carlo calenda

IL LATO OSCURO DI CALENDA: "A 14 ANNI HO COMINCIATO A FARMI LE CANNE, A NON ANDARE A SCUOLA, SONO STATO BOCCIATO, POI HO AVUTO UNA FIGLIA A 16. FREQUENTAVO BRUTTA GENTE, FACEVO A PUGNI, MI ROMPEVANO IL NASO, FACEVO POLITICA IN MODO VIOLENTO. MA, NELL’ISTANTE IN CUI È NATA TAJ, SONO CAMBIATO. MAMMA MI HA CACCIATO DI CASA E…" – "LA CARRIERA DI ATTORE? ERO PESSIMO. DA MANAGER GUADAGNAVO 1 MILIONE DI EURO ALL’ANNO" - PER UN POLITICO L’EGOTISMO È UNA MALATTIA PROFESSIONALE MA MIA MOGLIE SE “SFIGHEGGIO” MI DICE: "VAI A COMPRARE IL PANE…"

Candida Morvillo per corriere.it

 

carlo calenda

La libertà che non libera era, in principio, quella che Carlo Calenda ha sperimentato da ragazzo, prendendosela di prepotenza e illudendosi di poter avere tutto. Ora, La libertà che non libera - Riscoprire il valore del limite è il titolo di un saggio politico, in uscita oggi per la Nave di Teseo.

 

Un saggio che reclama il ritorno all’ethos e alla preminenza della comunità sull’individuo, ma che è anche un po’ la proiezione storica di un personale arco individuale che il fondatore di Azione racconta al Corriere da Strasburgo, dove ha portato tre dei suoi quattro figli a sentire il discorso di Mario Draghi all’europarlamento.

 

Lui dice: «È un libro controverso per un liberale come me, perché teorizzo il limite del liberalismo per come l’abbiamo inteso: l’uomo alla ricerca di diritti illimitati ha finito per confondere i desideri coi diritti. Da qui, quelli che dicono: non voglio pagare per le armi ucraine; non mi rompete col Covid... La nostra idea di libertà è diventata: sto sul divano, compro su Amazon, m’intrattengo con social e tv. Ed è la classe dirigente che è così».

carlo calenda

 

Lei come ha imparato il valore del limite?

«Ho una mamma valdese e la mia educazione è basata sul senso del limite, sul ricordarsi che a un diritto corrisponde un dovere. Tuttavia, proprio per questo, col senso del limite ho un problema: non usare toni eccessivi, non infiammarmi, non cedere all’egotismo è una ricerca continua. Infatti, il mio non è un libro bacchettone: l’ho scritto consapevole che darsi un limite è uno sforzo significativo».

CARLO CALENDA CON EMMA BONINO

 

Quando non ha retto lo sforzo?

«A 14 anni, ho completamente deragliato, ho cominciato a farmi le canne, a non andare a scuola, sono stato bocciato, poi ho avuto una figlia a 16. Ho fatto tutto quello che serviva per dire: non mi rompete. Frequentavo brutta gente, facevo a pugni, mi rompevano il naso, facevo politica in modo violento.

 

Ma, nell’istante in cui è nata Taj, sono cambiato. Mamma mi ha cacciato di casa e sono andato a vivere da nonna. Con la bambina, ho fatto proprio il padre, non ho delegato. E, in un giorno, ho recuperato l’anno perso a scuola, mi sono messo a vendere polizze. Mi sono laureato lavorando».

 

Che cosa le fa pensare, adesso, che siamo pronti al cambiamento epocale di valori che auspica?

carlo calenda a l'aria che tira

«La forza degli eventi storici, con la guerra e la crisi economica e sociale, determinerà la necessità che questo avvenga. Serviranno più collettività e l’accettazione di valori ordinatori della società superiori al desiderio impossibile della libertà individuale. Io ho fiducia perché negli uomini c’è sempre il desiderio di una ricerca di senso, che, per come la vedo io da laico, sta nella filosofia, nell’arte e nella passione civile, in quello che Simone Weil chiama “il destino eterno dell’uomo”».

