putin zar

L’INTERVENTO DELLA RUSSIA IN UCRAINA? TRE ITALIANI SU QUATTRO SONO CONTRO MOSCA. ILVO DIAMANTI: "CIRCA IL 20% DI NOSTRI CONNAZIONALI AVREBBERO PREFERITO RIMANERE FUORI DAL CONFLITTO. RINUNCIANDO A OGNI TIPO DI SANZIONE PER NON DANNEGGIARE IL (NOSTRO) PAESE. LA FIDUCIA VERSO IL GOVERNO, INFATTI, SI MANTIENE ELEVATA E RAGGIUNGE IL 63%. LA LEGA NON PERDE PUNTI. DAVANTI A TUTTI SI CONFERMANO IL PD E I FRATELLI D'ITALIA…"

Ilvo Diamanti per “la Repubblica”

 

vladimir putin 1

Da oltre due anni viviamo nell'insicurezza. Fino a ieri eravamo turbati dal Covid. Il nemico invisibile che si muove fra noi. In molti hanno parlato di "guerra", per definire e rappresentare la pandemia. Che ha provocato effetti pesanti e continua a fare vittime. Ma non è una "guerra". Perché il nemico non ha un volto né interessi in nome dei quali combattere. Mentre ciò che avviene in Ucraina è una guerra vera. Sanguinosa. Che sta mietendo vittime nella popolazione del Paese "occupato". E, al tempo stesso, fra i militari del Paese "occupante". La Russia.

 

ilvo diamanti

Una guerra che si combatte sugli schermi e sui social, oltre che sul territorio e nelle città. Non per caso le autorità russe contrastano, in modo aperto, i canali di comunicazione mediatica e im-mediata. Il digitale e i social. Che "trasmettono" le vicende e le scene di guerra oltre confine. In diretta. Nelle nostre case.

 

In tempo reale. Anche per questa ragione la preoccupazione dei cittadini appare acuta e diffusa. Pressoché unanime. A differenza di 8 anni fa, nel 2014, quando l'intervento russo in Ucraina determinò l'annessione della Crimea. È quanto emerge dal sondaggio condotto da Demos nei giorni scorsi. Che sottolinea, inoltre, come l'occupazione russa sia condannata da più di tre quarti degli italiani.

 

vladimir putin

Peraltro, la reazione dell'Occidente, attraverso sanzioni economiche, ma senza scendere direttamente in campo, suscita un'ampia adesione, come osservano Bordignon e Turato, nel loro approfondimento. Mentre quanti ritengono che sarebbe stato meglio e più efficace intervenire direttamente, con azioni e interventi militari, costituiscono una componente limitata. Poco superiore al 10%. Circa la metà di quanti avrebbero preferito rimanere fuori dal conflitto. Rinunciando a ogni tipo di sanzione. Per non danneggiare il (nostro) Paese.

 

 I nostri mercati. Tuttavia, queste vicende drammatiche, per quanto abbiano generato emozione, non sembrano aver modificato gli atteggiamenti politici "interni" al Paese. Nonostante le "relazioni" significative con Vladimir Putin, sviluppate, in passato, da alcuni importanti attori politici italiani. In particolare, Silvio Berlusconi e Matteo Salvini. I quali - soprattutto Salvini - oggi cercano di prendere le distanze da quel passato. E da quel "capo".

 

MARIO DRAGHI

Tuttavia, le conseguenze di queste drammatiche vicende "esterne", sul piano politico "interno", appaiono poco visibili. La fiducia verso il governo, infatti, si mantiene elevata e raggiunge il 63%. Superiore, di poco, rispetto a un mese fa. Un consenso solido, praticamente identico a quello espresso nei confronti del Presidente del Consiglio, Mario Draghi. A conferma che si tratta di un governo "personalizzato".

