salvini orban

SALVINI, UN EURO-PASSO AVANTI E DUE INDIETRO - LA LEGA FIRMA CON ORBAN, GIORGIA MELONI, MARINE LE PEN E ALTRI DIECI PARTITI UN DOCUMENTO PER CONTRAPPORSI ALL’EUROPA “DELLA BUROCRAZIA E DEI TECNOCRATI”, PER DIRE NO AD “UN'EUROPA SENZA NAZIONI”, CONTRO LA “TECNOCRAZIA” -L'OBIETTIVO: FORMARE UN GRUPPO UNICO AL PARLAMENTO EUROPEO CHE POTREBBE DIVENTARE LA TERZA FORMAZIONE DOPO I POPOLARI E I SOCIAL-DEMOCRATICI…

Emilio Pucci per “il Messaggero”

matteo salvini viktor orban 1

 

Il premier Draghi si tira fuori dalle polemiche, la sua linea resta europeista, consolidato il rapporto con Macron, Merkel e le istituzioni Ue. Insomma, fino a quando resterà a palazzo Chigi il posizionamento del governo italiano lo deciderà lui. Ma nella maggioranza è ancora una volta scontro sulle mosse di Salvini.

 

Ieri la Lega ha firmato un manifesto delle principali forze politiche di destra europee. Per contrapporsi all' Europa «della burocrazia e dei tecnocrati», per dire no ad «un' Europa senza nazioni», una sorta di «Superstato europeo» che porterà questo il convincimento - a una crescente cessione di sovranità dei singoli Stati membri.

 

matteo salvini e giorgia meloni

A firmare l' appello anche Giorgia Meloni, l' ungherese Orban, la francese Le Pen, il polacco Kaczynski, il leader spagnolo di Vox Abascal e altre dieci sigle che si pongono contro l' ideologia di Bruxelles che «impone norme in tutti gli ambiti della vita quotidiana». Nel testo si sostiene che la «cooperazione europea» stia «vacillando» e che le istituzioni necessitano di una «profonda riforma», perché l' Ue «sta diventando sempre più uno strumento di forze radicali che vorrebbero realizzare una trasformazione culturale e religiosa».

 

Il segretario dem Letta insorge: «Non si può stare allo stesso tempo con l' europeismo e con Orban. Non si può essere sostenitori insieme di Draghi e di Orban. Semplicemente, non si può». Una delle accuse è che i leghisti stanno con chi ha messo il veto a Next Generation EU e al Recovery Plan che salva l' Italia.

GIORGIA MELONI CON MATTEO SALVINI SULLO SFONDO

 

La Carta dei Valori condivisa, oltre che dalla Lega e da Fdi, anche da partiti come gli spagnoli di Vox, i francesi del Rassemblement national, i polacchi del Pis, Fidesz di Orban è solo un primo passaggio di un' operazione più ampia. «L' unione dei patrioti europei», come viene battezzata dalla Le Pen, punta alla nascita di un gruppo unico al Parlamento Europeo. Potrebbe contare all' incirca su 115 deputati a Strasburgo, diventando la terza formazione dopo i popolari e i social-democratici. Ma in prospettiva - fanno i calcoli nel partito di via Bellerio si potrebbe raggiungere più del 50% del Parlamento per arrivare presto alla maggioranza assoluta se questo l' obiettivo si dovessero staccare per aggregarsi alla nuova formazione pezzi del Ppe che attende l' esito delle elezioni in Germania.

 

MATTEO SALVINI CON MARINE LE PEN A PARIGI

«Abbiamo firmato tutti insieme una dichiarazione, abbiamo scelto di allargare le maglie di questa lettura alternativa dell' Europa ma questo non vuol dire la costruzione di una cosa nuova e diversa», frena la Meloni. Il modello che viene proposto è quello di un' Europa confederale, antitetico a quello lanciato dalla Conferenza sul futuro dell' Europa. Per le destre quei valori elencati nell' appello non sono rappresentati neanche dalla famiglia popolare europea che si è spostata a sinistra.

 

In Europa dunque si apre una nuova battaglia. Anche perché secondo quanto si apprende da fonti di Bruxelles la settimana prossima il presidente del Ppe Tusk dovrebbe annunciare le dimissioni per presentarsi alle elezioni in Polonia e il tedesco Weber potrebbe assumere l' incarico ad interim.

