POTERE ROSSO – INTORNO A LEGACOOP SI ESTENDE UNA RAGNATELA DI PARTECIPAZIONI DA CENTINAIA DI MILIONI DI EURO – CI SONO BANCHE E FINANZIARIE, MA ANCHE SOCIETÀ DI LEASING, DI COSTRUZIONE, CONCESSIONARIE AUTOSTRADALI ED ENERGIE RINNOVABILI

Stefano Sansonetti per "Il Giornale"

 

SALVATORE BUZZI - GIULIANO POLETTISALVATORE BUZZI - GIULIANO POLETTI

Un ragnatela incredibile, all’interno della quale si annodano i fili che portano a decine di società finanziarie e a una moltiplicazione inarrestabile di poltrone. Benvenuti nei cunicoli del mondo Legacoop, la lega delle cooperative rosse che certo non esaurisce il suo potere economico nel controllo del gruppo assicurativo UnipolSai. Anzi, è proprio al di fuori di questo contesto che si sono sviluppate attività economiche a non finire. Il tutto, oggi, sotto il controllo di Mauro Lusetti, presidente di Legacoop, e di Aldo Soldi, vero collezionista di poltrone in una galassia in cui i consigli di amministrazione a volte arrivano a sfiorare i 20 componenti.

 

Per orientarsi occorre partire da Coopfond Spa, in passato presieduta dall’attuale ministro del lavoro, Giuliano Poletti.  Controllata al 100% da Legacoop, questa società gestisce il ricco fondo mutualistico delle cooperative rosse, alimentato dal 3% degli utili di ciascuna. Coopfond è un veicolo finanziario che entra nel capitale delle varie società, rilevandone fette che possono arrivare fino al 50%. In base agli ultimi bilanci disponibili la società è arrivata ad avere in pancia partecipazioni per 251 milioni di euro, e a gestire un fondo di riserva da 412 milioni.

SUSANNA CAMUSSO GIULIANO POLETTI SUSANNA CAMUSSO GIULIANO POLETTI

 

Ma Coopfond, a quanto pare, fornisce anche altre soluzioni finanziarie. La società è citata nell’ultimo documento contabile della cooperativa “29 giugno”, fino a poco tempo fa guidata da quel Salvatore Buzzi ora coinvolto nell’inchiesta “Mafia Capitale”, che avrebbe esplorato proprio con l’assistenza della società di Legacoop la possibilità di emettere miniobbligazioni. Non finisce qui. Coopfond, che ora è presieduta da Lusetti ed è guidata da Soldi nelle vesti di direttore generale, vanta a sua volta tre partecipazioni in altrettante società: Cooperfactor, Cooperfidi Italia e Cooperare Spa.

 

La prima, Cooperfactor, è la società di factoring del mondo Legacoop, quella che anticipa i crediti che le coop rosse hanno nei confronti della Pa (nei limiti dell’80%). La seconda società, Cooperfidi Italia, ha dietro pure l’associazione delle cooperative bianche e rilascia garanzie alle banche che prestano soldi alle coop. Infine la terza società, Cooperare Spa, che è anche la più rilevante. Sede a Bologna, si tratta di un’altra holding di partecipazioni che acquisisce pacchetti di minoranza nelle coop con operazioni che partono da un taglio minimo di 4-5 milioni di euro. Gli ultimi dati di bilancio dicono che a fine 2013 la dotazione finanziaria di Cooperare Spa era arrivata a 268 milioni di euro.

In più la società ha all’attivo investimenti in 9 società cooperative per un valore di 303 milioni di euro.

 

Mauro 
Lusetti 
Mauro Lusetti

Il pezzo più pregiato è una quota di Finsoe, la scatola di controllo del colosso assicurativo Unipol. Ma spuntano investimenti in settori come le concessioni autostradali (Holcoa) e le energie rinnovabili (Dister Energia), oltre a quelli in colossi della cooperazione rossa come Manutencoop e Cmc di Ravenna. Le sorprese continuano anche ai piani alti di Cooperare Spa. Nella sua compagine azionaria, accanto a Coopfond, troviamo Ccfs (una sorta di consorzio finanziario) e le 5 finanziarie territoriali di sistema delle coop rosse, ovvero la Par.Co di Reggio Emilia, la Sofinco di Modena, la Parfinco di Bologna (nata dalla recente unione tra Fi.Bo di Bologna e la Fed.Ra di Ravenna), la Fin.Pa.S della Toscana e la Csa di Parma.

 

In base agli ultimi dati di bilancio tutti gli azionisti di Cooperare Spa sono arrivati ad avere un patrimonio netto aggregato di 700 milioni di euro. Per certi aspetti simile anche la situazione di uno degli azionisti di Cooperare Spa, ossia il Ccfs (Consorzio cooperativo finanziario per lo sviluppo). Questa struttura, dietro alla quale c’è tutto il movimento delle cooperative rosse, rappresenta un’altra specie di banca del sistema, dal momento che offre depositi liberi, vincolati e tutta una serie di finanziamenti.

GRAZIANO DELRIOGRAZIANO DELRIO

 

In più dal Consorzio dipendono a cascata altre partecipazioni: Leasecoop spa (leasing immobiliare), Finanza Cooperativa (leasing mobiliare) e Quorum spa (leasing immobiliare). Come si vede un intreccio incredibile, degno del più sofisticato gruppo finanziario. Il tutto con il vertice ben saldo sull’asse Bologna-Reggio Emilia. A ulteriore dimostrazione di come, oltre a Poletti, nel governo tra gli uomini di riferimento delle coop rosse ci sia anche il sottosegretario Graziano Delrio, già sindaco della stessa Reggio Emilia.    

Ultimi Dagoreport

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...