salvini

SI SALVINI CHI PUO'! "ABBIAMO ASPETTATO ANCHE TROPPO. CHI IN EUROPA STA CON MACRON E MERKEL IN ITALIA NON PUÒ STARE CON LA LEGA”, L'ULTIMATUM DEL LEADER LEGHISTA AI 5 STELLE: “NON ACCETTERÒ PIÙ DI STARE AL GOVERNO CON CHI DICE NO A TUTTO. NON C'È BISOGNO DELLA DECRESCITA FELICE” – IL 'CAPITONE' TENTATO DI STACCARE LA SPINA AL GOVERNO E DI ANDARE AL VOTO DA SOLO. I SUOI CONVINTI CHE ALLE URNE SI POSSA ARRIVARE AL 40%. E GIORGETTI SPINGE PER LA ROTTURA

Chiara Sarra per il Giornale

 

"Voglio andare avanti, non tornare indietro". Mentre prosegue la "tregua armata" tra gli alleati di governo, Matteo Salvini lancia il suo ultimatum ai 5 Stelle.

salvini

 

 

"Non accetterò più di stare al governo con chi dice no a tutto, dall'autonomia alle strade. Abbiamo bisogno di sì dalla Franciacorta al sud", ha spiegato il ministro dell'Interno dal palco della festa della Lega di Adro (Brescia), "Voglio andare avanti, non tornare indietro - ha proseguito Salvini - Non abbiamo bisogno della decrescita felice. Penso alla scelta fatta sul nucleare: oggi tornerei indietro...".

 

Il vicepremier leghista ha ribadito di essere pronto a lasciare la poltrona: "Vengo da 36 ore in cui mi sono ossigenato il cervello rimanendo con i miei figli", ha detto, "Qualunque scelta prenderò nei prossimi giorni la prenderò per i miei figli e per il futuro degli italiani. Senza pensare a poltrone o ministeri. Agli alleati dico o si va avanti o non si prosegue".

 

CONTE E DI MAIO

In particolare Salvini ha parlato dell'autonomia: "Saranno quelli del Sud a beneficiare dell'autonomia. Io lo voglio unire questo Paese", ha detto, "Siamo forti perchè siamo diversi. All'estero non lo capiscono. I campanili ci hanno fatto grandi. Ieri mi hanno beccato con la maglietta del Brescia il numero 23 di Morosini e vado orgoglioso della diversità e della voglia di competitività. Il federalismo è l'unico modo di aiutare e governare il nostro Paese. Non possiamo appiattire tutto. Abbiamo il dovere di difendere la diversità".

 

E sulla manovra economica e l'incontro che ha irritato Di Maio e i suoi ha ribadito: "Vogliamo coraggio. O la facciamo insieme o la Lega la farà da sola".

 

 

«ABBIAMO ASPETTATO ANCHE TROPPO» SALVINI TENTATO, AL VOTO DA SOLO

 

Alessandro Trocino per il “Corriere della sera”

salvini

 

Nello scontro violentissimo tra i governatori leghisti e il premier Conte, Matteo Salvini non ci vuole mettere bocca. Per evitare di essere coinvolto in una tenzone pericolosa per il governo o per far fare il lavoro sporco ai presidenti di Regione? Comunque sia, il tempo del redde rationem si avvicina e la Lega è pronta a tutto. C' è una pressione fortissima da parte dei dirigenti locali per tornare al voto, ma c' è stato anche un confronto vivacissimo, per usare un eufemismo, tra Giancarlo Giorgetti e Matteo Salvini, sullo stesso tema.

 

Il sottosegretario di Stato alla presidenza del Consiglio, si sa, è favorevole a staccare la spina. Ma è passato da un atteggiamento passivo, di indolenza istituzionale, a uno più bellicoso. Giorgetti ha affrontato di petto Salvini e gli ha chiesto esplicitamente di darci un taglio. Il vicepremier tergiversa. Non che sia del tutto contrario. Preferirebbe resistere e andare al voto nell' aprile del 2020. Se non riuscisse a portare a casa la flat tax, quello sarebbe il pretesto migliore per rompere tutto. Però la pazienza sta finendo, come ha spiegato ieri sera dal palco di Adro, durissimo: «Abbiamo aspettato anche troppo.

 

Chi in Europa sta con Macron e Merkel in Italia non può stare con la Lega. Noi stiamo con gli italiani». E ancora: «Qualunque scelta prenderò nei prossimi giorni la prenderò per i miei figli e per il futuro degli italiani. Senza pensare a poltrone o ministeri. Non accetterò più di stare al governo con chi dice no a tutto, dall' autonomia alle strade.

Non abbiamo bisogno della decrescita felice. Penso alla scelta fatta sul nucleare: oggi tornerei indietro».

tria di maio salvini conte

 

Quanto all' autonomia, dice: «Agli alleati dico o si va avanti o non si prosegue».

Minacce anche sulla manovra economica: «Vogliamo coraggio. O la facciamo insieme o la Lega la farà da sola». E ancora: «O arrivano tanti sì o non abbiamo tempo da perdere. Non siamo attaccati alle poltrone».

