
“TRUMP ATTACCA I MEDIA PER INTIMIDIRLI, È UNA STRATEGIA USATA ANCHE IN ITALIA, MA VOI SIETE PIÙ ESPOSTI DI NOI” – IL GIORNALISTA MICHAEL WOLFF SPIEGA PERCHE' LA CAUSA DA 10 MILIARDI DI DOLLARI INTENTATA CONTRO IL “WALL STREET JOURNAL”, PER AVER PUBBLICATO UN ARTICOLO "FALSO E MALIGNO" CHE LO LEGHEREBBE AL DEFUNTO FINANZIERE PEDOFILO JEFFREY EPSTEIN, FINIRA' A TARALLUCCI E VINO: "RICHIEDEREBBE CHE IL PRESIDENTE TESTIMONIASSE IN AULA. MURDOCH ODIA TRUMP, LO CONSIDERA UN VILE E UN TRUFFATORE. È STATO COSTRETTO AD INGINOCCHIARSI MA..."
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TRUMP FA CAUSA PER DIFFAMAZIONE DA ALMENO 10 MILIARDI DI DOLLARI CONTRO IL WALL STREET JOURNAL
Estratto dell’articolo di Paolo Mastrolilli per www.repubblica.it
«La causa di Trump contro Murdoch verrà ritirata o respinta, perché è frivola dal punto di vista legale e richiederebbe una testimonianza in tribunale del presidente sul caso Epstein, che non darà mai». Michael Wolff è al centro di questa tempesta perfetta, perché ha scritto libri su entrambi i protagonisti e Donald voleva denunciarlo. Perciò avverte: «È una strategia per intimidire i media in tutto il mondo, ma in Italia dovete fare più attenzione perché siete più esposti di noi».
Perché Trump ha fatto causa a Murdoch per 10 miliardi?
«Lo fa sempre, è la sua mossa abituale. Non significa nulla, è solo una dimostrazione di spavalderia. Murdoch però tende a non cedere su questo, quindi presumo verrà archiviata o respinta».
[…] il Wall Street Journal dovrebbe consegnare la lettera di auguri scritta da Donald a Jeffrey, dimostrando la propria buona fede?
«Potrebbe, ma non è tenuto a farlo. L’obbligo della prova ricade sul querelante, che deve dimostrare l’intento diffamatorio. È un ostacolo alto, richiederebbe che Trump testimoniasse in aula sui suoi rapporti con Epstein. Perciò credo che Murdoch non stia perdendo un minuto di sonno su questa causa».
Com’è il rapporto fra i due?
«Murdoch odia Trump. È stato costretto a sopportarlo ma lo odia».
Averlo sulla sua televisione non genera ascolti e ricavi?
«La Fox ha sostenuto prima DeSantis e poi Haley, chiunque pur di fermare Trump. Poi però Donald ha vinto le elezioni e Rupert è rimasto fregato. È stato costretto ad inginocchiarsi, ma ciò non significa che fosse felice e quando ha avuto l’occasione per vendicarsi l’ha colta. Sono sicuro che il Wall Street Journal abbia lavorato bene. Murdoch era informato e da buon editore, quale può essere quando vuole, ha deciso che era una grande storia da pubblicare».
Odia Trump per motivi personali o politici?
«Entrambe le cose. Sul piano personale lo considera un vile e riprovevole truffatore. Murdoch è un conservatore tradizionale e crede che i politici debbano essere persone serie, non barzellette. Sul piano politico poi è un internazionalista, favorevole all’immigrazione, quindi opposto ai pilastri della linea Maga».
E Trump odia Murdoch?
«No, ha sempre corteggiato la sua approvazione. Rupert è un editore di successo miliardario, ciò che Trump stima e ama».
[…] Allora perché insiste con questa strategia?
«Le cause hanno molti usi, non solo vincerle. Ha minacciato anche me. Così attira l’attenzione, ti obbliga a sprecare energie e risorse con gli avvocati, spera di intimidirti e metterti a tacere. Ha creato un modello globale, imitato dai suoi alleati».
Cosa intende?
«Succede anche in Italia, ma dovete fare più attenzione. Da noi il sistema giudiziario ci protegge ancora, voi siete più esposti».
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