conte macron salvini

L'EUROPA HA UN PROBLEMA: SALVINI – AL SUMMIT SUI MIGRANTI MACRON FA IL MAESTRINO CON PEPPINELLO CONTE ED EVOCA IL MINISTRO DELL’INTERNO: “NESSUNA EMERGENZA MA PROBLEMA POLITICO DI UN LEADER POPULISTA CHE SOFFIA SUL FUOCO” – CONTE PIGOLA INVOCANDO L’UNITÀ DEL GOVERNO E PRESENTA IL PIANO ITALIANO. DOVEVA ESSERE RIVOLUZIONARIO E INVECE È COMPOSTO ALL’85% DI PROPOSTE GIÀ ATTUATE – MA TANTO ORMAI NON CI SARÀ NESSUNA INTESA…

1 - ITALIA-FRANCIA, LO SCONTRO PARALIZZA LA UE

Marco Bresolin per "la Stampa"

 

giuseppe conte emmanuel macron 5

Fisicamente vicini, seduti uno di fianco all' altro. Ma idealmente distanti, molto distanti. Tra Giuseppe Conte ed Emmanuel Macron la tensione resta alta. E i due finiscono per trovarsi quasi agli antipodi in questa mini-Europa che si è data appuntamento in una domenica d' estate a Bruxelles per discutere di immigrazione. Discutere senza però trovare una sintesi. Perché fin che si tratta di «proteggere le frontiere esterne» sono tutti d' accordo. Ma sul resto è nebbia fitta.

 

E se le soluzioni non arrivano nel confronto a sedici, figuriamoci quando giovedì al tavolo del Consiglio europeo si siederanno anche i «duri e puri» di Visegrad (Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca e Slovacchia), da sempre su posizioni radicali in tema di immigrazione.

 

MERKEL SEEHOFER

A mani vuote Angela Merkel prova a tenere insieme i cocci, apre a una possibile soluzione con il sostegno «di un gruppo di Paesi volenterosi», tende la mano all' Italia («Non lasciamo soli i Paesi di primo approdo»), ma alla fine se ne torna a Berlino a mani vuote sugli aspetti che più le stavano a cuore.

 

giuseppe conte emmanuel macron 4

Il vertice era stato infatti convocato principalmente per risolvere il nodo dei movimenti secondari di migranti che le sta creando tanti problemi sul fronte interno.

Conte ha fatto il suo esordio portando sul tavolo la proposta italiana. Un piano in dieci punti «che all' 85% è composto da proposte già attuate, in corso di attuazione oppure in discussione» come hanno fatto velenosamente filtrare fonti Ue alla fine del vertice. E nel palazzo della Commissione è montata l' irritazione anche perché Palazzo Chigi ha «promosso quel piano come se fosse rivoluzionario, con un chiaro tentativo di orientare il dibattito», cosa che non è avvenuta.

 

giuseppe conte emmanuel macron 2

«Non c' è un piano particolare di questo o quel Paese» ha replicato seccamente Macron, aggiungendo che «alcune proposte hanno dettagliato delle cose che sono state fatte dal 2015». Posizione condivisa da Alexis Tsipras.

 

L' elemento «nuovo»

Ecco, ma allora cosa c' è di innovativo nelle idee lanciate da Conte? La parte a dir poco ambiziosa è quella che prevede la ridistribuzione automatica di tutti i migranti che arrivano sulle coste italiane: chi ha diritto all' asilo, ma anche chi non ce l' ha. Una volta sbarcati, dovrebbero essere messi sugli aerei e ripartiti tra gli altri Stati Ue.

matteo salvini con i migranti

 

Soltanto a quel punto andrebbe fatto lo screening per capire chi ha diritto alla protezione e chi no. Molto difficile che i partner accettino, viste le difficoltà a ridistribuire anche solo i richiedenti asilo.