 

Il ritorno all' ovile del centrodestra non lo entusiasma, anzi viene del tutto escluso al momento. E l' idea di ritrovarsi in una qualunque altra coalizione, figuriamoci con i 5 Stelle, è vista come un fastidio, perché come spiegano in diversi leghisti, gli alleati sono sempre stati una palla al piede che impedisce alla Lega di raggiungere gli obiettivi identitari, a cominciare dall' autonomia.

 

A far muovere le lancette nella direzione di una crisi ci sono i sondaggi. L' ultimo, pubblicato dal Corriere della Sera , dà la Lega al 36 per cento. La vicenda dei rubli non ha avuto alcun effetto.

 

CONTE SALVINI DI MAIO MOAVERO MATTARELLA

Anzi, ha fatto crescere Salvini. Ma non è tutto. Perché da sondaggi interni e analisi fatte fare ad hoc , risulta che il partito di Salvini, se si andasse al voto ora, potrebbe spiccare il salto e arrivare a sfiorare il 40 per cento. «Andiamo a governare finalmente da soli», gongola un dirigente vicino a Salvini.

 

Scenario tutto da verificare. Ma la tentazione è forte.

Quel che è certo è che Salvini, se la crisi precipitasse e si andasse a votare, farebbe una campagna elettorale in splendida solitudine. Sparando contro il Pd «di Bibbiano», ma anche contro i 5 Stelle. Non solo. La Lega farebbe saltare la riduzione dei parlamentari, accontentando così deputati e senatori uscenti, tutti rieletti o quasi.

 

GIANCARLO GIORGETTI

Sullo sfondo di tutto, resta il Russiagate. È vero che per ora non ha avuto effetti concreti. Ma la questione è tutt' altro che chiusa e lo showdown di mercoledì, al Senato, non sarà indolore.

Resta da capire se il passo successivo sarà la rottura o no. Il più tranquillo sul tema, tra i 5 Stelle, è il sottosegretario Stefano Buffagni, che da giorni va ripetendo ai colleghi: «I leghisti abbaiano ma non mordono».

giorgetti fontana zaia

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni alberto stefani luca zaia matteo salvini sondaggio

DAGOREPORT – VENETO DI PASSIONI PER IL CENTRODESTRA: LA VITTORIA DI ALBERTO STEFANI È SCONTATA, MA A CONTARE DAVVERO SARANNO I NUMERI! SECONDO IL SONDAGGIO DI PAGNONCELLI, IL GIOVANE LEGHISTA CON CIUFFO GIAMBRUNESCO È AL 62,8%, CONTRO UN MISERO 26,9% DEL CANDIDATO DI SINISTRA, GIOVANNI MANILDO. UN OTTIMO RISULTATO, MA SOLO SE NON SI RICORDA COSA AVVENNE CINQUE ANNI FA: ZAIA VINSE CON IL 76,79% DEI VOTI, E BASTÒ LA SUA LISTA, INSIEME A QUELLA DELLA LEGA, PER OTTENERE IL 61,5%. OGGI CI VUOLE TUTTO IL CENTRODESTRA UNITO PER RAGGIUNGERE LA STESSA CIFRA – LO SPETTRO DEL SORPASSO DI FDI SUL CARROCCIO: SE LE TRUPPE MELONIANE OTTENESSERO PIÙ VOTI, CHE FINE FAREBBE LA GIÀ FRAGILE LEADERSHIP DI SALVINI?

giorgia meloni matteo salvini antonio tajani giancarlo giorgetti

DAGOREPORT - COME MAI LADY GIORGIA INFLIGGE ALLA “NAZIONE”, IN VISTA DEL 2026, UNA FINANZIARIA COSÌ MICRAGNOSA, CORRENDO IL RISCHIO DI PERDERE CONSENSI? - UNA MISERIA DI 18 MILIARDI CHE, AL DI LÀ DELL’OPPOSIZIONE, STA FACENDO SPUNTARE LE CORNA DEL TORO AGLI ALLEATI SALVINI E TAJANI, MENTRE RUMOREGGIANO I VAFFA DI CONFINDUSTRIA E DEI MINISTRI COSTRETTI AD USARE L’ACCETTA AL BILANCIO DEI LORO DICASTERI (TAGLIO DI 89 MILIONI ALLA DISASTRATA SANITÀ!) – LA DUCETTA HA UN OTTIMO MOTIVO PER LA MANOVRA MIGNON: FINENDO SOTTO IL 3% DEL PIL, IL GOVERNO ALLA FIAMMA USCIRÀ CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER CONFEZIONARE NEL 2026 UNA FINANZIARIA RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON I TEMPI DELLE POLITICHE DEL 2027 - E GLI ITALIANI NELLA CABINA ELETTORALE POTRANNO COSÌ RICOMPENSARE LA BONTÀ DELLA REGINA GIORGIA…