 

Anche gli orientamenti di voto cambiano poco. Anzi, pochissimo. Davanti a tutti si confermano il Pd e i Fratelli d'Italia, entrambi intorno al 21%. Il Pd appena sopra. Entrambi in crescita di mezzo punto percentuale. Mentre, poco più indietro, la Lega è stimata al 17,6% e il M5S scivola sotto il 15%. Come non avveniva da molti anni. Rispetto alle elezioni politiche del 2018, il "non-partito" guidato, attualmente, da Giuseppe Conte appare più che dimezzato.

 

SALVINI PUTIN CONTE DI MAIO

A conferma dei cambiamenti profondi, che, negli ultimi anni, hanno accentuato l'instabilità del consenso elettorale. Oggi molto più che "liquido", per evocare Zygmunt Bauman. Tutte le altre "forze" politiche si confermano assai meno "forti". E non raggiungono, anzi, perlopiù neppure avvicinano il 10%.

 

Ad eccezione di Forza Italia, stimata al 7,8%. In lieve crescita. Il partito di Berlusconi, quindi, non risente dell'impopolarità di Putin, in questa fase. Come la Lega di Salvini. Nonostante entrambi, Salvini e Berlusconi, abbiano manifestato, negli anni scorsi, un aperto "legame", con Putin. Matteo Salvini, sul piano dei consensi, appare perfino in crescita, per quanto di poco. Ma resta, comunque, molto lontano da Draghi. E dagli altri principali leader. Conte, Meloni, Gentiloni.

 

enrico letta su france 2

E lo stesso Enrico Letta segretario del Pd Al di là delle specifiche scelte di partito, peraltro, il dissenso verso l'intervento della Russia in Ucraina, rilevato dal sondaggio di Demos, appare largo e generalizzato, fra i cittadini. E, quindi, trasversale. Un atteggiamento di rifiuto appena più limitato, di fronte all'invasione russa, si osserva fra gli elettori dei Fd'I. I quali, comunque, condannano l'aggressione in larghissima maggioranza. Tuttavia, il partito guidato da Giorgia Meloni conferma, anche in questo caso, la propria "differenza".

 

La propria specifica "posizione" di (unico) partito di "opposizione". La scena politica "interna", dunque, non sembra particolarmente colpita da quanto avviene "all'esterno". In Ucraina. E non subisce mutamenti rilevanti. A differenza del "sentimento" sociale, sempre più pervaso dall'insicurezza. Anche perché la guerra ha investito un Paese europeo non molto lontano, dal quale provengono molte persone - e in particolare molte donne - che vivono e lavorano da noi. È, quindi, probabile che i prossimi eventi alimentino ulteriormente il nostro sentimento. E le nostre paure.

giorgia meloni alla conferenza dei conservatori cpac, in florida 2putin

Ultimi Dagoreport

alessandro giuli lucia borgonzoni manuela cacciamani mazzi rampelli giulio base film albatross 2025albatross angelo mellone perla tortora paolo petrecca alma manera

DAGO-CAFONAL! - DAI FRATELLI WARNER DI HOLLYWOOD AI FRATELLI D’ITALIA DI CINECITTÀ, IL CIAK È A DESTRA! - E VOILÀ! DOMANI SUGLI SCHERMI DEL BELPAESE ARRIVA "ALBATROSS", IL NUOVO IMMAGINARIO CAPOLAVORO DI GIULIO BASE, MARITATO TIZIANA ROCCA - ALL’ANTEPRIMA ROMANA, GOVERNO IN PRIMA FILA: TAPPETO ROSSO PER IL MINISTRO GIULI-VO DEL “PENSIERO SOLARE”; AVANTI I DIOSCURI RAI, ROSSI E MELLONE, FATE LARGO AL “GABBIANO SUPREMO” DI COLLE OPPIO, FABIO RAMPELLI, CON MOLLICONE DI SCORTA - NEL FOYER DEL CINEMA SI SBACIUCCHIANO PAOLO PETRECCA, DIRETTORE DI RAI SPORT, E L’AMATA ALMA MANERA - SE LUCIA BORGONZONI TIMBRA IL CARTELLINO PER LA LEGA, A TENERE ALTO IL PENNONE DI FORZA ITALIA C’È MAURIZIO GASPARRI, NEL '70 SEGRETARIO PROVINCIALE DEL FRONTE DELLA GIOVENTÙ – PER I DUE PRODUTTORI, PAOLO DEL BROCCO (RAI CINEMA) E GENNARO COPPOLA (COMPAGNO DI MANUELA CACCIAMANI, PRESIDENTE DI CINECITTA'), ‘STO “ALBATROSS” DI GIULIO BASE DEVE SUSCITARE VERAMENTE “GRANDE ATTENZIONE” VISTO CHE IL 18 GIUGNO SCORSO SAREBBE AVVENUTA UNA PROIEZIONE PRIVATA DEL FILM ALLA PRESENZA DI IGNAZIO LA RUSSA E DI SISTER ARIANNA MELONI…

