L’ARTIGLIO DELLA PALOMBA - IL GOVERNO È RIUSCITO NELL’IMPRESA QUASI IMPOSSIBILE DI PARALIZZARE GLI ITALIANI - SONO ANNI CHE, DA IDA MAGLI A “LIMES” DI CARACCIOLO, POCHI MA BUONI ESPERTI ANNUNCIANO IL TRACOLLO DELL’EURO - SENZA CRESCITA, SENZA MISURE PER L’OCCUPAZIONE GIOVANILE, RIMARREMO SOLO IMPAURITI E SCETTICI. CHE È MOLTO PEGGIO DI UN CRACK FINANZIARIO…

Barbara Palombelli per "Il Foglio"

Ho vinto una scommessa che non avrei voluto vincere. Avevo previsto che lo spread sarebbe salito sopra 500 entro luglio. Il mio sfidante è un viceministro, Michel Martone. Si è già detto pronto a offrirmi la colazione in palio. L'arbitro è uno dei più importanti editorialisti italiani, Michele Ainis. Il patto è avvenuto al Quirinale, nei giardini, il giorno della festa della Repubblica (scrivevo e scrissi del mio pessimismo su questa colonna).

Non sono un'economista, né un'esperta. Ma ogni giorno, a RadioDue, senza pregiudizi e in piena libertà grazie al direttore Flavio Mucciante, ho intervistato e ascoltato con attenzione le analisi più accreditate. Come si fa a non prevedere che un paese immobile e spaventato, ossessionato da controlli sacrosanti quanto intempestivi e spesso vessatori, si fermi in attesa di ordini? Ecco, quegli ordini non sono mai arrivati, da novembre a oggi. Il cavallo è senza cavaliere, non solo in senso politico.

Dove dobbiamo andare? Che dobbiamo fare? Chiaro che, in un contesto simile, siano pochissimi gli eroi della nuova resistenza, quelli che continuano a investire, spendere e crederci. I più vendono, vanno all'estero, prendono tempo. C'è perfino chi - potendo - ha iscritto i figli in scuole fuori Italia solo per l'anno scolastico 2012-2013. Poi, si vedrà. Se dal parrucchiere si confida nei Maya, unico partito politico affidabile in quanto a previsioni, al supermercato si osservano da vicino i carrelli vuoti.

La parola crisi è la più diffusa al mare e in città. Chi può fugge, chi resta si organizza: la filiale del mio quartiere della Deutsche Bank è presa d'assedio: tanti i conti correnti spostati da altri istituti, tantissime le telefonate di chi vuole aprire un conto proprio in Germania (dove non è facilissimo, come in Svizzera e in Austria, altra meta valutaria molto amata dagli italiani). In fondo, bastava leggere il numero 6 di Limes dell'anno scorso - onore a Lucio Caracciolo, uno che non si fa certo condizionare dall'economicamente corretto - per trovare gli scenari che oggi vengono definiti come imprevedibili.

Due ragazzi molto brillanti, Andrea Garnero e Luca Marcolin avevano titolato il loro saggio sulla rivista: "Cosa succederebbe se l'Italia tornasse alla lira?". E d'altra parte, Caracciolo apriva la sua introduzione alla rivista con una citazione illustre: "L'euro non dovrebbe esistere. L'unico modo per mettersi al riparo da uno scenario di disintegrazione dell'euro è di non possederne affatto", era la prima riga del rapporto del servizio studi della Ubs, il colosso bancario svizzero, datato 6 settembre 2011.

Il direttore di Limes aggiungeva, divertito, un'osservazione sulla scelta di Maastricht come patria del trattato e patria di D'Artagnan: la cittadina olandese simboleggiava il motto dei moschettieri, uno per tutti e tutti per uno. Come scongiurare l'Armageddon inevitabile? Oggi sembra, ogni giorno, che tutti siano sorpresi. Ma di che? Non diciamo stupidaggini. L'antropologa Ida Magli, con il suo "La dittatura europea" (Rizzoli 2010) e "Dopo l'occidente" (Rizzoli 2012) aveva già scritto quasi tutto quel che sarebbe accaduto. Il sottotitolo del suo ultimo saggio recita: "Lo strapotere della finanza, la fine della politica, il tramonto della chiesa. Come possiamo riprendere in mano il nostro futuro, prima che i banchieri lo comprino a prezzi stracciati".

