L’OPINIONE PUBBLICA ITALIANA È INTOSSICATA IRRIMEDIABILMENTE: IL “CORRIERE DELLA SERA” OSPITA UN EDITORIALE VERGOGNOSO DEL FISICO CARLO ROVELLI. UN DISTILLATO DI RETORICA ANTI-OCCIDENTALE, PUTINISMO E MISINFORMAZIONE CHE SEMBRA SCRITTO SOTTO DETTATURA DI “MAD VLAD” – “OGGI L’IDEOLOGIA SI CHIAMA ‘DEMOCRAZIA’, UNA PAROLA VUOTA, RIPETUTA ALLA NAUSEA, RIDOTTA SOLO A COPRIRE LA FEROCE DETERMINAZIONE DELL’OCCIDENTE RICCO A DIFENDERE IL PROPRIO PRIVILEGIO STORICO” – “L’EUROPA NON HA RAGIONE DI AVERE PAURA DELLA RUSSIA, CHE DA SEMPRE NON CERCA ALTRO CHE UN MODO DI ESSERE INVITATA A TAVOLA E NON ESSERE SCHIACCIATA” - INFATTI, CHI HA INVASO UN PAESE SOVRANO NEL 2022 E DA ALLORA LO BOMBARDA GIORNO E NOTTE? - IL PEANA FINALE IN LODE DEI SINCERI DEMOCRATICI DI PECHINO E MOSCA: "USCIAMO DAL DELIRIO 'DEMOCRAZIA VERSO AUTOCRAZIA', IN UN MONDO IN CUI COSIDDETTE AUTOCRAZIE CRESCONO ECONOMICAMENTE MOLTO PIÙ DI NOI, RACCOLGONO PIÙ CONSENSO INTERNO DI NOI, E MIGLIORANO LA VITA DEI LORO CITTADINI A LIVELLI MAI VISTI NELLA STORIA…”
L’articolo di Rovelli sul Corriere della Sera contiene molti errori storici (La Russia non ha mai attaccato un paese europeo. La Cina paradiso dei lavoratori etc), ma ha un nucleo fondamentale utile per capire perché questi intellettuali sono schierati con la Russia di Putin…
— Carlo Calenda (@CarloCalenda) December 11, 2025
Sarebbe ora che gli Italiani capissero che pure se ti chiami Barbero o Rovelli ma sei ideologicamente schierato con la Russia, puoi avere tutti i titoli che vuoi, ma sempre un bugiardo rimani. I fatti sono che in Russia chi protesta viene arrestato e che non esiste opposizione.
— Ivan_Grieco (@Ivan_Grieco) December 11, 2025
Forse Rovelli, Barbero e altri dovrebbero guardarsi questo video e sentire tante altre testimonianze tremende e guardare in faccia queste persone come abbiamo fatto noi in questi 4 anni di guerra. Se hanno un cuore che ancora funziona, ammetteranno di essersi sbagliati su tutto.… https://t.co/ONe8O973GW
— cristiano tinazzi (@tincazzi) December 11, 2025
Ricordatemi dove vive e insegna Rovelli? Non vorrei mai che il tanto odiato privilegio occidentale di cui godiamo noi cattivoni lo sfiorasse. https://t.co/hCSgW0TQlT
— Michele Marelli (@MarelliMichele) December 11, 2025
Per esempio la cifra di 1,6% di spese militari sul Pil della Cina, che Rovelli cita, è una bugia, una disinformazione, una propaganda, in quanto è la cifra ufficiale della partito a Pechino, considerata falsa dagli studiosi seri. Ma il prof. lo nasconde ai lettori. https://t.co/BNVca4CbsU
— Riottoso podcast (@riotta) December 11, 2025
#vatniksoup
— Antonio Golfari (@antoniogolfari) October 27, 2025
Carlo #Rovelli è un fisico, saggista e divulgatore scientifico, specializzato in fisica teorica.
Lo scrivo perché, ascoltandolo mentre si cimenta in ricostruzioni storiche creative e filosofia orientale, potreste avere la sensazione che si tratti di un imbecille https://t.co/oJoJYwVtx3
Estratto dell’articolo di Carlo Rovelli per il “Corriere della Sera”
CARLO ROVELLI concertone primo maggio
[…] il mondo è a un bivio. Un bivio drammatico. Il progresso economico si è diffuso nel pianeta alterandone in profondità gli equilibri economici. Il blocco occidentale che fino a pochi decenni fa rappresentava tre quarti del prodotto lordo del mondo, ora si è ridotto a meno della metà.
Non perché l’Occidente si sia impoverito, tutt’altro, ma perché il resto del mondo, fortunatamente, è cresciuto in economia, istruzione, scienza, successi, fiducia in se stesso, forza. Questa non è una cattiva notizia — il mondo sta meglio — eccetto per coloro che pensano che i privilegi dell’Occidente rispetto al resto del mondo siano diritto divino, da difendere con le armi.
Le possibili risposte occidentali a questo ri-bilanciamento economico globale sono due.
La prima è accettare un parallelo ri-bilanciamento politico. Accettare il multilateralismo globale, in cui gli Stati occidentali non sono più gli indiscussi padroni del pianeta come lo sono stati più o meno per tre secoli, ma siedono insieme agli altri — forti, ma assieme agli altri — in un consesso di popoli.
L ARTICOLO DI CARLO ROVELLI SUL CORRIERE DELLA SERA
Questa è ragionevolezza, e questa è la strada che, con lungimiranza, indica la nuova «National Security Strategy» degli Stati Uniti.
L’alternativa, a cui molti a casa nostra restano appesi, è per l’Occidente voler difendere a ogni costo, spesso con guerre ininterrotte come hanno fatto recentemente gli Stati Uniti, il dominio globale dell’Occidente.
