la tecnostruttura tecnici mandarini mattarella tria visco zampetti cozzoli vecciarelli

ECCO CHI SONO I “PEZZI DI M…” CITATI DA ROCCO CASALINO NEL SUO AUDIO - LO STRAPOTERE DEI MANDARINI NON È MAI STATO COSÌ EVIDENTE DAL QUIRINALE PARTE UNA FILIERA DI BUROCRATI CHE GESTISCE IL MEF E IL MISE. SENZA DIMENTICARE BANKITALIA E DIFESA: LA LISTA DI TUTTI I “MINISTRI” DEL CONTROGOVERNO CHE INTRALCIANO LE POLITICHE DI LEGA E M5S

IGNAZIO VISCO

Claudio Antonelli per “la Verità”

 

Ieri mattina il governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, ha diffuso un report snello quanto greve. Al convegno della Corte dei conti ha spiegato che il «rapporto tra debito pubblico e prodotto interno lordo potrebbe rapidamente portarsi su una traiettoria insostenibile». Il messaggio è diretto a Lega e 5 stelle, e all' idea condivisa di mettere l' asticella del deficit al 2%: ben 0,4 punti percentuali sopra l' idea originariamente caldeggiata dal ministro dell' Economia, Giovanni Tria.

 

GIUSEPPE CONTE ROCCO CASALINO

Questo nonostante il dato di crescita del Pil sia in fase di rallentamento. Un modo per dire: occhio, la manovra la decide il Colle, e per conto di Sergio Mattarella agisce il ministro Tria. Ha fatto scandalo la diffusione di un audio del portavoce del premier Giuseppe Conte. Rocco Casalino ha attaccato rozzamente i dirigenti del Mef, a suo dire colpevoli di bloccare il reddito di cittadinanza.

 

Al di là dei toni (e soprattutto se l' audio è stato diffuso consapevolmente), il tema riporta la discussione politica dritta dritta al cosiddetto deep State. Non esiste un termine italiano per tradurre questa rete profonda che gestisce lo Stato indipendentemente o contro i partiti eletti. Molti suggeriscono di usare in italiano la parola «Quirinale». Mai come in questo momento esiste un «controgoverno» che ha in mano le leve di comando.

LUIGI DI MAIO MATTEO SALVINI

 

Che oppone alle idee politiche (oggi spesso confuse nelle ipotesi di realizzazione, soprattutto nei 5 stelle) i paletti della burocrazia delle leggi e della lentezza ministeriale. Tempo fa ci capitò di afferrare un ragionamento dell' unico vero commissario alla spending review in Italia, Enrico Bondi. Anch' egli, come gli altri e nonostante l' età e le capacità non riuscì a realizzare nulla. Motivo?

 

Se un capo di gabinetto decide che una cosa non è da realizzare, troverà il modo che le informazioni necessarie non arrivino mai sulla scrivania del titolare. Se non è riuscito a gestire la macchina un grande come Bondi, figuriamoci politici acerbi (e in alcuni casi impreparati) come quelli dell' attuale maggioranza. Quando sono state fatte le nomine a giugno, forse non hanno compreso quanto fosse estesa la rete del Quirinale.

 

ENRICO BONDI

Adesso se ne rendono conto. E non parliamo solo di Tria (che era considerato vicino a Paolo Savona) ma anche di Ignazio Visco, che - vale la pena segnalare - ieri è stato riabilitato dal Pd e dai renziani. Lo scorso ottobre era il male assoluto per via del crac Etruria, da ieri è il faro da seguire nella nebbia del bilancio pubblico. Il vero «deep State» però è composto da nomi che spesso gli elettori ignorano.

