1- COME HANNO REAGITO I QUOTIDIANI ALLA “PACCATA” DELLA FRIGNERO? COME LO HANNO COMMENTATO GLI EDITORIALISTI, QUELLI CHE TUTTI I GIORNI ESALTANO "LA SOBRIETÀ" DEL MINISTRO, E LA SANTITÀ DEL GOVERNO IN LODEN? COSA DIRANNO MAI I SOLONI? 2- LUCA TELESE: “LA NOTIZIA É OVUNQUE IN PRIMA PAGINA E IN PRIMO PIANO. MA - INCREDIBILMENTE - NESSUNO DEI GRANDI QUOTIDIANI HA OSATO SCRIVERE COSA NE PENSI” 3- “SI ERA GIÀ VISTO AI TEMPI DI BERLUSCONI QUESTO STILE. SE IL CAVALIERE FACEVA CAZZATE (NON OGGI, NEI BEI GIORNI IN CUI ERA BACIOPANTOFOLATO DA QUASI TUTTI) SILENZIO: CI SI RIFUGIAVA NELLA TRINCEA RASSICURANTE DELLO STILE-ANSA. NOTIZIE SENZA COMMENTI” 4- “AVREI PREFERITO MILLE VOLTE LEGGERE QUALCUNO CHE MI DICESSE: BENE, BRAVA, SE PICCHIA I SINDACATI FA BENE. MA IN FONDO ANCHE QUESTO SILENZIO PAVIDO É UN COMMENTO: DI FRONTE AL POTERE REALE, IN ITALIA, PER NON SBAGLIARSI, O SI LISCIA IL PELO O SI TACE”

1- IL GIORNO DELLA "PACCATA"
Luca Telese per Il Fattoquotidiano.it

Avevo scritto per oggi un articolo sulla ormai celebre "paccata" della Fornero e - come capita spesso a noi giornalisti - ero molto curioso di leggere altri pareri. Come reagiranno i quotidiani? Come lo commenteranno gli altri editorialisti, magari quelli che tutti i giorni esaltano "la sobrietà" del ministro, e la santità del governo in Loden? Su twitter le parole della Fornero erano in testa a ogni classifica, Cosa diranno mai i soloni?

Per questo la rassegna stampa mi ha regalato una bella sorpresa. La notizia é ovunque in prima pagina e in primo piano. Ma - incredibilmente - nessuno dei grandi quotidiani di opinione ha osato scrivere cosa ne pensi. Si era già visto ai tempi di Berlusconi questo stile.

Se il Cavaliere faceva cazzate (non oggi, nei bei giorni in cui era baciopantofolato da quasi tutti) silenzio: ci si rifugiava nella trincea rassicurante dello stile-ANSA. Notizie senza commenti. Avrei preferito mille volte leggere qualcuno che mi dicesse: bene, brava, se picchia i sindacati fa bene.

Ma in fondo anche questo silenzio pavido é un commento: di fronte al potere reale, in Italia, per non sbagliarsi, o si liscia il pelo o si tace.

2- MARCEGAGLIA, PACCATE DI SOLDI? PACCATE E BASTA
(ANSA) - "Non mi pare, ci danno paccate e basta". Così il presidente di Confindustria Emma Marcegaglia risponde a chi gli chiede delle dichiarazioni del ministro del Lavoro Elsa Fornero che aveva ammonito: il governo "non darà una paccata di miliardi" per finanziare gli ammortizzatori nel caso in cui il sindacato dovesse dire no alla riforma.

3- MARCEGAGLIA, SU 'PACCATE' BATTUTE, NESSUNA POLEMICA
(ANSA) - "Conoscendo il minsitro Fornero, credo che parlando di 'paccate di miliardi' ieri abbia fatto solo una battuta che è poi diventata il titolo dei giornali", dice la leader degli industriali, Emma Marcegaglia, che aggiunge: "Anche la mia di oggi è solo una battuta, sono cose che fanno parte del modo di parlare". Solo battute, sottolinea, anche perché "non sappiamo quanti soldi ci sono".

