L’INSTABILITÀ NON LO AL-LETTA: ENRICHETTO PRETENDE LA VERIFICA DEL SOSTEGNO DEI PARTITI (SCRITTO DA DAGOSPIA SABATO)

Alberto D'Argenio e Carmelo Lopapa per "La Repubblica"

E adesso Enrico Letta pretende la verifica. Sarà il momento del redde rationem. Pochi giorni e il premier presenterà il suo «contratto» ai partiti. Prendere o lasciare, dentro o fuori. «Non sto qui a subire il tiro al piccione, né da destra né da sinistra». Enrico Letta vuole blindare la sua maggioranza.

E pretende un accordo sulla legge di Stabilità prima che approdi in consiglio dei ministri. Il premier è a New York, ma lo sguardo è costantemente rivolto all'Italia. La mancata assunzione di responsabilità di Pd e Pdl su quella che un tempo si chiamava Finanziaria, equivarrebbe per Palazzo Chigi a una sfiducia. Porterebbe in via automatica a un passo indietro del suo inquilino.

Neutralizzare dunque la selva di avvertimenti, le fibrillazioni, le messe in mora, le minacce, da una parte e dall'altra, ecco la priorità. E lo strumento individuato dall'asse di ferro con il ministro dell'Economia Fabrizio Saccomanni è proprio la legge di stabilità, che il Consiglio dei ministri è chiamato a varare entro metà ottobre: dovrà diventare il patto di coalizione per il prossimo anno «o mi faccio da parte».

Chi lo sottoscriverà si impegnerà a portarlo avanti senza ripensamenti. Per il capo del governo, dunque, si tratterà di un vero e proprio test per capire se la "strana maggioranza" possa andare avanti nel 2014 come chiede anche Napolitano. Il premier in missione per «vendere» il "prodotto Italia" in America, vuole insomma certezze e porre fine al tira e molla di questi giorni. Con l'obiettivo di imbullonare l'esecutivo anche rispetto alle vicende giudiziarie e molto personali del Cavaliere.

Il richiamo di ieri del presidente della Repubblica Napolitano torna ancor una volta utile a chi lavora alla tenuta del governo. Letta non ha ancora deciso se il passaggio, che sarà comunque parlamentare, comporterà una mozione di fiducia da affiancare alla legge. Ipotesi tutta da valutare proprio con il Colle. Al momento è la meno probabile, dato che nessuno ha ritirato il sostegno.

Il presidente del Consiglio potrebbe piuttosto rivolgersi alla coalizione con un appello in aula. Se votate, vi impegnerete per tutto il 2014, questo il senso. E non solo per tutti i passaggi concreti, i decreti e quant'altro di tecnico discende dalla legge di stabilità. Il richiamo dovrà avere un peso tutto politico, piuttosto. Affinché tutti i temi sul tappeto non vengano riaperti giorno per giorno. Un impegno, va detto, che Letta pretende non solo dai
falchi berlusconiani ma anche dal Pd.

Due gli obiettivi della «verifica». Primo: evitare che il Pdl/Forza Italia logori appunto day by day il suo governo, col tira e molla quotidiano tra i falchi Brunetta-Santanché, da una parte, e le colombe ministeriali Alfano e Lupi, dall'altra. Secondo: avere la certezza di potersi proiettare su tutto il 2014, gestire in serenità il semestre di presidenza italiana della Ue. E, come auspica il Colle, condurre in porto proprio in quell'arco di tempo le riforme, a cominciare da quella elettorale.

Ma su questo terreno Enrico Letta sa di misurarsi con le fibrillazioni che ancora attraversano il fronte berlusconiano. Il Cavaliere ieri ad Arcore ha fatto il solito vertice con Fedele Confalonieri, Ennio Doris e i dirigenti Mediaset e, dopo aver incontrato i figli, si è blindato con gli avvocati, compreso Franco Coppi. In cima alle sue preoccupazioni, la scelta dei servizi sociali (preferita) piuttosto che dei domiciliari, alla quale dovrà pervenire entro il 15 ottobre. Tuttavia, è anche l'argomento dimissioni in aula al Senato da rassegnare poco prima della decadenza, ad essere tornato di stretta attualità nei conciliaboli familiari e legali di Villa San Martino.

Gianni Letta e non solo lui sta insistendo in queste ore per scongiurare l'avvio della nuova campagna tv che il leader intende giocare tutta all'attacco, contro i giudici e Md in particolare. Oggi Berlusconi torna a Roma e per domani avrebbe intenzione di materializzarsi nel salotto di Porta a Porta, prima di approdare il giorno del suo compleanno, il 29, a Domenica Cinque sulla sua rete ammiraglia.

Tutto incerto, ancora, i dubbi sulla strategia lo logorano, mentre sullo sfondo si staglia la lotta di potere già in atto sui ruoli di vertice in Forza Italia. Daniela Santanché rinuncerà alla candidatura alla vicepresidenza della Camera (presto ai voti) ma i falchi non cedono il passo e Brunetta piazza per quel ruolo il "suo" Simone Baldelli.

