luigi di maio matteo salvini

IL VENTO DEL NORD SPAZZA VIA DI MAIO – IL MOVIMENTO 5 STELLE È PRATICAMENTE SPARITO DA ROMA IN SU: ALLE EUROPEE IN VENETO I GRILLINI SONO CROLLATI AL 9% DAL 24 DELLE POLITICHE E CON LA VAGONATA DI TASSE CHE STA PREPARANDO GUALTIERI ANDRÀ SEMPRE PEGGIO – GLI ESPONENTI LOCALI NON SANNO CHE FARE: “PER ANNI ABBIAMO APERTO SPORTELLI PER AIUTARE LA GENTE VESSATA DA EQUITALIA, E ORA…”

Luca De Carolis per “il Fatto Quotidiano”

 

giuseppe conte luigi di maio

Di Maio sì, Di Maio no. La riorganizzazione, l' assemblea, la segreteria politica. Gli accordi con il Pd nelle Regioni. Lassù, nel Nord dove la Lega gioca quasi da sola, le mille croci del M5S che cerca una nuova strada sembrano parole oscure: alla gente, alle imprese e perfino a loro, ai Cinque Stelle. Perché la crisi di consensi e di identità sopra Roma ha seminato tra i grillini la paura: di sparire. "In questi mesi abbiamo parlato troppo di politica, solo di politica, ma a contare sono i problemi reali della gente" sospira Jacopo Berti, capogruppo in Regione Veneto del Movimento, nonché membro del collegio dei Probiviri, quello che decide le espulsioni.

 

jacopo berti m5s 2

Un dimaiano da piani alti ma pure di trincea, nel cuore del Nord Est dove nelle Europee di maggio il Movimento è crollato al 9 per cento, dopo che nelle Politiche del 2018 aveva stupito tutti superando il 24. E sembra già un' altra èra.

 

"A maggio siamo andati malissimo" ammette Berti, che non gira attorno ai problemi: "Dobbiamo far capire alla gente chi siamo e cosa vogliamo. E in Veneto l' unica cosa che paga è essere concreti, agire con un piano. L' importante è non cambiare idea ogni cinque minuti". Troppe svolte? Berti riflette: "Per anni abbiamo aperto sportelli per aiutare la gente vessata da Equitalia, ma ultimamente non ne abbiamo più parlato, sembriamo esserci addormentati sul tema. Invece da queste parti ti chiedono di questo".

Roberto Gualtieri e Giuseppe Conte al lavoro sul Def

 

Ecco, ma la manovra? Sta pesando? "Diciamo che non puoi dare l' impressione solo di voler multare le imprese, di voler attingere sempre dagli stessi. Il centrosinistra sta spingendo in questo senso, come al solito". Per la verità misure come l' abbassamento della soglia del contante sono figlie di Giuseppe ConteBerti replica: "Qui non l' hanno presa bene". E ripete, più volte: "Il Movimento deve ripartire dai propri valori e usare parole semplici, concrete".

 

Magari anche parlare con il Pd, in vista delle Regionali della prossima primavera? "Un accordo con i dem non è neppure un' ipotesi, i nostri attivisti non vogliono neanche sentirne parlare. L' unica possibilità è un dialogo con le liste civiche". Insomma è muro, totale.

Ilaria Dal Zovo

 

Più o meno quello che racconta Ilaria Dal Zovo, consigliera regionale al secondo mandato in Friuli Venezia Giulia: "I nostri attivisti non hanno affatto voglia di allearsi con il Pd, proprio come non avevano voglia di governare con la Lega". Meglio stare da soli? "Direi proprio di sì, meglio tornare alle origini. E se questo vorrà dire restare all' opposizione, pazienza".

 

Ma come sta il Movimento dalle vostre parti, dopo il 9,6 delle Europee? Dal Zovo la mette così: "Una volta Luigi Di Maio ha detto che noi Cinque Stelle siamo quelli delle battaglie impopolari. Ecco, qui in Friuli Venezia Giulia certi temi sono più difficili da portare avanti.

luigi di maio al maurizio costanzo show

 

Per dire, già con la passata giunta del Pd era stato introdotto un reddito di inclusione e tutto sommato aveva funzionato bene. Ma da noi c' è meno gente che ne ha bisogno.

E di sicuro alcune nostre battaglie, come quelle sull' ambiente, non piacciono a certe industrie". Ma avrete fatto degli errori anche voi, o no? "Di certo ci serve più organizzazione, ormai siamo tanti e spesso è difficile anche solo parlare con Roma, con gli esponenti nazionali.

roberto gualtieri giuseppe conte 1

Abbiamo bisogno di una struttura per funzionare meglio".

jacopo berti m5s 1

 

Grosso modo quello che chiedono anche dalla Lombardia, l' altro immenso bacino elettorale da 10 milioni di abitanti. Ma Dario Violi - consigliere del Movimento in Regione - batte soprattutto sui contenuti: "La riorganizzazione serve eccome, ma la realtà è che dai territori arrivano istanze diverse e ci sono esponenti di quei territori che sono riusciti meglio a farsi valere.

