paragone di maio

L’UNICO “TEATRO DI GUERRA” DI CUI DI MAIO DOVREBBE OCCUPARSI E’ QUELLO DEL M5S - LASCIANO ALTRI TRE DEPUTATI, CHE SEGUONO FIORAMONTI, MENTRE UNA DECINA DI SENATORI SOTTOSCRIVE UN DOCUMENTO CHE CHIEDE A LUIGINO DI CEDERE IL TIMONE: “DEVE SCEGLIERE TRA IL RUOLO DI CAPO POLITICO E QUELLO DI MINISTRO” - LE CONTESTAZIONI ALLA PIATTAFORMA ROUSSEAU E AL RUOLO DI DAVIDE CASALEGGIO, L’ATTIVISMO DI PARAGONE VERSO I GRILLINI SCONTENTI…

Simone Canettieri per “il Messaggero”

 

lorenzo fioramonti

«Al rientro in Italia, Luigi avrà a che fare con un altro teatro di guerra: quello del M5S». La battuta (non originalissima) circolava ieri con una certa insistenza tra i pentastellati, ma non è lontana dalla realtà. In serata Di Maio presiederà l'assemblea congiunta dei gruppi parlamentari, ma prima, nel pomeriggio, è atteso lo strappo di tre deputati. Due uomini e una donna.

 

Tutti destinati a seguire l'esperienza di Lorenzo Fioramonti, ministro dimissionario dell'Istruzione e in pista per ingrossare le truppe del suo nuovo gruppo, Eco, destinato a debuttare a Montecitorio il prossimo febbraio, ovvero dopo le elezioni regionali in Emilia Romagna e Calabria. I tre scissionisti sono pronti «a mollare il Movimento nelle prossime 24-48 ore», confermavano ieri a Il Messaggero, in cambio dell'anonimato perché oggi la comunicazione sarà data prima ai vertici istituzionali dei grillini.

 

luigi di maio lorenzo fioramonti 1

IL CAOS

La notizia arricchisce così uno scenario di crisi molto complicato per Di Maio. All'assemblea congiunta infatti sarà letto un documento scritto e firmato da una decina di senatori (ma le adesioni potrebbero aumentare) in cui sarà messo in mora il capo politico del M5S. Gli si chiederà, con le buone, di scegliere tra il ruolo di capo politico e quello di ministro «perché entrambe le funzioni, soprattutto in questo momento storico, non sono compatibili», dice il senatore M5S Mattia Crucioli, tra gli estensori del documento.

 

DAVIDE CASALEGGIO

Il secondo punto, invece, chiede che venga modificato lo statuto del gruppo grillino al Senato, soprattutto nella parte che riguarda il ruolo della piattaforma Rousseau. «Dobbiamo essere coinvolti nella formulazione del quesito e nei tempi con il quale viene proposto nel caso di decisioni che interessano noi senatori». In poche parole, con questo punto, i grillini di Palazzo Madama mettono di nuovo in discussione i vertici del Movimento che dettano i tempi delle consultazioni.

 

A partire da Davide Casaleggio che ha le chiavi della piattaforma. Comunque sia, si preannuncia come un doppio attacco concentrico a Di Maio che in queste ore è impegnato a far smentire la possibilità che possa lasciare la guida del Movimento, un'eventualità che rimbalza con insistenza con tempi diversi.

Paragone Di Battista

 

All'ordine del giorno dell'assemblea di questa sera c'è il caos sulle restituzioni che in qualche modo si lega con le uscite dal Movimento. Nelle ultime ore c'è stata, spiegano dai vertici M5S, una vera e propria corsa a rendicontare per mettersi in regola. «Basti pensare che, durante la riunione dei probiviri, in 25 parlamentari sono rientrati nei ranghi». Sono previste poche espulsioni per i super morosi e una decina di sospensioni che porteranno comunque i parlamentari grillini verso il Misto.