Resterebbero a guardare Carfagna, Prestigiacomo, tra gli altri. Alfano e i ministri lottano per non perdere posizioni nel nuovo partito. Resta appesa la convocazione dei gruppi Pdl tra domani e dopo: improbabile - raccontano - se davvero Berlusconi ha rinunciato come sembra a dichiarare guerra al governo.

 

ENRICO LETTA E BERLUSCONI ENRICO LETTA E SILVIO BERLUSCONISILVIO BERLUSCONI ENRICO LETTA ENRICO LETTA PUGNO CHIUSO enrico_letta_vacanze_moglie_figliLETTA E BERLUenrico letta

Ultimi Dagoreport

alessandro giuli lucia borgonzoni manuela cacciamani mazzi rampelli giulio base film albatross 2025albatross angelo mellone perla tortora paolo petrecca alma manera

DAGO-CAFONAL! - DAI FRATELLI WARNER DI HOLLYWOOD AI FRATELLI D’ITALIA DI CINECITTÀ, IL CIAK È A DESTRA! - E VOILÀ! DOMANI SUGLI SCHERMI DEL BELPAESE ARRIVA "ALBATROSS", IL NUOVO IMMAGINARIO CAPOLAVORO DI GIULIO BASE, MARITATO TIZIANA ROCCA - ALL’ANTEPRIMA ROMANA, GOVERNO IN PRIMA FILA: TAPPETO ROSSO PER IL MINISTRO GIULI-VO DEL “PENSIERO SOLARE”; AVANTI I DIOSCURI RAI, ROSSI E MELLONE, FATE LARGO AL “GABBIANO SUPREMO” DI COLLE OPPIO, FABIO RAMPELLI, CON MOLLICONE DI SCORTA - NEL FOYER DEL CINEMA SI SBACIUCCHIANO PAOLO PETRECCA, DIRETTORE DI RAI SPORT, E L’AMATA ALMA MANERA - SE LUCIA BORGONZONI TIMBRA IL CARTELLINO PER LA LEGA, A TENERE ALTO IL PENNONE DI FORZA ITALIA C’È MAURIZIO GASPARRI, NEL '70 SEGRETARIO PROVINCIALE DEL FRONTE DELLA GIOVENTÙ – PER I DUE PRODUTTORI, PAOLO DEL BROCCO (RAI CINEMA) E GENNARO COPPOLA (COMPAGNO DI MANUELA CACCIAMANI, PRESIDENTE DI CINECITTA'), ‘STO “ALBATROSS” DI GIULIO BASE DEVE SUSCITARE VERAMENTE “GRANDE ATTENZIONE” VISTO CHE IL 18 GIUGNO SCORSO SAREBBE AVVENUTA UNA PROIEZIONE PRIVATA DEL FILM ALLA PRESENZA DI IGNAZIO LA RUSSA E DI SISTER ARIANNA MELONI…

cetrioloni per l italia - meme by edoardo baraldi giorgia meloni economia crisi soldi

DAGOREPORT - GIORGIA MELONI PUÒ FARE TUTTE LE SMORFIETTE CHE VUOLE MA A NATALE RISCHIA DI TROVARE SOTTO L'ALBERO UN'ITALIA IN GRANDE DIFFICOLTA' ECONOMICA. E SE I CITTADINI TROVERANNO LE TASCHE VUOTE, ANCHE IL PIU' INCROLLABILE CONSENSO PUO' SGRETOLARSI - IL POTERE D'ACQUISTO AUMENTA DELLO 0,9% ORA, MA NEGLI ULTIMI ANNI È CROLLATO DEL 20% - DA UN LATO L'INFLAZIONE TORNA A CRESCERE, DALL'ALTRO IL PIL CALA. E DAL 2026, CON LA FINE DEL PNRR, CHE HA "DROGATO" IL PRODOTTO INTERNO LORDO, LA SITUAZIONE NON POTRÀ CHE PEGGIORARE. SENZA CONSIDERARE L'EFFETTO TSUNAMI DEI DAZI DI TRUMP SU OCCUPAZIONE ED EXPORT - SE CI FOSSE UN'OPPOSIZIONE DECENTE, MARTELLEREBBE OGNI GIORNO SU QUESTI TEMI: SALARI DA FAME, TASSE CHE CONTINUANO A SALIRE, ECONOMIA CHE RISTAGNA. MA LA PRIORITÀ DI SCHLEIN SONO I GAY UNGHERESI E QUELLE DI CONTE E' FARE IL CANDIDATO PREMIER DEL CAMPO LARGO...

