LUPUS IN SCIABOLA - MENTRE BELLAVISTA CALTAGIRONE ESCE DI PRIGIONE PER FINIRE AI DOMICLIARI, GLI INVESTIGATORI SONO CONVINTI CHE SCAJOLA NON FOSSE SOLO COINVOLTO NELL’AFFARE DEL PORTO D’IMPERIA, MA CHE NE FOSSE L’IDEATORE - SCIABOLETTA AVREBBE USATO LE SUE AMICIZIE PER FARE PRESSIONI, FRA CUI QUELLA “SCONCERTANTE” SUL SINDACO STRESCINO - E VOLEVA PURE ESSERE RINGRAZIATO: “MI ASPETTAVO UN MONUMENTO IN QUESTA CITTÀ”…

1- PORTO IMPERIA: SCARCERATO CALTAGIRONE BELLAVISTA
(ANSA) - L'ingegner Francesco Caltagirone Bellavista e il geometra Carlo Conti, sono stati scarcerati. Il patron di Acqua Marcia e l'ex direttore della Porto Imperia spa, arrestati nell'ambito dell'inchiesta sui lavori al porto turistico di Imperia, erano in carcere dal 5 marzo scorso, con l'accusa di truffa aggravata ai danni dello Stato. Il giudice ha concesso loro gli arresti domiciliari. Caltagirone dovrà restare nella sua abitazione a Roma. Il geometra Carlo Conti, ex direttore della Porto Imperia spa è stato scarcerato senza alcuna misura restrittiva, ed è tornato in libertà.

L'ingegnere Francesco Bellavista Caltagirone ha raggiunto Roma in auto con il figlio dove trascorrerà la misura restrittiva ai domiciliari. All'uscita del carcere di Imperia non ha rilasciato dichiarazioni, rispondendo ai giornalisti che l'attendevano "non posso dire nulla".


2- IL GRANDE AFFARE DEL PORTO «QUELLA RETE VOLUTA DA SCAJOLA»
Giusi Fasano per il "Corriere della Sera"

«Il ragazzo è l'unico che può fare» dice l'ex direttore della Porto d'Imperia Spa, Carlo Conti a Maria Rosaria Campitelli, ingegnere dipendente della Acquamare, società chiave per la costruzione del porto turistico di Imperia. È il 22 agosto 2010. La Procura imperiese indaga sull'«affare del porto», come lo definiscono gli stessi inquisiti, e le intercettazioni svelano il ruolo dell'ex ministro per lo Sviluppo economico Claudio Scajola, il «ragazzo», l'«unico che può fare».

Le 477 pagine di informativa della polizia postale raccontano lo Scajola dominus dell'operazione porto. Lui, scrivono gli inquirenti, ha voluto «fortemente la realizzazione dell'opera» (che per i magistrati è costata finora 140 milioni più del necessario) «mettendo in campo nei vari enti pubblici competenti, Comune e Porto di Imperia in particolare, persone a lui legate sia politicamente sia personalmente». Le carte parlano delle «pressioni» sulla politica locale e sui giornalisti non amici esercitate per conto di Scajola dai tanti uomini di fiducia che lui avrebbe piazzato nei posti chiave. Molto sembrano aver contato anche le sue amicizie con gli imprenditori che hanno partecipato all'«affare».

LE MANOVRE DEI FEDELISSIMI
Amici e fedelissimi parlano (molto) al telefono. E così la polizia postale ha tracciato la mappa degli «scajoliani» e dei loro interventi.

L'imprenditore romano Francesco Bellavista Caltagirone (indagato assieme a Scajola e in carcere da un mese e mezzo per truffa aggravata ai danni dello Stato) nelle intercettazioni usa il nome dell'amico Scajola come spauracchio con i consiglieri comunali di Imperia: «Claudio mi ha detto di mettere in riga il Comune... Loro si devono allineare» si arrabbia con i consiglieri comunali che rischiano di far saltare il banco. «Non devono fare quelli che si sfilano e lasciano il cerino in mano a noi, hai capito?» spiega a Carlo Conti nella chiamata del 31 agosto 2010.

Ancora Conti al telefono con Caltagirone il 22 agosto di quello stesso anno: «Se Scajola non prende in mano la situazione finisce in un casino... bisogna sapersi muovere, soprattutto quando si lavora con la partecipazione della parte pubblica o sennò è meglio stare a casa, comprarsi un terreno e costruire secondo le regole».

