BOCCIA E BOCCIATI - SOLO ORA CHE VIENE BASTONATO DA COTTARELLI E RAGIONIERIA DELLO STATO PER L’EMENDAMENTO SUI “QUOTA 96”, L’EX COCCO DI LETTA FRIGNA: “IL MEF? UNA POTENTE BUROCRAZIA FUORI CONTROLLO”

Marco Palombi per “Il Fatto Quotidiano

  

NUNZIA DE GIROLAMO - FRANCESCO BOCCIANUNZIA DE GIROLAMO - FRANCESCO BOCCIA

Adesso nel mirino c’è finito lui. Francesco Boccia, presidente della commissione Bilancio e artefice dell’emendamento sui “quota 96” della scuola che ha scatenato le ire del commissario alla spending review Carlo Cottarelli e della Ragioneria generale dello Stato, vale a dire dei pezzi più grossi della burocratja del Tesoro. Quando in serata, però, lo raggiungiamo al telefono, l’umore non è contrito, tutt’altro.

 

Boccia, cos’è successo?

Il Parlamento per ben sei volte in un anno si è espresso all’unanimità sulla necessità di cancellare un grossolano errore contenuto nella riforma Fornero delle pensioni. Non stavamo facendo nessuno sconto, ma semmai riparando alla penalizzazione subita dai lavoratori della scuola: avevano i requisiti per ritirarsi, ma non l’hanno potuto fare entro il dicembre 2011 perché loro lavorano da settembre a giugno.

COTTARELLI COTTARELLI

 

Di quanti lavoratori parliamo?

Quattromila persone, che hanno in genere 40 anni di contributi e 60 d’età, bloccate già da due anni in questa situazione. Anzi, se non si interviene entro agosto gli anni diventeranno tre e saremo a “quota 99”. Intanto è bloccata l’assunzione di 4mila giovani. E chi si oppone?

 

Chi?

Qualche burocrate della Ragioneria generale o del Tesoro che, se non è già in pensione a 15-20mila euro al mese, lo sarà presto. Ah, e pure qualche opinionista, d’oro pure lui.

 

Dicono: la norma non è coperta.

La copertura è la stessa usata per l’intero impianto del decreto Madia sulla Pubblica amministrazione. C’era e basta.

matteo renzimatteo renzi

 

E allora perché?

Su questo tema, fin dalla prima mozione, il ministero dell’Economia ha risposto: “Temiamo l’effetto emulativo, iniziamo con gli insegnanti e poi arrivano pure i macchinisti delle Ferrovie e poi tutti”. Non posso accettare che un tecnico, per quanto bravo, possa bloccare le decisioni del Parlamento in questo modo. Non si dà un parere tecnico, si indicano delle priorità la cui scelta è compito della politica.

 

Il governo, però, ha chinato il capo.

Intanto Renzi ha annunciato che intende fare un decreto ad hoc sui quota 96, ma è evidente che nel governo c’è stata una difficoltà: alla fine hanno prevalso le priorità della burocrazia del Tesoro.

ministero economiaministero economia

 

Vi hanno bocciato pure il pensionamento anticipato per i baroni universitari.

Eh, quelli hanno smosso mezzo Parlamento e molto altro, ma gli vorrei dire una cosa, da collega: se sei bravo all’università ci resti pure a 80 anni, senza bisogno di una legge.

 

Insomma, i tecnici comandano e voi ubbidite.

Non è una novità: succede da tempo e succederà finché la politica tira i remi in barca.

 

Cosa intende?

Non è che la stessa cosa non capitasse, faccio un esempio, a Giulio Tremonti, solo che allora un ministro politico a un certo punto imponeva la sua opinione, anche se magari non era la mia.

 

giancarlo padoan  giancarlo padoan

Mentre Padoan non lo fa?

Si capirà in autunno con la legge di Stabilità. Finora in Parlamento risposte non ne ha date e sembra occuparsi più di cose europee.

 

Molto diplomatico.

Perché dovrei farne una questione di nomi? E poi nella terra del Gattopardo i nemici non hanno nome: non c’è la copertura e via così. Dico, però, che la macchina amministrativa del Mef - che poi sono tre o quattro ministeri insieme - è un concentrato senza precedenti di potere centrale incontrollato.

 

Resta una domanda: se non Padoan, questa tecnostruttura così potente s’è messa all’opposizione di Renzi?

Non l’ho ancora capito. Di certo in questi casi non c’è una terza via: o questa burocrazia è l’ultima barriera della resistenza al cambiamento o è al servizio del premier, com’è giusto che sia visto che lui ci mette la faccia ed è politicamente responsabile.

RAGIONERIA DELLO STATO
RAGIONERIA DELLO STATO

 

Per ora, par di capire, i rapporti con le Camere non funzionano.

No, è inutile essere ipocriti. Magari è una questione organizzativa, ma va chiarita una cosa: se si ritiene che il Parlamento ha una funzione allora bisogna rispettarlo, altrimenti lo si chiuda. Mettiamo un commissario alle Entrate e uno alle Uscite e risparmiamo pure un sacco di soldi. Temo che più di qualcuno sarebbe contento, certo non i quota 96.

 

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