L’EUROPA FINIRÀ TRITURATA TRA USA E CINA – L’UE FA LA SOLITA FIGURA DA NANA DI FRONTE AI DUE GIGANTI: RISCHIAVA DI ESSERE LA “VITTIMA COLLATERALE” DELLA GUERRA COMMERCIALE (LO STOP ALLE TERRE RARE HA PRATICAMENTE BLOCCATO LA PRODUZIONE NEL CONTINENTE), EPPURE LA COMMISSIONE NON HA MOSSO UN DITO, ASPETTANDO CHE ARRIVASSE TRUMP A RISOLVERE LA QUESTIONE – MORALE DELLA FAVA: L’UNIONE EUROPEA SI FA BULLIZZARE DAL TYCOON SULL’UCRAINA E RICATTARE DA PECHINO PER LA SUA DIPENDENZA DALLE TERRE RARE E DALLA MANIFATTURA
L’EUROPA TEME DANNI COLLATERALI E TRATTA CON PECHINO SU CHIP E TERRE RARE
Estratto dell’articolo di Marco Bresolin per "la Stampa"
MAROS SEFCOVIC - ANTONIO TAJANI - FOTO LAPRESSE
L'intesa siglata tra gli Stati Uniti e la Cina «avrà delle implicazioni molto dirette sull'Unione europea».
Ne è convinto Maros Sefcovic, commissario europeo al Commercio, che ieri è intervenuto in Senato a Roma per un'audizione proprio dopo aver parlato al telefono con il segretario americano Howard Lutnick, con il quale ha commentato l'accordo tra Washington e Pechino e l'impatto che questo avrà sul mercato delle terre rare e su quello dei combustibili fossili. «Personalmente non vedo un ritorno ai bei tempi – ha ammesso Sefcovic –. Dobbiamo prepararci a un mondo duro, difficile, dove la geo-economia e la geopolitica saranno profondamente interconnesse».
xi jinping e ursula von der leyen
Dopo l'audizione Sefcovic è stato ricevuto a Palazzo Chigi da Giorgia Meloni, con cui ha parlato fra le altre di «sicurezza economica dell'Unione» e dell'accordo con i Paesi sudamericani del Mercosur.
Inoltre, il commissario ha incontrato il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, con cui sono stati trattati temi commerciali e industriali.
Nelle scorse settimane, durante una riunione a porte chiuse, i membri del collegio dei commissari guidato da Ursula von der Leyen si erano chiesti se l'Unione europea potesse considerare sé stessa come una «vittima collaterale» della guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina.
donald trump xi jinping vertice apec corea del sud foto lapresse 1
Se così fosse, l'accordo siglato ieri da Donald Trump e Xi Jinping sarebbe senza dubbio una buona notizia per Bruxelles. Ma proprio Sefcovic era intervenuto durante il confronto per dire che l'Ue non può essere considerata una «vittima collaterale», ma piuttosto un «obiettivo» delle politiche cinesi. E che quindi bisogna intervenire e dialogare con Pechino per correre ai ripari, a prescindere dalle discussioni tra la Cina e gli Stati Uniti.
A Palazzo Berlaymont ieri c'era molta cautela nei confronti dell'accordo raggiunto in Corea del Sud.
[…] A prima vista, potrebbe esserci qualche piccola buona notizia sul fronte delle terre rare. Bruxelles si aspettava un'esenzione ad hoc per gli Stati Uniti sulle restrizioni all'export di minerali critici cinesi, ma a quanto pare - stando alle dichiarazioni di Trump - Pechino si sarebbe impegnata a rinviare l'introduzione delle restrizioni «per tutto il mondo».
donald trump e ursula von der leyen
Sarebbe uno sviluppo positivo per l'Ue, seppur parziale: la «pausa» è solo di un anno e non è ancora chiaro se verrà estesa a tutte le restrizioni, anche quelle introdotte ad aprile, oppure se sarà limitata soltanto a quelle in vigore dall'inizio di ottobre. Per questo l'Ue vuole avere un chiarimento diretto con Pechino.
A Bruxelles ieri era attesa una delegazione di funzionari cinesi per un incontro con i colleghi della Commissione, che però è stato riprogrammato per oggi. La partnership con la Cina, ha fatto presente Sefcovic, «è sempre più sfidante»: da settimane sono in corso «scambi intensi con i rappresentanti cinesi di alto livello e con la mia controparte Wang Wentao per capire come risolvere il problema delle terre rare, in particolare con la fornitura dei cosiddetti legacy chips». Si tratta di un tema cruciale per l'industria europea: «Per ogni automobile costruita in Europa - ha ricordato il commissario - c'è bisogno di mille chip e di 500 componenti per ogni chip».
Per questo la Commissione si sta muovendo su più fronti: da un lato, chiederà alla Cina di togliere il blocco all'export dei chip di Nexperia che rischiano di interrompere le linee produttive dell'industria automobilistica; e dall'altro, presenterà, nel giro di due-tre settimane, il piano "ResourceEu" per ridurre la dipendenza dalla Cina nel settore delle materie prime critiche.
DOPO TRUMP, L'UE DISARMATA DI FRONTE ALLA CINA
David Carretta, Christian Spillmann, and Oliver Grimm per “il Mattinale europeo”
[…] Come con Trump, l’Ue è condannata a farsi ricattare da Pechino a causa delle sue dipendenze. Con Trump, la dipendenza riguarda la sicurezza e l’Ucraina. Con la Cina, la dipendenza sono le terre rare.
