LIBIAMO ALLA SHARIA! - IL PRESIDENTE DEL CNT JALIL ARRINGA LA FOLLA INNEGGIANDO ALLA LEGGE CORANICA: “SARÀ L’ISPIRAZIONE PER LA NUOVA LIBIA” - VIA LIBERA ALLA POLIGAMIA E ALLA FINANZA ISLAMICA - LA FINE DI GHEDDAFI CHE TANTO SCONVOLGE L’OCCIDENTE? “SE L’È CERCATA. E' MORTO SOFFRENDO MOLTO MENO DELLE MIGLIAIA DI VITTIME TORTURATE DAI SUOI AGUZZINI” - UNO DEI PROBLEMI MAGGIORI AL MOMENTO È L'ANARCHIA DELLE MILIZIE RIVOLUZIONARIE, ACCOMPAGNATO DALL'ESIGENZA DI CONTROLLARE LE ARMI RUBATE DAGLI ARSENALI DEL REGIME…

Lorenzo Cremonesi per il "Corriere della Sera"

Dalla quarantennale dittatura del «faraone» Gheddafi a una indefinita democrazia islamica fondata sulla Sharia che legalizza la poligamia? Nonostante l'euforia dei festeggiamenti per la vittoria, il dubbio è legittimo. È lo stesso Mustafa Abdel Jalil a istillarlo nella sua dichiarazione per la liberazione nazionale formulata ieri pomeriggio davanti a decine di migliaia di persone (c'è chi parla di oltre 200.000) nella stessa città dove a metà febbraio iniziarono i moti destinati a infiammare l'intero Paese.

Il presidente del Consiglio Nazionale Transitorio (Cnt) è rispettato dalla sue gente. Nonostante sia stato per anni ministro della Giustizia per Gheddafi, con i suoi modi moderati, l'aspetto innocuo, e soprattutto la religiosità profonda che deriva dai suoi luoghi natali sulle montagne verdi della Cirenaica, è riuscito a presentarsi come traghettatore verso il nuovo corso, annunciando comunque sin da subito che darà «prestissimo» le dimissioni per lasciare posto ai giovani. E ieri non si è smentito.

Consapevole che uno dei problemi maggiori al momento è l'anarchia delle milizie rivoluzionarie, accompagnato dall'esigenza di controllare le armi rubate dagli arsenali del regime, dal podio ha subito lanciato un appello in nome di Allah. «Per festeggiare la liberazione non sparate in aria, ma pregate e recitate con me che Allah è il più grande e misericordioso», ha dichiarato, inginocchiandosi per una breve preghiera.

Effetto garantito. Unanimità assicurata, tra lo sventolare di bandiere, delle foto dei «martiri» uccisi in 8 mesi di combattimenti, gli slogan ritmati della lotta, gli inni rivoluzionari misti a quelli nazionalisti mutuati dal ricco bagaglio della vecchia Jamariah.

Ma Jalil è andato oltre. Dopo aver chiesto in toni paterni tolleranza, riconciliazione e dialogo, ha comunque ribadito che la prossima costituzione avrà la «legge islamica» come fonte d'ispirazione principale. E ha specificato: «Le leggi che contraddicono la Sharia saranno modificate», incluse quelle sulla poligamia (sotto Gheddafi lasciata ai costumi locali delle tribù, ma non favorita dallo Stato) e le regole bancarie. Gli istituti di credito non potranno imporre interessi sui prestiti inferiori a 5.000 euro e sui mutui per la casa. Quanto alla poligamia, lui specifica che si rifà alle indicazioni di Maometto.

Tra la folla ricordano che lui più volte in passato avrebbe sostenuto che il largo numero di giovani combattenti morti dovrebbe indurre i libici ad avere più mogli per ripopolare il Paese con tanti figli. L'atmosfera di festa pervade Bengasi. Il luogo della cerimonia è simbolico: la grande piazza delle cerimonie di fronte al campo militare della «Qatiba Fadil», dove il 19 febbraio morirono 200 manifestanti, massacrati dalle milizie del dittatore a colpi di mitra e cannoni. Pietre e bastoni, al meglio un poco di gelatina esplosiva utilizzata dai pescatori, contro un esercito.

«Fu la repressione eccessiva a scatenare la nostra rabbia», ha ricordato Jalil tra gli applausi. Qualcuno sventola bandiere francesi, americane, inglesi, italiane. I «grazie Nato» non mancano. Eppure questa è la festa dei libici per i libici.

Quasi nessuno si interessa delle polemiche che crescono in Occidente sulle modalità della morte di Gheddafi. «Il dittatore è morto. Ben gli sta. Magari sarebbe stato meglio processarlo. Ma tutto sommato conta poco. E' morto soffrendo molto meno delle migliaia di vittime torturate dai suoi aguzzini», affermano in tanti.

E anche la sorte di Saif Al Islam, il figlio del rais ancora in clandestinità, sembra dimenticata. Ieri è stato diffuso un audio in cui Saif rilancia la lotta contro «i topi della Nato e i loro alleati» a smentire le voci della sua cattura. «Da solo non può fare nulla. Prima o poi lo prenderemo», dicono in piazza.

Nei prossimi giorni l'attenzione si concentrerà sul processo politico. Dovrà essere costituito l'organismo per organizzare le elezioni entro 8 mesi. Sarà battaglia. Ma non va dimenticato che questo è un Paese ricco, con impianti petroliferi relativamente intatti e meno di sei milioni di abitanti. Mancano le divisioni religiose che attanagliano l'Iraq o il Libano. L'ottimismo di Jalil potrebbe avere qualche fondamento.