 

Ma per l' Italia si tratterebbe di «cifre molto basse», perché la maggior parte dei migranti resterebbe dalla parte opposta del Mediterraneo. Nei Paesi di transito e in quelli costieri, dove Unhcr e Oim si farebbero carico delle loro richieste di protezione internazionale (con l' apertura dei corridoi umanitari per chi ne ha diritto e il rimpatrio volontario assistito per gli altri).    

toscani foto benetton migranti

 

I porti

Chi ha avuto il compito di tirare le somme del mini-vertice riconosce che al tavolo sono emerse due visioni contrapposte sul concetto di «piattaforme di sbarco», ossia i porti in cui far sbarcare i migranti salvati nel Mediterraneo.

nave diciotti migranti 4

 

 Da un lato c' è chi li vuole nei Paesi nordafricani: sono di questa idea il Belgio, l' Olanda, l' Austria, la Bulgaria, il Lussemburgo e la stessa Italia. La Francia, però, si oppone: difficile convincere Paesi come Tunisia ed Egitto. E farli in Libia rischia di violare le norme del diritto internazionale sui respingimenti.

 

giuseppe conte emmanuel macron 1

Macron ritiene che debbano essere fatti sulle coste europee. Quindi principalmente in Italia (per la rotta centrale) e in Spagna (per quella occidentale). Centri chiusi, gestiti dall' Ue, che provvederebbe a ridistribuire i richiedenti asilo e a espellere gli irregolari, senza oneri per il Paese «ospitante».

 

Un piano ricco di ostacoli, eppure Madrid è d' accordo. L' Italia, invece, si è opposta nettamente. E Macron, irritato, ha colto l' occasione per lanciare nuove frecciate verso «quei Paesi che strumentalizzano la situazione dell' Europa per creare tensione politica e giocare con le paure». Non parlava dei Visegrad .

 

2 - MACRON ATTACCA SALVINI CONTE LO STOPPA: NOI UNITI

Alberto Gentili per "il Messaggero"

 

giuseppe conte emmanuel macron 3

Matteo Salvini, a sua insaputa e questa volta senza volerlo, ha agitato anche il summit sui migranti. A evocare il leader leghista è stato il presidente francese. Seduto accanto a Giuseppe Conte, appena il premier italiano ha finito di esporre la proposta italiana, Emmanuel Macron ha preso la parola: «Dobbiamo guardare in faccia la realtà. Non è vero che l' Italia sta affrontando un' emergenza-migranti. Ciò è dimostrato dal fatto che gli sbarchi nel vostro Paese sono diminuiti in un anno dell' 80 per cento. Il vero problema è politico, è la presenza nel governo di un populista nel ruolo di ministro dell' interno».

 

salvini rosario

Un leader che come la Le Pen «vuole sfruttare e cavalcare la paura della gente. È lui che soffia sul fuoco». Un intervento descritto dall' entourage di Conte, al debutto in un summit europeo, «molto diretto e ruvido».

 

LA REPLICA

Il premier italiano, secondo quanto è filtrato dalle stanze di palazzo Berlaymont, ha risposto poco dopo al presidente francese: «Caro Macron, ti sbagli. Tra noi non c' è divisione. La posizione di Salvini, che usa a volte toni che possono apparire fragorosi, è anche la mia e del Movimento 5Stelle. Il governo italiano è unito, compatto, determinato. Sui migranti parliamo tutti la stessa lingua e abbiamo l' identica posizione».

nave diciotti migranti 3

 

Nel vertice Conte ha adottato poi quella che i suoi chiamano «tecnica del disco rotto»: ripetere sempre la stessa cosa, l' identico slogan scandito prima al G7 del Canada e poi nei bilaterali con Macron e Angela Merkel: «Il problema delle migrazioni non è italiano, è europeo. Chi sbarca in Italia sbarca in Europa».

 

Da qui discende, secondo la strategia di Conte, il superamento di fatto del regolamento di Dublino, quel trattato che impone al Paese di prima accoglienza (Italia, Spagna, Grecia, etc.) di tenersi i migranti sbarcati sul proprio territorio.

giuseppe conte emmanuel macron

E anche la soluzione della questione che più sta a cuore ad Angela Merkel, presa alla gola dal suo ministro degli Interni, il bavarese Horst Seehofer: i movimenti secondari. Vale a dire, il passaggio degli immigrati dal Paese di primo approdo agli altri Stati europei del Nord.

