CHE FINE HA FATTO SUPERMARIO, “IL PIÙ TEDESCO DEGLI ECONOMISTI ITALIANI”? - DOPO I RISULTATI DELLE URNE FRANCO-TEDESCHE, L’EFFETTO RIGOR MONTIS È SVANITO: IL TECNICO HA CAPITO CHE IL RIGORE A TUTTI I COSTI, QUANDO LA GENTE SI AMMAZZA PER UNA CARTELLA DI EQUITALIA, NON PAGA - MEGLIO ALLENTARE LA MORSA E PUNTARE SULLA CRESCITA PER NON FINIRE NELLA GHIGLIOTTINA COME I COLLEGHI EUROPEI…

Luca Telese per il "Fatto quotidiano"

Dal premier serafico al premier cupo, dal Super Ma rio radioso beatificato dai giornali, a quello affaticato e cauto che domenica ad Arezzo diceva di sentirsi - che tenero - "una piccola rondine" e parlava di fronte a una sala semideserta. The times they are a-changin', cantava Bob Dylan e i tempi cambiano anche per lui, per giunta in modo terribilmente veloce. In questo sconquasso le elezioni in Europa stanno pesando sul governo dei tecnici e sulle sue aspettative di vita quasi più di quelle italiane. Cosí, per meglio capire cosa separi queste due istantanee del premier è il caso di interrogarsi su cosa sia accaduto in questi cinque lunghi mesi. Ve lo ricordate il giorno del passaggio di consegne?

Le passeggiate e i bagni di folla davanti a Palazzo Chigi? Ricordate il sorriso radioso di Mario Monti di fronte al volto incupito di Silvio Berlusconi, il cenno solenne mentre scuoteva il campanellino d'argento con un rintocco che sembrava annunciare un passaggio epocale? Avete idea di come riposasse in modo staticamente impeccabile il suo ciuffo cotonato bianco nei giorni del loden e dei trolley? E potete quasi sentire l'eco delle battute a raffica, pronunciate ancora spensieratamente, alla conferenza stampa di fine anno.

Era l'invenzione di un codice, di uno stile, nello scenario austero della sala polifunzionale della presidenza del Consiglio alla Galleria Colonna,che con i suoi legni scuri, i suoi marmi, e la sua aria da istituto di magia saltata fuori da un libro di Harry Potter, era stata la vera scoperta della portavoce Betty Olivi: "Appena l'abbiamo vista, quella sala, abbiamo capito che era ciò che ci serviva". Già: il modo per chiudere, anche iconograficamente l'era berlusconiana.

Quel refettorio austero fu il teatro dell'austerità, delle lacrime forneriane, delle riforme previdenziali e lavorative, degli schiaffi aggiustati ai sindacati e ai modelli concertativi. E Il professore era in quei giorni il primo ministro dello "Humour Monti", un modello di stile. Dispensava freddure che magari capiva solo lui, ma di cui si divertiva molto: "Presidente, ma è vero che avete fatto un vertice nel tunnel?". Sorriso angelico: "La ringrazio dell'ottimo interrogativo: anche questo quesito dimostra quanto possono essere profonde le domande di voi giornalisti". E che dire della spietatezza e del distacco olimpico che lo facevano sembrare così alieno e diverso dai "politici"?

Monti approfittava delle conferenze stampa per dispensare messaggi in codice, ad esempio agli economisti che lo criticavano dalle colonne del Corriere della Sera, come Alberto Alesina e Francesco Giavazzi: "Come sottolineano i due colleghi economisti di cui ora non ricordo... Non trovo il ritaglio stampa". Li spazzolava ferocemente, insomma, con il codice spietato dell'Accademia, che declassa gli avversari sgraditi, derubricandoli ad anonimi senza nome.

Fa una certa impressione verificare che, solo cinque mesi dopo, l'anonimo e dimenticato Giavazzi è stato arruolato a Palazzo Chigi come "tecnico dei tecnici", con il piacevole effetto collaterale di riportare nel cuore del governo uno dei suoi principali critici. Bacia la mano che non puoi tagliare, e il montismo si è virato in andreottismo.