 

La segnalazione ai probiviri partirà nei prossimi giorni, poi ne dovranno passare dieci per arrivare alle sanzioni. In generale sul sistema delle restituzioni, non mancano le polemiche anche di chi è in regola. Come il deputato Paolo Lattanzio che spiega: «Le donazioni ad un fondo dello Stato, sono cosa ben diversa dalle donazioni ad un fondo privato. E capisco che questo abbia indisposto molti colleghi, che del resto non hanno ricevuto alcuna risposta alle numerose domande sollevate da gennaio 2019 ad oggi».

paragone

 

Nell'aria c'è molto fermento e anche il senatore Gianluiuigi Paragone è più che mai attivo. In queste ore sta contattando più di un parlamentare scontento per «raccogliere impressioni sul futuro». Un futuro che porta a una scossa nel M5S. Di Maio nel corso dell'ultimo incontro con Nicola Zingaretti gli ha confessato che «se non reggo io, poi c'è Di Battista e quindi la stabilità del governo sarebbe davvero a rischio». Un modo, forse, per appoggiarsi al Pd in una fase di enorme debolezza del capo politico, inseguito dalla parole «dimissioni». Un'ipotesi che anche a Palazzo Chigi iniziano a vedere come plausibile.

Ultimi Dagoreport

salvini calenda meloni vannacci

DAGOREPORT – LA ''SUGGESTIONE'' DI GIORGIA MELONI SI CHIAMA “SALVIN-EXIT”, ORMAI DIVENTATO IL SUO NEMICO PIU' INTIMO A TEMPO PIENO - IN VISTA DELLE POLITICHE DEL 2027, SOGNA DI LIBERARSI DI CIO' CHE E' RIMASTO DI UNA LEGA ANTI-EU E VANNACCIZZATA PER IMBARCARE AL SUO POSTO AZIONE DI CARLO CALENDA, ORMAI STABILE E FEDELE “FIANCHEGGIATORE” DI PALAZZO CHIGI - IL CAMBIO DI PARTNER PERMETTEREBBE DI ''DEMOCRISTIANIZZARE" FINALMENTE IL GOVERNO MELONI A BRUXELLES, ENTRARE NEL PPE E NELLA STANZA DEI BOTTONI DEL POTERE EUROPEO (POSTI E FINANZIAMENTI) - PRIMA DI BUTTARE FUORI SALVINI, I VOTI DELLE REGIONALI IN VENETO SARANNO DIRIMENTI PER MISURARE IL REALE CONSENSO DELLA LEGA - SE SALVINI DIVENTASSE IRRILEVANTE, ENTRA CALENDA E VIA A ELEZIONI ANTICIPATE NEL 2026, PRENDENDO IN CONTROPIEDE, UN'OPPOSIZIONE CHE SARA' ANCORA A FARSI LA GUERRA SUL CAMPOLARGO - LA NUOVA COALIZIONE DI GOVERNO IN MODALITÀ DEMOCRISTIANA DI MELONI SI PORTEREBBE A CASA UN BOTTINO PIENO (NUOVO CAPO DELLO STATO COMPRESO)....

donald trump vladimir putin xi jinping

DAGOREPORT - PERCHÉ TRUMP VUOLE ESSERE IL "PACIFICATORE GLOBALE" E CHIUDERE GUERRE IN GIRO PER IL MONDO? NON PER SPIRITO CARITATEVOLE, MA PER GUADAGNARE CONSENSI E VOTI IN VISTA DELLE ELEZIONI DI MIDTERM DEL 2026: IL PRESIDENTE USA NON PUÒ PERMETTERSI DI PERDERE IL CONTROLLO DEL CONGRESSO - SISTEMATA GAZA E PRESO ATTO DELLA INDISPONIBILITÀ DI PUTIN AL COMPROMESSO IN UCRAINA, HA DECISO DI AGGIRARE "MAD VLAD" E CHIEDERE AIUTO A XI JINPING: L'OBIETTIVO È CONVINCERE PECHINO A FARE PRESSIONE SU MOSCA PER DEPORRE LE ARMI. CI RIUSCIRÀ? È DIFFICILE: LA CINA PERDEREBBE UNO DEI SUOI POCHI ALLEATI....

