rossella orlandi

L'ERARIO È PIÙ RENZIANO: FATTA FUORI ROSSELLA ORLANDI - SALTA LA CARICA DELL'EX NUMERO UNO DEL FISCO: NON VIENE CONFERMATA AL CATASTO, CHE SARÀ INGLOBATO NELLA NUOVA DIVISIONE SERVIZI - EMARGINATI ALTRI MANAGER VOLUTI DA VISCO - COSA SI NASCONDE DIETRO GLI ANNUNCI DI RIFORMA? ALTRE POLTRONE: I DIRETTORI PASSANO DA 10 A 13

ROSSELLA ORLANDIROSSELLA ORLANDI

Giacomo Amadori per “la Verità”

 

In principio ci fu la battuta di Matteo Renzi in tv: «Cucù Equitalia non c' è più». Un slogan che aveva annunciato, nell' ottobre scorso, la nascita della nuova Agenzia delle entrate-riscossione (Aer). Pronti, via, la scorsa settimana Aer ha preso il primo cartellino giallo dal Consiglio di Stato che ha accolto la sospensiva di Dirpubblica, la Federazione del pubblico impiego, sul passaggio dei dirigenti e degli altri dipendenti di Equitalia nella pubblica amministrazione senza concorso.

 

AGENZIA ENTRATE 1AGENZIA ENTRATE 1

Per i 5 stelle un trucchetto per trasformare il carrozzone di Equitalia (una spa) in un soggetto pubblico, eludendo le normative sul pubblico impiego. Inoltre gli ex assunti di Equitalia conservano il contratto bancario di diritto privato, molto più vantaggioso di quello pubblico delle agenzie fiscali, anche se la loro società diventa un ente pubblico economico (Epe).

 

Dato l' avvio forzato della fusione di Equitalia con l' Agenzia delle entrate si è resa necessaria una riorganizzazione interna anche negli uffici dell' Erario. Per questo Ernesto Maria Ruffini, direttore dell' Agenzia e presidente della neonata Aer, ha partorito un piano con molte novità lessicali. Ma non solo quelle. Per esempio il riassetto nasconde anche l' ennesimo poltronificio: porta da dieci a 13 il numero di direttori centrali, dopo il via libera del ministero dell' Economia.

 

ERNESTO MARIA RUFFINIERNESTO MARIA RUFFINI

La riverniciata, come vedremo, dovrebbe letteralmente depennare l'incarico di Rossella Orlandi, ex direttore dell'Ae e ancora, per il momento, vicedirettore con delega al catasto.

Ma partiamo da un altro gioco di prestigio, la sparizione della parola «accertamento».

Infatti nella riorganizzazione delle poltrone anticipata sul Sole 24 Ore di martedì scorso viene cancellata la direzione che porta quel nome e intorno a cui ha sempre ruotato dalla sua nascita l' Agenzia delle entrate.

 

AGENZIA ENTRATEAGENZIA ENTRATE

Evidentemente la direzione accertamento era considerata dai renziani un nome troppo odioso e per questo è stato eliminato con un colpo di bacchetta. «Renzi gli avrà ordinato: "Cucù la direzione accertamento dell' Agenzia delle entrate non c' è più"», commentano la notizia nei corridoi della sede centrale di via Cristoforo Colombo. Una mossa che, nello stile comunicativo dell' ex premier, parte dalla forma più che dalla sostanza. Ma l' Agenzia delle entrate se non fa controlli e accertamenti in un Paese in cima a tutte le classifiche di evasione di che cosa si deve occupare?

 

vincenzo viscovincenzo visco

Si tratterà, come sempre, di un restyling di facciata. A Equitalia è cambiata la carta intestata e la cartellonistica. All' Agenzia delle entrate succederà la stessa cosa. Ma se la direzione accertamento sparisce, nasce la divisione contribuenti (più friendly) con sotto tre direzioni centrali dedicate a persone fisiche (con lavoratori autonomi ed enti non commerciali), piccole-medie imprese e grandi contribuenti. Uffici che di fatto si occuperanno principalmente di fare accertamento, a dispetto dei giochi lessicali.