Che dire di più? Senza crescita, senza misure straordinarie per l'occupazione giovanile - la cessione dei milioni di ettari del demanio, la fine delle complicazioni burocratiche per metter su un'azienda, un salario minimo di sopravvivenza da finanziare con imposte una tantum sul patrimonio - siamo impauriti e scettici. Tenere fermi gli italiani è quasi impossibile, eppure il governo tecnico si sta impegnando.

A che pro? Perché non dare una scossa liberale e controtendenza aprendo il commercio e l'impresa a chi ha meno di trenta, trentacinque anni? Se non costruiamo in fretta un futuro per i figli, i genitori lasceranno questo paese in balia delle peggiori pulsioni distruttive. Non esiste solo lo spread, certo. Ma immobilizzare l'Italia è molto più pericoloso di un crack finanziario.

 

MICHEL MARTONE BARBARA PALOMBELLI LUCIO CARACCIOLO passera montiIda Magli EURO CRAC

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - LA CAPITALE DEGLI AFFARI A MISURA DUOMO, A CUI IL GOVERNO MELONI HA LANCIATO L’ANATEMA “BASTA CON I BANCHIERI DEL PD”, È IN TREPIDA ATTESA DI COSA DELIBERERÀ UNICREDIT DOMENICA PROSSIMA, A MERCATI CHIUSI - SI RINCORRONO VOCI SULLA POSSIBILITÀ CHE ANDREA ORCEL ANNUNCI L’ADDIO NON SOLO ALL’OPS SU BPM MA ANCHE ALLA SCALATA DI COMMERZBANK, PER PUNTARE TUTTA LA POTENZA DI FUOCO DI UNICREDIT LANCIANDO UN’OPS SU GENERALI - DOPO LE GOLDEN MANGANELLATE PRESE SU BPM, ORCEL AVRÀ DI CERTO COMPRESO CHE SENZA IL SEMAFORO VERDE DI PALAZZO CHIGI UN’OPERAZIONE DI TALE PORTATA NON VA DA NESSUNA PARTE, E UN’ALLEANZA CON I FILO-GOVERNATIVI ALL’INTERNO DI GENERALI COME MILLERI (10%) E CALTAGIRONE (7%) È A DIR POCO FONDAMENTALE PER AVVOLGERLA DI “ITALIANITÀ” - CHISSÀ CHE COSA ARCHITETTERÀ IL CEO DI BANCA INTESA-SANPAOLO, CARLO MESSINA, QUANDO DOMENICA IL SUO COMPETITOR ORCEL ANNUNCERÀ IL SUO RISIKO DI RIVINCITA…

parolin prevost

PAROLIN È ENTRATO PAPA ED È USCITO CARDINALE - IN MOLTI SI SONO SBILANCIATI DANDO PER CERTO CHE IL SEGRETARIO DI STATO DI BERGOGLIO SAREBBE STATO ELETTO AL POSTO DI PAPA FRANCESCO – GLI “AUGURI DOPPI” DI GIOVANNI BATTISTA RE, IL TITOLO FLASH DEL “SOLE 24 ORE” (“PAROLIN IN ARRIVO”) E LE ANALISI PREDITTIVE DI ALCUNI SITI - PERCHÉ I CARDINALI HANNO IMPALLINATO PAROLIN? UN SUO EVENTUALE PAPATO NON SAREBBE STATO TROPPO IN CONTINUITÀ CON BERGOGLIO, VISTO IL PROFILO PIU' MODERATO - HA PESATO IL SUO “SBILANCIAMENTO” VERSO LA CINA? È STATO IL FAUTORE DELL’ACCORDO CON PECHINO SUI VESCOVI...

