1. LIBRO MADRON/BISIGNANI, ATTO TERZO: UNA PIOGGIA DI RIVELAZIONI SULLA STORIA ITALIANA 2. IL PRANZO DI GRILLO E I SERVIZI SEGRETI USA: “OCCULTATI I DESTINATARI DEL DOSSIER” 3. ARCHEO: “LA FINANZA ITALIANA, DA AGNELLI A CUCCIA, DA PIRELLI A DE BENEDETTI, SI ALLEÒ CONTRO I PM DI MANI PULITE. MARANGHI FECE SPARIRE LE CARTE SEGRETE: ALLA POLIZIA CHE AVEVA PERQUISITO MEDIOBANCA ERA SFUGGITA UNA PARETE MOBILE 4. BOMBA: “ANDREOTTI CONVINTO CHE LA PISTA DELLE STRAGI MAFIOSE PORTASSE A MOSCA. FALCONE INDAGAVA ANCHE SUI FINANZIAMENTI DEL KGB AL PARTITO COMUNISTA” 5. “LA7: ENTRERANNO DE BENEDETTI O DELLA VALLE, GRAZIE AI RAPPORTI CON SERGIO EREDE” 6. IOR: GERONZI APPOGGIÒ GOTTI TEDESCHI COME MOSSA ANTI-BAZOLI. PAPA FRANCESCO RIFORMERÀ LA BANCA E LA TRASFORMERÀ IN UN ENTE SOLIDALE

1 - BISIGNANI, IL PRANZO TRA BEPPE GRILLO E AGENTI AMERICANI
(ANSA) - I rapporti dei servizi segreti degli Stati Uniti con Beppe Grillo sono il tema di un capitolo del libro intervista a Luigi Bisignani, "L'uomo che sussurra ai potenti", realizzato da Paolo Madron e in uscita giovedì da Chiarelettere. Bisignani oltre a raccontare una vicenda già conosciuta come il pranzo tra Beppe Grippo e alcuni agenti e diplomatici americani e il dispaccio dell'ex ambasciatore Ronald Spogli, aggiunge: "Avendo avuto anch'io il dispaccio in mano, c'é qualcosa che andrebbe approfondito" in quanto sono stati occultati "chirurgicamente quasi tutti i destinatari sensibili" tra cui oltre alla Casa Bianca, al Dipartimento di Stato e alla Cia "c'é da scommetterci ci fosse il Dipartimento dell'energia e la National Secuity Agency, che si occupa soprattutto di terrorismo informatico".

"Agli americani - spiega Bisignani - è noto il rapporto strettissimo che Grillo ha con due loro vecchie conoscenze. Franco Maranzana, un geologo controcorrente di 78 anni, considerato il suo più grande suggeritore su tematiche energetiche e ambientali non politically correct, in contrasto così con la linea ecologica che viene attribuita al movimento. E soprattutto Umberto Rapetto, un ex colonnello della Guardia di finanza".

Secondo Bisignani l'incontro con Grillo dovrebbe essere avvenuto nel marzo del 2008 in quanto il rapporto dell'ambasciatore Spogli dal titolo 'Nessuna speranza. Un'ossessione per la corruzione" reca la data del 7 marzo 2008. Con ogni probabilità, secondo Bisignani, quel documento è finito nelle mani del presidente Obama.

Quindi fornisce le conclusioni del rapporto sulle idee di Grillo: "La sua miscela fatta di spumeggiante umorismo, supportata da dati statistici e ricerche, fa di lui un credibile interlocutore per capire dal di fuori il sistema politico italiano". Inoltre, racconta che dopo le elezioni del febbraio scorso una delegazione di grillini "capeggiata dai due capigruppo in parlamento, Vito Crimi e Roberta Lombardi, è andata a omaggiare l'ambasciatore David Thorne. Lo stesso che, parlando agli studenti, ha pubblicamente lodato il nuovo movimento come motore necessario per le riforme di cui ha bisogno l'Italia".