Così come il discorso di domenica, preoccupato ed ecumenico: "Il presente è segnato da una crisi economica che però se non è affrontata con convinzione e con coraggio può diventare una crisi di parole". Lo stesso premier solo pochi giorni fa diceva: "Non dobbiamo stupirci che l'Europa abbia bisogno di gravi crisi, per fare passi avanti. I passi avanti dell'Europa sono cessioni di sovranità nazionale a un livello comunitario".

E invece, adesso, Monti dice "che bisogna uscire dalla crisi insieme", e passa dalle battute improvvisate ai discorsi letti su carta. La verità è che in queste ultime due settimane il premier ha dovuto improvvisare un precipitoso cambio di copione: in Italia era il rigorista implacabile che si prepara a fare da becchino dei partiti e da successore al Quirinale. In Europa era l'alleato della Merkel che autentificava orgogliosamente il suo pedigree : "Sono stato considerato il più tedesco degli economisti italiani".

Era il poliziotto buono nella squadra del poliziotto cattivo, quello che chiede il rigore, ma anche la clemenza. E adesso rischia di diventare come il sodale delle Sturmtruppen, "il fido alleato Galeazzo Musolesi", quello che gridava proclami di guerra e mandava le cartoline alla mamma. I quotidiani italiani hanno accettato fedelmente la direttiva che le amministrative non riguardano il governo, ma resta un fatto che tutti i partiti di governo abbiano perso voti.

Così come resta un fatto che il comunicato dettato la sera della vittoria di François Hollande pareva scritto da Fausto Bertinotti. "Una finanza pubblica - scriveva Mario ‘social' Monti - è condizione sufficiente ma non necessaria per l'obiettivo chiave: una crescita sostenibile, creatrice di occupazione e di equità sociale". Una frasetta da girare agli esodati, per farli sorridere.

Ma che spiega anche l'affaticamento, i sospiri, i puntini sospensivi che punteggiano i discorsi di Monti di queste ore. Napolitano prova ad aiutarlo: "È un anno abbastanza brutto ma ci sono le condizioni per venirne fuori". Non ce ne siamo quasi accorti: ma la Westfalia, la Francia e la Grecia son diventati l'8 settembre del Super Mario rigorista. Se ci sono le condizioni per inventarne un altro, "partigiano" dei diritti e della crescita, è tutto da verificare.

 

SILVIO BERLUSCONI MARIO MONTIberlusconi monti MARIO MONTI ED ELISABETTA BETTY OLIVIalberto alesinaFrancesco Giavazzi FRANCOIS HOLLANDE POSA PLASTICA PER MERKEL E MONTI A ROMA

Ultimi Dagoreport

malago meloni abodi fazzolari carraro

DAGOREPORT - CHE LA CULTURA POLITICA DEI FRATELLINI D’ITALIA SIA RIMASTA AL SALTO NEL “CERCHIO DI FUOCO” DEL SABATO FASCISTA, È STATO LAMPANTE NELLA VICENDA DEL CONI - QUANDO, ALLA VIGILIA DELL’ELEZIONE DEL SUO CANDIDATO LUCIANO BUONFIGLIO ALLA PRESIDENZA DEL CONI, QUEL DEMOCRISTIANO IN MODALITÀ GIANNI LETTA DI GIOVANNINO MALAGÒ SI È FATTO INTERVISTARE DA “LA STAMPA” ANNUNCIANDO DI ESSERE UN “PATRIOTA” CHE “FA IL TIFO PER IL GOVERNO MELONI”, HA INVIATO AI MUSCOLARI CAMERATI DISDEGNOSI DELLE REGOLE DELLA POLITICA (DIALOGO, TRATTATIVA, COMPROMESSO) IL SEGUENTE MESSAGGIO: ORMAI È TARDI PER FAZZOLARI DI INCAZZARSI CON ABODI; DA TEMPO VI HO DETTO CHE AVETE SBAGLIATO CAVALLO QUANDO AVEVATE A DISPOSIZIONE UNO CHE È “PATRIOTA” E “TIFA MELONI”, CHE HA ALLE SPALLE IL SANTO PATRONO DEGLI INTRIGHI E COMBINE, ALIAS GIANNI LETTA, E DOPO DODICI ANNI ALLA GUIDA DEL CONI CONOSCE LA ROMANELLA POLITICA COME LA SUA FERRARI…(SALUTAME 'A SORETA!)