LA NOTIZIA DELLA NOMINA
Il 24 settembre 2010 è il dottor Guerrera (capo segreteria del gruppo economico presso al ministero per lo Sviluppo) a parlare di Scajola con Domenico Gandolfo, amico e uomo di fiducia dell'onorevole, nonché uomo che stipulò il contratto per la costruzione del porto come direttore generale della Porto d'Imperia dal 2005 al 2007. Guerrera chiama Gandolfo per annunciargli «una buona notizia sempre ovviamente su interessamento del nostro amato ministro».

E la notizia è che Gandolfo diventa presidente del collegio sindacale di Messina Spa, una controllata romana (in liquidazione) di Invitalia. E poi c'è Luca Lanteri, oggi vicesindaco, ex assessore all'Urbanistica e ai Porti. Parlando con Conti il 25 agosto 2010 si accorda per buttare giù «6-7 punti da consegnare a Scajola» prima che l'ex ministro incontri Bellavista Caltagirone a una cena. Ma il problema è che «mi ritrovo con Beatrice, capisci? È un po' più complesso, no?» spiega lo stesso Scajola a Conti lamentandosi della presenza a tavola di Beatrice Cozzi Parodi, la fidanzata di Bellavista Caltagirone.

Nella parte in cui si parla delle «pressioni», gli inquirenti scrivono: «Molto sconcertante risulta essere il condizionamento di Scajola, Conti e Bellavista Caltagirone sul sindaco di Imperia Paolo Strescino il quale ha dovuto passare a Caltagirone la bozza della delibera del consiglio sul porto del 23 settembre 2010. L'imprenditore ha apportato modifiche personali a suo esclusivo vantaggio a un atto che sarebbe diventato pubblico e di grande importanza».

L'informativa dice che Scajola non ha soltanto partecipato alla fase di realizzazione del porto, ma ne è stato l'ideatore. Ha scelto lui a chi affidarla: «Tramite i suoi uomini di fiducia e gli imprenditori a lui vicini riusciva a organizzare la macchina amministrativa finalizzata al rilascio della concessione demaniale marittima e, per ben quasi tre anni prima del rilascio, individuava personalmente il finanziatore dell'opera nella persona di Francesco Bellavista Caltagirone».

Da Imperia, suo bacino elettorale, Scajola vuole l'applauso, i voti, la gratitudine. In una telefonata dell'8 settembre 2010 chiede a Conti di dire al sindaco che faccia il suo nome nell'inaugurare una manifestazione pubblica: che faccia «partire un bell'applauso», si raccomanda. Ma il sindaco lo cita solo per dire che è assente e l'ex ministro il giorno dopo si sfoga con Conti: «È un disastro quello che ha fatto sto testa di c. Era meglio che non mi citasse e poi non dice niente sul porto, ma è cretino questo qui».

Il 21 ottobre 2010, giorno in cui la procura di Imperia esce allo scoperto notificando gli avvisi di garanzia, Scajola parla con il solito Conti: si dicono di essere indagati e l'ex ministro sbotta: «Mi aspettavo un monumento in questa città...».

 

CLAUDIO SCAJOLA DURANTE UN COMIZIO AL PORTO DI IMPERIACLAUDIO SCAJOLAINAUGURAZIONE DEL MOLO DI IMPERIA PAOLO STRESCINO ANNA CONFALONIERI FRANCESCO BELLAVISTA CALTAGIRONE FEDELE CONFALONIERI CLAUDIO SCAJOLA MARIA TERESA SCAJOLACLAUDIO SCAJOLA CLAUDIO SCAJOLA PROGETTO PORTO DI IMPERIAFRANCESCO BELLAVISTA CALTAGIRONE SCAJOLA CON BELLAVISTA CALTAGIRONE TAGLIA IL NASTRO ALLAVVIO DEL CANTIERE DEL PORTO FRANCESCO BELLAVISTA CALTAGIRONE A IMPERIAFRANCESCO CALTAGIRONE BELLAVISTA