2 - SCALFARI AD OGNI SCOOP MI REGALAVA CHAMPAGNE
(ANSA) - Luigi Bisignani e i giornali e, in particolare, i suoi rapporti con i direttori sono descritti nel libro-intervista di Paolo Madron, "L'uomo che sussurra ai potenti" (Chiarelettere) in libreria giovedì. Di Eugenio Scalfari ricorda di avergli offerto diverse notizie quando era capo ufficio stampa del ministero del tesoro Gaetano Stammati. "Ogni volta che lo aiutavo a fare uno scoop - ricorda - mi mandava una bottiglia di champagne. Credo che fosse altrettanto con un'altra sua fonte, Luigi Zanda, portavoce di Francesco Cossiga, Al Viminale e poi alla presidenza del consiglio, con il quale credo abbia conservato una forte amicizia".

3 - LA7: BISIGNANI, DE BENEDETTI RIENTRERA' IN PARTITA, EREDE PROTAGONISTA
(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Carlo De Benedetti "alla fine rientrera' nella partita" di La7. La previsione e' di Luigi Bisignani, nel libro intervista con Paolo Madron dal titolo "L'uomo che sussurra ai potenti". Nel volume, che arrivera' in libreria tra due giorni, il faccendiere ritiene che Telecom Italia, nel vendere La7 a Urbano Cairo, ha scelto "il contendente finanziariamente piu' debole, ancorche' considerato un mago della pubblicita', cosi' da facilitare una possibile futura alleanza con Diego Della Valle o con De Benedetti, a seconda di come buttera' la politica".

A sostegno dell'idea che l'editore del gruppo l'Espresso possa rientrare nella partita, Bisignani cita un aneddoto inedito: "Ad accelerare la vendita di La7 ha contribuito anche lo studio legale Erede con una lettera nelle ore che precedettero il consiglio di amministrazione decisivo. Sergio Erede e' il legale che ha assistito Cairo nell'operazione, ha ottimi rapporti con De Benedetti".

4 - MANI PULITE: BISIGNANI, FINANZA ITALIANA SI ALLEO' CONTRO PM MILANO
(Il Sole 24 Ore Radiocor) - I principali protagonisti dell'industria e della finanza italiana si riunirono intorno a Mediobanca per fare fronte comune contro la procura di Milano, quando stavano partendo le inchieste passate alla storia come Mani pulite e Tangentopoli. A rivelarlo e' Luigi Bisignani, in un libro intervista con Paolo Madron dal titolo "L'uomo che sussurra ai potenti". In un passaggio del volume, Bisignani parla dei protagonisti dell'economia italiana che "tutti indistintamente, da Agnelli a De Benedetti, cercarono disperatamente di bloccare il pool dei giudici di Milano".

Per farlo si riunirono a "Mediobanca" dove "si tenne una riunione riservata, presieduta da Enrico Cuccia, il custode di tutti i segreti. Vi presero parte, oltre all'avvocato Agnelli e Cesare Romiti, Leopoldo Pirelli accompagnato da Marco Tronchetti Provera, Carlo De Benedetti, Giampiero Pesenti, Carla Sama per il gruppo Ferruzzi, e ovviamente l'amministratore delegato dell'istituto Vincenzo Maranghi". In quella riunione "fu unanimemente decisa la totale chiusura a ogni possibile collaborazione con la procura di Milano", continua Bisignani. Tuttavia, "le ammissioni di un dirigente Fiat di seconda fila, Antonio Mosconi, fecero cambiare la strategia decisa. Da quel momento, come a nascondino: 'tana libera tutti'".

5 - MARANGHI FECE SPARIRE CARTE SEGRETE'
(ANSA) - ''I protagonisti sotto assedio'' del capitalismo italiano, ''tutti indistintamente, da Agnelli a De Benedetti, cercarono disperatamente di bloccare il pool dei giudici di Milano''. E' quanto afferma il lobbista Luigi Bisignani nel libro intervista di Paolo Madron 'L'uomo che sussurrava ai potenti'. La 'fortezza' in cui si arrocco' il capitalismo per respingere l'offensiva giudiziaria contro il sistema delle tangenti fu ''Mediobanca''. ''Fu li' - racconta Bisignani - che si tenne una riunione riservata presieduta da Enrico Cuccia, il custode di tutti i segreti.