matteo renzi sergio mattarella elly schlein maurizio landini

DAGOREPORT – IL REFERENDUM ANTI JOBS-ACT PROMOSSO DALLA CGIL DI LANDINI, OLTRE A NON ENTUSIASMARE MATTARELLA, STA SPACCANDO IL PD DI ELLY SCHLEIN - NEL CASO CHE UNA DECINA DI MILIONI DI ITALIANI SI ESPRIMESSERO A FAVORE DELL’ABOLIZIONE DEL JOBS-ACT, PUR NON RIUSCENDO A RAGGIUNGERE IL QUORUM, LANDINI ASSUMEREBBE INEVITABILMENTE UN'INVESTITURA POLITICA DA LEADER DELL'OPPOSIZIONE ANTI-MELONI, EMARGINANDO SIA SCHLEIN CHE CONTE - E COME POTRANNO I RIFORMISTI DEM, I RENZIANI E AZIONE DI CALENDA VALUTARE ANCORA UN PATTO ELETTORALE CON UN PD "LANDINIZZATO", ALLEATO DEL POPULISMO 5STELLE DI CONTE E DE SINISTRISMO AVS DI BONELLI E FRATOIANNI? - A MILANO LA SCISSIONE DEL PD È GIÀ REALTÀ: I RIFORMISTI DEM HANNO APERTO UN CIRCOLO IN CITTÀ INSIEME A ITALIA VIVA E AZIONE. MA BONACCINI DIFENDE ELLY SCHLEIN

sergio mattarella giorgia meloni

DAGOREPORT - L'ARDUO COMPITO DI MATTARELLA: FARE DA ARBITRO ALLA POLITICA ITALIANA IN ASSENZA DI UN’OPPOSIZIONE - IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NON VUOLE SOSTITUIRSI A QUEGLI SCAPPATI DI CASA DI SCHLEIN E CONTE, NÉ INTENDE SCONTRARSI CON GIORGIA MELONI. ANZI, IL SUO OBIETTIVO È TENERE IL GOVERNO ITALIANO DALLA PARTE GIUSTA DELLA STORIA: SALDO IN EUROPA E CONTRO LE AUTOCRAZIE – IL PIANO DI SERGIONE PER SPINGERE LA PREMIER VERSO UNA DESTRA POPOLARE E LIBERALE, AGGANCIATA UN'EUROPA GUIDATA DA FRANCIA, GERMANIA E POLONIA E LONTANA DAL TRUMPISMO - LE APERTURE DI ''IO SONO GIORGIA" SUL 25 APRILE E AFD. MA IL SUO PERCORSO VERSO IL CENTRO E' TURBATO DALLL'ESTREMISMO DI SALVINI E DALLO ZOCCOLO DURO DI FDI GUIDATO DA FAZZOLARI...

francesco micheli

DAGOREPORT - IN UNA MILANO ASSEDIATA DAI BARBARI DI ROMA, SI CELEBRA LA FAVOLOSA CAPITALE DEGLI AFFARI CHE FU: IL CAPITALISMO CON IL CUORE A SINISTRA E IL PORTAFOGLIO GONFIO A DESTRA - A 87 ANNI, FRANCESCO MICHELI APRE, SIA PURE CON MANO VELLUTATA E SENZA LASCIARE IMPRONTE VISTOSE, IL CASSETTO DEI RICORDI: “IL CAPITALISTA RILUTTANTE” È IL DIARIO DI BORDO DELL’EX BUCANIERE DELLA FINANZA CHE, SALITO SULL’ALBERO PIÙ ALTO DEL VASCELLO, HA OSSERVATO I FONDALI OSCURI INCONTRATI NEL MARE MAGNUM INSIDIOSO DELL’ECONOMIA, SOMMERSA E SPESSO AFFONDATA - “IO E LEI APPARTENIAMO A ZOO DIVERSI”, FU IL VATICINIO DI CUCCIA – LUI, UNICO TESTIMOME A RACCOGLIERE LO SFOGO DI EUGENIO CEFIS SU QUEL “MATTO” DI CUCCIA CHE NEL GIORNO DELLE SUE CLAMOROSE DIMISSIONI DA MONTEDISON L’AVEVA ACCOLTO CON UN BEFFARDO: “DOTTORE, PENSAVO VOLESSE FARE UN COLPO DI STATO…”