 

Nella pratica, da dove si comincia?

«Dalla scuola, smettendola di trascurare il sapere non funzionale. Faccio una proposta: tutti i ragazzi italiani di qualunque condizione sociale devono fare il liceo. Gli studi professionali e tecnici devono essere rinviati a dopo. Prima, dobbiamo formare uomo e cittadino.

 

carlo calenda

In una società del benessere, fino a 18 anni, s’imparano arte, storia, musica, cultura, cose che daranno un vantaggio competitivo dopo e che, soprattutto, eviteranno la frustrazione che deriva dall’essere incanalati verso una professione che, tanto, cambierà e senza avere altro mondo che non stare sui social e comprare cavolate. Io, ai miei figli, ho vietato videogiochi e telefonini fino ai 14 anni, così che si abituassero, invece, a leggere libri».

 

Nel libro, descrive genitori che, per primi, si riconoscono solo diritti. Che propone? Di rispedirli a scuola?

«Purtroppo, i ragazzi andrebbero sottratti alle famiglie e messi a scuola anche al pomeriggio, portati a visitare i musei, i siti archeologici».

 

Quando scrive «oggi restano inevase due domande fondamentali: come vivere e perché vivere?», lei che risposte si dà?

«Vivo per lasciare una traccia che migliori il mio Paese. Mia madre mi ha sempre spronato a fare grandi cose. Per quanta fatica costi la politica, oggi sono un uomo molto più felice di quando guadagnavo un milione di euro lavorando meno. Lo sono perché ho trovato il mio posto».

CARLO CALENDA MEME

 

Come e quando decise di abbandonare lo stipendio?

«Nel 2012, lavoravo a Napoli, andavo in barca a mangiare a Nerano. Lasciai quando fu creata Italia Futura e poi mi candidai con Scelta Civica. Ho fatto cinque anni da ministro senza essere parlamentare e ho speso tutti i risparmi, ma mia moglie Violante me lo dice sempre: sei più felice adesso. È una decisione che non ho rimpianto e neanche lei».

 

A San Valentino, su Instagram, sotto una foto con lei, ha scritto: «Nella mia vita, c’è un solo pilastro».

calenda

«Ci siamo conosciuti a un ballo di 18 anni e innamorati in una settimana. Avevo una figlia, non era facile. Violante è quadratissima e, soprattutto, non gliene frega di quello che faccio: se fossi presidente della Repubblica, non le importerebbe. Se “sfigheggio”, come si dice a Roma, tipo dico “hai visto quanto sono bravo”, dice: vai a comprare il pane. Ha su di me un effetto di sanità mentale. Per un politico, l’egotismo è una malattia professionale, il rischio è sentirsi attori».

 

Da figlio e nipote di registi, di Cristina e Luigi Comencini, attore rischiava di diventarlo.

«Recitai nello sceneggiato Cuore a dieci anni, ero un attore pessimo. Mi piacque il set solo perché passai con nonno tanti mesi ed ero totalmente innamorato di Giuliana De Sio, la maestrina dalla penna rossa».

 

Tornando a sua moglie: nel 2017, ha avuto leucemia e tumore al seno e, dopo, al Corriereha confessato che i primi due giorni non voleva accettare l’idea. Lei, invece, come reagì?

calenda 55

«Mi concentrai sull’organizzazione militare della crisi. Ero ministro, per cui i bambini venivano a studiare al ministero e tutte le sere andavo da lei in ospedale. Era come se avessi rimosso il rischio che le potesse accadere il peggio. Tant’è che il medico mi chiese: ma ha capito che rischia la vita? Risposi “sì, ma posso solo organizzarmi mentre voi la curate”.

 

Dopo, quando Violante è stata bene, ho realizzato che la ferita era invece profonda. Poi, lei ha avuto una ricaduta, un trapianto di midollo. Ma, se la vede adesso, è più bella di prima. E ora è amministratore delegato della Komen, una Onlus per la prevenzione del tumore al seno: ha girato quello che le è accaduto di male in bene. Ha anche lei trovato il senso della vita».

