
IN UE COMANDA UN TEDESCO. E NON È URSULA VON DER LEYEN – IL VERO POTERE FORTE DI BRUXELLES È BJOERN SEIBERT, IL CAPO DI GABINETTO DELLA PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE UE, CHE HA ACCENTRATO SU DI SÉ TUTTE LE DECISIONI SUI DOSSIER CHIAVE – IL “METODO SEIBERT” È LA VERTICALE DEL POTERE: DAL 2019, LA COMMISSIONE È GUIDATA DA UN “COMITATO MILITARE” RISTRETTO, COMPOSTO SOLO DA TEDESCHI, A CUI È DEMANDATA OGNI SCELTA (NE SA QUALCOSA ELISABETTA BELLONI, CHIAMATA COME CONSIGLIERA DA URSULA E POI MARGINALIZZATA E ISOLATA) - I COMMISSARI CARISMATICI SONO STATI RIMPIAZZATI DA PESI PIUMA COME FITTO. IL PARLAMENTO UE VIENE SCHIFATO A VANTAGGIO DEI RAPPORTI DIRETTI CON GLI STATI MEMBRI. RISULTATO? SCELTE DISCUTIBILI, INCAZZATURE A GOGO, RITARDI E UMILIAZIONI, COME CON I DAZI USA...
Estratto dell’articolo di David Carretta per “il Foglio”
URSULA VON DER LEYEN - BJOERN SEIBERT
Il segreto del successo di Ursula von der Leyen si chiama Bjoern Seibert. Il nome è sconosciuto fuori dalle istituzioni dell’Unione europea e dai circoli delle cancellerie internazionali. Eppure è un nome che va ricordato. Meglio ancora se inserito nell’agenda del telefonino.
Perché Bjoern Seibert non è solo il capo di gabinetto di Ursula von der Leyen, il funzionario che coordina il suo ufficio e i suoi appuntamenti europei e internazionali. E’ il “presidente bis” della Commissione. E’ un uomo segreto. Ma è soprattutto il cervello, la penna, il tutore di Ursula von der Leyen, che sarebbe persa senza di lui.
Seibert è il vero potere all’interno della Commissione, un’istituzione che ha trasformato in profondità con i suoi metodi controversi ed efficaci. Metodi che hanno consentito a von der Leyen di superare le prove del Covid, della guerra della Russia contro l’Ucraina e della crisi energetica che ne è seguita. Anche di ottenere un secondo mandato un anno fa.
Ma sono metodi – la verticale del potere – che iniziano a mostrare i loro limiti e a diventare pericolosi […]. Amato dalle capitali dei ventisette, Seibert inizia a essere sempre più contestato dentro e fuori dalla Commissione.
URSULA VON DER LEYEN DONALD TRUMP - ANDREA CALOGERO PER LA STAMPA
La proposta di Quadro finanziario pluriennale, il bilancio 2028-34, e i negoziati commerciali con Donald Trump, che si sono conclusi con un accordo svantaggioso e incerto per l’Ue, hanno incrinato l’aura che circonda la coppia […]
“Stacanovista”, “simpatico”, “molto intelligente”, ma “privo di scrupoli”, “brutale” e “spietato”. Così viene descritto il tedesco Bjoern Seibert da chi ha avuto spesso a che fare con lui. Restio ad apparire in pubblico, mantiene un segreto quasi assoluto sulla sua vita passata e sulla sua vita privata.
Nessun account sui social media. Nessun curriculum vitae rintracciabile su Google. Wikipedia gli attribuisce 42 o 43 anni, mentre Politico 45. Si sa che porta sempre scarpe da ginnastica […] blu chiaro (marca Asics, ha dovuto precisare Politico dopo averne pubblicato un ritratto).
Si sa che ha una moglie e due figli, una laurea all’Università di Erfurt nell’ex Germania dell’est. Si sa che ha studiato nelle migliori università americane (Fletcher School of Law and Diplomacy, MIT, Georgetown e Harvard) concentrando le sue ricerche nel settore della difesa e della sicurezza.
[…] Si sa che è stato assunto al ministero della Difesa in Germania. Ha iniziato a lavorare con Ursula von der Leyen, quando lei era ministro della Difesa in uno dei governi di Angela Merkel. E con le sue idee e la sua fedeltà l’ha conquistata.