cetrioloni per l italia - meme by edoardo baraldi giorgia meloni economia crisi soldi

DAGOREPORT - GIORGIA MELONI PUÒ FARE TUTTE LE SMORFIETTE CHE VUOLE MA A NATALE RISCHIA DI TROVARE SOTTO L'ALBERO UN'ITALIA IN GRANDE DIFFICOLTA' ECONOMICA. E SE I CITTADINI TROVERANNO LE TASCHE VUOTE, ANCHE IL PIU' INCROLLABILE CONSENSO PUO' SGRETOLARSI - IL POTERE D'ACQUISTO AUMENTA DELLO 0,9% ORA, MA NEGLI ULTIMI ANNI È CROLLATO DEL 20% - DA UN LATO L'INFLAZIONE TORNA A CRESCERE, DALL'ALTRO IL PIL CALA. E DAL 2026, CON LA FINE DEL PNRR, CHE HA "DROGATO" IL PRODOTTO INTERNO LORDO, LA SITUAZIONE NON POTRÀ CHE PEGGIORARE. SENZA CONSIDERARE L'EFFETTO TSUNAMI DEI DAZI DI TRUMP SU OCCUPAZIONE ED EXPORT - SE CI FOSSE UN'OPPOSIZIONE DECENTE, MARTELLEREBBE OGNI GIORNO SU QUESTI TEMI: SALARI DA FAME, TASSE CHE CONTINUANO A SALIRE, ECONOMIA CHE RISTAGNA. MA LA PRIORITÀ DI SCHLEIN SONO I GAY UNGHERESI E QUELLE DI CONTE E' FARE IL CANDIDATO PREMIER DEL CAMPO LARGO...

matteo salvini giorgia meloni antonio tajani

DAGOREPORT - MALGRADO UN’OPPOSIZIONE SINISTRATA E SUPERCAZZOLARA, L’ESTATE DELLA DUCETTA È  MOLESTATA DA BRUTTI PENSIERI - SE IN EUROPA CERCA DI DEMOCRISTIANIZZARSI, IN CASA LA MUSICA CAMBIA. SE PRENDE UNA SBERLA ALLE REGIONALI D’AUTUNNO, LA PREMIER TEME CHE UNA CADUTA POSSA TRASFORMARSI NELL’INIZIO DELLA FINE. COME È ACCADUTO AL PD DI RENZI, ALLA LEGA DI SALVINI, AL M5S DI DI MAIO. DI COLPO, DALL’ALTARE ALLA POLVERE - ECCO IL PESANTE NERVOSISMO PER LE CONTINUE “STONATURE” DEL TROMBONISTA SALVINI, CHE VEDE LA SUA LEADERSHIP MESSA IN PERICOLO DAL GENERALISSIMO VANNACCI. OPPURE QUELLE VOCI DI UN CAMBIO DI LEADERSHIP DI FORZA ITALIA, STANCHI LOS BERLUSCONES DI VEDERE TAJANI COL TOVAGLIOLO SUL BRACCIO AL SERVIZIO DELLA SORA GIORGIA. OCCORRE UN NUOVO MARINAIO AL TIMONE PER CAMBIARE ROTTA: ETTORE PRANDINI, PRESIDENTE DELLA COLDIRETTI? - QUESTA È LA CORNICE IN CUI SI TROVA OGGI IL GOVERNO MELONI: TUTTO È IN MOVIMENTO, NULLA È CERTO…

