UNA “GOLA PROFONDA” INGUAIA LA LEGA MARONITA? - LA EX SEGRETARIA DELLA TESORERIA AL SENATO DESCRIVE UN SISTEMA DI PAGAMENTI ILLEGALI AI BIG DEL CARROCCIO - MANUELA MARIA PRIVITERA FA I NOMI DI BRICOLO E CALDEROLI - E’ CREDIBILE O TENTA LA VENDETTA? ERA STATA LICENZIATA PER ESSERSI APPROPRIATA DI 368MILA EURO DAI FONDI DEL GRUPPO - INTANTO, RIAPPARE BELSITO: “MI ASPETTO LO STESSO TRATTAMENTO RISERVATO A ME…”

1 - LA SEGRETARIA CHE INGUAIA LA LEGA
Grazia Longo per "la Stampa"

Spese folli al gruppo Lega Nord del Senato (che dispone di 3 milioni di euro all'anno), ma da parte di chi? Un reale sistema di ruberie - stile Carroccio a Milano - o la vendetta di una segretaria licenziata perché si era appropriata della bellezza di 368 mila e 237 euro dalle casse del gruppo leghista in Senato?

Da una parte, c'è lei, Manuela Maria Privitera, 46 anni, la segretaria «gola profonda» della tesoreria della Lega Nord a Palazzo Madama che denuncia un sistema illegale fondato su stipendi extra, corrisposti in contanti al capogruppo Bricolo oltre che a Bodega e Mazzatorta; «paghette» di 2 mila euro al mese per Calderoli; pagamenti di affitti da 1.500 euro al mese; utilizzo di carte di credito e circolazione di assegni per collaboratori.

Dall'altra, c'è il gruppo dei senatori, Bricolo in testa, che respinge fermamente tutte le accuse. Sullo sfondo, l'inchiesta della procura di Roma, a cura del sostituto Roberto Felici, sulla scorta del terremoto giudiziario milanese della scorsa primavera che ha sconquassato i vertici della Lega e la detronizzazione dell'ex leader Umberto Bossi. Per non parlare dell'effetto delle notizie di nuove spese allegre con i soldi dei contribuenti proprio ora, a poche settimane da importanti appuntamenti elettorali. Primo fra tutti, quello che vuole portare il segretario federale Maroni alla guida del Pirellone, consegnando un primato storico alla Lega che potrebbe governare in tutte e tre le regioni del Nord.

A Roma non risultano indagati. O meglio l'unico ad aver ricevuto un avviso di garanzia è Piergiorgio Stiffoni, ex segretario amministrativo della Lega al Senato dal 2001 al 2012, espulso lo scorso aprile (ora è al gruppo misto) perché coinvolto nello scandalo milanese.

Proprio in seguito alle indagini su di lui, giudici e senatori hanno scoperto le mancanze della Privitera che per giustificarsi ha tirato in ballo il legame e l'aiuto di Stiffoni. Di fatto non solo la segretaria è stata licenziata, ma il Tribunale di Roma ha respinto il ricorso contro il licenziamento presentato dai legali della donna. Nelle 15 pagine della sentenza, il giudice Stefania Billi spiega i motivi che le hanno impedito di accogliere il ricorso e mantenere quindi il licenziamento di Manuela Maria Privitera.

In particolare si legge che la segretaria aveva «ingiustificatamente percepito sul proprio conto corrente 9858 bonifici ingiustificati per l'importo di 189.437 euro, provenienti dal conto corrente bancario intestato al gruppo Lega Nord al Senato». Non solo, le viene inoltre contestato di «aver ricevuto sul proprio conto corrente assegni per importi di circa 178.00 euro, riferendo ai consulenti esterni (quelli della Pricewaterhouse, che si occuparono anche del crac Parmalat, ndr) del gruppo di averli utilizzati per fronteggiare spese del gruppo, ma senza rendere disponibile la documentazione a supporto di tale affermazione».

Ma Privitera, dal canto suo, ha presentato in procura un memoriale dove spara a zero contro lo sperpero delle casse del partito: «Il gruppo pagava l'affitto del senatore Bricolo e una sua carta di credito. Al senatore Calderoli venivano dati 2 mila euro al mese. Dal dicembre 2011 li ritirava in contanti». E non finisce qui. Ci sarebbe anche il pagamento dell'affitto al capogruppo (1.250 euro) e la copertura della sua carta di credito; assegni girati a collaboratori per finalità non chiare. Stipendi extra e affitti sottratti ai 15 milioni di euro nell'intero arco dell'ultima legislatura.

Ma Bricolo respinge tutte le accuse: «E' tutto frutto di una vendetta di chi (la Privitera, ndr) era stato licenziato da tempo. Mi amareggia infinitamente che, con questo fango da campagna elettorale, il mio nome venga accostato alla schiera di quanti hanno sperperato e lucrato sui soldi pubblici, approfittando dei loro ruoli di potere».

