IL DERBY DELLO SPREAD - LA MADRE DI TUTTE LE PARTITE DI QUESTO TORNEO UN PO’ FROCIONE UN PO’ METROSEXUAL SARÀ IL QUARTO DI FINALE GERMANIA-GRECIA - SE LA MERKEL HA TANTO SPERATO DI BUTTARE ATENE FUORI DALL’EURO, GLI ELLENICI SOGNANO L’ORGASMO DI SFANCULARE I TEDESCHI DALL’EUROPEO - LA CANCELLIERA DEVE SPERARE CHE DAL RIGORE NON SI PASSI A UN CALCIO DI RIGORE, MAGARI DUBBIO, CONTRO LA SUA NAZIONALE FORTISSIMA MA SPOCCHIOSA (INDOVINATE IL MONDO PER CHI TIFA?)…

1 - "CARA MERKEL ORA GUARDA COME TI BUTTIAMO FUORI NOI"
Ettore Livini per "la Repubblica"

E adesso dateci la Germania! Anzi: »Dateci la Merkel», come strillava il quotidiano Goal News ieri mattina, quando i cassonetti di Atene traboccavano ancora dei lattine e dei mortaretti figli della notte di bagordi e caroselli per festeggiare l'inattesa vittoria della Grecia sulla Russia. Per una volta tanto, dopo anni, le piazze si sono riempite e la gente si è unita per festeggiare, e non per protestare o devastare. Il paese ieri si stava giocando nelle urne la drammatica partita per rimanere nell'euro (nel senso della valuta) alla faccia dello scetticismo di Angela Merkel e della Bundesbank.

Ma dopo il gol di Giorgos Karagounis che sabato sera ha spedito la squadra ellenica ai quarti degli europei la priorità qui è un'altra: «Le elezioni? Ce ne occuperemo domani - assicurava Nikos Damsoula, ancora avvolto nella bandiera biancazzurra sotto il sole a picco di fronte al Parlamento - . Stasera a casa il telecomando lo tengo in mano io. Niente politica. Si guarda Germania-Danimarca, come farà quasi tutto il paese. Aspettiamo i tedeschi al varco venerdì. E vinceremo!».

Si vedrà. L'antica ruggine tra Atene e Berlino (qui c'è ancora chi chiede qualche centinaio di miliardi di danni di guerra per l'invasione nazista) è dura a morire. Anzi. Negli ultimi tre anni la crisi ellenica ha riattizzato il fuoco che covava sotto la cenere. «Non ne possiamo più di lezioni da Francoforte - racconta Katerina Papaconstantinou, 19enne studentessa di ingegneria al Politecnico -. Okay, abbiamo dei politici che hanno rubato. Ma a pagare le tangenti sono state le aziende tedesche come la Siemens. E invece gli asini da bacchettare sulle dita e mettere in castigo dietro la lavagna siamo sempre e solo noi».

Lo scrittore Nikos Dimou, che in Germania ha appena venduto 35mila copie del suo best seller "L'infelicità di essere greci" (uscito ora in Italia per Castelvecchi) è d'accordo: «L'atteggiamento di Merkel & C. verso il nostro paese negli ultimi cinque anni è stato un fiasco della comunicazione. Ogni volta che il ministro delle finanze Wolfgang Schauble ha aperto bocca per spiegarci cosa dovevamo fare, la sinistra radicale anti-euro di Syriza guadagnava l'1% dei voti».

La vendetta però è un piatto che si consuma freddo. E se il fato non farà scherzi, l'antico orgoglio ellenico potrebbe riconquistare l'onore tra quattro giorni sul campo. Non quello economico (qui i tedeschi non hanno avversari, il loro pil cresce mentre quello greco è crollato del 20% in quattro anni) ma il prato verde dello stadio di Danzica dove Karagounis & C. vorrebbero tirare un brutto scherzo alla squadra di Joachim Loew, proprio sotto gli occhi della Merkel attesa in tribuna.

«Non siamo il Brasile, ma siamo un gruppo di combattenti - garantisce l'exnerazzurro autore del gol contro la Russia -. Ci mettiamo cuore e passione perché ci teniamo a far felici i greci in un momento così difficile».

