barba baffi barbe

L’ETERNA OSSESSIONE DEL L’UOMO PER IL PELO - IL LIBRO “OF BEARDS AND MEN” RACCONTA IL RAPPORTO TRA UOMINI E BARBA E DI COME NEI SECOLI SIA CAMBIATO A CAUSA DI POLITICA E RELIGIONE - HITLER PROVÒ VARIE “ACCONCIATURE” FACCIALI PRIMA DI SCEGLIERE QUELLA CHE FACESSE PIÙ EFFETTO

Siegmund Ginzberg per "la Repubblica" di giovedì 24 marzo 2016

Ripubblicato dal ''Foglio'' del lunedì

 

Christopher Oldstone Moore - Libro sulla barbaChristopher Oldstone Moore - Libro sulla barba

Cos’è più “naturale”, farsi crescere barba e baffi, o radersi? Posta così, la domanda potrebbe far ridere. Eppure è una faccenda tremendamente seria, su cui ne può andare della testa. Lo zar Pietro il Grande voleva modernizzare la Russia tagliando le barbe. Chi rifiutava veniva mandato al patibolo. Fino al 1917, il diritto canonico cattolico scomunicava i preti che si facessero crescere la barba e i monaci che rifiutassero la tonsura. I taliban prescrivevano, con pari severità, burqa per le donne e barba per gli uomini.

 

david letterman  con barbadavid letterman con barba

I governi dell’Iraq del dopo Saddam avevano bandito barba e baffi nelle forze armate e di polizia, suscitando forti risentimenti tra le reclute. E su questo risentimento aveva fatto leva l’Is, incoraggiando barbe incolte anche più lunghe di quelle già in voga nei raggruppamenti islamici concorrenti. Nell’Egitto di Mubarak era vietata la barba agli uomini in divisa. Ma ora si può finire in galera, essere torturati e uccisi se una barba lunga conduce al sospetto di simpatie islamiste.

 

Paese o epoca che vai, problemi di pelo facciale che ti ritrovi. Per la mia generazione la barba alla Che Guevara era un segno di anticonformismo. Ora è tornata, ma per tutt’altre ragioni: non c’è modello in posa su carta patinata o manager rampante che non sfoggi un accenno di barba come moda comanda. La Corte suprema Usa consente ai datori di lavoro di decidere se i propri dipendenti possono farsi crescere barba e baffi, o meno.

Christopher Oldstone MooreChristopher Oldstone Moore

 

Ma i marines, ai quali era sinora proibito, ora aprono alla barba, alle chiome e ai turbanti dei sikh, e forse anche ai riccioli degli ebrei ortodossi e alle barbe islamiche. L’Inghilterra ha inventato gli skinhead, ma anche il Movember (Mustache- November), il fenomeno di massa per cui ci si fa crescere i baffi più bizzarri per sostenere cause benefiche.

 

pietro il grandepietro il grande

La casistica è infinita. Così come infinita è la discussione sull’argomento. Se proprio volete leggere tutto quello che avete sempre voluto sapere (e non vi è passato per la mente di chiedere) su barba e baffi, potete rivolgervi all’ultimo libro di Christopher Oldstone-Moore, Of Beards and Men: The Revealing History of Facial Hair (University of Chicago Press). Si fonda sull’assunto che «la storia dell’umanità è letteralmente scritta sulla faccia degli uomini», che le mutazioni del pelo facciale esprimono «la mutabilità e varietà dell’idea di mascolinità in un determinato periodo e nel corso del tempo».

 

Diventa questione politica quando questo attributo maschile viene caricato di significati morali e religiosi che non hanno più nulla a che fare con la moda o col gusto personale. L’unica cosa certa è che la “natura” c’entra poco. Non è affatto il primo studio di questa ampiezza sull’argomento, ed è improbabile che sia quello definitivo.

