flynn trump

AMERICA FATTA A MAGLIE - SQUILLINO LE TROMBE: LA NOTIZIA CLAMOROSA È CHE IL GENERALE FLYNN È STATO INCRIMINATO PER FALSA TESTIMONIANZA. ‘IL CERCHIO SI CHIUDE INTORNO A TRUMP’, TITOLANO I GIORNALONI. MA DE CHE! IL GRAN RISULTATO DEL COSTOSISSIMO ESERCITO DEL PROCURATORE MUELLER È INDAGARE FLYNN PER AVER MENTITO SULLA TELEFONATA CON L’AMBASCIATORE RUSSO. CIOE' IL MOTIVO (PUBBLICO) PER CUI FU SILURATO DALLA CASA BIANCA

Maria Giovanna Maglie per Dagospia

 

FLYNN

Squillino le trombe e rullino i tamburi,  la notizia clamorosa è che Michael Flynn, ex generale a 4 stelle e per meno di un mese consigliere per la sicurezza nazionale di Trump, che poi lo licenzio’ per aver mentito al vicepresidente Mike Pence sul suo incontro con l'ambasciatore sovietico, è stato incriminato per aver reso falsa testimonianza al FBI sull'incontro con l'ambasciatore sovietico, e si è dichiarato colpevole di aver mentito.

 

Leggete bene, perché vedrete titoli roboanti sul gran risultato al quale è arrivato l'esercito di avvocati ,investigatori e galoppini, capitanato dal Procuratore speciale Robert Mueller, leggerete che il cerchio si stringe intorno al presidente.

 

Ma de che, dicono a Roma, e se nessuno può mettere in dubbio che il Procuratore speciale il progetto di arrivare a Trump non lo ha messo affatto da parte, i suoi risultati finora sono veramente modesti, inversamente proporzionali al potere che ha da quando ha avuto l'incarico.

 

DONALD TRUMP MICHAEL FLYNN

Flynn ha mentito su un incontro per aver mentito sul quale era stato già mandato a casa. Ci voleva un procuratore speciale con l'esercito personale? Servivano sei mesi di indagini senza limiti di spesa, oppure a obbligare a così tanto risalto all’ incriminazione è proprio il fatto che sei mesi sono passati, la prossima settimana saranno resi noti i costi perché il Congresso scalpita e vuole una data di fine indagini, i media assatanati contro Trump continuano a non vedere neanche un po’ di sangue.

 

Che cosa si sono detti il consigliere per la Sicurezza Nazionale designato, dico designato perché siamo alla fine di dicembre del 2016, il 29, e ancora il governo di Trump non era in carica, e l'allora Ambasciatore Russo Sergey Kislyak?

 

C'è poco da indovinare, erano intercettati, che e’ poi anche la prova che il generale Flynn sarà stato un grande stratega militare ma nella vita civile era un bel fesso, che probabilmente non riteneva di compiere niente di illegale al momento in cui lo ha fatto. Aveva ragione, è una legge della fine del Settecento che dice che finché non sei in carica, ma solo designato, non puoi prendere contatti. L'hanno allegramente e giustamente violata  tutti, nel 2008 appena eletto Obama e i suoi passarono il periodo di interregno incontrando chiunque, per esempio Medvedev, ma solo ora viene fatta valere.

ROBERT MUELLER JAMES COMEY

 

Flynn avrebbe dovuto ridere in faccia a quelli dell' FBI e rispondere che aveva incontrato l'ambasciatore russo esattamente come molte altre volte in passato, perché i diplomatici fanno quello di mestiere, incontrano i dirigenti del Paese in cui lavorano. Invece si è spaventato e ha mentito.

 

Flynn ha chiesto al diplomatico russo  “to refrain from escalating the situation in response to sanctions that the United States had imposed against Russia that same day”, di evitare se possibile un'escalation di una situazione già tesa in risposta alle sanzioni che gli Stati Uniti di Obama avevano appena imposto alla Russia. Si trattava di una decisione presa dal Presidente in carica ancora per meno di un mese Barack Obama in risposta al fatto che hacker russi o presunti tali avevano trafugato e diffuso  mail del comitato Nazionale Democratico durante la campagna elettorale. Il Cremlino ha sempre negato di essere il mandante dell'operazione.

