claudio martelli ustica

"I PERITI MILITARI INSISTEVANO SULLA TESI DELLA BOMBA A BORDO. SBAGLIAVANO E MENTIVANO” - CLAUDIO MARTELLI, EX MINISTRO DELLA GIUSTIZIA SOCIALISTA, INTERVIENE SUL DIBATTITO IN MERITO ALLA STRAGE DI USTICA: “QUELLA SERA RISULTAVANO IN VOLO 21 JET MILITARI. ACCERTARE CHI ABBIA SPARATO È IMPROBA" – “IN ITALIA NEL 1980 C’ERANO DUE LIVELLI DECISIONALI, UNO PUBBLICO E UNO OCCULTO. GIULIANO AMATO HA VOLUTO..."

Estratto dell’articolo di Stefano Cappellini per “La Repubblica”

 

claudio martelli

Claudio Martelli, dice Giuliano Amato: a Ustica fu un missile francese a buttare giù il Dc9. Siete stati molti anni insieme nello stesso partito, il Psi, ne avevate mai parlato?

«Mai, né mi risulta che abbia sollevato la questione con altri prima di ora. Tutti conosciamo Amato per la prudenza e per la precisione con la quale interviene.

Per questo mi ha sorpreso la perentorietà con la quale oggi indica la natura del disastro di Ustica e chi ne sarebbe il responsabile, cioè i francesi».

 

Ha dei dubbi sulle motivazioni di Amato?

«Posso immaginare che abbia inteso liberarsi di un fardello, di un senso di colpa, colpa collettiva ovviamente. Forse c’è anche qualche elemento personale. Tra i “generali” e gli ammiragli che accusa c’è Bettino Craxi, peraltro in questo caso con un riferimento sbagliato sul piano storico, come è accertato. […] né Craxi né il Psi erano in condizione di essere coinvolti da protagonisti nella vicenda Ustica».

STRAGE DI USTICA - LA DINAMICA DELL INCIDENTE

 

Amato ha ammesso che può essersi confuso, ma questo non toglie che più testimonianze confermano che Gheddafi fu avvisato dall’Italia.

«Sì, ma l’abbaglio di Amato tradisce un certo livore, come quando definisce Craxi statista trasgressivo. O si è statisti o si è trasgressivi. Se Amato pensava di chiudere la partita su Ustica, a me pare più che abbia aperto il vaso di Pandora.

 

In una storia nella quale noi stessi italiani ci accusiamo al nostro interno di aver depistato, pretendere dai francesi che si assumano una responsabilità della quale non sono nemmeno mai stati ufficialmente accusati non mi sembra un colpo di genio dal punto di vista politico e anche giuridico».

 

BETTINO CRAXI E CLAUDIO MARTELLI

Resta il cuore della ricostruzione di Amato: il Dc9 abbattuto nel pieno di una azione di guerra.

«La tesi del missile è smentita dagli esperti tanto quanto quella di una bomba a bordo, che alludeva a un attacco di natura terroristica. Da fonte Nato quella sera sui cieli di Ustica risultavano in volo 21 aerei militari, italiani, americani, inglesi, forse francesi.

 

L’impresa di accertare chi abbia sparato è improba. Peraltro, come hanno ricostruito alcuni vostri articoli, lo scenario più attendibile è che il Dc9 non sia stato colpito direttamente ma danneggiato dai vortici causati dalle manovre dei caccia».

 

claudio martelli foto di bacco (2)

Ovviamente non è un dettaglio l’eventuale missile e la sua nazionalità, però continua a restare secondario rispetto al cuore della faccenda: quei civili morirono per un atto di guerra evidentemente coperto da 43 anni di omissioni e depistaggi di Stato, anzi di Stati.

«Di tutte le notizie che ho letto ce n’è una che mi ha fatto sobbalzare. Uno degli esperti intervistati da Repubblica, il professor Carlo Casarosa, ha parlato di una prassi secondo la quale gli aerei libici che transitavano nello spazio aereo italiano venivano coperti dalla nostra Aeronautica, che utilizzava gli aerei di linea come scudo visivo, affinché i libici risultassero invisibili ai radar. Se fosse una cosa vera, altro che lodo Moro, sarebbe stata una prassi di una gravità senza pari».

