forze politiche che stanno lavorando all'intesa per il nuovo governo giallo-verde: sono di fatto il vero convitato di pietra, visto che gran parte dell'intervento è rivolto proprio all'esecutivo che sarà. Luigi Di Maio era stato invitato alla principale kermesse degli industriali ma non aveva mai confermato la partecipazione, mentre dallo staff di Matteo Salvini, pur dato tra i possibili presenti, hanno fatto sapere che l'appuntamento in realtà non era mai stato in agenda.

 

VINCENZO BOCCIA CONFINDUSTRIA

Tra i pochi nomi di spicco sul fronte leghista il consigliere economico Claudio Borghi mentre erano in sala i senatori 5 Stelle Daniele Pesco e Mario Turco (tra l'altro relatore del decreto Alitalia in commissione Speciale di Palazzo Madama) che hanno sottolineato di partecipare però "a titolo personale", insomma non in ufficiale rappresentanza del Movimento. Nutrita, invece, la pattuglia delle opposizioni al governo gialloverde: il Pd schiera il segretario Maurizio Martina, il capogruppo alla Camera Graziano Delrio e Lorenzo Guerini mentre per Forza Italia c'erano tra gli altri la capogruppo alla Camera Mariastella Gelmini e il portavoce dei gruppi Giorgio Mulè. In rappresentanza istituzionale il presidente del Senato Maria Elisabetta Casellati e i vicepresidenti della Camera Mara Carfagna e Ettore Rosato, mentre il presidente Roberto Fico è a Palermo per un impegno ufficiale.

 

 

 

2. CONTE, DI MAIO E SALVINI NON TOCCHINO TAP, ILVA, TAV E LEGGE FORNERO. L’APPELLO DI BOCCIA (CONFINDUSTRIA)

Michelangelo Colombo per www.startmag.it

 

L’Italia rischia di perdere “irrimediabilmente” la sua centralità “rimettendo in discussione scelte strategiche per il nostro futuro. A partire dal terzo Valico, dalla Tav e la Tap. Condannando così il nostro Paese, i suoi cittadini e le sue imprese, a una posizione di marginalità e isolamento e a un enorme perdita di credibilità”.

 

VINCENZO BOCCIA CONFINDUSTRIA

E’ uno degli allarmi frammisti ad auspici lanciati oggi dal presidente Vincenzo Boccia nella sua relazione all’assemblea annuale di Confindustria. Messaggi inviati indirettamente ai due partiti – Movimento 5 Stelle di Luigi Di Maio e Lega di Matteo Salvini – che si apprestano a dare vista a un governo.

 

Ecco in sintesi alcuni dei passi salienti della relazione tenuta da Boccia.

 

LE INFRASTRUTTURE STRATEGICHE

Dall’Ilva alla Tav, su industria e infrastrutture “occorre superare il blocco ideologico”, dice il leader degli industriali, Vincenzo Boccia. Chiede di non fare passi indietro sulle infrastrutture “a partire dal terzo valico, dalla Tav e dal Tap”. Sulla Torino-Lione “l’Italia si e’ battuta con vigore”. Si rischia “isolamento”, “una enorme perdita di credibilita’”: sono infrastrutture che “portano lavoro, democrazia, commercio, crescita”

 

TRUMP, L’ACCIAIO E L’ILVA

Sull’Ilva, e più in generale sul ruolo dell’industria, Boccia ha fatto un parallelo di fatto fra quanto si rischia in Italia e quanto avviene al contrario negli Stati Uniti: “In America il declino della manifattura ha creato grandi squilibri sociali, e ha lasciato molti territori indietro. Ma oggi si lavora per riportare le fabbriche nel Paese, creare posti di lavoro tagliando le tasse alle imprese, attrarre investimenti esteri, mettere dazi a chi importa e incentivare chi produce all’interno dei confini nazionali. Si parla di produrre più acciaio, mentre da noi si vuole chiudere l’Ilva, la più grande acciaieria d’Europa”, ha detto  Boccia.”Possiamo non condividere il loro protezionismo – ha aggiunto il presidente di Confindustria – ma l’obiettivo è chiaro: costruire un’economia forte per una politica forte, anche attraverso un riequilibro della bilancia commerciale”.

 

salvini di maio berlusconi

I TIMORI SUI CONTI PUBBLICI

C’è anche un altro timore che attanaglia la confederazione degli industriali: lo stato e le prospettive della finanza pubblica. Perché? Perché “non è affatto chiaro dove si recuperano le risorse per realizzare i tanti obiettivi e promesse elettorali”, ha detto il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia.

 

LE PREOCCUPAZIONE SULLA DECRESCITA

C’è una preoccupazione anche culturale in Confindustria: “Possiamo progredire lungo la strada della crescita o possiamo fare passi indietro e tornare ad una Italia povera e agricola che i nostri nonni e i nostri genitori hanno saputo trasformare, dalle macerie del dopoguerra, nell’Italia che tutti ci invidiano, patria del bello e del ben fatto”.