ferragni city life

CHE CRASH! DA CASA FERRAGNI ALL’INSEGNA DI GENERALI, LA CADUTA DELLA MILANO CITY LIFE - LETTERA A DAGOSPIA DI PIERLUIGI PANZA: ‘’SI È PASSATI DALLA MILANO INDUSTRIALE A QUELLA DEI CREDULONI DEL PANDORO, PER FINIRE ALLA CADENTE MILANO FINANZIARIA ORA CHE MPS VUOL PRENDERSI MEDIOBANCA PER PRENDERSI GENERALI - NEL BANDO PER CITY LIFE L’ACCORDO IMPONEVA CHE “IL 50% DELL’AREA FOSSE DESTINATA A VERDE PUBBLICO”. ECCOME NO! RENZO PIANO PRESENTÒ UN PROGETTO METÀ VERDE E METÀ CON UN GRATTACIELO E QUALCHE CASA. LO BOCCIARONO. SI SPALANCARONO COSÌ LE PORTE AD ALTRI ARCHISTAR: LIBESKIND, HADID E ISOZAKI. E COSÌ CITY LIFE È DIVENTATA UN NON-LUOGO, UN DUBAI SHOPPING MALL DIVENUTO UTILE ALLA COLLETTIVITÀ GRAZIE AL COVID, PERCHÉ LÌ CI FACEVANO LE VACCINAZIONI...

mediobanca mediolanum massimo doris nagel

MEDIOSBANCA! – BANCA MEDIOLANUM ANNUNCIA LA VENDITA DELLA SUA QUOTA DEL 3,5% IN MEDIOBANCA A INVESTITORI ISTITUZIONALI. E A NAGEL, ALLE PRESE CON L’OPS DI MPS, VIENE MENO IL PRIMO SOCIO DELL'ACCORDO DI CONSULTAZIONE TRA AZIONISTI – ERA UNA MOSSA PREVISTA DAL MOMENTO CHE L’EVENTUALE FUSIONE MEDIOBANCA-BANCA GENERALI TRASFORMEREBBE IL CORE BUSINESS DI PIAZZETTA CUCCIA NELLA GESTIONE DEL RISPARMIO, ANDANDO A SBATTERE CON L’IDENTICA ATTIVITÀ DELLA BANCA DI DORIS E BERLUSCONI….

mattarella nordio meloni giorgia carlo sergio magistrati toghe giudici

DAGOREPORT - MENTRE ELLY SCHLEIN PENSA DI FARE OPPOSIZIONE VOLANDO A BUDAPEST A SCULACCIARE ORBAN PER I DIRITTI DEI GAY UNGHERESI, GIORGIA MELONI E I SUOI FRATELLI D’ITALIA SI RITROVANO DAVANTI UN SOLO "NEMICO": LA COSTITUZIONE - SE DALLA CORTE DEI CONTI ALLA CASSAZIONE C'E' IL MATTARELLO DI MATTARELLA, LA MUSICA CAMBIA CON LA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA DI NORDIO - UNA VOLTA CHE IL PARLAMENTO APPROVERÀ LA “SEPARAZIONE DELLE CARRIERE” DI GIUDICI E PM, S’AVANZA IL RISCHIO CHE LE PROCURE DIPENDERANNO DAL MINISTERO DI GIUSTIZIA - ULTIMA SPES È IL REFERENDUM CONFERMATIVO CHE PER AFFONDARE UNA LEGGE DI REVISIONE COSTITUZIONALE NON  STABILISCE UN QUORUM: È SUFFICIENTE CHE I VOTI FAVOREVOLI SUPERINO QUELLI SFAVOREVOLI - ECCO PERCHE' IL GOVERNO MELONI HA LA COSTITUZIONE SUL GOZZO...