ERA MEGLIO IL TAXI – PER L’EX PORTAVOCE DI FINI ARRIVA LA CONDANNA DELLA CORTE DEI CONTI: 6 MILA EURO PER LE SCARROZZATE IN AUTO BLU DI ELISABETTA GREGORACI, MARZIA DI MAIO E SUA MOGLIE

Lorenzo D'Albergo per "la Repubblica - Cronaca di Roma"

Un incarico prestigioso e l'auto blu messa della Farnesina usata come taxi per scarrozzare in giro per le strade della capitale la moglie e le amiche starlet Elisabetta Gregoraci e Marzia Di Maio. Ora, però, per Salvatore Sottile, l'ex portavoce dell'allora vice presidente del Consiglio e ministro degli Esteri Gianfranco Fini, è arrivato il momento di saldare il conto con il pubblico erario. Così, dopo aver incassato una condanna a otto mesi di carcere per peculato d'uso, a mettere sotto l'albero di Natale di Sottile una nota di risarcimento da 6 mila euro sono stati i giudici della sezione giurisdizionale della Corte dei conti del Lazio.

La fiammante Alfa 156 del ministero, infatti, avrebbe dovuto consentire al portavoce di spostarsi soltanto tra i due suoi uffici della Farnesina e di palazzo Chigi. Invece, come ricostruito davanti ai procuratori dai due autisti M.A. e G.G., la vettura è stata utilizzata almeno quattro volte per trasportare la moglie di Sottile alla stazione Termini e all'aeroporto di Fiumicino. In altre quattro occasioni sul sedile posteriore dell'auto blu, diretta questa volta verso l'ufficio del collaboratore di Fini, ha trovato posto Elisabetta Gregoraci (oggi moglie del noto imprenditore Flavio Briatore). Una presenza, infine, anche per la showgirl Marzia Di Maio.

Viaggi che i giudici contabili definiscono «del tutto estranei ai fini istituzionali» e che nel 2006 finirono nel mirino della procura di Potenza nell'ambito dell'inchiesta "Vallettopoli". Salvatore Sottile venne arrestato e imputato di concussione sessuale: secondo quanto sostenuto al tempo dal pubblico ministero Henry John Woodcock, la Gregoraci tra il 2005 e il 2006 sarebbe stata costretta ad avere rapporti sessuali con l'addetto stampa, persino negli uffici della Farnesina, in cambio di partecipazioni in programmi Rai ("Diglielo in faccia" e "Il malloppo"). La vicenda, in mancanza di prove, si chiuse con l'archiviazione della posizione di Sottile e la soubrette a negare fermamente ogni tipo di rapporto con il portavoce del ministero.

In attesa della condanna in sede penale, arrivata nell'ambito del filone romano dell'inchiesta e definitiva dopo che il ricorso presentato da Sottile è stato respinto in appello e dichiarato inammissibile in Cassazione, è continuato senza sosta il lavoro della Corte dei conti del Lazio. Il procuratore Ugo Montella non ha quantificato la somma da restituire al pubblico erario e ha passato la palla ai giudici: al collegio presieduto da Ivan De Musso il compito di valutare l'entità del danno causato dal vecchio portavoce alla Farnesina.

«Tenendo conto che il consumo del carburante non è stato neppure troppo modesto almeno in occasione dei viaggi verso l'aeroporto di Fiumicino e tenendo anche conto che l'autovettura era di grossa cilindrata », scrivono i magistrati nella sentenza, Sottile dovrà restituire alla presidenza del Consiglio dei ministri 2.000 euro. Altri 4.000 basteranno, invece, a coprire l'entità del danno causato all'immagine del ministero e, più in generale, della pubblica amministrazione.

 

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