 

carlo calenda foto di bacco (2)

Lei come pensa di cambiare un Paese con un partito al 5 per cento?

«Facendolo arrivare al 20, come ha fatto la destra, andando in giro per l’Italia e facendo capire che non sono una moneta falsa. Io non credo che le persone non vogliano migliorarsi o vogliano che i loro figli stiano dieci ore sui videogiochi, invece di avere cultura e prospettive».

CARLO CALENDA FUMA carlo calendacarlo calenda foto di bacco (3)

 

Ultimi Dagoreport

donald trump vladimir putin giorgia meloni

DAGOREPORT - IL VERTICE DELLA CASA BIANCA È STATO IL PIÙ  SURREALE E “MALATO” DELLA STORIA POLITICA INTERNAZIONALE, CON I LEADER EUROPEI E ZELENSKY IN GINOCCHIO DA TRUMP PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L’UCRAINA – LA REGIA TRUMPIANA: MELONI ALLA SINISTRA DEL "PADRINO", NEL RUOLO DI “PON-PON GIRL”, E MACRON, NEMICO NUMERO UNO, A DESTRA. MERZ, STARMER E URSULA, SBATTUTI AI MARGINI – IL COLMO?QUANDO TRUMP È SCOMPARSO PER 40-MINUTI-40 PER “AGGIORNARE” PUTIN ED È TORNATO RIMANGIANDOSI IL CESSATE IL FUOCO (MEJO LA TRATTATIVA PER LA PACE, COSÌ I RUSSI CONTINUANO A BOMBARDARE E AVANZARE) – QUANDO MERZ HA PROVATO A INSISTERE SULLA TREGUA, CI HA PENSATO LA TRUMPISTA DELLA GARBATELLA A “COMMENTARE” CON OCCHI SPACCANTI E ROTEANTI: MA COME SI PERMETTE ST'IMBECILLE DI CONTRADDIRE "THE GREAT DONALD"? - CILIEGINA SULLA TORTA MARCIA DELLA CASA BIANCA: È STATA PROPRIO LA TRUMPETTA, CHE SE NE FOTTE DELLE REGOLE DEMOCRATICHE, A SUGGERIRE ALL'IDIOTA IN CHIEF DI EVITARE LE DOMANDE DEI GIORNALISTI... - VIDEO

francesco milleri gaetano caltagrino christine lagarde alberto nagel mediobanca

TRA FRANCO E FRANCO(FORTE), C'E' DI MEZZO MPS - SECONDO "LA STAMPA", SULLE AMBIZIONI DI CALTAGIRONE E MILLERI DI CONTROLLARE BANCHE E ASSICURAZIONI PESA L’INCOGNITA DELLA BANCA CENTRALE EUROPEA - CERTO, PUR AVENDO IL 30% DI MEDIOBANCA, I DUE IMPRENDITORI NON POSSONO DECIDERE LA GOVERNANCE PERCHÉ NON HANNO REQUISITI DETTATI DALLA BCE (UNO FA OCCHIALI, L'ALTRO CEMENTO) - "LA STAMPA"  DIMENTICA, AHINOI!, LA PRESENZA DELLA BANCA SENESE, CHE I REQUISITI BCE LI HA TUTTI (E IL CEO DI MPS, LOVAGLIO, E' NELLE MANI DELLA COMPAGNIA CALTA-MELONI) - COSA SUCCEDERÀ IN CASO DI CONQUISTA DI MEDIOBANCA E DI GENERALI? LOR SIGNORI INDICHERANNO A LOVAGLIO DI NOMINARE SUBITO IL SOSTITUTO DI NAGEL (FABRIZIO PALERMO?), MENTRE TERRANNO DONNET FINO ALL'ASSEMBLEA DI GENERALI...