 

DOSSIER EUROPA

Altra stilettata indiretta a Movimento 5 Stelle e Lega: “L’Europa è imprescindibile. Possiamo criticarla per quello che non fa, per la lentezza delle sue decisioni, per il bizantinismo con il quale a volte legifera. Per gli uomini e le donne che sono al vertice che dobbiamo spingere a fare di più è meglio. Ma non mettiamo in discussione il principio che solo insieme potremmo continuare a generare benessere coesione sociale”. Così il presidente Vincenzo Boccia nella sua relazione all’assemblea annuale di Confindustria. “E, soprattutto, non ci lamentiamo con l’Europa – aggiunge – se non siamo presenti e non vigiliamo su i nostri interessi”, ha aggiunto.

SALVINI DI MAIO

 

CAPITOLO DEBITO

Anche nella parte del discorso di Boccia sul debito pubblico italiano si rintracciano accenni indiretti di fatto rivolti a Lega e Movimento 5 Stelle viste le bozze, poi modificate, del Contratto per il governo di cambiamento, in cui figuravano ipotesi controverse su modi per ridurre il debito pubblico: “Occorre una politica che rassicuri sulla graduale riduzione del debito pubblico creando le precondizioni per la crescita e la creazione di lavoro, vera missione Paese. Questo significa – ha detto Boccia – uscire dalla doppia incertezza: europea e internazionale da una parte, italiana dall’altra”.

 

GLI AUSPICI SU PENSIONI E LAVORO

SALVINI DI MAIO

Infine, un accenno anche alle pensioni: “Meno enfasi sulle pensioni e piu’ sul lavoro, che acquista una centralità assoluta”, ha auspicato il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, nella relazione all’assemblea annuale, sottolineando che “occorre ricucire lo strappo intergenerazionale, spostando l’attenzione oggi troppo rivolta alle pensioni”. Che, aggiunge, “sono importanti, un diritto acquisito e sacrosanto. Ma non possiamo scaricarne l’onere sui giovani, già gravati”.

Ultimi Dagoreport

gender club degrado roma pina bausch matteo garrone

25 ANNI FA SPUNTÒ A ROMA UN CLUB IN MODALITÀ DARK-ROOM: AL "DEGRADO", IMMERSO NEL BUIO, SI FACEVA SESSO SENZA IL SENSO DEL PECCATO, IN MEZZO A TUTTI. UNO ‘’SBORRIFICIO” CHE NON HA AVUTO EGUALI E CHE DEMOLÌ I MURI DIVISORI TRA ETERO-BI-GAY-LESBO-TRANS-VATTELAPESCA - PER 9 ANNI, “CARNE ALLEGRA” PER TUTTI. OGNUNO VENIVA E SI FACEVA I CAZZI SUOI, E QUELLI DEGLI ALTRI. IL "DEGRADO'' POTEVA ESSERE RIASSUNTO IN UNA DOMANDA: CHI È NORMALE? - DAGO-INTERVISTA ALL’ARTEFICE DEL BORDELLO: “SCORTATA DA MATTEO GARRONE, UNA NOTTE È APPARSA PINA BAUSCH IMPEGNATA AL TEATRO ARGENTINA. SI ACCENDONO LE LUCI E UNA TRAVESTITA URLO': “AO' SPEGNETELE! IO STAVO A FA’ UN BOCCHINO. NUN ME NE FREGA ‘N CAZZO DE 'STA PINA!”

giorgia meloni alberto stefani luca zaia matteo salvini sondaggio

DAGOREPORT – VENETO DI PASSIONI PER IL CENTRODESTRA: LA VITTORIA DI ALBERTO STEFANI È SCONTATA, MA A CONTARE DAVVERO SARANNO I NUMERI! SECONDO IL SONDAGGIO DI PAGNONCELLI, IL GIOVANE LEGHISTA CON CIUFFO GIAMBRUNESCO È AL 62,8%, CONTRO UN MISERO 26,9% DEL CANDIDATO DI SINISTRA, GIOVANNI MANILDO. UN OTTIMO RISULTATO, MA SOLO SE NON SI RICORDA COSA AVVENNE CINQUE ANNI FA: ZAIA VINSE CON IL 76,79% DEI VOTI, E BASTÒ LA SUA LISTA, INSIEME A QUELLA DELLA LEGA, PER OTTENERE IL 61,5%. OGGI CI VUOLE TUTTO IL CENTRODESTRA UNITO PER RAGGIUNGERE LA STESSA CIFRA – LO SPETTRO DEL SORPASSO DI FDI SUL CARROCCIO: SE LE TRUPPE MELONIANE OTTENESSERO PIÙ VOTI, CHE FINE FAREBBE LA GIÀ FRAGILE LEADERSHIP DI SALVINI?