 

giovanni tria

Tra gli uomini più potenti del presidente oggi c' è Ugo Zampetti. È colui che scandisce i tempi delle consultazioni davanti alle telecamere, ma soprattutto è il consigliere di fiducia di Mattarella. Da storico segretario generale della Camera, è diventato il 17 febbraio del 2015 segretario generale del Quirinale. Ha conservato tutte le relazioni degli ultimi 20 anni e le ha implementate. Basti pensare che l' attuale capo di gabinetto del Mef è Roberto Garofoli , che oltre ad aver ricoperto il medesimo incarico con Matteo Renzi e Gianni Letta ha lavorato con Filippo Patroni Griffi e ha gestito la commissione di contrasto alla corruzione alla quale partecipava anche Bernardo Giorgio Mattarella, il cui cognome riporta al Colle.

 

Ovviamente Garofoli è molto vicino a Zampetti come lo è il suo vice, Antonio Malaschini. Il dirigente è in pensione ma presta i suoi servizi per passione e come il consigliere di Mattarella è stato segretario generale in Parlamento. Il che spiega come il Mef sia un ambiente blindato e impermeabile. Fatto da grandi professionisti legati tra di loro da un background comune, anche culturale.

UGO ZAMPETTI

 

D'altronde, le scelte di Tria sono state tutte nell' onda della riconferma. Vale per il direttore generale del Tesoro e per le altre cariche. Anche al di fuori del Mef: un esempio su tutti, quelle in Cassa depositi e prestiti. Luigi Di Maio potrebbe però fare il medesimo ragionamento anche per il proprio dicastero. Vito Cozzoli è il capo di gabinetto del Mise. Ha un curriculum lunghissimo ed è stato consigliere parlamentare.

 

ROBERTO GAROFOLI

Ha dunque avuto modo di conoscere benissimo Zampetti e i due conservano ancora oggi un legame di stima reciproca. Immaginiamo che spesso si confrontino. Sempre al Mise lavora l' avvocato Francesco Fortuna, il quale da Di Maio ha ricevuto l' incarico di coordinatore dell' ufficio segreteria tecnica del capo di gabinetto. Fortuna ha partecipato all' ultimo concorso indetto dalla presidenza della Repubblica, piazzandosi ai primi posti.

filippo patroni griffi

 

Inutile dire che anche i vertici della Difesa sono molto vicini al Quirinale. L'osservazione è lapalissiana, visto che Mattarella è capo delle Forze armata, ma lo stesso capo di Stato è stato un influente ministro della Difesa, e molti dirigenti hanno lavorato con lui in passato. Un passaggio va dedicato pure all' ufficio legislativo del Quirinale, oggi guidato da Giancarlo Montedoro. Potentissimo quanto la ragioneria dello Stato e la protezione civile. Sono tutti in modo diverso centri spesa e quindi stanze dei bottoni.

ANTONIO MALASCHINI

 

la grande reteLa rete del deep State chiaramente non finisce qui. Anzi, assume forme complesse e spesso contorte. Basti pensare a Tito Boeri. Il numero uno dell' Inps è molto vicino al Quirinale e ai mandarini della Repubblica, eppure in questo momento sembra sostenere (apparentemente) il lavoro di Di Maio. I calcoli e gli schemi che sostengono il progetto di legge del taglio delle cosiddette pensioni d' oro sono suoi.

 

Boeri ha consentito l' operazione. Perché? Perché egli sa bene che la legge permetterà di remare a favore della legge Fornero. Sa che quota 100 smina la riforma del governo Monti, mentre il taglio alle pensioni d' oro blinda la Fornero, in quanto rende la sforbiciata retroattiva e in molti casi più penalizzante. Esattamente ciò che raccomanda l' Ocse, e quindi Mattarella. I 5 stelle se ne accorgeranno più avanti.

 

TITO BOERI MATTEO RENZI

Ieri sera Di Maio su Facebook ha scritto che nella macchina dei ministeri «c'è però chi rema contro, una parte della burocrazia dei ministeri. È chiaro ed evidente che il sistema ha piazzato nei gangli fondamentali dello Stato dei servitori dei partiti e non dello stato. E questo mi preoccupa molto». È vero anche quanto ieri ha diramato il Mef: i dirigenti sono tecnici che forniscono risposte alle domande dei politici. Ma le riposte possono portare ad altre domande e attese, che sembrano quelle di Godot.

Ultimi Dagoreport

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...