2 - BELSITO: "ORA MI ASPETTO LO STESSO TRATTAMENTO RISERVATO A ME"
Marco Raffa per "la Stampa"

Un trattamento «uguale per tutti», «trasparenza e correttezza», norme che vengano applicate «dall'inizio alla fine» e siano «compatibili con l'attività politica». E' criptico ma non troppo Francesco Belsito, l'ex tesoriere della Lega, quando gli si chiede cosa pensa della nuova inchiesta sui conti del Carroccio. Ma forse per la prima volta dopo lo scandalo che ha travolto il «cerchio magico» accetta di parlare di sè e difende il suo operato. Affermando tra l'altro che i suoi investimenti «diversificati» hanno fatto guadagnare la Lega.

Belsito, qualcuno dei suoi accusatori adesso è a sua volta accusato di aver preso soldi dal partito per spese personali. Cosa ne pensa?
«Non ho letto i giornali, oggi sono in famiglia e non voglio occuparmi di queste cose. Certo, quando si parla di essere trasparenti e corretti....».

Cioè?
«Tutte le procedure devono essere uguali, per tutti. Non ci possono essere trattamenti diversi...».

Si riferisce agli attacchi ricevuti all'interno del suo ex partito come tesoriere della Lega? Altri hanno avuto un trattamento diverso dal suo?
«Ripeto, non ho letto i giornali e non voglio parlare di nessuno in particolare. Certo prima di attaccare o distruggere qualcuno bisognerebbe conoscere i fatti, non parlare per antipatia o inimicizia».

E quali sono i fatti, per quanto la riguarda?
«Che io sono accusato di appropriazione indebita e di truffa ai danni dello Stato, ma sono accuse che non hanno senso».

Si spieghi meglio.
«Ho risposto ai magistrati, non voglio dire cose che possano essere fraintese o strumentalizzate. Intanto una parte di quei soldi, 8-9 milioni di euro, erano donazioni fatte al movimento dagli eletti. E come tesoriere della Lega mi sono limitato a fare quello che prima di me, per vent'anni, aveva fatto Maurizio Balocchi. Niente di straordinario. Se mi venivano chieste somme da esponenti del partito che avevano titolo per farlo, le davo.

Naturalmente doveva trattarsi di somme congrue, sempre nell'ottica di far risparmiare il movimento. Non mi competeva, però, andare a scegliere i fornitori: era chi organizzava ad esempio una manifestazione, un congresso, che si occupava dei preventivi. Unica eccezione, il raduno nautico padano di Camogli, che ho organizzato io direttamente. Ma era una piccola cosa».

E i soldi investiti a Cipro e in Tanzania, i lingotti d'oro, i diamanti?
«Quelli sono investimenti diversificati, io credo di aver svolto bene il mio incarico di tesoriere e di aver fatto guadagnare il movimento. I numeri sono positivi, chiedete pure i conti alla Lega. Qualunque tesoriere avrebbe sceltogli investimenti più azzeccati, certo non giocare in Borsa anche se non c'è una norma che lo vieti, però di sicuro è rischioso».

Come sono i suoi rapporti con la Lega oggi?
«Nessun tipo di rapporto. Sono scomparsi tutti, da mesi. Nessuno mi ha più cercato».

 

ROBERTO CALDEROLI jpegcalderoli-robertoCALDEROLI PORCELLUM FEDERICO BRICOLO FEDERICO BRICOLO FRANCESCO BELSITO FRANCESCO BELSITOROBERTO MARONI CON LA SCOPA PADANA

Ultimi Dagoreport

francesco micheli

DAGOREPORT - IN UNA MILANO ASSEDIATA DAI BARBARI DI ROMA, SI CELEBRA LA FAVOLOSA CAPITALE DEGLI AFFARI CHE FU: IL CAPITALISMO CON IL CUORE A SINISTRA E IL PORTAFOGLIO GONFIO A DESTRA - A 87 ANNI, FRANCESCO MICHELI APRE, SIA PURE CON MANO VELLUTATA E SENZA LASCIARE IMPRONTE VISTOSE, IL CASSETTO DEI RICORDI: “IL CAPITALISTA RILUTTANTE” È IL DIARIO DI BORDO DELL’EX BUCANIERE DELLA FINANZA CHE, SALITO SULL’ALBERO PIÙ ALTO DEL VASCELLO, HA OSSERVATO I FONDALI OSCURI INCONTRATI NEL MARE MAGNUM INSIDIOSO DELL’ECONOMIA, SOMMERSA E SPESSO AFFONDATA - “IO E LEI APPARTENIAMO A ZOO DIVERSI”, FU IL VATICINIO DI CUCCIA – LUI, UNICO TESTIMOME A RACCOGLIERE LO SFOGO DI EUGENIO CEFIS SU QUEL “MATTO” DI CUCCIA CHE NEL GIORNO DELLE SUE CLAMOROSE DIMISSIONI DA MONTEDISON L’AVEVA ACCOLTO CON UN BEFFARDO: “DOTTORE, PENSAVO VOLESSE FARE UN COLPO DI STATO…”