 

aquarius valencia

Un fenomeno che Seehofer (e di riflesso la Merkel) vorrebbe risolvere rispedendo in Italia e negli altri Paesi mediterranei i migranti illegali. «Questa cosa qui non la permetteremmo mai, piuttosto chiudiamo anche noi le frontiere, come ha già fatto la Francia a Ventimiglia», ha fatto sapere Conte ai suoi, mentre nel summit si è limitato a dire: «Prima si parla dei movimenti primari, poi di quelli secondari». E subito dopo il premier ha respinto la proposta della Cancelliera di riprendersi i migranti sulla base di un accordo bilaterale, in cambio di un «mutuo beneficio».

 

DIFFICOLTÀ

horst seehofer

Il piano di Conte, ché non ha strappato applausi né clamorose stroncature, è molto difficile da far digerire ai partner. Come difficile è far accettare il principio che chi salva i naufraghi in mare non deve per forza anche farsene carico: «L' obbligo di salvataggio non può diventare anche l' obbligo ad accogliere e a esaminare le domande di asilo. La responsabilità sui naufraghi deve essere europea».

 

HORST SEEHOFER ANGELA MERKEL

Tant' è, che qualche leader ascoltando il premier italiano ha scambiato occhiate di sorpresa o di disappunto. Come dire: «Cosa viene a proporci questo debuttante? Non sa che gran parte delle proposte non saranno mai accolte?!».

 

Ed è vero. Il piano lanciato da Conte serve però ad alzare e a piantare una bandiera. A mettere agli atti una posizione negoziale. «Noi gettiamo sul tavolo le nostre idee», dicono nell' entourage del premier, «e certo non speriamo di incassare risultati adesso. C' è tempo.

aquarius valencia

Anche un anno. Rispetto al passato però abbiamo molto più peso, hanno capito che in Italia la musica è cambiata, che abbiamo gli strumenti per farci ascoltare».

 

Quali? «C' è la possibilità di ridurre il finanziamento al bilancio comunitario... Di armi ce ne sono tante se sei determinato. L' Italia con questo governo non subisce più, saprà farsi ascoltare». Anche perché nel frattempo Salvini continuerà il suo cannoneggiamento.

 

E non c' è più alcun fair play europeo da preservare: sui migranti l' unanimità (e dunque una decisione al Consiglio di giovedì) non è un obiettivo raggiungibile. La prova: Merkel cerca intese bilaterali.

 

Ultimi Dagoreport

cdp cassa depositi e prestiti giovanbattista fazzolari fabio barchiesi giorgia meloni giancarlo giorgetti dario scannapieco francesco soro

DAGOREPORT - QUALCOSA DEVE ESSERE SUCCESSO IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE. CHE VIRUS HA COLPITO PALAZZO CHIGI PER PASSARE DA AMATO E LETTA A TALE GIOVAMBATTISTA FAZZOLARI, UN TIPINO CHE FINO AL 2018, RICOPRIVA IL RUOLO DI DIRIGENTE DI SECONDA FASCIA ALLA REGIONE LAZIO? - CHE È SUCCESSO A CASSA DEPOSITI E PRESTITI (CDP), HOLDING PUBBLICA CHE GESTISCE I 300 MILIARDI DI RISPARMIO POSTALE DEGLI ITALIANI, PER RITROVARCI VICEDIRETTORE GENERALE, CON AMPIE DELEGHE, DAL PERSONALE E GLI INVESTIMENTI ALLA COMUNICAZIONE, IL 43ENNE FABIO BARCHIESI, CHE ORA ASSUME ANCHE LA CARICA DI AD DI CDP EQUITY, LA PIÙ IMPORTANTE SOCIETÀ DEL GRUPPO? - COME SI FA A RICOPRIRE DI RUOLI NEVRALGICI DI POTERE L’EX FISIOTERAPISTA DI MALAGO' CHE NON HA MAI RICOPERTO IL RUOLO DI AMMINISTRATORE NEMMENO NEL SUO CONDOMINIO, CHE BALBETTA UN INGLESE APPENA SCOLASTICO E HA ALLE SPALLE UNA LAUREA IN ECONOMIA OTTENUTA, PRESSO LA SELETTIVA UNIVERSITÀ TELEMATICA UNICUSANO, A CUI SI AGGIUNGE UNA CATTEDRA, A CONTRATTO, ALLA LINK, L’ILLUSTRISSIMA UNIVERSITÀ DI VINCENZO SCOTTI? - ALL’ANNUNCIO DELLA NUOVA CARICA DI BARCHIESI, LO SCONCERTO (EUFEMISMO) È PIOMBATO NELLE STANZE DEL MEF, PRIMO AZIONISTA DI CDP, MENTRE PER LE FONDAZIONI BANCARIE L’ULTIMA PRESA DI POTERE DEL DUPLEX FAZZO-BARCHIESI, IN SOLDONI, E' “IL PIÙ GROSSO SCANDALO POLITICO-FINANZIARIO MAI VISTO NEL BELPAESE...”