fabio tagliaferri arianna meloni

FLASH! FABIO TAGLIAFERRI, L’AUTONOLEGGIATORE DI FROSINONE  CARO A ARIANNA MELONI, AD DEL ALES, CHE DOVREBBE VALORIZZARE IL PATRIMONIO CULTURALE DEL PAESE, PUBBLICA SU INSTAGRAM UNA FOTO DELLA PARTITA LAZIO-JUVENTUS IN TV E IL COMMENTO: “LE ‘TRASMISSIONI’ BELLE E INTERESSANTI DELLA DOMENICA SERA” – DURANTE IL MATCH, SU RAI3 È ANDATO IN ONDA UN’INCHIESTA DI “REPORT” CHE RIGUARDAVA LA NOMINA DI TAGLIAFERRI ALLA GUIDA DELLA SOCIETÀ IN HOUSE DEL MINISTERO DELLA CULTURA… 

elly schlein pina picierno stefano bonaccini giorgio gori lorenzo guerini giuseppe conte pd

DAGOREPORT – OCCHIO ELLY: TIRA UNA BRUTTA CORRENTE! A MILANO, LA FRONDA RIFORMISTA AFFILA LE LAME: SCARICA QUEL BUONO A NIENTE DI BONACCINI, FINITO APPESO AL NASO AD APRISCATOLE DELLA DUCETTA DEL NAZARENO – LA NUOVA CORRENTE RISPETTA IL TAFAZZISMO ETERNO DEL PD: LA SCELTA DI LORENZO GUERINI A CAPO DEL NUOVO CONTENITORE NON È STATA UNANIME (TRA I CONTRARI, PINA PICIERNO). MENTRE SALE DI TONO GIORGIO GORI, SOSTENUTO ANCHE DA BEPPE SALA – LA RESA DEI CONTI CON LA SINISTRATA ELLY UN ARRIVERÀ DOPO IL VOTO DELLE ULTIME TRE REGIONI, CHE IN CAMPANIA SI ANNUNCIA CRUCIALE DOPO CHE LA SCHLEIN HA CEDUTO A CONTE LA CANDIDATURA DI QUEL SENZAVOTI DI ROBERTO FICO - AD ALLARMARE SCHLEIN SI AGGIUNGE ANCHE UN SONDAGGIO INTERNO SECONDO CUI, IN CASO DI PRIMARIE PER IL CANDIDATO PREMIER, CONTE AVREBBE LA MEGLIO…

affari tuoi la ruota della fortuna pier silvio berlusconi piersilvio gerry scotti stefano de martino giampaolo rossi bruno vespa

DAGOREPORT - ULLALLÀ, CHE CUCCAGNA! “CAROSELLO” HA STRAVINTO. IL POTERE DELLA PUBBLICITÀ, COL SUO RICCO BOTTINO DI SPOT, HA COSTRETTO PIERSILVIO A FAR FUORI DALLA FASCIA DELL’''ACCESS PRIME TIME” UN PROGRAMMA LEGGENDARIO COME “STRISCIA LA NOTIZIA”, SOSTITUENDOLO CON “LA RUOTA DELLA FORTUNA”, CHE OGNI SERA ASFALTA “AFFARI TUOI” – E ORA IL PROBLEMA DI QUELL’ORA DI GIOCHINI E DI RIFFE, DIVENTATA LA FASCIA PIÙ RICCA DELLA PROGRAMMAZIONE, È RIMBALZATO IN RAI - UNO SMACCO ECONOMICO CHE VIENE ADDEBITO NON SOLO AL FATTO CHE GERRY SCOTTI SI ALLUNGHI DI UNA MANCIATA DI MINUTI MA SOPRATTUTTO ALLA PRESENZA, TRA LA FINE DEL TG1 E L’INIZIO DI “AFFARI TUOI”, DEL CALANTE “CINQUE MINUTI” DI VESPA (CHE PER TENERLO SU SONO STATI ELIMINATI GLI SPOT CHE LO DIVIDEVANO DAL TG1: ALTRO DANNO ECONOMICO) - ORA IL COMPITO DI ROSSI PER RIPORRE NELLE TECHE O DA QUALCHE ALTRA PARTE DEL PALINSESTO IL PROGRAMMINO CONDOTTO DALL’OTTUAGENARIO VESPA SI PROSPETTA BEN PIÙ ARDUO, AL LIMITE DELL’IMPOSSIBILE, DI QUELLO DI PIERSILVIO CON IL TOSTO ANTONIO RICCI, ESSENDO COSA NOTA E ACCLARATA DEL RAPPORTO DIRETTO DI VESPA CON LE SORELLE MELONI…