Vi presero parte, oltre all'avvocato Agnelli e a Cesare Romiti, Leopoldo Pirelli accompagnato da Marco Tronchetti Provera, Carlo De Benedetti, Giampiero Pesenti, Carlo Sama per il Gruppo Ferruzzi e ovviamente l'amministratore delegato dell'istituto Vincenzo Maranghi''. Proprio Maranghi, dopo una perquisizione della polizia giudiziaria a Piazzetta Cuccia, organizzo nella notte ''un pulmino che porto' via tutte quelle carte dal contenuto inquietante'' che non erano state scoperte. Agli investigatori era infatti sfuggita una parete mobile ''celata dietro una libreria in una delle sale del piano nobile dell'istituto - dove si custodivano altri segreti''.

6 - GERONZI: BISIGNANI, "PIETI' POLTRONA ALLE POSTE DOPO USCITA DA GENERALI"
(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Cesare Geronzi "una volta rimosso dalla presidenza delle Assicurazioni Generali, e' andato da loro (i suoi ex protettori, usando le parole del libro, ndr) a pietire una poltrona alle Poste. Me lo ha confermato Giulio Tremonti, verso il quale Geronzi nutriva un timore reverenziale". E' quanto afferma Luigi Bisignani in uno dei passaggi del libro intervista con Paolo Madron "L'uomo che sussurra ai potenti". Infatti, continua Bisignani, "era stato proprio l'allora ministro dell'Economia, che non lo voleva piu' ai vertici di Mediobanca, a spingerlo verso le Assicurazioni Generali".

7 - IOR: BISIGNANI, GERONZI APPOGGIO' GOTTI TEDESCHI COME MOSSA ANTI BAZOLI
(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Uno dei passaggi piu' lunghi del libro intervista a Luigi Bisignani di Paolo Madron, "L'uomo che sussurra ai potenti", dedicati allo Ior, la banca del Vaticano, riguardano le vicende legate a Ettore Gotti Tedeschi. In particolare, Bisignani racconta di alcuni passaggi che hanno portato all'insediamento del banchiere nell'istituto del Vaticano, dal timore che questi aveva su "un veto" al suo incarico messo dallo stesso Bisignani e dal "sottosegretario Letta" (Gianni, ndr), fino ai rapporti con Cesare Geronzi, il quale "ne conosceva tutti i limiti, ma Gotti Tedeschi gli andava comunque meglio del predecessore Caloia" in quanto "allontanare Caloia significava sottrarre lo Ior, che tra l'altro e' azionista di Banca Intesa, dall'influenza di Bazoli" (Giovanni Bazoli, presidente del consiglio di sorveglianza di Intesa Sanpaolo).

Per Bisignani, inoltre, in precedenza "fu lo Ior - dove la guerra tra Caloia (uomo di Martini) e De Bonis (uomo di Stanislao Dziwisz, segretario di Papa Wojtyla e oggi cardinale in Polonia) - a dare in pasto il mio nome e a distrarre l'attenzione da questioni piu' lombarde", aggiungendo che "il cardinal Martini, come lui stesso ha confessato, l'interlocutore privilegiato della procura", e in particolare del pool Mani pulite.

8 - MAFIA: ANDREOTTI CONVINTO CHE PISTA STRAGI PORTASSE A MOSCA
(ANSA) - Giulio Andreotti ha sempre avuto un convincimento e cioe' che i motivi delle stragi di mafia in cui morirono Giovanni Falcone e Paolo Borsellino 'non si dovessero cercare a Palermo, ma fra Mosca e Roma'. Lo sostiene nel libro-intervista 'L'uomo che sussurra ai potenti' (Chiarelettere) Luigi Bisignani.

Andreotti, secondo Bisignani era convinto che Falcone sarebbe stato eliminato 'perche' collaborava a una spinosa indagine della magistratura russa sui finanziamenti del Kgb al Partito comunista'. Bisignani ricorda anche che Falcone avrebbe dovuto incontrare, due giorni dopo la strage, il procuratore penale di Mosca Valentin Stepankov: 'Andreotti era certo che da li' bisognasse partire per capire meglio la strage, e su questo concordava anche Francesco Cossiga. Il quale era al corrente dell'iniziativa di Falcone'.