 

I MEME SULLE REGIONALI IN UMBRIA - SPERANZA - ZINGARETTI - BIANCONI - DI MAIO - CONTE

Giancarlo Cancelleri, per dire, è stato bravissimo a portare avanti le richieste della Sicilia. A noi manca questo passaggio: siamo stati penalizzati durante la formazione del governo, c' è stato uno squilibrio totale nella rappresentanza (l' unico lombardo è il viceministro Stefano Buffagni, ndr) e le ricadute sono evidenti".

 

jacopo berti m5s

Poca rappresentanza, ragiona Violi, equivale a scarso ascolto: "Se decidi di tassare la plastica, devi confrontarti con chi questi temi li conosce: fai sedere le imprese a un tavolo e discuti di un percorso di riconversione. Altrimenti qui, gli insulti li prendo solo io. Sa cosa dicono i lombardi? Che i Cinque Stelle sono quelli che hanno triplicato le tasse per pagare il reddito di cittadinanza a chi non lavora". E conclude: "Che fine ha fatto l' autonomia? Dobbiamo occuparcene ora che al governo ci siamo noi, altrimenti lasceremo praterie a Matteo Salvini". L' avversario che non vede l' ora di dilagare ancora di più, saccheggiando anche i 5Stelle.

luigi di maio al maurizio costanzo show 1luigi di maio

Ultimi Dagoreport

matteo salvini roberto vannacci giorgia meloni massimiliano fedriga luca zaia

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA GLI OCCHI PUNTATI SULLA TOSCANA! NELLA REGIONE ROSSA SARÀ CONFERMATO EUGENIO GIANI, MA ALLA DUCETTA INTERESSA SOLO REGISTRARE IL RISULTATO DELLA LEGA VANNACCIZZATA – SE IL GENERALE, CHE HA RIEMPITO LE LISTE DI SUOI FEDELISSIMI E SI È SPESO IN PRIMA PERSONA, OTTENESSE UN RISULTATO IMPORTANTE, LA SUA PRESA SULLA LEGA SAREBBE DEFINITIVA CON RIPERCUSSIONI SULLA COALIZIONE DI GOVERNO – INOLTRE ZAIA-FEDRIGA-FONTANA SONO PRONTI A UNA “SCISSIONE CONTROLLATA” DEL CARROCCIO, CREANDO DUE PARTITI FEDERATI SUL MODELLO DELLA CDU/CSU TEDESCA - PER LA MELONI SAREBBE UNA BELLA GATTA DA PELARE: SALVINI E VANNACCI POTREBBERO RUBARLE VOTI A DESTRA, E I GOVERNATORI IMPEDIRLE LA PRESA DI POTERE AL NORD...

matteo salvini luca zaia giorgia meloni orazio schillaci

FLASH! – L’”HUFFPOST” RIPORTA CHE SALVINI VUOL CONVINCERE LUCA ZAIA A PORTARE IL SUO 40% DI VOTI IN VENETO MA SENZA CHE IL SUO NOME BRILLI SUL SIMBOLO – PER ACCETTARE IL CANDIDATO LEGHISTA STEFANI, LA MELONA INSAZIABILE, PAUROSA CHE L’EX GOVERNATORE VENETO PORTI VIA TROPPI VOTI A FDI, L’HA POSTO COME CONDIZIONE A SALVINI – PER FAR INGOIARE IL ROSPONE, OCCORRE PERÒ CHE ZAIA OTTENGA UN INCARICO DI PESO NEL GOVERNO. IL MAGGIORE INDIZIATO A LASCIARGLI LA POLTRONA SAREBBE ORAZIO SCHILLACI, MINISTRO TECNICO IN QUOTA FDI, ENTRATO IN COLLISIONE CON I TANTI NO-VAX DELLA FIAMMA - AVVISATE QUEI GENI DI PALAZZO CHIGI CHE ZAIA SUI VACCINI LA PENSA ESATTAMENTE COME SCHILLACI…

monique veaute

NO-CAFONAL! – ARCO DI TRIONFO PER MONIQUE VEAUTE, QUELLA VISPA RAGAZZA FRANCESE CHE NEL 1984 GIUNSE A ROMA PER LAVORARE ALL’ACCADEMIA DI FRANCIA DI VILLA MEDICI - DA ABILISSIMA CATALIZZATRICE DI GENIALI E VISIONARIE REALTÀ ARTISTICHE INTERNAZIONALI, DETTE VITA A UN FESTIVAL CHE SCOSSE LO STATO DI INERZIA E DI AFASIA CULTURALE IN CUI ERA PIOMBATA ROMA DOPO L’ERA DI RENATO NICOLINI – L'ONORIFICENZA DI ''COMMANDEUR DE L'ORDRE DES ARTS ET DES LETTRES'' NON POTEVA NON ESSERE CONSEGNATA DALL’AMBASCIATORE FRANCESE SE NON A VILLA MEDICI, DOVE 40 ANNI FA TUTTO È NATO….