maurizio landini giorgia meloni

IL SESSISMO È NELLA CONVENIENZA DI CHI GUARDA – LA SINISTRA DIFENDE LANDINI CHE HA DEFINITO “CORTIGIANA” GIORGIA MELONI: PENSATE COSA SAREBBE SUCCESSO NEL "CAMPO LARGO" E NEI GIORNALI D'AREA SE L’AVESSE DETTO SALVINI DI UNA BOLDRINI QUALSIASI. AVREMMO AVUTO PAGINATE SUL SESSISMO DEL BIFOLCO PADANO. MA IL SEGRETARIO DELLA CGIL È "UN COMPAGNO CHE SBAGLIA", E ALLORA VA DIFESO: “È SOLO UN EQUIVOCO” – NON CHE LA DESTRA DIFETTI DI IPOCRISIA: GIORGIA MELONI SI INDIGNA PER "CORTIGIANA" EPPURE E' LA MIGLIORE ALLEATA DI TRUMP, UNO CHE SI VANTAVA DI "AFFERRARE TUTTE LE DONNE PER LA FICA”

flavio cattaneo ignazio la russa giorgia meloni carlo calenda matteo salvini

DAGOREPORT - IL CONTESTO IN CUI È ESPLOSO LO SCONTRO-CON-SCAZZO TRA CARLO CALENDA, E L’AD DI ENEL, FLAVIO CATTANEO, HA COLPITO GLI HABITUÉ DEI PALAZZI ROMANI - IL DURO SCAMBIO NON È AVVENUTO IN UN TALK DE LA7, BENSÌ A UN GALLONATISSIMO CONVEGNO DI COLDIRETTI, LA FILO-GOVERNATIVA ASSOCIAZIONE CHE RAGGRUPPA 1,6 MILIONI DI IMPRENDITORI AGRICOLI (LA PRIMA USCITA PUBBLICA DI MELONI PREMIER FU A UN CONVEGNO COLDIRETTI) - L’INVITO AL CALENDA FURIOSO, DA MESI SMANIOSO DI ROMPERE LE OSSA A CATTANEO, È STATO “LETTO” NEI PALAZZI ROMANI COME UN SEGNO DI “DISTACCO” TRA LA STATISTA DELLA SGARBATELLA E L’AD DI ENEL, IL CUI MANDATO SCADE LA PROSSIMA PRIMAVERA DEL 2026 – E QUANDO IN UN SUCCESSIVO TWEET CALENDA COINVOLGE I GRAN MENTORI DELL'INARRESTABILE CARRIERA DI CATTANEO, LA RUSSA E SALVINI, SI ENTRA IN QUEL LUNGO E SOTTERRANEO CONFLITTO DI POTERE CHE FECE SBOTTARE ‘GNAZIO: “GIORGIA VUOLE CONTROLLARE TUTTO: PALAZZO CHIGI, IL SUO PARTITO, QUELLI DEGLI ALTRI, MA È IMPOSSIBILE’’ -  ORA IL DESTINO CINICO E BARO VUOLE CHE SUL CAPOCCIONE DI CATTANEO, OLTRE ALLA MANGANELLATA DI CALENDA, SIA ARRIVATO UNO SGRADITO OSPITE, UN NON IDENTIFICATO SPYWARE CHE L’HA SPIATO NOTTE E DÌ... - VIDEO - LA VIGNETTA ANTI-CALENDA DI "OSHO": "A PROPOSITO DE UTILI, VOLEMO PARLA' DELL'UTILITÀ DI AZIONE?"