4- E VENNE IL GIORNO DELLA "PACCATA"
Luca Telese per "il Fatto Quotidiano"

E venne il giorno della "Paccata". Il ministro del lavoro Elsa Fornero ieri si é rivelata ieri un meraviglioso esempio di nuova mutazione genetica. Prima professoressa secchiona, poi statista lacrimale, quindi sado-riformista alla dottor Stranamore ("Chiedere agli "esodati' senza stipendio n'é pensione). Adesso si rivela una tecno-berlusconiana intonata allo stile feroce dei tempi, anche linguisticamente riconvertita alla neolingua marchionniana: "Metto una pacata di miliardi, ma solo se dite sì".

Meno male che Luigi Angeletti e Raffaele Bonanni sembrano più indignati di Susanna Camusso. Già era folle l'idea di un ministro che apre la trattativa dicendo: "In ogni caso entro un mese varo la riforma". una strana idea del concetto di "trattativa", evidentemente confuso, nella testa di Elsa, con quello di "ultimatum".. Ancora più strana l'esternazione di ieri: ''E' chiaro - ha detto - che se unocomincia a dire no, perchè dovremmo mettere una paccata di miliardi e dire 'poi voi ci dite di sì? Non si fa così".

Il ministro ha proseguito spiegando come si fa: "Noi proponiamo qualcosa. Mi sono impegnata a che le risorse non vengano tolte dall'assistenza. Mi sembra sia un buon impegno. Avrei voluto sentire una piccola parola di apprezzamento per questo impegno". Quindi la sua idea é che i sindacati siano dei perditempo molesti e che la si debba ringraziare per il solo fatto di esistere (o di fare il ministro).

Per questo é ancora più illuminante il resto del discorso che la Fornero, in pieno delirio egotico ha fatto: ''Confido nell'accordo e lavoro per questo - ha detto - l'entità del cambiamento è tale che posso capire che l'interpretazione di primo acchitto sia uno choc. Però io ritengo che la riforma sia una buona riforma e mi risulterebbe molto difficile capire da parte del sindacato italiano che non si dichiari d'accordo".

Ecco così delineata, con questo simpatico mix di spocchia accademica e lessico da shampista del grande Fratello la nuova finalità del sindacato nell'era Fornero: essere d'accordo con lei. L'ultima perla: "La riforma del mercato del lavoro per renderlo più inclusivo e dinamico dovrebbe prevedere maggiore facilità di entrata e un pò più di facilità di uscita". Cioè la possibilità di cacciare anche gli anziani a un passo dalla pensione. Andrebbe tutto bene, tranne per un dettaglio. "La paccata" di cui Elsa parla e dispone con tanta affabilità sono soldi nostri. Non suoi.


5- LAVORO: DI PIETRO, 'PACCATE' DI LICENZIAMENTI IN VISTA
(ANSA) - "La ministra Fornero non solo insulta i lavoratori con battute indecenti come quella di ieri sulla 'paccata di miliardi', ma racconta anche bugie. La verità é che di quei miliardi nel progetto di riforma non se ne vede nemmeno l'ombra. Il governo vuole fare le nozze con i fichi secchi e nasconde l'assenza di idee e di risorse dietro il polverone ideologico e propagandistico dell'intervento inutile e dannoso sull'art.18". Lo scrive sul suo blog il presidente dell'Italia dei Valori, Antonio Di Pietro.

"La riforma degli ammortizzatori sociali - spiega - si limita a riorganizzare e raggruppare quelli già esistenti senza aggiungere niente di niente. Infatti, non c'é un solo lavoratore in tutta Italia che otterrà, grazie a questa riforma, una copertura che prima non aveva. Ma quando si passa dal dare al prendere il discorso cambia. Per erogare la cassa integrazione straordinaria il governo vuole che le aziende in crisi dicano subito se ci sarà il risanamento o la chiusura. Ma come si fa a indovinarlo prima ancora di iniziare il percorso?". Per Di Pietro "é una richiesta assurda, che servirà solo a tagliare i due anni di cassa integrazione straordinaria, che nel sud diventano tre, e a incentivare i licenziamenti".

 

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