Come capo gabinetto alla Difesa, Bjoern Seibert era stato essenziale per salvare von der Le yen da uno scandalo su un appalto militare che avrebbe potuto rovinarle la carriera. I suoi “non ricordo” durante un’audizione in una commissione parlamentare, tra l’altro sugli scambi via sms cancellati dal telefonino di von der Leyen, sono stati essenziali.
ELISABETTA BELLONI E LA NOMINA A CONSIGLIERE DI URSULA VON DER LEYEN
La stessa tecnica sarà usata nel Pfizergate, lo scandalo degli sms tra la presidente della Commissione e l’amministratore delegato di Pfizer, Albert Bourla, durante i negoziati sui vaccini Covid. La Commissione non ha mai voluto confermare l’esistenza degli sms, nascondendosi dietro a astruse argomentazioni giuridiche.
Ma non è la fedeltà la chiave del successo di Seibert […]. E’ il suo metodo.
Il metodo Seibert è la verticale del potere. Il capo gabinetto di von der Leyen non solo ha studiato tutte le dimensioni strategiche della difesa, ma “è diventato anche un adepto della mentalità, del metodo e della struttura di comando dei militari”, spiega una fonte che lo conosce personalmente.
Segreto, ordini ed esecuzione. Generali, ufficiali, soldati semplici. Dal 2019, con von der Leyen e Seibert, la Commissione funziona così. Al vertice c’è un comitato “militare” ristretto: una piccola squadra di germanofoni che accentra tutte le decisioni, dalle proposte legislative alle redazioni dei discorsi dei commissari, dalle scelte strategiche alle nomine di funzionari di medio livello.
Dal 2024, con la conferma della presidente per un secondo mandato, ancora di più grazie al fatto che von der Leyen si è liberata di commissari ingombranti come Thierry Breton e Margrethe Vestager, circondandosi di pesi piuma.
ursula von der leyen albert bourla
I dossier più sensibili sono gestiti direttamente da Seibert e dai suoi (pochi) funzionari di fiducia. Tra i ventisei commissari, ci sono due colonnelli che von der Leyen ha messo alle sue dirette dipendenze per la loro fedeltà a lei e a Seibert: lo slovacco Maros Sefcovic al Commercio e il lettone Valdis Dombrovskis all’Economia.
Quando è arrivato a Bruxelles nel 2019 Bjoern Seibert non conosceva l’Ue e il suo funzionamento, ma è stato subito abile nel manovrare per ottenere la conferma da parte del Parlamento europeo della nomina di Ursula von der Leyen a presidente della Commissione.
LA RESA DI URSULA VON DER LEYEN A DONALD TRUMP SUI DAZI - MEME BY 50 SFUMATURE DI CATTIVERIA
Appena nove voti di scarto nel luglio di sei anni fa: voti che sono arrivati da partiti populisti (gli italiani del Movimento 5 stelle e i nazionalisti polacchi del PiS) al prezzo di promesse, rassicurazioni e posti. Lo stesso è accaduto nel 2024, quando Seibert ha convinto metà del gruppo dei Verdi a votare per von der Leyen, nominando il loro ex presidente, Philipe Lambert, come consigliere speciale della presidente per il Green deal.
[…] Il processo interno alla Commissione è diventato da “bottom up” a “top down”. Non è tutta l’istituzione – o tutto il collegio dei commissari – a fare politica e le politiche. E’ la presidente insieme al suo capo gabinetto che decide e ordina a chi deve eseguire.
Seibert non è il primo capo gabinetto di un presidente della Commissione a centralizzare il potere su di sé. Jean-Claude Juncker aveva un altro “uomo forte” al suo fianco: il tedesco Martin Selmayr. […] Ma, a differenza di Seibert, Selmayr era anche un prodotto del Berlaymont: un funzionario che ha fatto tutta la sua carriera (rapidissima) dentro la Commissione […].
MARTIN SELMAYR E JEAN CLAUDE JUNCKER
Seibert no. Ha una visione nazionale dell’Europa, in particolare tedesca. Parla perfettamente inglese, ma è costretto a mettere le cuffie per sentire la traduzione quando qualcuno parla francese. Tuttavia, quella che a Bruxelles appare come una debolezza, è stata trasformata in una forza. Seibert ha ignorato l’Ue per concentrarsi sui rapporti diretti con le capitali.