Ultimi Dagoreport

pam bondi

DAGOREPORT - COME MAI L’INFORMAZIONE ITALICA SI È TOTALMENTE DISINTERESSATA DELLO SBARCO A ROMA DEL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA, LA FOSFORESCENTE SESSANTENNE PAM BONDI, ARRIVATA CON TANTO DI AEREO DI STATO IL 10 DICEMBRE? - EPPURE LA FEDELISSIMA DI TRUMP NON SI È TENUTA NASCOSTA: HA ALLOGGIATO ALL’HOTEL ST. REGIS, SI E’ ATTOVAGLIATA AL BOLOGNESE DI PIAZZA DEL POPOLO, HA INCONTRATO AL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA DI VIA ARENULA CARLETTO NORDIO, HA AVUTO L'INESPRIMIBILE GIOIA DI CONOSCERE IL VICEPREMIER MATTEO SALVINI A UN RICEVIMENTO DELL'AMBASCIATORE USA IN ITALIA, TILMAN J. FERTITTA. E, FORSE, LA BEN DOTATA DALLA NATURA PAMELONA HA PURE INCOCCIATO IL MINISTRO PIANTEDOSI - MA DELLA “VACANZA ROMANA” DELL'ITALOAMERICANA CARISSIMA A TRUMP, NON SI REGISTRA MANCO UNA RIGA SUI GIORNALONI DE' NOANTRI - VABBE', A NATALE BISOGNA ESSERE BUONI: MAGARI ERANO TUTTI TROPPO IMPEGNATI A SEGUIRE LA FESTILENZA DI ATREJU DEI FRATELLINI DI GIORGIA…

john elkann theodore kyriakou leonardo maria del vecchio

DAGOREPORT - L’OSTACOLO PIÙ TOSTO DELLA TRATTATIVA IN CORSO TRA IL MAGNATE GRECO KIRIAKOU E JOHN ELKANN NON E' L'ACQUISIZIONE DEL GRUPPO GEDI BENSÌ COME “RISTRUTTURARE” UN ORGANICO DI 1300 DIPENDENTI, TRA TAGLI ALLE REDAZIONI LOCALI, PREPENSIONAMENTI E “SCIVOLI”, DI CUI CIRCA 280 GIORNALISTI FANNO CAPO A “REPUBBLICA” E ALTRI 170 A “LA STAMPA” - LA PARTITA SUL FUTURO DEL QUOTIDIANO TORINESE, ASSET CHE NON RIENTRA NEL PROGETTO DI KYRIAKOU, NON ACCELERA CON LA CORDATA VENETA MESSA SU DA ENRICO MARCHI - NEL CASO LA TRANSIZIONE ELLENICA NAUFRAGASSE, LEONARDINO DEL VECCHIO HA CONFERMATO DI ESSERE PRONTO: “NOI CI SIAMO” - “NOI” CHI? ESSENDO “QUEL RAGAZZO'' (COPY ELKANN), DEL TUTTO A DIGIUNO DI EDITORIA, I SOSPETTI DILAGANO SU CHI SI NASCONDE DIETRO LA CONTRO-OFFERTA CON RILANCIO DELL’AZIONISTA DELL’IMPERO DEL VECCHIO, IL CUI CEO MILLERI È STATO ISCRITTO NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI CON CALTAGIRONE E LOVAGLIO, PER LA SCALATA DI MPS SU MEDIOBANCA-GENERALI - E DA TORINO, AVVISANO LE REDAZIONI IN RIVOLTA DI ROMA E TORINO DI STARE ATTENTI: DALLA PADELLA GRECA RISCHIANO DI FINIRE NELLA BRACE DI CHISSÀ CHI...

nietzsche e marx si danno la mano venditti meloni veneziani

VIDEO! “ATREJU E’ IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO, COME DIREBBE ANTONELLO VENDITTI” – GIORGIA MELONI CITA “COMPAGNO DI SCUOLA”, IL BRANO DATATO 1975 DEL CANTAUTORE DI SINISTRA. OVVIAMENTE MARX E NIETZSCHE NON SI DIEDERO MAI LA MANO, NÉ AD ATREJU NÉ ALTROVE. CIÒ È STATO ANCHE IMMAGINATO NELL’ULTIMO LIBRO DI MARCELLO VENEZIANI “NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO”. LO SCRITTORE IPOTIZZA COME MISE EN SCÈNE CHE LA SERA DEL 5 MAGGIO 1882 I DUE SI SIANO TROVATI IN UNA LOCANDA DI NIZZA (DOVE ENTRAMBI PASSARONO). NON SI CAPISCE BENE SE LA MELONI CI ABBIA CREDUTO DAVVERO – VIDEO