 

IL CAPO DEL CONSIGLIO LIBICO DI TRANSIZIONE MUSTAFA ABDEL JALIL libia GHEDDAFI MORTOGuerra in Libia e Guerra in Libia MUTASSIM GHEDDAFI

Ultimi Dagoreport

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA? 

vincent bollore john elkann andrea pignataro

CHE NELLA TESTA DI JOHN ELKANN FRULLI L’IDEA DI VENDERE “LA REPUBBLICA”, NON È UN MISTERO. GIÀ UN ANNO FA SI SPETTEGOLÒ DI TRATTATIVE A TORINO CON UNA CORDATA DI IMPRENDITORI E BANCHE MILANESI - ELKANN, COSÌ CHIC E COSÌ SNOB, AVREBBE GRADITO LA PRESENZA NELLA CORDATA DI UN NOME INTERNAZIONALE. ED ECCO SPUNTARE L’IMPOSSIBILE: VINCENT BOLLORÉ, PATRON DI VIVENDI E DELLA DESTRA OLTRANZISTA FRANCESE – L’ULTIMA INDISCREZIONE ACCREDITA UNA VOGLIA DI CARTA AL BOLOGNESE ANDREA PIGNATARO, SECONDO MILIARDARIO D’ITALIA - VERO, FALSO, INVEROSIMILE? QUELLO CHE È CERTO È CHE LA CRISI MONDIALE DELL’INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA STA DIVENTANDO UN ‘’DRAMMA ECONOMICO’’, CON MINACCIA DI CHIUDERE LE FABBRICHE STELLANTIS, E LA LINEA ANTI-GOVERNATIVA DI “REPUBBLICA” È UNA FONTE DI GUAI, NON ESSENDO PER NULLA GRADITA (EUFEMISMO) DAI “VENDI-CATTIVI” DELLA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI….

alessandro giuli lucia borgonzoni manuela cacciamani mazzi rampelli giulio base film albatross 2025albatross angelo mellone perla tortora paolo petrecca alma manera

DAGO-CAFONAL! - DAI FRATELLI WARNER DI HOLLYWOOD AI FRATELLI D’ITALIA DI CINECITTÀ, IL CIAK È A DESTRA! - E VOILÀ! DOMANI SUGLI SCHERMI DEL BELPAESE ARRIVA "ALBATROSS", IL NUOVO IMMAGINARIO CAPOLAVORO DI GIULIO BASE, MARITATO TIZIANA ROCCA - ALL’ANTEPRIMA ROMANA, GOVERNO IN PRIMA FILA: TAPPETO ROSSO PER IL MINISTRO GIULI-VO DEL “PENSIERO SOLARE”; AVANTI I DIOSCURI RAI, ROSSI E MELLONE, FATE LARGO AL “GABBIANO SUPREMO” DI COLLE OPPIO, FABIO RAMPELLI, CON MOLLICONE DI SCORTA - NEL FOYER DEL CINEMA SI SBACIUCCHIANO PAOLO PETRECCA, DIRETTORE DI RAI SPORT, E L’AMATA ALMA MANERA - SE LUCIA BORGONZONI TIMBRA IL CARTELLINO PER LA LEGA, A TENERE ALTO IL PENNONE DI FORZA ITALIA C’È MAURIZIO GASPARRI, NEL '70 SEGRETARIO PROVINCIALE DEL FRONTE DELLA GIOVENTÙ – PER I DUE PRODUTTORI, PAOLO DEL BROCCO (RAI CINEMA) E GENNARO COPPOLA (COMPAGNO DI MANUELA CACCIAMANI, PRESIDENTE DI CINECITTA'), ‘STO “ALBATROSS” DI GIULIO BASE DEVE SUSCITARE VERAMENTE “GRANDE ATTENZIONE” VISTO CHE IL 18 GIUGNO SCORSO SAREBBE AVVENUTA UNA PROIEZIONE PRIVATA DEL FILM ALLA PRESENZA DI IGNAZIO LA RUSSA E DI SISTER ARIANNA MELONI…

cetrioloni per l italia - meme by edoardo baraldi giorgia meloni economia crisi soldi

DAGOREPORT - GIORGIA MELONI PUÒ FARE TUTTE LE SMORFIETTE CHE VUOLE MA A NATALE RISCHIA DI TROVARE SOTTO L'ALBERO UN'ITALIA IN GRANDE DIFFICOLTA' ECONOMICA. E SE I CITTADINI TROVERANNO LE TASCHE VUOTE, ANCHE IL PIU' INCROLLABILE CONSENSO PUO' SGRETOLARSI - IL POTERE D'ACQUISTO AUMENTA DELLO 0,9% ORA, MA NEGLI ULTIMI ANNI È CROLLATO DEL 20% - DA UN LATO L'INFLAZIONE TORNA A CRESCERE, DALL'ALTRO IL PIL CALA. E DAL 2026, CON LA FINE DEL PNRR, CHE HA "DROGATO" IL PRODOTTO INTERNO LORDO, LA SITUAZIONE NON POTRÀ CHE PEGGIORARE. SENZA CONSIDERARE L'EFFETTO TSUNAMI DEI DAZI DI TRUMP SU OCCUPAZIONE ED EXPORT - SE CI FOSSE UN'OPPOSIZIONE DECENTE, MARTELLEREBBE OGNI GIORNO SU QUESTI TEMI: SALARI DA FAME, TASSE CHE CONTINUANO A SALIRE, ECONOMIA CHE RISTAGNA. MA LA PRIORITÀ DI SCHLEIN SONO I GAY UNGHERESI E QUELLE DI CONTE E' FARE IL CANDIDATO PREMIER DEL CAMPO LARGO...