 

ROBERT MUELLER

 Che cosa ha risposto l'ambasciatore? Che la Russia “had chosen to moderate its response to those sanctions as a result of his request”, aveva deciso di moderare la sua risposta a quelle sanzioni in considerazione della richiesta.

 

Flynn durante un interrogatorio del FBI il 24 gennaio nega stoltamente di aver avuto quel colloquio, il 13 febbraio viene licenziato, ora dichiara in tribunale di aver mentito, di esserne pentito, di voler collaborare.

il new yorker su jeff sessions e sergey kislyak

 

Per essere esatti dice “My guilty plea and agreement to cooperate with the Special Counsel’s Office reflect a decision I made in the best interests of my family and of our country,” la mia ammissione di colpevolezza e l'accordo per cooperare con l'ufficio del consigliere speciale  riflettono una decisione che ho preso nell'interesse della mia famiglia e del nostro paese” . Qui si scatenano le supposizioni più maliziosi e speranzose, Brian Ross della ABC ha già deciso che Flynn porterà  Mueller dritto fino a Donald Trump, testimoniando che il presidente gli aveva chiesto di prendere contatti con i russi. Vedremo, per ora questi sono i risultati, tutta roba trita e ritrita, e non una volta in tribunale è stato fatto il nome del presidente.

 

Tanto è vero che Ty Cobb, consigliere della Casa Bianca dichiara quel che è scontato, che la confessione di Flynn altro non è che la stessa ragione per cui più di nove mesi fa è stato mandato a casa, e che niente nelle sue dichiarazioni riguarda qualcuno che non sia Flynn stesso.

sergey kislyak

 

Aggiungo che quando dico che è una storia trita e ritrita posso citare per esempio tutti i servizi TV di febbraio scorso in cui si raccontava per filo e per segno della bugia del generale e della decisione di licenziarlo, ma si aggiungeva che l’Fbi non riteneva ci fossero gli estremi per una incriminazione perché a Flynn riconosceva la buona fede e un tentativo di difendersi, una volta scoperto che aveva fatto qualcosa che non sapeva essere illegale. Mueller non la pensa così, ma l'aggressività non basta a costruire un caso.

 

 

 

KENNETH STARR

Basta forse però ad allontanare  l'attenzione dalla richiesta crescente nel Congresso di parte repubblicana di conoscere costi e prospettive dell'inchiesta. Sapremo i dati principali e le cifre più importanti la prossima settimana. È un classico. Quando nel 1998 Bill Clinton era sotto minaccia di impeachment, un Democratico come John Conyers definì il consigliere indipendente del Whitewater, Kenneth Starr “ un poliziotto del sesso pagato dallo Stato che spende milioni di dollari per intrappolare un marito adultero”. Molti anni prima durante l'investigazione Iran-contra all'epoca di Ronald Reagan, costata allora 47 milioni di dollari, l'allora senatore Steve Symms, disse in TV che i cittadini che pagano le tasse avrebbero dovuto ribellarsi con le armi a questa vergogna.

 

 Trump al solito ne parla senza remore nei suoi tweet  “ E’  opinione comune dopo mesi di indagini costose che non c'è stata nessuna collusione tra la Russia e Trump,c'è stata collusione con HC”, laddove le iniziali stanno per Hillary Clinton

Alcune proposte di legge per un limite alle spese che questa inchiesta può fare sono già state presentate, la definiscono una caccia alle streghe o una battuta di caccia in cui si cerca qualcuno da abbattere a tutti i costi.

SUSAN RICE BARACK OBAMA

 

Il procuratore Mueller è una vecchia volpe di Washington e ha un potere molto ampio conferitogli dal dipartimento di Giustizia sulla possibilità di utilizzare tutte le risorse che gli servono per arrivare alla fine dell'inchiesta. Ma dalla prossima settimana comincia il battage politico. Intanto la polemica e’ sui risultati, il Flynn Non basterà a lungo a tacitare i critici. Poi è sulla credibilità del procuratore, già direttore del Fbi, già coinvolto in vicende come uranium one.