Questa direzione, senza dubbio, ci porta verso la Terza Guerra Mondiale e un XXI secolo che ripeterebbe le catastrofi del XX secolo: 100 milioni di morti ammazzati, e una continua danza al brivido con la catastrofe atomica.
[…] L’intero dominio mondiale dell’Europa, alla radice dell’attuale ricchezza e potere dell’Occidente, è stato giustificato con l’ideologia del Progresso: portare «la civiltà» ai popoli «primitivi». In nome di questo Progresso, sono stati compiuti innumerevoli genocidi, quasi azzerando la popolazione del continente americano, e trascinando in schiavitù decine di milioni di africani.
Oggi l’ideologia si chiama «democrazia», una parola vuota, ripetuta alla nausea, ridotta solo a coprire la feroce determinazione dell’Occidente ricco a difendere il proprio privilegio storico.
Ma una determinazione miope, più che feroce, perché il ri-bilanciamento economico è già avvenuto, e l’Occidente è a un bivio storico: scatenare l’inferno per cercare di preservare ancora per un po’ il dominio militare e politico sul mondo. Oppure accettare il multilateralismo, le legittime aspirazioni di vastissime aree del pianeta a seguire la loro strada, culturale e politica, senza piegarsi al volere occidentale.
Temevo che la miopia e l’accecamento ideologico delle élite al potere in occidente, troppo abituate a sentirsi — da secoli — padroni e arbitri del mondo, sentirsi legittimati a punire, contenere, imporre il proprio volere con le armi e con la (ora perduta) schiacciante superiorità economica, stessero portandoci verso l’abisso. Con tutto quanto in esso non mi piace, il «National Security Strategy» degli Stati Uniti mi fa pensare che forse non tutto è perduto. Forse qualcuno capace di guardare un po’ più in là del suo naso, nelle stanze dei bottoni, c’è.
Il nostro continente, abituato a godere dei privilegi dei vassalli dell’impero, in cambio solo di una seria rinuncia alla sovranità (basti pensare alle armi atomiche sul nostro territorio che noi neppure controlliamo) e qualche occasionale partecipazione simbolica alle continue guerre imperiali, sta reagendo alla svolta politica americana con sgomento, e in maniera scomposta.
Si sente abbandonato dal muscoloso papà, si spaura. Mi sembra una confusione salutare. Invece di trincerarsi dietro l’ipocrisia delle alate dichiarazioni sulla «democrazia» che servivano solo per coprire il gioco sporco del potere, della guerra per le risorse, della difesa dei privilegi (prima difendevamo l’Ucraina come paladini senza macchia e senza paura della libertà e della giustizia, poi quando una soluzione si è prospettata, d’un tratto la questione è diventata «e noi cosa ci guadagniamo?»), cominciamo piuttosto a guardare un po’ più in là del nostro naso, e articoliamo proposte.
L’Europa non ha bisogno degli Stati Uniti. Non ha bisogno di armarsi, tanto meno al livello folle del 5% dei Pil, quando quasi nessuno nel mondo spende a questo livelli, neppure gli Stati Uniti (la Cina spende l’1,6% del Pil per spese militari).
L’Europa non ha ragione di avere paura della Russia, che da sempre non cerca altro, talvolta in maniera troppo brusca e scomposta, certo, che un modo di essere invitata a tavola e non essere schiacciata.
vladimir putin e donald trump - meme by 50 sfumature di cattiveria
La Russia è stata ripetutamente attaccata e invasa dall’Europa nella storia (dalla Francia, dalla Germania, persino dagli italiani nella guerra di Crimea) e non ha mai attaccato l’Europa. Tantomeno si è mai sognata di attaccare un paese Nato: ha attaccato l’Ucraina proprio perché non era nella Nato e per evitare che lo diventasse. L’Europa non ha necessità di «punire» la Russia e sentirsi l’arbitro del mondo.
L’Europa, a differenza degli Stati Uniti, crede nel diritto internazionale, nella legittimità e nel valore prezioso delle istituzioni sovranazionali: dia peso a quelle come il luogo per discutere e implementare la legittimità. Perché non lo fa? Si troverà d’un tratto, forse con stupore, alleata a tre quarti del mondo.
L’Europa si adoperi per affrontare in maniera multilaterale, assieme, i problemi veri dell’umanità: evitare e diminuire le guerre, riscaldamento climatico, colossali e crescenti diseguaglianze economiche, povertà estrema che persiste in vaste aree del mondo. Su queste questioni, che sono le questioni importanti per tutti noi, siamo molto più vicini al resto del mondo che agli Stati Uniti.
Usciamo dal delirio «democrazia verso autocrazia», in un mondo in cui cosiddette autocrazie crescono economicamente molto più di noi, raccolgono più consenso interno di noi, e migliorano la vita dei loro cittadini a livelli mai visti nella storia, e pensiamo al mondo come una comunità di popoli che ciascuno cerca la sua strada come vuole, che talvolta litigano fra loro, ma che devono imparare a farlo in maniera più civile, senza trucidarsi in continuazione. È una straordinaria opportunità, che il mondo chiede, e che ci aprono i cugini d’oltreoceano.
xi jinping vladimir putin .
DONALD TRUMP ALLA CASA BIANCA MOSTRA LA SUA FOTO CON VLADIMIR PUTIN - FOTO LAPRESSE
putin trump
vladimir putin xi jinping vertice sco, shanghai cooperation organization
putin modi xi jinping
VLADIMIR PUTIN XI JINPING E KIM JONG UN - PARATA MILITARE IN PIAZZA TIENANMEN A PECHINO