La decisione di Pechino, annunciata il 9 di ottobre, di imporre restrizioni alle esportazioni di terre rare era diretta principalmente contro gli Stati Uniti, ma ha avuto pesanti ripercussioni sulle imprese in Europa.
La scorsa settimana, diversi amministratori delegati di produttori di automobili, pale eoliche e altri prodotti tecnologici hanno lanciato un grido di allarme alla Commissione. Email, sms o telefonate, il messaggio era sempre lo stesso: entro due o tre settimane potrebbero esaurirsi le scorte di terre rare, in particolare di magneti permanenti, che sono essenziali alla produzione di motori elettrici ed ibridi, sistemi di frenata, smartphone e computer, sensori, sistemi di movimentazione, sistemi di navigazione per satelliti, risonanza magnetica, turbine eoliche e generatori di energia idroelettrica (la lista è lungi dall’essere esaustiva). L’arresto della produzione in Europa era imminente.
donald trump aspetta xi jinping vertice apec in corea del sud foto lapresse
[…] Le restrizioni della Cina sulle terre rare “minacciano la stabilità delle catene di approvvigionamento globali e avranno un impatto diretto sulle aziende europee”, ha detto von der Leyen in un discorso a Berlino, citando le potenziali vittime: automotive, motori industriali, difesa, aerospaziale, chip di intelligenza artificiale, data center. “Siamo pronti a utilizzare tutti gli strumenti a nostra disposizione per rispondere, se necessario”, ha detto von der Leyen.
Molti hanno letto nelle parole di Ursula von der Leyen una minaccia implicita di usare lo “strumento anti-coercizione”, la principale arma di cui l’Ue dispone per rispondere ai paesi terzi che usano la loro forza politica o economica per compiere ricatti, ottenere concessioni vessatorie o imporre la loro volontà.
terre rare - cosa sono e dove si trovano
Entrato in vigore nel 2023, è un’arma potente. Nei corridoi delle istituzioni dell’Ue viene chiamato il “bazooka”. Consente agli europei non solo di adottare dazi sui beni, ma anche di imporre restrizioni alle esportazioni, all’accesso al mercato interno dell’Ue, ai suoi appalti, ai suoi servizi.
Confrontata ai dazi di Trump, la Commissione lo avrebbe potuto attivare per minacciare di colpire i giganti del digitale, che realizzano una parte importante dei loro profitti nel mercato europeo. Von der Leyen ha preferito l’appeasement.
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ursula von der leyen xi jinping
L’Ue può fare male imponendo dazi proibitivi su alcuni prodotti che la Cina non riesce più a esportare negli Stati Uniti a causa dei dazi di Trump. “Per costringere Pechino al tavolo delle trattative, i politici europei dovrebbero prendere esempio da Pechino e passare all’offensiva”, hanno scritto Gehrke e Oertel.
Eppure sulle terre rare la Commissione ha nuovamente scelto di evitare il rapporto di forza. Ursula von der Leyen ha dato priorità alla diplomazia, portata avanti dal commissario al Commercio, Maros Sefcovic. Una soluzione negoziata è stata considerata l’unica soluzione possibile per il livello di dipendenza dalla Cina e per l’impossibilità di trovare in una settimana altri fornitori che siano in grado di rispondere alla domanda europea.
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L’accordo Trump-Xi dovrebbe estendere la tregua di un anno all’Ue. Alcuni dentro la Commissione sono convinti che sulle terre rare l’Europa fosse la vittima collaterale della guerra commerciale tra Washington e Pechino. Tuttavia, c’è anche chi sospetta che la Cina stia testando in modo sistematico le capacità di resistenza dell’Ue, per vedere fino a che punto può spingersi nel ricatto per ottenere delle contropartite.
Anche prima della decisione del 9 ottobre sulle terre rare, nei settori soggetti a restrizioni alle esportazioni, la Cina imponeva alle imprese europee condizioni vessatorie o esigeva informazioni che equivalgono a segreti industriali.
Il commissario Sefcovic sta negoziando con la sua controparte cinese anche sui chip di Nexperia, l’altro contenzioso che minaccia un arresto dell’industria. Mercoledì Acea, l’associazione che raggruppa i produttori di automobili europei, ha lanciato l’allarme su uno stop imminente della produzione se le forniture non riprenderanno dopo che l’ex casa madre di Nexperia, la cinese Wingtech, ha interrotto le forniture di chip a seguito della nazionalizzazione da parte del governo olandese.
donald trump xi jinping vertice apec corea del sud foto lapresse 3
I contenziosi su cui Pechino vuole concessioni dell’Ue sono molti: dazi sui veicoli elettrici e acciaio, inchieste sui sussidi stranieri, grandi progetti in rinnovabili o infrastrutture bloccati dalle indagini sugli investimenti cinesi.
La Commissione ha proposto o sta preparando diversi provvedimenti che potrebbero chiudere le porte del mercato europeo alla Cina, come la preferenza europea negli appalti pubblici o nuove paletti per gli investimenti stranieri nell’Ue.
Alcuni Stati membri e alcuni commissari ritengono che i comportamenti cinesi, messi insieme, dimostrano la coercizione economica e che sia necessario armare il “bazooka” prima di avviare serie discussioni. Tra le richieste di Emmanuel Macron di entrare in un rapporto di forza con la Cina e gli interessi di breve periodo dell’industria tedesca, cosa sceglierà Ursula von der Leyen?