HITLERHITLER

 

Spazia dalla biologia evolutiva (ma perché mai i maschi della specie homo sapiens hanno la barba e le femmi- ne no?) all’antropologia, dalla storia antica alla cronaca, con dovizia di riferimenti, curiosità, discussioni dotte e aneddoti. Il primo trattato dedicato al pelo facciale fu l’Apologia de Barbis del duecentesco abate Burcardo di Bellevaux, per il quale la barba era una “tentazione di vanità” in questo mondo, ma avrebbe accomunato tutti, chierici tonsi e laici intonsi, nell’aldilà.

 

CHURCHILL E STALIN CHURCHILL E STALIN

La sua contemporanea Ildegarda di Bingen spiegava che gli uomini sono più pelosi perché formati dalla terra e le donne meno perché formate dalla costola dell’uomo. Bisognava arrivare al 1967 perché il fondamentalista marocchino Muhammad al Zamzami pubblicasse un opuscolo intitolato: Chiara evidenza del fatto che coloro che si radono sono maledetti, e le loro preghiere sono prive di efficacia.

 

Nelle miniature del Trecento i buoni sono in genere sbarbati e i cattivi barbuti. Ma poi si alternano, anche a pochi decenni di distanza, momenti in cui sfoggiare la barba è segno di progresso, o al contrario di bieco oscurantismo.

 

Marx karlMarx karl

My hair like Jesus wore it suona la canzone del musical del 1967 che fece furore per molti decenni. Ma le rappresentazioni di Gesù lo mostrano con la barba solo dal VI secolo. Da qualche secolo i papi si radono, i patriarchi ortodossi hanno immancabilmente una lunga barba. Il culto della barba accomuna ebrei ortodossi e musulmani ultrà. Nella Turchia dove sono nato i papà ritratti nei miei libri di scuola avevano immancabilmente i baffi, e io ero un po’ a disagio perché mio padre invece non li portava.

 

In quella di Erdogan si può scandire slogan islamisti allo stadio anche a viso glabro. Capita che ci sia una divisione animata, anche in una stessa epoca e in uno stesso milieu tra chi si rade e chi no. Capita anche che si passi da un campo all’altro. Perché aiuta a nascondere faccione o doppio mento. O per pigrizia. O perché ogni tanto diventa impellente il bisogno di cambiare faccia, l’immagine riflessa dallo specchio.

 

CHARLES DARWIN jpegCHARLES DARWIN jpeg

L’Ottocento progressista era barbuto, come Marx e Darwin. Il Novecento, specie dopo che il signor Gillette aveva brevettato la sua invenzione (1904), preferiva i baffi. Famosi, quelli di Clark Gable ed Einstein. Ancora più famosi i baffi di Stalin e di Hitler. Un’ipotesi è che i due dittatori fossero accomunati dal desiderio di rendersi imperscrutabili.

 

Pare che il Führer avesse sperimentato diverse acconciature facciali prima di decidersi per quella che aveva effetto. James Abbe, il primo fotografo non tedesco che ebbe accesso a Hitler, raccontò del disagio per quei baffetti che impedivano all’obiettivo della macchina fotografica di scrutare la personalità dietro la maschera. Lo stesso Abbe aveva fotografato un altro personaggio che sfoggiava sullo schermo identici baffetti, Charlie Chaplin, e aveva ottenuto che posasse per lui senza baffi. Ma nel caso di Hitler il personaggio si identificava con la propria maschera.

Charlie Champlin ballava fuori dai pub Charlie Champlin ballava fuori dai pub

 

La somiglianza tra i baffetti di Charlot e quelli di Hitler è alla base del bellissimo film Il grande dittatore, in cui Chaplin si sdoppia nel ringhioso Hynkel e nel suo sosia per caso, un gentile barbiere ebreo. Gli fu rimproverato che, ridicolizzando Hitler, aveva favorito una sottovalutazione della tragedia che si stava profilando.

Ultimi Dagoreport

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…