 

Ma soprattutto c'è il bilancio storico di questi famosi independent counsel e delle loro special counsel investigations. Hanno speso una cifra che calcolando l'inflazione è di 340 milioni di dollari circa, e soltanto due di 21 investigazioni sono finite con inclinazioni finite con condanna, 12 sono approdate al nulla. Gli Stati Uniti hanno sempre detto che è alto il costo della democrazia, quello che nei prossimi mesi si cercherà di mettere in dubbio e’ che sia esercizio di democrazia quello così costoso.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni balla ad atreju

GIORGIA, ER MEJO TACCO DI ATREJU! - ZOMPETTANDO COME UN MISIRIZZI, LA MELONI CAMALEONTE HA MESSO IN SCENA CIO' CHE SA FARE BENISSIMO: IL BAGAGLINO DI CORBELLERIE (''QUESTO È IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DANNO LA MANO'') E DI SFOTTO' SU ELLY SCHLEIN: "IL CAMPO LARGO L'ABBIAMO RIUNITO NOI... CON IL SUO NANNIMORETTIANO 'MI SI NOTA DI PIÙ SE VENGO O STO IN DISPARTE O SE NON VENGO PER NIENTE' HA FATTO PARLARE DI NOI" -UBRIACA DI SE' E DEI LECCAPIEDI OSPITI DI ATREJU, HA SCODELLATO DUE ORE DI PARACULISSIMA DEMAGOGIA: NULLA HA DETTO SU LAVORO, TASSE, SANITA', ECC - IDEM CON PATATE SULLA GUERRA RUSSIA-UCRAINA, SUL CONFLITTO STATI UNITI-EUROPA, SUL RUOLO DEL GOVERNO SU DIFESA E IL RIARMO EUROPEO - IN COMPENSO, HA STARNAZZATO DI VITTORIE DEL GOVERNO MA  GUARDANDOSI BENE DI CITARE MINISTRI O ALLEATI; SI E' INFERVORATA PER IL PARTITO MA NON RICORDA CHE L’HA FONDATO CON CROSETTO E LA RUSSA ('GNAZIO E' STATO DEL TUTTO OSCURATO AD ATREJU) - "GIORGIA! GIORGIA!", GRIDA LA FOLLA - OK, L'ABBIAMO CAPITO: C’È UNA PERSONA SOLA AL COMANDO. URGE UN BALCONE PER LA NUOVA MARCHESA DEL GRILLO - DAGOREPORT+VIDEO 

elly schlein pina picierno stefano bonaccini giorgio gori lorenzo guerini giuseppe conte pd

NAZARENO, ABBIAMO (PIU’ DI) UN PROBLEMA - L’ASSEMBLEA PD DI DOMANI RISCHIA DI TRASFORMARSI IN UN BOOMERANG PER SCHLEIN: I DELEGATI DISERTANO, A RIDOSSO DI NATALE, NESSUNO SPENDE SOLDI E TEMPO PER VENIRE NELLA CAPITALE AD ASCOLTARE UNA RELAZIONE SENZA DIBATTITO – LA MOSSA DEI PRETORIANI DI ELLY PER SCONGIURARE LA SALA VUOTA ED EVITARE IL CONFRONTO IMPIETOSO CON MELONI CHE CONTEMPORANEAMENTE FARA’ IL PIENO A ATREJU – SORGI: “BONACCINI ENTRERA’ IN MAGGIORANZA MA SE I RIFORMISTI NON DOVESSERO RICEVERE RASSICURAZIONI SULLE LISTE ELETTORALI, IL RISCHIO DI UNA EVENTUALE SCISSIONE, SI FAREBBE PIÙ CONCRETO…”