de luca manfredi schlein tafazzi conte landini silvia salis

DAGOREPORT - LA MINORANZA DEL PD SCALDA I MOTORI PER LA RESA DEI CONTI FINALE CON ELLY SCHLEIN. L’ASSALTO ALLA GRUPPETTARA (“NON HA CARISMA, CON LEI SI PERDE DI SICURO”), CHE HA TRASFORMATO IL PD DA PARTITO RIFORMISTA IN UN INCROCIO TRA UN CENTRO SOCIALE E UN MEETUP GRILLINO – NONOSTANTE LA SONORA SCONFITTA SUBITA NELLE MARCHE E IL FLOP CLAMOROSO IN CALABRIA, LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA RESISTE: TRINCERATA AL NAZARENO CON I SUOI FEDELISSIMI QUATTRO GATTI, NEL CASO CHE VADA IN PORTO LA RIFORMA ELETTORALE DELLA DUCETTA, AVREBBE SIGLATO UN ACCORDO CON LA CGIL DI “MASANIELLO” LANDINI, PER MOBILITARE I PENSIONATI DEL SINDACATO PER LE PRIMARIE – IL SILENZIO DEI ELLY ALLE SPARATE DI FRANCESCA ALBANESE - I NOMI DEL DOPO-SCHLEIN SONO SEMPRE I SOLITI, GAETANO MANFREDI E SILVIA SALIS. ENTRAMBI INADEGUATI A NEUTRALIZZARE L’ABILITÀ COMUNICATIVA DI GIORGIA MELONI – ALLARME ROSSO IN CAMPANIA: SE DE LUCA NON OTTIENE I NOMI DEI SUOI FEDELISSIMI IN LISTA, FICO RISCHIA DI ANDARE A SBATTERE…

emmanuel macron

DAGOREPORT – MACRON, DOMANI CHE DECIDERAI: SCIOGLI IL PARLAMENTO O RASSEGNI LE DIMISSIONI DALL'ELISEO? - A DUE ANNI DALLA SCADENZA DEL SUO MANDATO PRESIDENZIALE, IL GALLETTO  È SOLO DI FRONTE A UN BIVIO: SE SCIOGLIE IL PARLAMENTO, RISCHIA DI RITROVARSI LA STESSA INGOVERNABILE MAGGIORANZA ALL’ASSEMBLEA NAZIONALE – PER FORMARE IL GOVERNO, LECORNU SI È SPACCATO LE CORNA ANDANDO DIETRO AI GOLLISTI, E ORA FARÀ UN ULTIMO, DISPERATO, TENTATIVO A SINISTRA CON I SOCIALISTI DI OLIVIER FAURE (MA MACRON DOVRA' METTERE IN SOFFITTA LA RISANATRICE RIFORMA DELLE PENSIONI, DETESTATA DAL 60% DEI FRANCESI) – L’ALTERNATIVA E' SECCA: DIMETTERSI. COSÌ MACRON DISINNESCHEREBBE MARINE LE PEN, INELEGGIBILE DOPO LA CONDANNA - MA È UN SACRIFICIO ARDUO: SE DA TECNOCRATE EGOLATRICO, CHE SI SENTIVA NAPOLEONE E ORA È DI FRONTE A UNA WATERLOO, SAREBBE PORTATO A DIMETTERSI, TALE SCELTA SAREBBE UNA CATASTROFE PER L'EUROPA DISUNITA ALLE PRESE CON LA GUERRA RUSSO-UCRAINA E UN TRUMP CHE SE NE FOTTE DEL VECCHIO CONTINENTE (LA FRANCIA E' L'UNICA POTENZA NUCLEARE EUROPEA E UN POSTO NEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU), COL PERICOLO CONCRETO DI RITROVARSI ALL'ELISEO BARDELLA, IL GALLETTO COCCODE' DI LE PEN, CHE NEL 2014 AMMISE A "LE MONDE" DI AVER RICEVUTO UN FINANZIAMENTO DI 9 MILIONI DA UNA BANCA RUSSA CONTROLLATA DA PUTIN...