La Commissione di Ursula von der Leyen non è un’istituzione al servizio degli interessi generali europei. E’ un’istituzione al servizio dei primi ministri degli stati membri. Tutto è organizzato in modo da non creare loro problemi. Nessuna dichiarazione pubblica di critica. Nessun dito puntato. Nessuna procedura di infrazione imbarazzante. E, se proprio si deve lanciare, lo si fa in modo discreto e molto tardi rispetto al calendario ordinario. Von der Leyen è stata confermata dai capi di stato e di governo per un secondo mandato perché “produce risultati”, spiega un ambasciatore di un grande paese.
[…] Quando un leader chiama per risolvere un problema, lei risponde e fa. Giorgia Meloni vuole firmare un accordo con la Tunisia per fermare le partenze dei migranti? Von der Leyen vola con lei a Tunisi. L’Italia ha bisogno della benedizione europea per i centri in Albania? La Commissione improvvisa un’interpretazione delle regole che permette di togliere Roma dall’imbarazzo.
Il più delle volte, non sono i leader a chiamare direttamente Ursula von der Leyen. Sono i loro capi di gabinetto, sherpa e consiglieri diplomatici. E’ con loro che Bjoern Seibert ha costruito (e costruisce ogni volta che cambia un presidente o un primo ministro) un rapporto stretto di fiducia, perfino di amicizia.
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giorgia meloni e ursula von der leyen bloccate dai manifestanti a lampedusa 17
L’italiana Elisabetta Belloni è un altro sherpa che aveva subito il fascino di Bjoern Seibert. Si sono conosciuti quando lei, direttrice generale del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza, lavorava al fianco di Giorgia Meloni, hanno intensificato i rapporti durante la presidenza italiana del G7. Appena conclusa, von der Leyen ha offerto a Belloni di diventare la sua consigliera diplomatica. Ma la realtà vista da Bruxelles è molto diversa da quella vista dalla propria capitale.
Nominata a gennaio, Belloni ha resistito solo sei mesi al metodo Seibert. Marginalizzata nella gestione dei dossier internazionali più importanti, Belloni ha deciso di abbandonare la Commissione e tornare a Roma a causa dei conflitti con il capo gabinetto della presidente.
[…]
“Seibert vuole controllare tutto. Non delega nulla, il che crea problemi quando è assente per seguire la presidente”, è il commento di un altro ex commissario. E’ uno dei difetti della verticale del potere della coppia von der Leyen-Seibert. Un uomo solo non può fare tutto da solo dentro la Commissione, la principale istituzione dell’Ue.
DONALD TRUMP E URSULA VON DER LEYEN
Mario Draghi ha pubblicato il suo rapporto nel settembre del 2024. Von der Leyen ha promesso di farne la sua “bussola” per il secondo mandato. Dieci mesi dopo, a parte i pacchetti “Omnibus” di semplificazione, la Commissione ha recepito molto poco delle raccomandazioni di Draghi, che a ogni discorso lamenta la mancanza d’azione dell’esecutivo comunitario.
“Fate qualcosa”, è sbottato Draghi lo scorso febbraio. Non sono solo le decisioni di politica pubblica a subire ritardi. L’organigramma della Commissione è pieno di buchi nei posti più elevati e intermedi dell’amministrazione, perché Seibert vuole scegliere solo funzionari di cui si fida. Non ce ne sono molti. Nella sua logica, direttori generali, vice direttori generali, direttori e capi unità hanno un’importanza relativa. Devono eseguire. E’ lui a decidere.
MARIO DRAGHI URSULA VON DER LEYEN
I limiti della verticale del potere iniziano tuttavia a emergere su due temi scottanti: i negoziati con Donald Trump sui dazi e il bilancio 2028-34 dell’Ue.
[…]
Finora Seibert è sempre riuscito a salvare von der Leyen. Grandi o piccoli scandali sono stati superati con l’omertà o marce indietro all’ultimo momento.
Una concessione in più alla Francia sul Mercosur può calmare le ire di Parigi per la linea morbida con Trump. Passata l’estate il dibattito sul Quadro finanziario pluriennale potrebbe calmarsi e le polemiche su come è stata preparata la proposta saranno dimenticate.
ursula von der leyen e emmanuel macron all evento choose europe for science.
Come in una dittatura, la verticale del potere nell’Ue può dare l’impressione di efficienza, efficacia, rapidità, al punto da essere una storia infrangibile di successo. Come quella di Seibert. Ma, come nei regimi non democratici, quando si supera un limite, basta poco perché l’apparenza di successo si trasformi in caduta.
VIGNETTA ELLEKAPPA - TRUMP E L'ACCORDO SUI DAZI CON URSULA VON DER LEYEN