romana liuzzo

DAGOREPORT! UN MOTO DI COMPRENSIONE PER I TELESPETTATORI DI CANALE5 CHE HANNO AVUTO LA SFORTUNA DI INTERCETTARE LA MESSA IN ONDA DELLO SPOT AUTO-CELEBRATIVO (EUFEMISMO) DEL PREMIO “GUIDO CARLI” - CONFUSI, SPIAZZATI, INCREDULI SI SARANNO CHIESTI: MA CHE CAZZO È ‘STA ROBA? - AGGHINDATA CON UN PEPLO IN STILE “VESTALE, OGNI SCHERZO VALE”, PIAZZATA IN UN REGNO BOTANICO DI CARTONE PRESSATO, IL “COMMENDATORE”  ROMANA LIUZZO REGALA 20 SECONDI DI SURREAL-KITSCH MAI VISTO DALL'OCCHIO UMANO: “LA FONDAZIONE GUIDO CARLI VI SARÀ SEMPRE ACCANTO PER COSTRUIRE INSIEME UN MONDO MIGLIORE”. MA CHI È, LA CARITAS? EMERGENCY? L'ESERCITO DELLA SALVEZZA? - VIDEO!

friedrich merz - elezioni in germania- foto lapresse -

DAGOREPORT – LA BOCCIATURA AL PRIMO VOTO DI FIDUCIA PER FRIEDRICH MERZ È UN SEGNALE CHE ARRIVA DAI SUOI "COLLEGHI" DI PARTITO: I 18 VOTI CHE SONO MANCATI ERANO DI UN GRUPPETTO DI PARLAMENTARI DELLA CDU. HANNO VOLUTO MANDARE UN “MESSAGGIO” AL CANCELLIERE DECISIONISTA, CHE HA STILATO UNA LISTA DI MINISTRI SENZA CONCORDARLA CON NESSUNO. ERA UN MODO PER RIDIMENSIONARE L’AMBIZIOSO LEADER. COME A DIRE: SENZA DI NOI NON VAI DA NESSUNA PARTE – DOMANI MERZ VOLA A PARIGI PER RIDARE SLANCIO ALL’ALLEANZA CON MACRON – IL POSSIBILE ANNUNCIO DI TRUMP SULLA CRISI RUSSO-UCRAINA

xi jinping donald trump vladimir putin

DAGOREPORT - LA CERTIFICAZIONE DELL'ENNESIMO FALLIMENTO DI DONALD TRUMP SARÀ LA FOTO DI XI JINPING E VLADIMIR PUTIN A BRACCETTO SULLA PIAZZA ROSSA, VENERDÌ 9 MAGGIO ALLA PARATA PER IL GIORNO DELLA VITTORIA - IL PRIMO MENTECATTO DELLA CASA BIANCA AVEVA PUNTATO TUTTO SULLO "SGANCIAMENTO" DELLA RUSSIA DAL NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA: LA CINA - E PER ISOLARE IL DRAGONE HA CONCESSO A "MAD VLAD" TUTTO E DI PIU' NEI NEGOZIATI SULL'UCRAINA (COMPRESO IL PESTAGGIO DEL "DITTATORE" ZELENSKY) - ANCHE SUI DAZI, L'IDIOTA SI È DOVUTO RIMANGIARE LE PROMESSE DI UNA NUOVA "ETA' DELL'ORO" PER L'AMERICA - IL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO HA COMPIUTO COSI' UN MIRACOLO GEOPOLITICO: IL REGIME COMUNISTA DI PECHINO NON È PIÙ IL DIAVOLO DI IERI DA SANZIONARE E COMBATTERE: OGGI LA CINA RISCHIA DI DIVENTARE LA FORZA “STABILIZZATRICE” DEL NUOVO ORDINE GLOBALE...

alfredo mantovano gianni de gennaro luciano violante guido crosetto carlo nordio alessandro monteduro

DAGOREPORT – LA “CONVERSIONE” DI ALFREDO MANTOVANO: IL SOTTOSEGRETARIO CHE DOVEVA ESSERE L’UOMO DI DIALOGO E DI RACCORDO DI GIORGIA MELONI CON QUIRINALE, VATICANO E APPARATI ISTITUZIONALI (MAGISTRATURA, CORTE DEI CONTI, CONSULTA, SERVIZI. ETC.), SI È VIA VIA TRASFORMATO IN UN FAZZOLARI NUMERO 2: DOPO IL ''COMMISSARIAMENTO'' DI PIANTEDOSI (DOSSIER IMMIGRAZIONE) E ORA ANCHE DI NORDIO (GIUSTIZIA), L’ARALDO DELLA CATTO-DESTRA PIÙ CONSERVATRICE, IN MODALITA' OPUS DEI, SI E' DISTINTO PER I TANTI CONFLITTI CON CROSETTO (DALL'AISE AI CARABINIERI), L'INNER CIRCLE CON VIOLANTE E GIANNI DE GENNARO, LA SCELTA INFAUSTA DI FRATTASI ALL'AGENZIA DI CYBERSICUREZZA E, IN DUPLEX COL SUO BRACCIO DESTRO, IL PIO ALESSANDRO MONTEDURO, PER “TIFO” PER IL “RUINIANO” BETORI AL CONCLAVE...

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…