 

L' altro pilastro della nuova Agenzia sarà rappresentato dalla divisione servizi e sarà ripartito in servizi fiscali, catastali (con cartografia e pubblicità immobiliare) ed estimativi (con l' Omi, l' osservatorio del mercato immobiliare). L' ex mondo catastale finisce dunque in questa divisione con in più l' attuale direzione centrale gestione tributi (730 precompilati e Iva).

monti befera g monti befera g

 

La nuova divisione dipenderà da un vicedirettore che non sarà sicuramente Rossella Orlandi. La signora sarà mandata altrove, forse a fare il vice alle dogane. La Orlandi era stata nominata nell' ultimo comitato di gestione pre Ruffini alla vicedirezione con delega al catasto, struttura che così concepita non troverà posto nel nuovo organigramma. Dunque la Orlandi, prima cocca del dalemiano Vincenzo Visco e poi prescelta di Matteo Renzi, pare destinata a un po' di panchina, nonostante avesse provato ad aggrapparsi alla scialuppa di salvataggio del territorio.

MONTI BEFERA MONTI BEFERA

 

È destinata all' esilio anche il direttore uscente del personale Margherita Calabrò: dal primo settembre andrà a guidare la direzione regionale dell' Abruzzo, e sarà sostituita alle risorse umane, da Aldo Polito, pure lui declassato in quanto ex direttore centrale del già strategico ufficio accertamento.

 

Ma se scendono le quotazioni delle Visco girls (Orlandi, Calabrò), risalgono quelle dei Befera boy, l' uomo che è rimasto al vertice dell' agenzia con tre governi diversi, Berlusconi, Monti e Letta. Possibile vicedirettore della divisione contribuenti è l' attuale direttore normativa Annibale Dodero, uomo molto vicino alle associazioni di categoria, di cui ha animato numerosissimi convegni.

RENZI PADOANRENZI PADOAN

 

È riuscito a farsi confermare dalla Orlandi, nonostante non fossero in perfetta sintonia, e ora è entrato nelle grazie di Ruffini che sembra voglia nominarlo proprio al vertice dei contribuenti, anche se a maggio gli scadrà il contratto, firmato nel 2016, e potrebbe andare in pensione visto che il 12 maggio compirà 65 anni. Nel frattempo ci saranno le elezioni e c' è chi scommette che, se Renzi non vincerà, sarà più facile che vada via con lo spoil system Ruffini che non Dodero in pensione.

 

Il candidato più probabile per guidare la divisione servizi con l' incarico di vicedirettore è Paolo Savini, un dirigente promosso direttore da Attilio Befera. Come detto, questa nuova divisione ingloberà la vicedirezione della Orlandi, in partenza per altri lidi.

Salgono le quotazioni anche di Federico Monaco che torna in direzione senza (per il momento) incarico.

 

padoan renzipadoan renzi

Nel 1994 era stato capo della segreteria dell' allora ministro Giulio Tremonti, ed era stato il vice di Savini alla direzione centrale servizi ai contribuenti. Tecnicamente direttore aggiunto, ma promosso direttore sempre da Befera.

 

Con la Orlandi al vertice, Monaco venne scalzato e ricollocato in una piccola direzione regionale, prima in Abruzzo e poi in Umbria. Con il declino dell' ex direttrice, Monaco torna in auge ed è pronto a ricoprire un incarico strategico alle dirette dipendenze di Ruffini.

Promozioni e bocciature a parte, mutare la denominazione delle strutture centrali e aumentare i posti dei dirigenti di vertice difficilmente risolverà i problemi di contribuenti, professionisti e aziende costretti tutti i giorni a confrontarsi con la realtà kafkiana degli uffici periferici.

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....