ignazio la russa theodore kyriakou pier silvio berlusconi giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT - LA TRATTATIVA DI ELKANN PER LA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRECO THEO KYRIAKOU STA SCOMBUSSOLANDO IL GOVERNO MELONI E DINTORNI - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” VEDE DI BUON OCCHIO LA TRANSIZIONE ELLENICA E SALVINI HA BEN GRADITO LA PROSPETTIVA CHE IL GRECO ANTENNATO SISTEMI PER LE FESTE I “COMUNISTI” DI ‘REPUBBLICA’ E ‘STAMPA’, PER FORZA ITALIA C’È STATO IL VEEMENTE INTERVENTO DEL ‘’PRESIDENTE IN PECTORE’’ DEL PARTITO, PIER SILVIO BERLUSCONI, CHE VEDE IN KYRIAKOU UN COMPETITOR PERICOLOSISSIMO, ALFIERE DI QUEL CAPITALISMO DI STAMPO LIBERISTA, PER NULLA “LIBERAL”, CHE PREDICA IL PRIMATO DELL’ECONOMIA SULLA POLITICA - COSI', DIMENTICANDO IL SUO ATTIVISMO IN GERMANIA PER CREARE UN GIGANTE EUROPEO DELLA TV COMMERCIALE, L’EREDE DEL BISCIONE NON HA TROVATO DI MEGLIO CHE RISPOLVERARE LA BANDIERINA DELL’ITALIANITÀ (“CHE UN PEZZO DI STORIA DELL'INFORMAZIONE DEL NOSTRO PAESE VADA IN MANI STRANIERE UN PO' DISPIACE’’) - MA IL COLPO DI SCENA ARRIVA DAL CO-FONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA E SECONDA CARICA DELLO STATO, IGNAZIO LA RUSSA, QUANDO SI È DICHIARATO DISPOSTO A FARE DA INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI “COMUNISTI” DI GEDI E IL GRECO USURPATORE (ULTIMA USCITA DELLA GUERRIGLIA DI ‘GNAZIO IN MODALITÀ ''LA RISSA'' CONTRO LA DITTATURA DELLE SORELLE MELONI...)

2025agnoletti

CAFONAL ''AGNOLETTI & TORTELLONI'' – AL CIRCOLO CANOTTIERI ANIENE, PER IL PARTY DI “JUMP COMUNICAZIONE” DI MARCO AGNOLETTI, EX PORTAVOCE DI RENZI, E "SOCIAL COM" DI LUCA FERLAINO, UNA MARIA ELENA BOSCHI IN MODALITA' PIN-UP SI PRESENTA CON LA SUA NUOVA FIAMMA, L'AVVOCATO ROBERTO VACCARELLA, CHE QUI È DI CASA (SUA SORELLA ELENA È LA COMPAGNA DI MALAGÒ, GRAN VISIR DEL CIRCOLO DELLA “ROMA BENISSIMO”) – UN GRAN MISCHIONE ALLA ROMANA DI DESTRA E SINISTRA E TIPINI INTERMEDI HA BRINDATO AL NATALE, STARRING: LUCIO PRESTA, PEPPE PROVENZANO, ANTONELLA GIULI, FITTIPALDI, ALESSIA MORANI, FAUSTO BRIZZI, PAOLO CORSINI, NELLO MUSUMECI, SIMONA SALA, ALBERTO MATANO, SALVO SOTTILE, MYRTA MERLINO E MARCO TARDELLI, MICHELA DI BIASE, ITALO BOCCHINO, LAURA TECCE CON VESTITUCCIO SBRILLUCCICANTE CHE NON AVREBBE SFIGURATO AL MOULIN ROUGE, GIORGIA CARDINALETTI IN LOVE... 

alfredo mantovano papa leone xiv italia agenti servizi segreti

OGGI ALLE 11 ALFREDO MANTOVANO E I VERTICI DELL’INTELLIGENCE ITALIANA SONO STATI RICEVUTI IN UDIENZA DA PAPA LEONE XIV, A CITTÀ DEL VATICANO – SARANNO PRESENTI I COMPONENTI COPASIR, IL DIRETTORE GENERALE DEL DIPARTIMENTO DELLE INFORMAZIONI PER LA SICUREZZA (DIS), VITTORIO RIZZI, I DIRETTORI DELLE AGENZIE INFORMAZIONI E SICUREZZA ESTERNA (AISE), GIOVANNI CARAVELLI, E INTERNA (AISI), BRUNO VALENSISE. È LA PRIMA VOLTA DI UN PAPA TRA GLI SPIONI (DI CERTO NON E' LA PRIMA VOLTA DI SPIE INTORNO A UN PAPA...) - PREVOST: "MAI USARE INFORMAZIONI PER RICATTARE" (SI VEDE CHE L'INTELLIGENCE NON È IL SUO FORTE)