 

IL RECUPERO DEI RESTI DELL AEREO DC9 DI ITAVIA

Sufficiente di per sé a trincerarsi dietro una ragione di Stato per insabbiare la verità.

«Senza dubbio».

 

Ma come è possibile che voi politici di primo piano degli anni Ottanta non siate venuti a conoscenza di questa o altre notizie utili a far luce sulla strage?

«Io ho fatto il ministro per la prima volta nel 1989. Prima di allora ricordo bene che non c’erano pareri unanimi su Ustica. I periti dei militari insistevano sulla tesi della bomba a bordo».

STRAGE DI USTICA

 

Falsa e inverosimile. Sbagliavano o mentivano?

«Entrambe le cose».

 

Amato dice di aver ricevuto le prime rivelazioni da Rino Formica.

«Anche di questo dubito. Nel 1980 Amato era avversario di Craxi e dunque anche di Formica. In ogni caso, è probabile che Formica a sua volta avesse avuto informazioni da Francesco Cossiga, il primo poi a parlare pubblicamente di attacco missilistico francese». […]

itavia 1

 

Dice di essere strabiliato davanti all’ipotesi che nel 1980 ci fosse un patto occulto per lasciare transito agli aerei libici nei cieli italiani. Ma che differenza c’è con Craxi che nel 1986 avvisa Gheddafi che gli americani stanno per bombardare Tripoli?

«Enorme. Craxi insorge a difesa della sovranità nazionale, perché non tollera l’idea che l’Italia, allora potenza del Mediterraneo, non venga nemmeno informata di una azione simile.

 

Craxi voleva che la politica estera italiana uscisse dalle ambiguità e dai sotterfugi e ha pagato un prezzo molto caro per questo. Ustica è una storia che si produce dentro quella ambiguità».

itavia 2

 

C’erano due livelli decisionali nel nostro Paese, uno pubblico e uno occulto?

«Nel 1980 sicuramente. Craxi lo disse anche nel suo discorso di insediamento come presidente del Consiglio, l’Italia doveva sottrarsi a una condizione di subalternità, qualcosa di intollerabile, e lui lo fece a Sigonella, lo fece con Gheddafi, e manifestando dubbi su Maastricht.

 

Poi c’era un’altra corrente, filocossighiana appunto, per la quale se una cosa la chiedono gli Usa, allora si fa. Ci sono esempi anche recentissimi, come quando da presidente del Consiglio Giuseppe Conte consentì al ministro della Giustizia William Barr di interrogare i vertici dei nostri servizi senza neanche essere accompagnato da una alta carica politica italiana». […]

IL DIETROFRONT DI GIULIANO AMATO SU USTICA - VIGNETTA BY MAKKOX

 

Quindi, secondo lei, per cercare una verità storica bisogna bussare a Washington più che a Parigi?

«A differenza dei francesi, gli americani hanno questa abitudine: a scadenza svuotano gli archivi. L’ho sperimentato anche io potendo consultare nelle carte Fbi la vicenda Falcone. Tutte le comunicazioni dell’ambasciata al Dipartimento di Giustizia sono state desecretate. L’unica via mi sembra imbracciare la armi del diritto e formulare delle domande in grazia di Dio»