giorgia meloni matteo salvini difesa riarmo europeo

DAGOREPORT - SALVATE IL SOLDATO SALVINI! DA QUI ALLE REGIONALI D’AUTUNNO, SARANNO GIORNI DA INCUBO PER IL PIÙ TRUMPUTINIANO DEL BELPAESE - I DELIRI DEL “BIMBOMINKIA” (COPYRIGHT FAZZOLARI) SU UE, NATO, UCRAINA SONO UN OSTACOLO PER IL RIPOSIZIONAMENTO DELLA DUCETTA VERSO L'EURO-CENTRISMO VON DER LEYEN-MERZ, DESTINAZIONE PPE – AL VERTICE DELL’AJA, LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” HA INIZIATO INTANTO A SPUTTANARLO AGLI OCCHI DI TRUMP: SALVINI È COSÌ TRUMPIANO CHE È CONTRARIO AL RIARMO E PROFONDAMENTE OSTILE AI DAZI... - MA SE DA AJA E BRUXELLES, SI SCENDE POI A ROMA, LA MUSICA CAMBIA. CON UNA LEGA SPACCATA TRA GOVERNATORI E VANNACCI, SALVINI E' UN'ANATRA ZOPPA. MA UN ANIMALE FERITO È UN ANIMALE PERICOLOSO, CAPACE DI GETTARE ALLE ORTICHE IL SUO GOVERNATORE ZAIA E TENERE STRETTO A SE' PER ALTRI DUE ANNI IL POTERE IN LOMBARDIA - IL BIG BANG TRA I DUELLANTI È RINVIATO ALL’ESITO DELLE REGIONALI (E CALENDA SI SCALDA PER SALIRE SUL CARRO DELLA FIAMMA...)

FARE SESSO A 40 GRADI (ALL’OMBRA): COSA SUCCEDE AL NOSTRO CUORE? - IL SALVA-VITA DEL PROF. COSIMO COMITO: “IN CONDIZIONI NORMALI E CON LA GIUSTA TEMPERATURA, UN RAPPORTO SESSUALE EQUIVALE A FARE 2-3 PIANI DI SCALE A PASSO SVELTO. LO STESSO RAPPORTO IN UN AMBIENTE CALDO-AFOSO, LO SFORZO EQUIVALE A FARE 4-5 PIANI DI SCALE A PASSO SVELTO. IN TAL CASO, GLI UOMINI CHE HANNO PIÙ DI 50 ANNI COME FANNO SCIENTIFICAMENTE AD ESCLUDERE LA POSSIBILITÀ DI AVERE UN INFARTO O UN ICTUS AL POSTO DELL’ORGASMO? (ATTENZIONE ALL’”AIUTINO”)…”

elly schlein giorgia meloni giuseppe conte matteo salvini elezioni

DAGOREPORT - COME FAR FUORI IL NEMICO PIÙ INTIMO E VIVERE FELICI? È LA DOMANDA CHE TORMENTA DA UN PEZZO GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI APPENA SI APPALESA LA SILHOUETTE SOVRAPPESO DI MATTEO SALVINI - RIPOSTO IN CANTINA IL PREMIERATO, BRUCIATO IL VOTO ANTICIPATO, CHE FARE? ALLE MENINGI DEI FAZZOLARI E DEI LA RUSSA È SPUNTATA LA RIFORMA ELETTORALE CHE NON SOLO PENALIZZEREBBE LA LEGA A FAVORE DI FRATELLI D'ITALIA MA TOGLIEREBBE DI MEZZO LE CHANCE DI VITTORIA DI UN’OPPOSIZIONE MIRACOLATA IN “CAMPO LARGO” - E QUI ARRIVA IL BELLO: COME FAR INGOIARE A PD-ELLY IL ROSPO DI UNA LEGGE ELETTORALE CHE LI PENALIZZA? C'EST FACILE! SE QUEEN GIORGIA VUOLE ASFALTARE SALVINI, ANCHE LA DUCETTA DEL NAZARENO SOGNA DI TOGLIERSI TRA I PIEDI QUELLA QUOTIDIANA ROTTURA DI COJONI DI GIUSEPPE CONTE…

riarmo armi pedro sanchez elly schlein giorgia meloni giuseppe conte donald trump