 

angela merkel jaroslaw kaczynski

Lo scenario italiano non è destinato a cambiare, considerato che Salvini ribadisce il pieno sostegno al premier Draghi. «Se Letta cerca nemici dell' Italia, può trovarli nei governi frugali che a Bruxelles sono nella sua stessa coalizione», la risposta della Lega che ricorda al segretario del Nazareno come Orban, regolarmente eletto, fino a poco tempo fa sia stato nel Ppe che governa con i socialisti.

 

TRAPPOLA PER IL PPE

La lettura, invece, di chi critica Salvini e ne interpreta l' imbarazzo per una mossa che questa la tesi punta a far saltare l' asse Berlusconi-Giorgetti per un avvicinamento della Lega al Ppe, è in chiave anti-Ue. «Salvini e Merloni si marcano a vicenda», allarga le braccia un moderato del centrodestra.

MANFRED WEBER

 

Non c' è in ogni caso nel manifesto alcun riferimento all' uscita dell' euro. Lo scopo è difendere le tradizioni, «l' eredità giudaico-cristiana dell' Europa», la famiglia che «è l' unità fondamentale delle nostre nazioni». «Il mondo è cambiato, l' Europa è cambiata, gli Stati Uniti sono cambiati, le dinamiche economiche sono cambiate ma abbiamo certi valori e quelli rimangono. La mia idea è un' Europa del popolo», rilancia Salvini in un colloquio con il Financial Times. Perplessa una gran parte di FI che allontana il progetto della federazione del centrodestra.

DONALD TUSK VIKTOR ORBAN

Ultimi Dagoreport

salvini rixi meloni bignami gavio

DAGOREPORT - I FRATELLINI D’ITALIA CI SONO O CI FANNO? SULLA QUESTIONE PEDAGGI, CI FANNO: FINGONO DI CASCARE DAL PERO DI FRONTE ALL’EMENDAMENTO LEGHISTA CHE AUMENTA IL COSTO DELLE AUTOSTRADE, MA SAPEVANO TUTTO DALL’INIZIO. QUELLO DEL CARROCCIO È STATO UN BALLON D’ESSAI PER VEDERE COSA SAREBBE SUCCESSO. MA DI FRONTE ALL’INDIGNAZIONE DI CONSUMATORI E OPPOSIZIONE LA MELONI HA ORDINATO LA RETROMARCIA – ORA IL CETRIOLONE PASSA AI CONCESSIONARI: CHE DIRANNO I VARI TOTO, BLACKSTONE, MACQUARIE E GAVIO DI FRONTE AL FORTE DIMAGRIMENTO DEI LORO DIVIDENDI? – I PIANI ECONOMICI FINANZIARI BLOCCATI E I MOLTI INCROCI DI GAVIO CON IL GOVERNO: HA APPENA VENDUTO 250MILA AZIONI DI MEDIOBANCA, FACENDO UN FAVORE, INDIRETTO A “CALTA” E ALLA SCALATA AL POTERE FINANZIARIO MILANESE PROPIZIATA DALLA FIAMMA MAGICA…

trump zelensky meloni putin

DAGOREPORT - DONALD TRUMP È STATO CHIARO CON ZELENSKY: SE CEDE LE QUATTRO REGIONI OCCUPATE DAI RUSSI, OLTRE LA CRIMEA, A PUTIN, USERÀ IL SUO SÌ PER MINACCIARE MOSCA. SE “MAD VLAD” NON ACCETTA DI CHIUDERE SUBITO IL CONFLITTO, ARMERÀ FINO AI DENTI KIEV – IL TYCOON PUTINIZZATO FINGE DISTANZA DALLO ZAR DEL CREMLINO: "VUOLE ANDARE FINO IN FONDO, CONTINUARE A UCCIDERE, NON VA BENE...". MA È SCHIACCIATO SULLE PRETESE DI MOSCA: HA PROMESSO A PUTIN CHE L’UCRAINA INDIRÀ ELEZIONI UN ATTIMO DOPO IL CESSATE IL FUOCO – LA RISATA DA VACCARO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO DI FRONTE ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE BY GIORGIA MELONI: MA COSA VUOI RICOSTRUIRE SE C’È ANCORA LA GUERRA?

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA?