alessandro di battista ignazio corrao nicola pedicini rosa d'amato eleonora evi

LA SCISSIONE DI DIBBA PARTE DALL’EUROPA – I QUATTRO EUROPARLAMENTARI FEDELI AL “CHE GUEVARA DI ROMA NORD” HANNO LICENZIATO L’UFFICIO STAMPA SENZA AVVERTIRE LA CAPOGRUPPO TIZIANA BEGHIN – LA MOSSA POTREBBE ESSERE PUNITA CON L’ESPULSIONE DEL GRUPPETTO GUIDATO DA IGNAZIO CORRAO, CHE GIÀ DUE SETTIMANE FA AVEVANO VOTATO CONTRO LA RIFORMA DELLA PAC

 

 

Alberto D’Argenio per www.repubblica.it

 

i deputati europei del movimento 5 stelle

E' terremoto nel gruppo del Movimento 5 Stelle al Parlamento europeo, con lo scontro tra i ribelli legati ad Alessandro Di Battista e il resto della truppa che ormai appare insanabile, tanto che si parla di scissione imminente.

 

Ignazio Corrao

Ieri i quattro dissidenti interni guidati dall'eurodeputato Ignazio Corrao hanno ulteriormente alzato il livello dello scontro licenziando a sorpresa gli otto componenti del team della comunicazione all'Eurocamera diretto dal veterano Diego Destro. Una mossa dirompente che potrebbe essere punita - almeno questo si racconta dietro le quinte - con l'espulsione dei quattro (oltre a Corrao si tratta di Rosa D'Amato, Nicola Pedicini ed Eleonora Evi).

 

DIEGO DESTRO

I grillini dopo le disastrose alleanze elettorali alle europee del 2019 sono finiti nel gruppo misto e dunque non incassano i fondi del Parlamento europeo riservati ai dipendenti. Per questa ragione il team media è pagato direttamente dai deputati, che girano parte dei soldi riservati alle loro attività agli stipendi del gruppo della comunicazione, ovvero portavoce, videomaker, grafici e addetti ai social.

 

 Lamentando (per i licenziati a torto) che la squadra comunica solo in favore delle posizioni ufficiali del gruppo ignorando le tesi dei dissidenti, i quattro hanno scritto  ll'amministrazione di Bruxelles chiedendo al risoluzione dei contratti di lavoro.

eleonora evi

 

Un fulmine a ciel sereno per i diretti interessati e per la stessa capogruppo Tiziana Beghin, che non era stata avvertita dell'iniziativa. Ora all'interno dei grillini si vivono ore di veleno, sconforto e delusione per una mossa probabilmente insanabile e che si inserisce negli scontri tra le due fazioni che dilaniano il Movimento in vista degli Stati generali di metà novembre, decisivi per i futuri equilibri politici interni e per il controllo del partito.

 

dino giarrusso

Due settimane fa i quattro ribelli guidati da Corrao, legato a Di Battista, avevano votato in dissenso rispetto alla linea scelta dalla maggioranza del gruppo sulla riforma della Politica agricola europea. Ora lo strappo sui lavoratori della comunicazione.

DAVIDE CASALEGGIO ALESSANDRO DI BATTISTA

 

Per l'europarlamentare Dino Giarrusso "ci troviamo di fronte all'ennesimo schiaffo alle regole comuni del Movimento: i quattro non hanno rispettato gli impegni presi al momento della candidatura, hanno votato 150 volte in dissenso e alcuni di loro non partecipano da mesi alle riunioni obbligatorie per decidere la linea politica".

 

Insomma, "stanno violando sistematicamente gli impegni presi con gli elettori e utilizzano i nostri professionisti della comunicazione per i loro bassi giochi politici. Non è possibile continuare così, vorremmo capire se esistono ancora le regole e la volontà di farle rispettare da parte degli organi preposti, o se c'è chi è superiore ad ogni regola e può fare come gli pare".

 

rosa d amato

Una reazione che fa capire la posta in gioco, ovvero la possibile espulsione (invocata a microfoni spenti) dei quattro dal gruppo che oggi conta 14 eurodeputati. Intanto da Roma fonti del Movimento parlando con l'Adnkronos, che aveva rivelato la notizia del nuovo strappo, hanno parlato di "dispiacere, soprattutto per i dipendenti" e della necessità di prendere un intervento deciso nei confronti dei quattro. "Se non si accettano le decisioni del gruppo si prende un'altra strada. Anzi, ci si dimette e si lascia spazio al primo dei non eletti".

 

Intanto gli otto licenziati sono preda dello sconforto e sperano che possa essere trovata una soluzione entro fine mese affinché possano essere riassunti, ad esempio con l'ingresso del Movimento in una grande famiglia politica del Parlamento Ue che farebbe arrivare nuovi fondi al gruppo. Ipotesi remota, visto che i grillini da un anno e mezzo sono snobbati da tutti i gruppi di Strasburgo (Verdi, Renew e Socialisti). L'alternativa sarebbe trovare il modo di far aumentare le risorse per loro da parte dei 10 deputati della maggioranza interna.

eleonora evi 1

 

Dal canto suo Corrao nelle chat interne minimizza l'impatto della scelta sui dipendenti sottolineando che "ci sono almeno due mesi di preavviso e tutto il tempo per trovare soluzioni: nella peggiore delle ipotesi ci sono comunque svariati mesi (se non anni) di grossi ammortizzatori belgi. Lavorare in Parlamento europeo non è lavorare in fabbrica a 800 euro al mese ragazzi e il Belgio non è l'Italia".

 

nicola pedicini

Nessun rammarico insomma, tanto che Corrao invita chi è stato coinvolto a prendersi le proprie responsabilità: "Hanno deciso di comunicare negli ultimi periodi solo una sensibilità della delegazione, anche se a pagare siamo tutti in quota uguale. Ad esempio continuate a vedere Castaldo e Giarrusso in tv ogni giorno e a me (che venivo invitato spesso e mi battevo per difendere le nostre idee) hanno vietato di andare". E ancora, "se i dipendenti pagati da tutti e 14 per comunicare vanno solo in una direzione, in un momento in cui le diverse idee dovrebbero essere ascoltate, la conseguenza che quelli che pagano una comunicazione che ti attacca decidano di togliere la quota, è scontata".

alessandro di battista allo stadio con sciarpa della lazio

 

A Bruxelles si vocifera che i quattro ribelli legati a Di Battista - con o senza espulsione dai grillini - potrebbero presto passare ai Verdi, che finora non hanno accettato di imbarcare tutta la delegazione grillina criticando prima l'alleanza di governo del Movimento con la Lega e poi parlando di assenza di democrazia e trasparenza interna a causa dei rapporti con la Casaleggio e le decisioni definite poco trasparenti attraverso la piattaforma Rousseau. Accogliere solo 4 grillini, e non 14, renderebbe il loro ingresso meno indigesto alla potente delegazione dei Verdi tedeschi, che altrimenti rischierebbero di perdere il controllo politico del gruppo europeo a causa di un eventuale asse tra Movimento e verdi francesi. Tuttavia restano i problemi legati a Rousseau, del quale a Bruxelles è garante proprio Eleonora Evi, uno dei quattro ribelli tra l'altro particolarmente legati alla Casaleggio.

ignazio corraoignazio corraoignazio corraoignazio corrao 1

Ultimi Dagoreport

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA? 

vincent bollore john elkann andrea pignataro

CHE NELLA TESTA DI JOHN ELKANN FRULLI L’IDEA DI VENDERE “LA REPUBBLICA”, NON È UN MISTERO. GIÀ UN ANNO FA SI SPETTEGOLÒ DI TRATTATIVE A TORINO CON UNA CORDATA DI IMPRENDITORI E BANCHE MILANESI - ELKANN, COSÌ CHIC E COSÌ SNOB, AVREBBE GRADITO LA PRESENZA NELLA CORDATA DI UN NOME INTERNAZIONALE. ED ECCO SPUNTARE L’IMPOSSIBILE: VINCENT BOLLORÉ, PATRON DI VIVENDI E DELLA DESTRA OLTRANZISTA FRANCESE – L’ULTIMA INDISCREZIONE ACCREDITA UNA VOGLIA DI CARTA AL BOLOGNESE ANDREA PIGNATARO, SECONDO MILIARDARIO D’ITALIA - VERO, FALSO, INVEROSIMILE? QUELLO CHE È CERTO È CHE LA CRISI MONDIALE DELL’INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA STA DIVENTANDO UN ‘’DRAMMA ECONOMICO’’, CON MINACCIA DI CHIUDERE LE FABBRICHE STELLANTIS, E LA LINEA ANTI-GOVERNATIVA DI “REPUBBLICA” È UNA FONTE DI GUAI, NON ESSENDO PER NULLA GRADITA (EUFEMISMO) DAI “VENDI-CATTIVI” DELLA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI….

alessandro giuli lucia borgonzoni manuela cacciamani mazzi rampelli giulio base film albatross 2025albatross angelo mellone perla tortora paolo petrecca alma manera

DAGO-CAFONAL! - DAI FRATELLI WARNER DI HOLLYWOOD AI FRATELLI D’ITALIA DI CINECITTÀ, IL CIAK È A DESTRA! - E VOILÀ! DOMANI SUGLI SCHERMI DEL BELPAESE ARRIVA "ALBATROSS", IL NUOVO IMMAGINARIO CAPOLAVORO DI GIULIO BASE, MARITATO TIZIANA ROCCA - ALL’ANTEPRIMA ROMANA, GOVERNO IN PRIMA FILA: TAPPETO ROSSO PER IL MINISTRO GIULI-VO DEL “PENSIERO SOLARE”; AVANTI I DIOSCURI RAI, ROSSI E MELLONE, FATE LARGO AL “GABBIANO SUPREMO” DI COLLE OPPIO, FABIO RAMPELLI, CON MOLLICONE DI SCORTA - NEL FOYER DEL CINEMA SI SBACIUCCHIANO PAOLO PETRECCA, DIRETTORE DI RAI SPORT, E L’AMATA ALMA MANERA - SE LUCIA BORGONZONI TIMBRA IL CARTELLINO PER LA LEGA, A TENERE ALTO IL PENNONE DI FORZA ITALIA C’È MAURIZIO GASPARRI, NEL '70 SEGRETARIO PROVINCIALE DEL FRONTE DELLA GIOVENTÙ – PER I DUE PRODUTTORI, PAOLO DEL BROCCO (RAI CINEMA) E GENNARO COPPOLA (COMPAGNO DI MANUELA CACCIAMANI, PRESIDENTE DI CINECITTA'), ‘STO “ALBATROSS” DI GIULIO BASE DEVE SUSCITARE VERAMENTE “GRANDE ATTENZIONE” VISTO CHE IL 18 GIUGNO SCORSO SAREBBE AVVENUTA UNA PROIEZIONE PRIVATA DEL FILM ALLA PRESENZA DI IGNAZIO LA RUSSA E DI SISTER ARIANNA MELONI…

cetrioloni per l italia - meme by edoardo baraldi giorgia meloni economia crisi soldi

DAGOREPORT - GIORGIA MELONI PUÒ FARE TUTTE LE SMORFIETTE CHE VUOLE MA A NATALE RISCHIA DI TROVARE SOTTO L'ALBERO UN'ITALIA IN GRANDE DIFFICOLTA' ECONOMICA. E SE I CITTADINI TROVERANNO LE TASCHE VUOTE, ANCHE IL PIU' INCROLLABILE CONSENSO PUO' SGRETOLARSI - IL POTERE D'ACQUISTO AUMENTA DELLO 0,9% ORA, MA NEGLI ULTIMI ANNI È CROLLATO DEL 20% - DA UN LATO L'INFLAZIONE TORNA A CRESCERE, DALL'ALTRO IL PIL CALA. E DAL 2026, CON LA FINE DEL PNRR, CHE HA "DROGATO" IL PRODOTTO INTERNO LORDO, LA SITUAZIONE NON POTRÀ CHE PEGGIORARE. SENZA CONSIDERARE L'EFFETTO TSUNAMI DEI DAZI DI TRUMP SU OCCUPAZIONE ED EXPORT - SE CI FOSSE UN'OPPOSIZIONE DECENTE, MARTELLEREBBE OGNI GIORNO SU QUESTI TEMI: SALARI DA FAME, TASSE CHE CONTINUANO A SALIRE, ECONOMIA CHE RISTAGNA. MA LA PRIORITÀ DI SCHLEIN SONO I GAY UNGHERESI E QUELLE DI CONTE E' FARE IL CANDIDATO PREMIER DEL CAMPO LARGO...