E ’L NAVIGAR M’È DOLCE IN QUESTO YACHT - DAL MARE A UN MARE DI GUAI, IL PASSO E’ BREVE: LA PASSIONE SUICIDA DEI POLITICI PER LE BARCHE - NON SOLO IL FORMINCHIONI, CON LE SUE (ANZI, DI DACCÒ) “OJALA” E “AD MAIORA” A SOLCAR LE ONDE IN GIRO PER I CARAIBI, MA ANCHE LAVITOLA CON IL MOSTRUOSO “MORNING GLORY” DEL BANANA - PER I POLITICI, LE NAVI PRESAGISCONO IL NAUFRAGIO. FORSE È PER QUESTO CHE D’ALEMA E GRILLO SE NE SONO LIBERATI…

Jacopo Iacoboni per "La Stampa"

E su, direbbe Ombretta Colli, «alzi la mano chi non è mai stato su una barca, a far le vacanze»... Certamente i politici, o gli affaristi, bisogna dire.

La Barca - scritto con la maiuscola sembra ormai per il potere e il privilegio il feticcio definitorio, l'oggetto di una fascinazione quasi fanciullesca, pascoliana. È incredibile come personaggi vaccinati e scafati appena vedono un teak e una vela o un possente motore tornano tutti dei bambinoni, quello che per John Belushi era «la Baaanda» per il potente è trovarsi davanti a un 34 metri e gridare, ispirato: «La Baaarca!».

Qui non si sta neanche parlando dell'eventuale profilo penale della vicenda di Formigoni, semmai di quello umano, esistenziale, psicosomatico: quello che lo rende simile ad alcuni che l'hanno preceduto, con un che però di tragico in più. Rivela infatti Daccò che, oltre a ospitare a più riprese il presidente della Lombardia tra Cannes e i Caraibi, garantì a Formigoni e al suo amico Perego l'affitto gratuito e l'utilizzo esclusivo di una barca chiamata «Ojala» per quattro mesi, alleggerendolo di una spesa di 144 mila euro. E per evitare che la Finanza potesse fermarli e considerarli due abusivi, la società austriaca alla quale la barca era intestata produsse apparenti contratti di noleggio da parte di Perego.

È tutto quello che avevamo sempre sognato, l'intreccio, compiuto, tra il tardo-vanzinismo e travolti da un insolito destino nell'azzurro mare d'agosto. C'è per esempio questo marinaio che giurerebbe che nei cinque anni in cui lui è stato a servizio da Daccò c'erano altri due yacht - «Ad Majora» e «Cinchingaia» - che furono usati «per l'ottanta per cento da Formigoni e Perego». Daccò corregge solo in parte, «anch'io li ho usati frequentemente», ma non è quello il punto, il punto è chiedersi quante «Ojala», e «Ad Majora», e «Chichingaia» e chicharite varie vedremo ancora spuntare, sulle nostre macerie?

«Megghiu navigari ca futtiri», allora. Per una barca il Potere, o magari la pletora degli aspiranti, s'acceca, e accetta volentieri il ridicolo. È impossibile dimenticare l'intercettazione più bella di sempre: «Valterino» (come lo chiama al telefono il Cavaliere) Lavitola che scrocca la barca a Berlusconi, il leggendario «Morning Glory», 48 metri e due alberi. Con tenacia, insistenza, mielosità, gli fa al telefono: «...ma dico, presidente... qualche giorno a Panama non la può mandare?... invece... di Miami?».

E Berlusconi che prova e riprova a glissare, e il questuante che insiste, si getta a tappetino e pietisce, «sennò... mi faceva fare qualche giro a me... lei m'aveva detto...». Chicca finale, il lavitolato che riscrive la geografia e assicura a un dubbioso Silvio di poter andare da Panama a San Francisco «in un giorno, un giorno e mezzo»... Bum.

Forse ha fatto bene infine D'Alema a vendere (a settembre) l'Ikarus II - che era suo, non prestato da nessuno, solo comprato con un leasing acceso alla Banca Popolare di Fiorani, quella dei furbetti del quartierino. Meglio ancora Beppe Grillo a liberarsi della sua, di barca, hobby che pure gli piaceva assai.

Non è questione di moralismi: è che portano male al politico. Grillo nell'estate del ‘97 fece pure naufragio col suo «Giò2», un semicabinato Magnum di 13 metri, sugli scogli davanti all'isola Mortorio, arcipelago della Maddalena. Lo salvarono i guardacoste; praticamente, dei soci fondatori del Movimento cinque stelle.

 

MASSIMO D'ALEMA IN BARCAD'Alema in barcaRoberto Formigoni ospite a bordo dello yacht di Piero Dacco beppe grillo mare rep01FORMIGONI SULLO YACHT DI DACCO'FORMIGONI SULLO YACHT DI PIERO DACCO la barca di Berlusconi, il leggendario «Morning Glory»LAVITOLA IN VACANZA A PROCIDA IL 22 AGOSTOMorning-Glory

Ultimi Dagoreport

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...

giorgia meloni matteo salvini adolfo urso abodi giorgetti tajani giorgio armani

UN PO’ PIU’ DI RISPETTO SE LO MERITAVA GIORGIO ARMANI DA PARTE DEL GOVERNO – SOLO IL MINISTRO DELL’UNIVERSITA’, ANNA MARIA BERNINI, HA RESO OMAGGIO ALL’ITALIANO PIU’ CONOSCIUTO AL MONDO RECANDOSI ALLA CAMERA ARDENTE DOVE, TRA SABATO E DOMENICA, SONO SFILATE BEN 16 MILA PERSONE - EPPURE MILANO E’ A DUE PASSI DA MONZA, DOVE IERI ERA PRESENTE AL GP, OLTRE AL VICEPREMIER MATTEO SALVINI, IL MINISTRO DELLO SPORT ANDREA ABODI, SMEMORATO DEL PROFONDO LEGAME DELLO STILISTA CON BASKET, CALCIO, TENNIS E SCI - A 54 KM DA MILANO, CERNOBBIO HA OSPITATO NEL WEEKEND TAJANI, PICHETTO FRATIN, PIANTEDOSI, CALDERONE E SOPRATTUTTO ADOLFO URSO, MINISTRO DEL MADE IN ITALY, DI CUI ARMANI E’ L’ICONA PIU’ SPLENDENTE – E IGNAZIO LA RUSSA, SECONDA CARICA DELLO STATO, DOMENICA ERA A LA SPEZIA A PARLARE DI ''PATRIOTI'' AL DI LA’ DI RITUALI POST E DI ARTICOLETTI (MELONI SUL “CORRIERE”), UN OMAGGIO DI PERSONA LO MERITAVA TUTTO DAL GOVERNO DI CENTRODESTRA PERCHE’ ARMANI E’ STATO UN VERO “PATRIOTA”, AVENDO SEMPRE PRESERVATO L’ITALIANITA’ DEL SUO IMPERO RIFIUTANDO LE AVANCES DI CAPITALI STRANIERI…