Secondo Bisignani 'la sinistra ha sempre taciuto ma ora 'credo che dovra' fare i conti con Piero Grasso, per anni capo della procura antimafia, ora presidente del senato'. Dovra' fare i conti con lui 'per la sua onesta' intellettuale e perche', tra i primi atti, ha chiesto l'istituzione di una commissione d'inchiesta sulle stragi

9 - IOR: BISIGNANI, PAPA FRANCESCO LO RIFORMERA' IN BANCA SOLIDALE
(AGI) - Tra le prime iniziative di Papa Francesco ci sara' "il riordino della parte finanziaria perche' per lui, l'aiuto ai bisognosi e' davvero un punto fermo". Cosi' Luigi Bisignani nel libro-intervista 'L'uomo che sussurra ai potenti', presentato oggi. Tocchera' per primo allo Ior.

"Secondo alcune autorevoli indiscrezioni - dice Bisignani - lo riformera' trasformandolo in una vera banca della solidarieta' al servizio dell'evangelizzazione. Uno strumento di aiuto per le chiese povere e per le missioni sparse nel mondo. I centri missionari saranno uno dei punti fondamentali di papa Francesco, secondo la miglior tradizione dei gesuiti".

Secondo Bisignani, verranno "riclassificati tutti i conti e autorizzati solo quelli che fanno capo ufficialmente a congregazioni e ordini religiosi.

Nessuno potra' piu' gestire fondi, depositi e titoli se non nell'esclusivo interesse di enti religiosi". Delle intenzioni del nuovo Papa la Curia era gia' informata, e sempre secondo Bisignani, proprio per questo motivo, nel "conclave precedente, per scampare il pericolo della sua salita al soglio pontificio come voleva il suo grande elettore di allora, Carlo Maria Martini, gesuita come lui, gli fu preferito Ratzinger. Meglio conosciuto nei palazzi apostolici e quindi considerato piu' malleabile".

 

 

Luigi Bisignani GRILLO CARLO DEBENEDETTI urbano cairo SERGIO EREDEPIERO MARANGHI PAPA FRANCESCO - JORGE BERGOGLIOgiulio andreotti da giovane enrico cuccia02 lapGiovanni FalconePAOLO MADRON

Ultimi Dagoreport

jackie kennedy e gianni agnelli a ravello nel 1962

JOHN KENNEDY E’ STATO IL PIÙ INFEDELE PUTTANIERE DEL XX SECOLO MA SUA MOGLIE JACQUELINE S’ATTACCAVA COME UN’IDROVORA A OGNI AUGELLO A PORTATA DI MANO (DAI DUE COGNATI ROBERT E TED PASSANDO PER SINATRA, BEATTY, MARLON BRANDO E VIA CHIAVANDO) - L’8 AGOSTO 1962, TRE GIORNI DOPO LA MORTE DI MARYLIN MONROE, JACKIE (INCAZZATA PER LE INDISCREZIONI SULLA LIAISON TRA IL MARITO E L’ATTRICE) RAGGIUNSE RAVELLO, SULLA COSTIERA AMALFITANA: FU ACCOLTA COME UNA REGINA DALL’ALLUPATISSIMO GIANNI AGNELLI – PER JACKIE, RAVELLO FECE RIMA CON PISELLO E LA VACANZA DIVENNE UN’ALCOVA ROVENTE (“LA VACANZA PIÙ BELLA DELLA SUA VITA”, RIPETEVA) AL PUNTO DA TRATTENERSI PIU’ DEL PREVISTO FINCHÉ NON PIOMBARONO 007 AMERICANI A PRELEVARLA COME UN ALMASRI QUALUNQUE PER RIPORTARLA A WASHINGTON DAL MARITO CORNUTO E INCAZZATO - LA VORACE JACKIE IMPARÒ A FARE BENE I POMPINI GRAZIE ALL'ATTORE WILLIAM HOLDEN: “ALL'INIZIO ERA RILUTTANTE, MA UNA VOLTA PRESO IL RITMO, NON SI FERMAVA PIÙ” –PER RIPICCA CI FU ANCHE UNA LIASON MARELLA AGNELLI-JOHN KENNEDY (CONFIDENZA DI INFORMATISSIMA SOCIALITE) - VIDEO