donald trump grandi della terra differenza mandati

FLASH! - FA MALE AMMETTERLO, MA HA VINTO DONALD TRUMP: NEL 2018, AL G7 IN CANADA, IL TYCOON FU FOTOGRAFATO SEDUTO, COME UNO SCOLARO CIUCCIO, MENTRE VENIVA REDARGUITO DALLA MAESTRINA ANGELA MERKEL E DAGLI ALTRI LEADER DEL G7. IERI, A WASHINGTON, ERA LUI A DOMINARE LA SCENA, SEDUTO COME DON VITO CORLEONE ALLA CASA BIANCA. I CAPI DI STATO E DI GOVERNO EUROPEI, ACCORSI A BACIARGLI LA PANTOFOLA PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L'UCRAINA, NON HANNO MAI OSATO CONTRADDIRLO, E GLI HANNO LECCATO VERGOGNOSAMENTE IL CULO, RIEMPIENDOLO DI LODI E SALAMELECCHI...

pietrangelo buttafuoco alessandro giuli beatrice venezi

DAGOREPORT – PIÙ CHE DELL’EGEMONIA CULTURALE DELLA SINISTRA, GIULI E CAMERATI DOVREBBERO PARLARCI DELLA SEMPLICE E PERENNE EGEMONIA DELL’AMICHETTISMO E DELLA BUROCRAZIA – PIAZZATI I FEDELISSIMI E GLI AMICHETTISSIMI (LA PROSSIMA SARÀ LA DIRETTRICE DEL LATO B VENEZI, CHE VOCI INSISTENTI DANNO IN ARRIVO ALLA FENICE), LA DESTRA MELONIANA NON È RIUSCITA A INTACCARE NÉ LO STRAPOTERE BARONALE DELLE UNIVERSITÀ NÉ LE NOMINE DIRIGENZIALI DEL MIC. E I GIORNALI NON NE PARLANO PERCHÉ VA BENE SIA ALLA DESTRA (CHE NON SA CERCARE I MERITEVOLI) CHE ALLA SINISTRA (I BUROCRATI SONO PER LO PIÙ SUOI)

donald trump giorgia meloni zelensky macron tusk starmer

DAGOREPORT - DOVE DIAVOLO È FINITO L’ATTEGGIAMENTO CRITICO FINO AL DISPREZZO DI GIORGIA MELONI SULLA ‘’COALIZIONE DEI VOLENTEROSI”? - OGGI LA RITROVIAMO VISPA E QUERULA POSIZIONATA SULL'ASSE FRANCO-TEDESCO-BRITANNICO, SEMPRE PRECISANDO DI “CONTINUARE A LAVORARE AL FIANCO DEGLI USA” - CHE IL CAMALEONTISMO SIA UNA MALATTIA INFANTILE DEL MELONISMO SONO PIENE LE CRONACHE: IERI ANDAVA DA BIDEN E FACEVA L’ANTI TRUMP, POI VOLA DA MACRON E FA L’ANTI LE PEN, ARRIVA A BRUXELLES E FA L’ANTI ORBÁN, INCONTRA CON MERZ E FA L’ANTI AFD, VA A TUNISI E FA L’ANTI SALVINI. UNA, NESSUNA, CENTOMILA - A MANTENERE OGNI GIORNO IL VOLUME ALTO DELLA GRANCASSA DELLA “NARRAZIONE MULTI-TASKING” DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA, OLTRE AI FOGLI DI DESTRA, CORRONO IN SOCCORSO LE PAGINE DI POLITICA INTERNA DEL “CORRIERE DELLA SERA”: ‘’PARE CHE IERI MACRON SI SIA INALBERATO DI FRONTE ALL’IPOTESI DI UN SUMMIT A ROMA, PROPONENDO SEMMAI GINEVRA. MELONI CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO” - SÌ, C’È SCRITTO PROPRIO COSÌ: “CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO”, MANCO AVESSE DAVANTI UN LOLLOBRIGIDA QUALSIASI ANZICHÉ IL PRESIDENTE DELL’UNICA POTENZA NUCLEARE EUROPEA E MEMBRO PERMANENTE DEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU (CINA, FRANCIA, RUSSIA, REGNO UNITO E USA) - RIUSCIRÀ STASERA L’EROINA DAI MILLE VOLTI A COMPIERE IL MIRACOLO DELLA ‘’SIRINGA PIENA E MOGLIE DROGATA’’, FACENDO FELICI TRUMP E MACRON?