giorgia meloni balla ad atreju

GIORGIA, ER MEJO TACCO DI ATREJU! - ZOMPETTANDO COME UN MISIRIZZI, LA MELONI CAMALEONTE HA MESSO IN SCENA CIO' CHE SA FARE BENISSIMO: IL BAGAGLINO DI CORBELLERIE (''QUESTO È IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DANNO LA MANO'') E DI SFOTTO' SU ELLY SCHLEIN: "IL CAMPO LARGO L'ABBIAMO RIUNITO NOI... CON IL SUO NANNIMORETTIANO 'MI SI NOTA DI PIÙ SE VENGO O STO IN DISPARTE O SE NON VENGO PER NIENTE' HA FATTO PARLARE DI NOI" -UBRIACA DI SE' E DEI LECCAPIEDI OSPITI DI ATREJU, HA SCODELLATO DUE ORE DI PARACULISSIMA DEMAGOGIA: NULLA HA DETTO SU LAVORO, TASSE, SANITA', ECC - IDEM CON PATATE SULLA GUERRA RUSSIA-UCRAINA, SUL CONFLITTO STATI UNITI-EUROPA, SUL RUOLO DEL GOVERNO SU DIFESA E IL RIARMO EUROPEO - IN COMPENSO, HA STARNAZZATO DI VITTORIE DEL GOVERNO MA  GUARDANDOSI BENE DI CITARE MINISTRI O ALLEATI; SI E' INFERVORATA PER IL PARTITO MA NON RICORDA CHE L’HA FONDATO CON CROSETTO E LA RUSSA ('GNAZIO E' STATO DEL TUTTO OSCURATO AD ATREJU) - "GIORGIA! GIORGIA!", GRIDA LA FOLLA - OK, L'ABBIAMO CAPITO: C’È UNA PERSONA SOLA AL COMANDO. URGE UN BALCONE PER LA NUOVA MARCHESA DEL GRILLO - DAGOREPORT+VIDEO 

elly schlein pina picierno stefano bonaccini giorgio gori lorenzo guerini giuseppe conte pd

NAZARENO, ABBIAMO (PIU’ DI) UN PROBLEMA - L’ASSEMBLEA PD DI DOMANI RISCHIA DI TRASFORMARSI IN UN BOOMERANG PER SCHLEIN: I DELEGATI DISERTANO, A RIDOSSO DI NATALE, NESSUNO SPENDE SOLDI E TEMPO PER VENIRE NELLA CAPITALE AD ASCOLTARE UNA RELAZIONE SENZA DIBATTITO – LA MOSSA DEI PRETORIANI DI ELLY PER SCONGIURARE LA SALA VUOTA ED EVITARE IL CONFRONTO IMPIETOSO CON MELONI CHE CONTEMPORANEAMENTE FARA’ IL PIENO A ATREJU – SORGI: “BONACCINI ENTRERA’ IN MAGGIORANZA MA SE I RIFORMISTI NON DOVESSERO RICEVERE RASSICURAZIONI SULLE LISTE ELETTORALI, IL RISCHIO DI UNA EVENTUALE SCISSIONE, SI FAREBBE PIÙ CONCRETO…”

ignazio la russa theodore kyriakou pier silvio berlusconi giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT - LA TRATTATIVA DI ELKANN PER LA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRECO THEO KYRIAKOU STA SCOMBUSSOLANDO IL GOVERNO MELONI E DINTORNI - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” VEDE DI BUON OCCHIO LA TRANSIZIONE ELLENICA E SALVINI HA BEN GRADITO LA PROSPETTIVA CHE IL GRECO ANTENNATO SISTEMI PER LE FESTE I “COMUNISTI” DI ‘REPUBBLICA’ E ‘STAMPA’, PER FORZA ITALIA C’È STATO IL VEEMENTE INTERVENTO DEL ‘’PRESIDENTE IN PECTORE’’ DEL PARTITO, PIER SILVIO BERLUSCONI, CHE VEDE IN KYRIAKOU UN COMPETITOR PERICOLOSISSIMO, ALFIERE DI QUEL CAPITALISMO DI STAMPO LIBERISTA, PER NULLA “LIBERAL”, CHE PREDICA IL PRIMATO DELL’ECONOMIA SULLA POLITICA - COSI', DIMENTICANDO IL SUO ATTIVISMO IN GERMANIA PER CREARE UN GIGANTE EUROPEO DELLA TV COMMERCIALE, L’EREDE DEL BISCIONE NON HA TROVATO DI MEGLIO CHE RISPOLVERARE LA BANDIERINA DELL’ITALIANITÀ (“CHE UN PEZZO DI STORIA DELL'INFORMAZIONE DEL NOSTRO PAESE VADA IN MANI STRANIERE UN PO' DISPIACE’’) - MA IL COLPO DI SCENA ARRIVA DAL CO-FONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA E SECONDA CARICA DELLO STATO, IGNAZIO LA RUSSA, QUANDO SI È DICHIARATO DISPOSTO A FARE DA INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI “COMUNISTI” DI GEDI E IL GRECO USURPATORE (ULTIMA USCITA DELLA GUERRIGLIA DI ‘GNAZIO IN MODALITÀ ''LA RISSA'' CONTRO LA DITTATURA DELLE SORELLE MELONI...)