edmondo cirielli maria rosaria campitiello paolo di maio

“INUTILE FRUSTARE UN CIUCCIO MORTO, CAMBIA SPACCIATORE” – A PARLARE NON È UN HATER ANONIMO MA UN VICEMINISTRO DELLA REPUBBLICA: EDMONDO CIRIELLI, ESPONENTE DI SPICCO DI FRATELLI D'ITALIA E NUMERO DUE DI TAJANI AGLI ESTERI, CHE SBROCCA SU FACEBOOK E INSULTA IL SINDACO DI NOCERA INFERIORE, PAOLO DI MAIO – A FAR ANDARE FUORI GIRI CIRIELLI È STATO UN POST DEL PRIMO CITTADINO SU ALCUNI INCARICHI DELLA COMPAGNA AL MINISTERO DELLA SALUTE, MARIA ROSARIA CAMPITIELLO – LA VIOLENTISSIMA REPRIMENDA DI CIRIELLI: “NELLA VITA PRIVATA NON HAI MAI FATTO NIENTE DI BUONO" - COME MAI CIRIELLI SE L’È PRESA COSÌ TANTO? FORSE SENTE LA SUA CANDIDATURA A GOVERNATORE DELLA CAMPANIA CHE SI ALLONTANA? O TEME UNA SCONFITTA BRUCIANTE, ASSAI PROBABILE SE IL CENTROSINISTRA RITROVA L’UNITÀ?

igor taruffi elly schlein

DAGOREPORT - QUALCUNO DICA A ELLY SCHLEIN CHE STA AFFONDANDO IL PD! - NON SOLO TOSCANA E UMBRIA, DALLA CAMPANIA ALLA SICILIA FINO ALLA PUGLIA, SI MOLTIPLICANO I PROBLEMI SUI “TERRITORI” - A FINIRE NEL MIRINO LO “SPICCIAFACCENDE” DI ELLY, IGOR TARUFFI, RESPONSABILE ORGANIZZAZIONE DEL NAZARENO. DOVE C’È LUI, C’È CASINO, VISTA LA SUA PROPENSIONE A SALVAGUARDARE I CACICCHI FEDELI ALLA MIGLIORE ALLEATA DEL GOVERNO MELONI - IN SUO SOCCORSO È ARRIVATO ANCHE IL BERSANIANO NICO STUMPO CHE NON RIESCE AD EVITARE I PASTICCI CHE "LO STRATEGA IN VERSIONE PIZZICAGNOLO" TARUFFI COMBINA A CAUSA DELLA SCARSA CONOSCENZA DELLE REGOLE E DELLE DIVERSE REALTA’ LOCALI. E PER LA PRIMA VOLTA…

giorgia meloni ursula von der leyen donald trump dazi matteo salvini

DAGOREPORT – LA LETTERINA DELL’AL CAFONE DELLA CASA BIANCA È UNA PISTOLA PUNTATA ALLA TEMPIA DEI LEADER EUROPEI, CUI È RIMASTA UNA SOLA VIA DI USCITA, QUELLA COSIDDETTA “OMEOPATICA”: RISPONDERE AL MALE CON IL MALE. LINEA DURA, DURISSIMA, ALTRIMENTI, ALLE LEGNATE DI TRUMP, DOMANI, ALL’APERTURA DELLE BORSE, SI AGGIUNGERANNO I CALCI IN CULO DEI MERCATI. LA CINA HA DIMOSTRATO CHE, QUANDO RISPONDI CON LA FORZA, TRUMP FA MARCIA INDIETRO - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” ORMAI È RIMASTA L’UNICA A IMPLORARE, SCODINZOLANTE, “IL DIALOGO” COL DAZISTA IN CHIEF, NEMMENO LE CIFRE CATASTROFICHE SULLE RIPERCUSSIONI DELLE TARIFFE USA SULLE  AZIENDE ITALIANE, TANTO CARE ALLA LEGA, HA FERMATO I DEMENZIALI APPLAUSI ALLA LETTERA-RAPINA DA PARTE DI MATTEO SALVINI – ASCOLTATE JOSEPH STIGLITZ, PREMIO NOBEL PER L’ECONOMIA: “TRUMP NON AGISCE SECONDO ALCUN PRINCIPIO ECONOMICO, NON CONOSCE LO STATO DI DIRITTO, È SEMPLICEMENTE UN BULLO CHE USA IL POTERE ECONOMICO COME UNICA LEVA. SE POTESSE, USEREBBE QUELLO MILITARE’’

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...