DAGOREPORT - AVVISO AI NAVIGANTI! DUE SVALVOLATI SI AGGIRANO PER L’EUROPA: PEDRO SANCHEZ E ELLY SCHLEIN – CON LA NATO MORENTE (TRUMP SOSTIENE CHE L'ARTICOLO 5, CARDINE DELL'ALLEANZA, SI DEBBA "INTERPRETARE"), I DUE SINISTRATI DEL PSE, CHE INSIEME AL PPE SOSTENGONO LA MAGGIORANZA URSULA, MINACCIANO DI STACCARE LA SPINA DICENDO "NO" AL RIARMO UE: UN "NO" CHE SAREBBE UN REGALONE ALLA GIORGIA DEI DUE MONDI CHE NON VEDE L'ORA DI DIVENTARE LA STAMPELLA DEL PPE (DOVE E' ATTESA A BRACCIA APERTE: AL VERTICE DELL'AJA HA SEDOTTO A COLPI DI SMORFIE TRUMP SUI DAZI AL 10% ALL'UE) - LA MOLLA DI TANTO TAFAZZISMO GEOPOLITICO DI ''FALCE & MART-TELLY'' È IDEOLOGICA, TROVANDOSI STRETTA TRA L'INCUDINE DEI RIFORMISTI PD E IL MARTELLO A CINQUESTELLE DI CONTE, CHE L'HA SCAVALCATA A SINISTRA A SUON DI MANIFESTAZIONI, SLOGAN E PROCLAMI "ARCOBALENO", SORPASSANDO PERFINO AVS - E TRA I DUE LITIGANTI, LA DUCETTA SE LA GODE... 

elly e alessandro onorato, goffredo bettini e dario franceschini, matteo renzi , ernesto maria ruffini schlein giuseppe conte

DAGOREPORT - ‘’AAA CERCASI UN CENTRO DI GRAVITÀ PERMANENTE’’. IN VISTA DELLE ELEZIONI 2027, ANCHE LA DUCETTA DEL NAZARENO, ELLY SCHLEIN, HA CAPITO CHE NON BASTA UN’ALLEANZA CON CONTE E FRATOIANNI PER RIMANDARE NELLE GROTTE DI COLLE OPPIO IL GOVERNO MELONI. PER SPERARE DI VINCERE, OCCORRE DAR VITA A UN NUOVO ULIVO PRODIANO CAPACE DI FEDERARE LE VARIE ANIME DEI CENTROSINISTRATI, AL PARI DELLA DESTRA DOVE SI SFANCULANO DA MANE A SERA MA ALLA FINE IL COLLANTE DEL POTERE È PIÙ FORTE DELLA LORO EGOLATRIA – IL PRIMO A METTERSI IN MOTO È STATO MATTEO RENZI CHE, DA ABILISSIMO MANOVRATORE QUAL È, SI È TRASFORMATO IN UN ARIETE MEDIATICO DELL’OPPOSIZIONE – ALLA DISPERATA RICERCA DEL CENTRO PERDUTO, DOPO SALA E RUFFINI, OGGI SCENDE IN CAMPO ALESSANDRO ONORATO, ASSESSORE AL TURISMO DEL CAMPIDOGLIO, CHE MIRA A FEDERARE UNA RETE RIFORMISTA FORMATA DALLE PRINCIPALI REALTÀ CIVICHE DI CENTROSINISTRA PRESENTI IN ITALIA PER TOGLIERE L'ESKIMO A "FALCE E MART-ELLY''...