julian assange ambasciata ecuador

L’ECUADOR SI VUOLE LIBERARE DI ASSANGE: GLI DÀ CITTADINANZA E PASSAPORTO. MA IL REGNO UNITO RIFIUTA IL SUO STATUS DI DIPLOMATICO, CHE GLI AVREBBE PERMESSO DI AGGIRARE IL MANDATO DI CATTURA INGLESE - MA SE METTE PIEDE FUORI DALL’AMBASCIATA, POTREBBE ESSERCENE PURE UNO AMERICANO, CON RICHIESTA DI ESTRADIZIONE

1. ECUADOR CONFERMA, DATA LA CITTADINANZA AD ASSANGE

julian assange, sotto accusa dal 2010

(ANSA-AP) - L'Ecuador ha confermato di avere concesso a Julian Assange la nazionalità. La notizia era stata anticipata ieri dalla stampa sudamericana. Il cofondatore di Wikileaks è rifugiato nell'ambasciata dell'Ecuador a Londra dal 2012, dove aveva chiesto asilo per sfuggire all'estradizione verso la Svezia.

 

 

2. GB RIFIUTA STATUS DIPLOMATICO DELL'ECUADOR AD ASSANGE 

PAMELA ANDERSON ASSANGE

 (ANSA) - La Gran Bretagna ha rifiutato di riconoscere a Julian Assange lo status di diplomatico dell'Ecuador, respingendo così la richiesta fatta dal governo di Quito. Lo ha riferito un portavoce del Foreign Office, secondo cui il caso del cofondatore di Wikileaks, rifugiato dal 2012 nella sede diplomatica del Paese sudamericano a Londra, si può risolvere solo se quest'ultimo decide di uscire e "affrontare la giustizia". Secondo i media sudamericani, Assange è diventato cittadino dell'Ecuador con tanto di passaporto.

 

ASSANGE E WIKILEAKS

Assange qualora lasciasse la sede diplomatica verrebbe arrestato da parte delle autorità britanniche nonostante la magistratura svedese abbia lasciato cadere le controverse accuse di abusi sessuali sollevate in passato contro di lui e denunciate da più parti come un pretesto per poterlo poi estradare verso gli Usa, furiosi per le rivelazioni di Wikileaks.

 

La giustizia inglese mantiene infatti nei suoi confronti l'accusa di non essersi presentato in tribunale 5 anni fa per una udienza sulla sua cauzione quando decise di riparare nell'ambasciata ecuadoriana. In assenza di un accordo, e di un salvacondotto, il giornalista australiano finirebbe quindi in manette.

 

 

3. ASSANGE CERCA CASA L' ECUADOR PRONTO A CONCEDERGLI IL PASSAPORTO

Stefania Maurizi per la Repubblica

 

julian assange

Il pantano diplomatico-giudiziario che da sette anni a questa parte vede Julian Assange intrappolato a Londra e da cinque anni e mezzo lo vede confinato tra le quattro mura della minuscola ambasciata dell' Ecuador, a Knightsbridge, a due passi dai magazzini Harrods, potrebbe finire presto. In un comunicato ufficiale emesso martedì, il ministro degli Esteri di Quito, María Fernanda Espinosa, ha fatto sapere di essere alla ricerca di una mediazione per risolvere l' impasse. Non sono mancati commentatori che hanno interpretato questa dichiarazione come un' imminente cacciata del fondatore di WikiLeaks dalla sede diplomatica.

PAMELA ANDERSON VA A TROVARE JULIAN ASSANGE

 

Ieri sera però i media ecuadoriani hanno riportato la notizia della possibile concessione del passaporto ad Assange. Gesto che non rivela di certo una rottura in vista.

 

I rapporti, negli ultimi due anni, sono stati molto tesi, con l' Ecuador che nel bel mezzo della campagna elettorale Usa del 2016 è arrivato a tagliare la connessione internet a Julian Assange e con il presidente Lenin Moreno che l' ha redarguito pubblicamente, chiedendogli di non interferire nella politica dei paesi amici, primo fra tutti la Spagna, con cui l' intervento di Assange a favore della Catalogna ha creato non poche tensioni.

 

 

ASSANGE 4

Eppure, il comunicato ufficiale emesso ieri da Quito è chiaro: « Continueremo a proteggere Julian Assange fintantoché la sua integrità fisica e psicologica è in pericolo » . Insomma, l' Ecuador lo vuole fuori dall' ambasciata al più presto, ma non a pedate: vorrebbe trovare una soluzione, perché le condizioni all' interno della sede diplomatica sono effettivamente insostenibili.

ASSANGE DI BATTISTA

 

Il fondatore di WikiLeaks ha passato gli ultimi cinque anni e mezzo rinchiuso nell' edificio senza neppure accesso a quell' ora d' aria che è garantita perfino ai detenuti delle prigioni di massima sicurezza e senza neanche accesso alle cure mediche ospedaliere, quando era necessario.

 

Per l' Ecuador urge una soluzione tanto per motivi politici quanto per ragioni umanitarie.

ASSANGE PUTIN TRUMP

Il problema è che al momento una soluzione facile non c' è, perché anche se l' inchiesta svedese per stupro è stata archiviata nel maggio scorso - e quindi il mandato di arresto europeo emesso da Stoccolma è decaduto - c' è comunque un mandato di arresto inglese perché, nel rifugiarsi nell' ambasciata, Assange ha violato le condizioni del rilascio su cauzione, imposto dalle autorità inglesi subito dopo il suo arresto a Londra nel 2010, su richiesta della Svezia. Se dunque oggi il fondatore di Wiki-Leaks mettesse anche un solo piede fuori dalla sede diplomatica, verrebbe immediatamente arrestato da Scotland Yard.

ASSANGE 3

 

L' arresto di per sé non avrebbe conseguenze devastanti - rischia una multa o al massimo una condanna a tre o quattro mesi di prigione - il problema, però, è che potrebbe esistere un mandato di arresto degli Usa a scopo di estradizione: una volta nelle mani degli inglesi, potrebbe finire in America. Dal 2010, infatti, gli Stati Uniti hanno aperto un' indagine su Wiki-Leaks per la pubblicazione dei documenti segreti e Assange ha sempre dichiarato che la vera ragione per cui si è rifugiato nell' ambasciata è il rischio di finire estradato negli Usa e condannato per le sue rivelazioni.

 

Ma questo mandato di arresto americano esiste davvero? Repubblica ha citato il governo inglese in Tribunale a Londra per avere accesso a tutti i documenti del caso e in particolare per ottenere una copia della corrispondenza Regno Unito- Usa: tutte le richieste sono state rigettate, siamo in attesa dell' appello.

 

La possibilità che esista un mandato di arresto a scopo di estradizione da parte degli Usa è lo scoglio più grande su cui si giocherà tutta la partita. E a pesare potrebbe essere anche un altro fattore: nel febbraio 2012, l' Onu ha stabilito che Svezia e Inghilterra hanno detenuto arbitrariamente il fondatore di Wiki-Leaks fin dal 2010, dovrebbero rilasciarlo e risarcirlo. Stoccolma è ormai fuori gioco, ma la decisione delle Nazioni Unite continua a pesare su Londra.

JULIAN ASSANGE

 

Le autorità inglesi hanno provato ad appellarla per ribaltare il verdetto, ma il loro ricorso è stato rigettato. Da allora, semplicemente, lo ignorano. Fino a quando il governo di Londra potrà ignorarlo?

 

 

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