GIULIANO AMATO ALLA STAMPA ESTERAfrancesco cossigaGIULIANO AMATO ALLA STAMPA ESTERAFRANCESCO COSSIGA - GIULIANO AMATO

Ultimi Dagoreport

pietrangelo buttafuoco phica.net fimmini

DAGOREPORT - FANNO SCANDALO L’AUDIO SOTTRATTO A RAOUL BOVA E IL SEXY-TAPE RUBATO A STEFANO DE MARTINO. SE NE ESCE CON AFFANNO LEGGENDO DI PHICA.NET E DELLA PAGINA FB “MIA MOGLIE”, INFARCITE DI COMMENTI SCORREGGIONI ANCHE PER IL PIÙ ZOZZO CESSO PUBBLICO - È IMPRESSIONANTE PERÒ, COME NEL CORSO DEL TEMPO, LA PERCEZIONE DELLA SESSUALITÀ DA PARTE DELLA MASCHIETUDINE, SIA CAMBIATA. QUANTO TEMPO È PASSATO DA SILVIO BERLUSCONI CHE AFFERMAVA CHE “LA PATONZA DEVE GIRARE”? - NESSUNO SOLLEVÒ IL SOPRACCIGLIO DELL’AMORALITÀ QUANDO NEL 2009 MONDADORI PUBBLICÒ UN LIBRO DI PIETRANGELO BUTTAFUOCO, DAL TITOLO “FIMMINI”, SOTTOTITOLO “AMMIRARLE, DECIFRARLE, SEDURLE”, IN CUI  L'ATTUALE PRESIDENTE DELLA BIENNALE DI VENEZIA AFFERMAVA: “I FIANCHI MORBIDI, E CON QUESTI I SENI DELL’ORGOGLIO MAMMIFERO, SONO ESCHE ESIBITE PER LA RACCOLTA DI SPERMA” – CHISSÀ COSA NE PENSANO I MASCULI INFOIATI DI PHICA.NET DELLA SUA INTERPRETAZIONE DELL'ARCANO MONDO FEMMINILE: “LA DONNA NON VUOLE ESSERE COMPRESA, BENSÌ PRESA’’? - VIDEO

tiziana rocca giulio base venezia alberto barbera mollicone federico

CIAK, VENEZIA S'E' DESTRA! - IL MIGLIOR FILM (DA RIDERE O DA PIANGERE) ALLA MOSTRA DEL CINEMA L’HA SCODELLATO L’INARRESTABILE COPPIA DI POTERE GIULIO BASE E TIZIANA ROCCA SUL PALCO DELL’ITALIAN PAVILLION, SPAZIO FINANZIATO DAL MINISTERO DI GIULI E DA CINECITTÀ SPA DELLA CACCIAMANI - SI VIENE COSÌ A SAPERE CHE BASE, GIÀ A CAPO DEL FESTIVAL DI TORINO, È STATO NOMINATO, NELLA SORDINA AGOSTANA, DIRETTORE DEL FESTIVAL DEL CINEMA ITALIANO DI MADRID – DAL CANTO SUO, LA ROCCA SI È DATA DA FARE PER ALIMENTARE LA SUA RETE DI RELAZIONI INVENTANDOSI “FILMING ITALY VENICE AWARD” E DISTRIBUENDO PREMI ALLA QUALUNQUE, CON LA BENEDIZIONE DI MOLLICONE E ALBERTO BARBERA... - IL VIDEO-POMPA DEL TG1

gian marco chiocci giampaolo rossi alfredo mantovano giorgia meloni giovambattista giovanbattista fazzolari tg1

DAGOREPORT- CHE FRATELLI D’ITALIA, DOPO TRE ANNI DI PALAZZO CHIGI, NON SIA PIÙ IL PARTITO MONOLITICO NELLA SUA DEVOZIONE E OBBEDIENZA A GIORGIA MELONI È DIMOSTRATO DALL’ULTIMO SCAZZO NEL POLLAIO RAI TRA CHIOCCI E ROSSI - COL DIRETTORE DEL TG1 CHE SPUTTANA IN PIAZZA, CON APPOSITO COMUNICATO, I SUOI CONTATTI RISERVATI CON LA DUCETTA: ‘’NEI GIORNI SCORSI LA PREMIER MI HA SONDATO INFORMALMENTE PER CAPIRE UNA MIA EVENTUALE, FUTURA, DISPONIBILITÀ NELLA GESTIONE DELLA COMUNICAZIONE” - CON MASSIMO CINISMO E MINIMO RISERBO, CHIOCCI AGGIUNGE: “UNA CHIACCHIERATA, COME TANTE ALTRE IN QUESTI MESI...” - S'AVANZA "FRATELLI SERPENTI", UN PARTITO VITTIMA CRESCENTE DI INTRIGHI DI POTERE, CHE VIVE SCHIZOFRENICAMENTE LA PROPRIA EGEMONIA COME SABOTAGGIO DEL CAMERATA RIVALE - DALLA NOMINA DI FOTI A MINISTRO AL MURO DI IGNAZIO LA RUSSA A PROTEZIONE DI SANTANCHÉ FINO AL SUO ENDORSEMENT PER MAURIZIO LUPI PER IL DOPO-SALA IN BARBA AL MELONIANO FIDANZA, DAGLI SCAZZI CROSETTO-MANTOVANO A LOLLOBRIGIDA “COMMISSARIATO”, DALLA NOMINA DI GIULI ALLO SCONTRO SCHILLACI-GEMMATO. ESSI': A VOLTE IL POTERE LOGORA CHI CE L’HA….