Se ci tengono davvero, devono prepararsi a quadruplicare gli sforzi. Visto che una vittoria contro i tedeschi agli Europei 2012, qui sotto il Partenone dove corre caldissimo sangue mediterraneo, vale forse di più a livello emotivo della permanenza del paese nella moneta unica. Chiunque abbia seguito da vicino negli ultimi tre anni gli alti (pochissimi) e i bassi (un'infinità) dei poveri greci non può fare a meno di provare un po' di simpatia per la loro causa. Per informazioni basta chiedere a Fernando Santos, il portoghese che da due anni, con il paese già nella tempesta, ha preso la guida della nazionale.

Domenica sera, mentre i suoi giocatori evitavano diplomaticamente commenti sulla situazione politica del paese e l'ipotesi di un scontro con la Germania lui, straniero sotto l'Acropoli, ha sparato ad alzo zero contro Berlino: «Tutti devono imparare a rispettare la Grecia. Mi sono ispirato alla storia di questo Paese: qui sono nate la filosofia e la democrazia. E nessuno può darci lezioni». La Germania è avvisata. Magari riuscirà a buttare Atene fuori dall'euro. Ma per buttar fuori i caricatissimi biancazzurri dagli Europei, con l'aria che tira, sarà un'impresa molto più complicata.

2 - PERCHÉ IL MONDO TIFERÀ GRECIA (CONTRO I TEDESCHI)...
Pierluigi Battista per il "Corriere della Sera"

I piccoli e deboli contro i forti e gli arroganti. Le vittime contro i carnefici. Chi è vessato dalla miseria e deve uscire dal baratro contro gli occhiuti controllori senza pietà. C'è qualche dubbio che la stragrande maggioranza degli europei tiferà smodatamente Grecia nei quarti di finale contro la perfida Germania?

«Destino» è parola troppo impegnativa. Ma che un gol di Karagounis abbia spalancato la porta al match dell'anno, agli Europei di calcio che vedranno i paria dell'euro giocarsela con i padroni dell'euro, questo non sarà «destino», però un'occasione del caso beffardo della vita e della storia, certamente sì. Il cinema ci ha abituato a meravigliosi film in cui una rovesciata del «prigioniero» Pelé era sufficiente per umiliare i «cattivi» e segnare l'apoteosi dei buoni.

E chi segue gli intrecci spesso misteriosi tra sport e politica non può non ricordare la passione, la commozione, il senso di fiera rivincita che animò la squadra cecoslovacca di hockey sul ghiaccio contro l'Unione Sovietica: Olimpiadi invernali del 1968, nel cuore della «Primavera di Praga» di Dubcek, quando già i cingolati del Patto di Varsavia stavano scaldando i motori per la «fraterna» invasione. E se la giocarono senza risparmio, gli inermi contro i prepotenti, i pattini contro i carri armati.

Oggi la percezione pubblica assegna alla Germania il ruolo di feroce tutore dei conti pronto ad affamare i più deboli. Perciò davanti alla tv Grecia-Germania sarà una bolgia e tutti si sentiranno filo-ellenici e anti-teutonici. A ogni palla greca inveiranno contro la Merkel, a ogni azione tedesca trepideranno per la sorte degli eredi oggi umiliati della grande civiltà ateniese. Parleranno con il cuore e le emozioni, non con la voce della ragione, considerata arida, gretta, meschina.

Diranno Forza Grecia non sperando che ad Atene rimettano i conti a posto e scalino l'abisso in cui l'economia greca è precipitata, ma auspicando un gol in contropiede, una difesa caparbia, un agonismo che sappia annullare il divario tecnico e punisca i potenti che si permettono di strapazzare i deboli.

Da Nord a Sud, da Ovest a Est, senza distinzioni: come se una partita di calcio potesse lasciar sfogare un risentimento anti-tedesco alimentato dalla certezza interiore che l'eccesso di rigore di Berlino sia la causa di tutte le traversie dell'Europa. Sperando che il rigore, stavolta, sia battuto dalla Grecia, doppiando la felicità con cui molti in Europa hanno salutato la vittoria del Chelsea in Champions contro il Bayern Monaco. E non può essere solo calcio, solo sport.

 

LA NAZIONALE TEDESCA A EURO jpegIL CAPITANO DELLA NAZIONALE GRECA KARAGOUNIS jpegI GIOCATORI DELLA GRECIA FESTEGGIANO IL PASSAGGIO AI QUARTI DI FINALE DELLEUROPEO COPERTINA DI GOAL SULLA PARTITA GRECIA GERMANIA jpegANGELA MERKEL SCAPIGLIATA EURO CRAC GRECIA

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