matteo salvini giorgia meloni antonio tajani

DAGOREPORT - MALGRADO UN’OPPOSIZIONE SINISTRATA E SUPERCAZZOLARA, L’ESTATE DELLA DUCETTA È  MOLESTATA DA BRUTTI PENSIERI - SE IN EUROPA CERCA DI DEMOCRISTIANIZZARSI, IN CASA LA MUSICA CAMBIA. SE PRENDE UNA SBERLA ALLE REGIONALI D’AUTUNNO, LA PREMIER TEME CHE UNA CADUTA POSSA TRASFORMARSI NELL’INIZIO DELLA FINE. COME È ACCADUTO AL PD DI RENZI, ALLA LEGA DI SALVINI, AL M5S DI DI MAIO. DI COLPO, DALL’ALTARE ALLA POLVERE - ECCO IL PESANTE NERVOSISMO PER LE CONTINUE “STONATURE” DEL TROMBONISTA SALVINI, CHE VEDE LA SUA LEADERSHIP MESSA IN PERICOLO DAL GENERALISSIMO VANNACCI. OPPURE QUELLE VOCI DI UN CAMBIO DI LEADERSHIP DI FORZA ITALIA, STANCHI LOS BERLUSCONES DI VEDERE TAJANI COL TOVAGLIOLO SUL BRACCIO AL SERVIZIO DELLA SORA GIORGIA. OCCORRE UN NUOVO MARINAIO AL TIMONE PER CAMBIARE ROTTA: ETTORE PRANDINI, PRESIDENTE DELLA COLDIRETTI? - QUESTA È LA CORNICE IN CUI SI TROVA OGGI IL GOVERNO MELONI: TUTTO È IN MOVIMENTO, NULLA È CERTO…

ferragni city life

CHE CRASH! DA CASA FERRAGNI ALL’INSEGNA DI GENERALI, LA CADUTA DELLA MILANO CITY LIFE - LETTERA A DAGOSPIA DI PIERLUIGI PANZA: ‘’SI È PASSATI DALLA MILANO INDUSTRIALE A QUELLA DEI CREDULONI DEL PANDORO, PER FINIRE ALLA CADENTE MILANO FINANZIARIA ORA CHE MPS VUOL PRENDERSI MEDIOBANCA PER PRENDERSI GENERALI - NEL BANDO PER CITY LIFE L’ACCORDO IMPONEVA CHE “IL 50% DELL’AREA FOSSE DESTINATA A VERDE PUBBLICO”. ECCOME NO! RENZO PIANO PRESENTÒ UN PROGETTO METÀ VERDE E METÀ CON UN GRATTACIELO E QUALCHE CASA. LO BOCCIARONO. SI SPALANCARONO COSÌ LE PORTE AD ALTRI ARCHISTAR: LIBESKIND, HADID E ISOZAKI. E COSÌ CITY LIFE È DIVENTATA UN NON-LUOGO, UN DUBAI SHOPPING MALL DIVENUTO UTILE ALLA COLLETTIVITÀ GRAZIE AL COVID, PERCHÉ LÌ CI FACEVANO LE VACCINAZIONI...

mediobanca mediolanum massimo doris nagel

MEDIOSBANCA! – BANCA MEDIOLANUM ANNUNCIA LA VENDITA DELLA SUA QUOTA DEL 3,5% IN MEDIOBANCA A INVESTITORI ISTITUZIONALI. E A NAGEL, ALLE PRESE CON L’OPS DI MPS, VIENE MENO IL PRIMO SOCIO DELL'ACCORDO DI CONSULTAZIONE TRA AZIONISTI – ERA UNA MOSSA PREVISTA DAL MOMENTO CHE L’EVENTUALE FUSIONE MEDIOBANCA-BANCA GENERALI TRASFORMEREBBE IL CORE BUSINESS DI PIAZZETTA CUCCIA NELLA GESTIONE DEL RISPARMIO, ANDANDO A SBATTERE CON L’IDENTICA ATTIVITÀ DELLA BANCA DI DORIS E BERLUSCONI….

mattarella nordio meloni giorgia carlo sergio magistrati toghe giudici

DAGOREPORT - MENTRE ELLY SCHLEIN PENSA DI FARE OPPOSIZIONE VOLANDO A BUDAPEST A SCULACCIARE ORBAN PER I DIRITTI DEI GAY UNGHERESI, GIORGIA MELONI E I SUOI FRATELLI D’ITALIA SI RITROVANO DAVANTI UN SOLO "NEMICO": LA COSTITUZIONE - SE DALLA CORTE DEI CONTI ALLA CASSAZIONE C'E' IL MATTARELLO DI MATTARELLA, LA MUSICA CAMBIA CON LA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA DI NORDIO - UNA VOLTA CHE IL PARLAMENTO APPROVERÀ LA “SEPARAZIONE DELLE CARRIERE” DI GIUDICI E PM, S’AVANZA IL RISCHIO CHE LE PROCURE DIPENDERANNO DAL MINISTERO DI GIUSTIZIA - ULTIMA SPES È IL REFERENDUM CONFERMATIVO CHE PER AFFONDARE UNA LEGGE DI REVISIONE COSTITUZIONALE NON  STABILISCE UN QUORUM: È SUFFICIENTE CHE I VOTI FAVOREVOLI SUPERINO QUELLI SFAVOREVOLI - ECCO PERCHE' IL GOVERNO MELONI HA LA COSTITUZIONE SUL GOZZO...