antonio barbera giulio base monda buttafuoco borgonzoni mantovano

FLASH! – BIENNALE DELLE MIE BRAME: IL MANDATO DI ALBERTO BARBERA ALLA DIREZIONE DELLA MOSTRA DEL CINEMA TERMINA FRA UN ANNO MA DA MESI SI SUSSEGUONO VOCI SULLE ASPIRAZIONI DI ANTONIO MONDA (SPONSOR MANTOVANO) E DI GIULIO BASE, SUPPORTATO DALLO STRANA COPPIA FORMATA DALLA SOTTOSEGRETARIA LEGHISTA LUCIA BORGONZONI E DA IGNAZIO LA RUSSA (GRAZIE ALLO STRETTO RAPPORTO CON FABRIZIO ROCCA, FRATELLO DI TIZIANA, MOGLIE DI BASE) - IL PRESIDENTE ‘’SARACENO’’ BUTTAFUOCO, CHE TREMA AL PENSIERO DI MONDA E BASE, NON VUOLE PERDERE LA RICONOSCIUTA COMPETENZA INTERNAZIONALE DI BARBERA E GLI HA OFFERTO UN RUOLO DI ‘’CONSULENTE SPECIALE’’. RISPOSTA: O DIRETTORE O NIENTE…

peter thiel narendra modi xi jinping donald trump

DAGOREPORT - IL VERTICE ANNUALE DELL'ORGANIZZAZIONE PER LA COOPERAZIONE DI SHANGHAI (SCO), SI AVVIA A DIVENTARE L’EVENTO POLITICO PIÙ CLAMOROSO DELL’ANNO - XI JINPING ATTENDE L’ARRIVO DEI LEADER DI OLTRE 20 PAESI PER ILLUSTRARE LA “VISIONE CINESE” DEL NUOVO ORDINE GLOBALE – ATTESI PUTIN, L’INDIANO MODI (PER LA PRIMA VOLTA IN CINA DOPO SETTE ANNI DI SCAZZI), IL BIELORUSSO LUKASHENKO, IL PAKISTANO SHARIF, L’IRANIANO PEZESHKIAN E IL TURCO ERDOGAN - SE DA UN LATO IL SUMMIT SCO RAPPRESENTA IL TRIONFO DEL DRAGONE, CHE È RIUSCITO A RICOMPATTARE MEZZO MONDO, DALL’INDIA AL BRASILE, MINACCIATO DALLA CLAVA DEL DAZISMO DI TRUMP, DALL’ALTRO ATTESTA IL MASSIMO FALLIMENTO DELL’IDIOTA DELLA CASA BIANCA – L’ANALISI SPIETATA DELL’EMINENZA NERA, PETER THIEL, A “THE DONALD”: "A COSA SONO SERVITI I TUOI AMOROSI SENSI CON PUTIN PER POI RITROVARTELO ALLA CORTE DI PECHINO? A COSA È SERVITO LO SFANCULAMENTO DELL’EUROPA, DAL DOPOGUERRA AD OGGI FEDELE VASSALLO AI PIEDI DEGLI STATI UNITI, CHE ORA È TENTATA, PER NON FINIRE TRAVOLTA DALLA RECESSIONE, DI RIAPRIRE IL CANALE DI AFFARI CON LA CINA, INDIA E I PAESI DEL BRICS?” – "DONALD, SEI AL BIVIO’’, HA CONCLUSO THIEL, "O SI FA UN’ALLEANZA CON LA CINA, MA A DETTAR LE CONDIZIONI SARÀ XI, OPPURE DEVI ALLEARTI CON L’EUROPA. UNA TERZA VIA NON C’È…”