chiara appendino roberto fico giuseppe conte vincenzo de luca elly schlein

DAGOREPORT - GENTILE CHIARA APPENDINO, È CONSAPEVOLE CHE IN POLITICA, COME NELLA VITA, ‘’NON SI PUÒ AVERE LA SIRINGA PIENA E LA MOGLIE IN OVERDOSE”? MA E' DAVVERO CONVINTA CHE, CON UN M5S “PIÙ AUTONOMO DAL PD”, IL PARTITO DI CONTE SAREBBE RIUSCITO A SVENTOLARE LE CANDIDATURE DI TRIDICO IN CALABRIA E DI FICO IN CAMPANIA, DOVE NEL 2020 M5S HA PRESO IL 9,9% MENTRE DE LUCA INTASCÒ IL 69,4%? – OGGI LA VITTORIA DI FICO, FINO A IERI DATA PER SICURA, STA TROVANDO UNA STRADA ACCIDENTATA - A SALVARE LA BARACCA CI DOVRÀ PENSARE LO SCERIFFO DI SALERNO – COME ELLY, CHE DOPO AVERLO DISPREZZATO, E' SCESA A MITI CONSIGLI, ANCHE FICO DEVE ACCETTARE LE “PRIORITÀ” DI DE LUCA OPPURE VERRÀ ABBANDONATO AL SUO DESTINO DI PERDENTE, FACENDO FELICE IL CANDIDATO DI FRATELLI D’ITALIA, EDMONDO CIRIELLI...

elly schlein giuseppe conte roberto fico vincenzo de luca eugenio giani

DAGOREPORT - PARAFRASANDO NANNI MORETTI, CON LEADER DEL CALIBRO DI ELLY SCHLEIN E DI GIUSEPPE CONTE, ''IL CENTROSINISTRA NON VINCERA' MAI'' - IN TOSCANA, I DUE "GENI" HANNO TENTATO DI ESTROMETTERE IL “CACICCO” EUGENIO GIANI, REO DI SANO RIFORMISMO, CHE SI È DIMOSTRATO CAVALLO VINCENTE – IN CAMPANIA, INVECE, RISCHIANO DI ANDARE A SBATTERE CON IL CAVALLO SBAGLIATO, IL FICO DI GIUSEPPE CONTE, CHE TRABALLA NEI SONDAGGI: URGE UN FORTE IMPEGNO DI RACCOLTA VOTI DEL "CACICCO" TANTO DISPREZZATO DA ELLY: VINCENZO DE LUCA (CHE A SALERNO SE LA DEVE VEDERE CON IL CONCITTADINO E CANDIDATO DEL CENTRODESTRA, CIRIELLI) – CON L’INCONSISTENZA STORICA DEL M5S A LIVELLO LOCALE, IL “CAMPOLARGO” VA AL PIU' PRESTO ACCANTONATO: TROPPI "PRINCIPI" DIVERSI TRA PD E M5S PER UN'ALLEANZA, MEGLIO UNA COALIZIONE IN CUI OGNUNO CORRE COL SUO PROGRAMMA CERCANDO DI MASSIMIZZARE IL CONSENSO - SOLO DOPO IL VOTO, IN CASO DI VITTORIA, SI TROVA L'ACCORDO (E COME DIMOSTRA LA COALIZiONE DEL GOVERNO MELONI, LA GESTIONE DEL POTERE È IL MIGLIOR PROGRAMMA...) - VIDEO

giorgia meloni guido crosetto

IL "FRATELLASTRO" CROSETTO FA BALLARE GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI: “SE GLI STATI EUROPEI NON RINUNCIANO ALLA LORO SOVRANITÀ IN ALCUNI SETTORI, SONO MORTI. SULLA DIFESA DOBBIAMO METTERE ASSIEME I 27 PAESI UE IN UN SOLO PROGETTO COMUNE” – LA POSIZIONE DEL MINISTRO DELLA DIFESA È ALL’OPPOSTO DI QUELLA SOVRANISTA DELLA DUCETTA, CHE PIÙ VOLTE IN PASSATO HA REMATO CONTRO IL PROGETTO DI UN ESERCITO UNICO EUROPEO: “SAREBBE UNA INUTILE DUPLICAZIONE. IL SISTEMA DI DIFESA OCCIDENTALE È BASATO SULLA NATO, E NELLA NATO CI SONO ESERCITI NAZIONALI CHE COOPERANO TRA DI LORO. IO VOGLIO PIUTTOSTO UNA COLONNA EUROPEA DELLA NATO” – CHISSA' CHI ALLA FINE DIRA' L'ULTIMA PAROLA... - VIDEO