shooting calendario pirelli 2026

A PRAGA SI SVAGA! – UNA PARATA DI STELLE STA PER INVADERE LA CITTÀ DI FRANZ KAFKA: PER LA PRESENTAZIONE DEL CALENDARIO PIRELLI 2026 VENERDÌ 14, ALLA MUNICIPAL HOUSE, SONO ATTESI 500 ILLUSTRI OSPITI ACCOLTI DA MARCO TRONCHETTI PROVERA CHE AVRÀ AL SUO FIANCO TANTO BEL MONDO: DA TILDA SWINTON A GWENDOLINE CHRISTIE, GUERRIERA NEL ‘’TRONO DI SPADE’’, DALLE MODELLE IRINA SHAYK ED EVA HERZIGOVA, DALLA STILISTA SUSIE CAVE ALLA TENNISTA VENUS WILLIAMS, DA LUISA RANIERI A FAVINO – NON MANCHERÀ CHIARA FERRAGNI ALLACCIATA ALL’EREDE GIOVANNI TRONCHETTI PROVERA…

sigfrido ranucci giovambattista fazzolari

DAGOREPORT - UCCI UCCI, TUTTO SUL CASO RANUCCI: DAI PRESUNTI CONTATTI DI SIGFRIDO CON I SERVIZI SEGRETI PER L'INCHIESTA DI "REPORT" SUL PADRE DI GIORGIA MELONI AL PEDINAMENTO DI SIGFRIDO, CHE COINVOLGEREBBE FAZZOLARI, IL BRACCIO DESTRO (E TESO) DI LADY GIORGIA – RANUCCI, OSPITE IERI SERA DI BIANCA BERLINGUER, HA PRECISATO, MA CON SCARSA CHIAREZZA, COSA E' ACCADUTO NELLE DUE VICENDE: “NON SONO STATO SPIATO DA FAZZOLARI. SO CHE È STATO ATTIVATO UN MECCANISMO PER CAPIRE CHI FOSSE IL NOSTRO INFORMATORE. SI TEMEVA FOSSE QUALCUNO DEI SERVIZI, MA NON È ACCADUTO” - SULL'ALTRA VICENDA DEL PEDINAMENTO: "NON SO SE SONO STATO SEGUITO MATERIALMENTE" – RIGUARDO L'ATTENTATO: "NON HO MAI PENSATO CHE DIETRO CI FOSSE UNA MANO POLITICA" - DAGOSPIA CERCA DI FAR LUCE SUI FATTI E I FATTACCI... - VIDEO

giorgia meloni marina berlusconi antonio tajani

DAGOREPORT – IL DESIDERIO DI FARSI INCORONARE REGINA D'ITALIA, PER IL MOMENTO, LA MELONA LO DEVE RIPORRE NEL CASSETTO DEI SOGNI - L’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, BOCCIATA DA TUTTI I PARTITI CHE NON INTENDONO FINIRE CANNIBALIZZATI DALLA MELONI, STA MANDANDO IN PEZZI FORZA ITALIA - TAJANI FA IL POSSIBILISTA E GLI AZZURRI ESPLODONO. LASCIAMO POI PERDERE LA FAMIGLIA DI ARCORE CHE VEDREBBE SPARIRE IL NOME BERLUSCONI DAL SIMBOLO DEL PARTITO - A MILANO SI VOCIFERA DI UN TERRIBILE SCAZZO AL CALOR BIANCO TRA UN TAJANI IN MODALITA' RIBELLE E CRISTINA ROSSELLO, VICINISSIMA A MARINA - L'IDEONA DI FARSI INCORONARE "SUA MAESTA' GIORGIA I" FA STORCERE IL NASO ANCHE AI VARI POTENTATI SOTTERRANEI DEI FRATELLINI D’ITALIA (LOLLOBRIGIDA-LA RUSSA-RAMPELLI)...

zaia stefani salvini meloni fico schlein de luca

DAGOREPORT – L'ESITO DELLE REGIONALI IN VENETO, CAMPANIA E PUGLIA E' GIA’ SCRITTO MA SARA' IMPORTANTISSIMO PER “PESARE” OGNI PARTITO IN VISTA DELLE STRATEGIE PER LE POLITICHE DEL 2027 – I VOTI DELLE VARIE LISTE POTREBBERO CAMBIARE GLI EQUILIBRI INTERNI ALLE COALIZIONI: SE IN CAMPANIA E PUGLIA LE LISTE DI DECARO E DI DE LUCA FARANNO IL BOTTO, PER L'EX ROTTAMATRICE DI ''CACICCHI'' ELLY SCHLEIN SAREBBE UNO SMACCO CHE GALVANIZZEREBBE LA FRONDA RIFORMISTA DEL PD - ANCHE PER CONTE, UN FLOP DEL SUO CANDIDATO ALLA REGIONE CAMPANIA, ROBERTO FICO, SCATENEREBBE LA GUERRIGLIA DEI GRILLINI CHE DETESTANO L'ALLEANZA COL PD - LADY GIORGIA TIENE D’OCCHIO LA LEGA: SE PRECIPITA NEI CONSENSI IN VENETO, DOVE E' STATA FATTA FUORI LA LISTA ZAIA, PROVEREBBE A SOSTITUIRE IL MALCONCIO CARROCCIO CON AZIONE DI CARLETTO CALENDA...