giorgia meloni matteo salvini antonio tajani giancarlo giorgetti

DAGOREPORT - COME MAI LADY GIORGIA INFLIGGE ALLA “NAZIONE”, IN VISTA DEL 2026, UNA FINANZIARIA COSÌ MICRAGNOSA, CORRENDO IL RISCHIO DI PERDERE CONSENSI? - UNA MISERIA DI 18 MILIARDI CHE, AL DI LÀ DELL’OPPOSIZIONE, STA FACENDO SPUNTARE LE CORNA DEL TORO AGLI ALLEATI SALVINI E TAJANI, MENTRE RUMOREGGIANO I VAFFA DI CONFINDUSTRIA E DEI MINISTRI COSTRETTI AD USARE L’ACCETTA AL BILANCIO DEI LORO DICASTERI (TAGLIO DI 89 MILIONI ALLA DISASTRATA SANITÀ!) – LA DUCETTA HA UN OTTIMO MOTIVO PER LA MANOVRA MIGNON: FINENDO SOTTO IL 3% DEL PIL, IL GOVERNO ALLA FIAMMA USCIRÀ CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER CONFEZIONARE NEL 2026 UNA FINANZIARIA RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON I TEMPI DELLE POLITICHE DEL 2027 - E GLI ITALIANI NELLA CABINA ELETTORALE POTRANNO COSÌ RICOMPENSARE LA BONTÀ DELLA REGINA GIORGIA…

shooting calendario pirelli 2026

A PRAGA SI SVAGA! – UNA PARATA DI STELLE STA PER INVADERE LA CITTÀ DI FRANZ KAFKA: PER LA PRESENTAZIONE DEL CALENDARIO PIRELLI 2026 VENERDÌ 14, ALLA MUNICIPAL HOUSE, SONO ATTESI 500 ILLUSTRI OSPITI ACCOLTI DA MARCO TRONCHETTI PROVERA CHE AVRÀ AL SUO FIANCO TANTO BEL MONDO: DA TILDA SWINTON A GWENDOLINE CHRISTIE, GUERRIERA NEL ‘’TRONO DI SPADE’’, DALLE MODELLE IRINA SHAYK ED EVA HERZIGOVA, DALLA STILISTA SUSIE CAVE ALLA TENNISTA VENUS WILLIAMS, DA LUISA RANIERI A FAVINO – NON MANCHERÀ CHIARA FERRAGNI ALLACCIATA ALL’EREDE GIOVANNI TRONCHETTI PROVERA…

sigfrido ranucci giovambattista fazzolari

DAGOREPORT - UCCI UCCI, TUTTO SUL CASO RANUCCI: DAI PRESUNTI CONTATTI DI SIGFRIDO CON I SERVIZI SEGRETI PER L'INCHIESTA DI "REPORT" SUL PADRE DI GIORGIA MELONI AL PEDINAMENTO DI SIGFRIDO, CHE COINVOLGEREBBE FAZZOLARI, IL BRACCIO DESTRO (E TESO) DI LADY GIORGIA – RANUCCI, OSPITE IERI SERA DI BIANCA BERLINGUER, HA PRECISATO, MA CON SCARSA CHIAREZZA, COSA E' ACCADUTO NELLE DUE VICENDE: “NON SONO STATO SPIATO DA FAZZOLARI. SO CHE È STATO ATTIVATO UN MECCANISMO PER CAPIRE CHI FOSSE IL NOSTRO INFORMATORE. SI TEMEVA FOSSE QUALCUNO DEI SERVIZI, MA NON È ACCADUTO” - SULL'ALTRA VICENDA DEL PEDINAMENTO: "NON SO SE SONO STATO SEGUITO MATERIALMENTE" – RIGUARDO L'ATTENTATO: "NON HO MAI PENSATO CHE DIETRO CI FOSSE UNA MANO POLITICA" - DAGOSPIA CERCA DI FAR LUCE SUI FATTI E I FATTACCI... - VIDEO

giorgia meloni marina berlusconi antonio tajani

DAGOREPORT – IL DESIDERIO DI FARSI INCORONARE REGINA D'ITALIA, PER IL MOMENTO, LA MELONA LO DEVE RIPORRE NEL CASSETTO DEI SOGNI - L’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, BOCCIATA DA TUTTI I PARTITI CHE NON INTENDONO FINIRE CANNIBALIZZATI DALLA MELONI, STA MANDANDO IN PEZZI FORZA ITALIA - TAJANI FA IL POSSIBILISTA E GLI AZZURRI ESPLODONO. LASCIAMO POI PERDERE LA FAMIGLIA DI ARCORE CHE VEDREBBE SPARIRE IL NOME BERLUSCONI DAL SIMBOLO DEL PARTITO - A MILANO SI VOCIFERA DI UN TERRIBILE SCAZZO AL CALOR BIANCO TRA UN TAJANI IN MODALITA' RIBELLE E CRISTINA ROSSELLO, VICINISSIMA A MARINA - L'IDEONA DI FARSI INCORONARE "SUA MAESTA' GIORGIA I" FA STORCERE IL NASO ANCHE AI VARI POTENTATI SOTTERRANEI DEI FRATELLINI D’ITALIA (LOLLOBRIGIDA-LA RUSSA-RAMPELLI)...