schumer trump

AMERICA FATTA A MAGLIE - LO SHUTDOWN È GIÀ FINITO, AL SENATO VOTANO 81 A 18 PER ‘RIAPRIRE’ IL GOVERNO. CI DISPIACE PER I GIORNALI CHE DOVRANNO INVENTARSI NUOVE PRESUNTE TRAGEDIE TERRIBILI E IMBARAZZANTI PER LA PRESIDENZA TRUMP - È IL QUINTO SHUTDOWN DA QUANDO SEGUO GLI USA, PRATICAMENTE NON È MAI INIZIATO E ORMAI È UN’ARMA SPUNTATA - AH, I DUE DELL’FBI CHE TRAMAVANO CONTRO IL PRESIDENTE DICONO DI ESSERSI ‘PERSI’ I MESSAGGI SCAMBIATI DOPO L’ELEZIONE DEL PUZZONE. UNA VERA SFORTUNA...

 

Maria Giovanna Maglie per Dagospia

 

E adesso, che vi inventate fino alla prossima settimana di terribile, imbarazzante, pregiudicante per la presidenza Trump? Lo shutdown è gia’ finito, con voto 81 a 18, i democratici che lo avevano provocato hanno fatto marcia indietro, anzi lo shutdown non è neanche iniziato, il tempo di un weekend, e come sempre capita in queste situazioni di chiusura su accordo di bilancio, chi lo provoca, chi autorizza il congelamento parziale, che siano repubblicani o che siano democratici, fa il gesto estremo per lisciare il pelo all’ala più estremista degli elettori, poi rincula e fa marcia indietro un momento prima che le conseguenze del gesto incomincino a infastidire veramente i cittadini.

CHUCK SCHUMER DONALD TRUMP

 

Un giorno di assenza dell'orso Yoghi a Yellowstone ci può stare, poi basta, gli impiegati federali non esentati possono restare a casa qualche giorno tanto poi i soldi glieli ridanno, ma non troppo a lungo. I rifiuti di Washington dove Comune e ruolo federale in alcune cose si sovrappongono, non possono accumularsi, mica e’ Roma.

 

 Di shutdown da quando mi occupo di Stati Uniti ne ho visti 4/ 5 almeno l'ultimo è stato nel 2013 contro Barack Obama e prima ancora uno contro W Bush, e me ne ricordo uno organizzato dallo straordinario Newt Gingrich contro Bill Clinton che fini’ di corsa perché ci fu una specie di rivolta popolare e i repubblicani capirono la malaparata. Oltretutto ormai intorno alla leggenda dello shutdown si sono tali e tante esenzioni, dalla Statua della Libertà che resta aperta e non si tocca in giù, che sono francamente cartucce a salve.

 

donald trump con mitch mcconnell nancy pelosi e chuck schumer

Se lo shutdown dura qualche giorno ma anche fino a un paio di settimane, il vigore dei mercati ne esce indenne. Solo se l'impasse dovesse rivelarsi più lunga, potrebbe intaccare la fiducia di consumatori e investitori, pesando sui mercati e sull'economia.

 

 Ma in queste ore tutti gli esperti, economisti e consulenti d'investimento non prevedono che lo shutdown iniziato sabato duri così tanto da creare problemi all'economia.

 La ragione è elementare: con le elezioni di medio termine a novembre, entrambi i partiti vogliono presentarsi al meglio agli elettori, tanto chi governa quanto chi è all'opposizione, e lo shutdown non è una gran presentazione.

 

Lo Shutdown in Usa

Diciamoci le cose come stanno Investitori e consumatori sono spinti dall'ottimismo per i tagli alle tasse decisi il mese scorso, tra capitali che rientrano nuove fabbriche assunzioni e bonus ai dipendenti, e l'economia è forte abbastanza per passare attraverso un breve shutdown. Randy Warren, ceo di Warren Financial Service, società di consulenza agli investimenti di Philadelphia,spiegava domenica a Fox news che solo uno shutdown che si trascini per sei settimane o più a lungo - uno scenario inimmaginabile - potrebbe uccidere un mercato al rialzo e scoraggiare i consumatori.

 

Caso chiuso? Non per i giornali e i TG italiani, che in questi giorni non sapevano da essere più addolorati per le emergenze degli Stati Uniti o eccitati per la crisi di Donald Trump. Tra le perle che ho letto una su La Stampa secondo la quale non era mai accaduto quando un partito controlla il Congresso e il Senato oltre che la presidenza. Ma è un discorso senza senso, visto che ci vogliono 60 voti su 100 e che in questo caso i repubblicani ne hanno 51, e io davvero non mi ricordo una situazione in cui un partito abbia avuto 60 senatori.

USA LINCOLN MEMORIAL CHIUSO DURANTE LO SHUTDOWN

 

Perciò la verità è che la Casa Bianca ha fatto bene a tenere duro pur continuando a trattare, e che Donald Trump ha fatto bene ad agitare la minaccia della Nuclear Option, che non c'entra niente con la Corea del Nord nel con le terribili paure di papa Bergoglio, è invece un escamotage per il quale non servono più i famosi 60 senatori ma basta la maggioranza assoluta. A quel punto tanto vale trattare.

 

Su che cosa hanno trattato i democratici con i repubblicani durante il week end e infine nella giornata di lunedì? Sempre sulla stessa cosa, in realtà non è cambiato niente, solo che i democratici capitanati da Chuck Schumer hanno deciso di credere a quel che i repubblicani fin dalla scorsa settimana avevano promesso, ovvero la massima serietà nella discussione sui fondi al programma federale che protegge circa 700mila "Dreamers" - immigrati irregolari giunti in territorio statunitense da bambini - dalla deportazione.

 

SHUTDOWN images

Questi fondi secondo la Casa Bianca Vanno messi in stretta relazione con l'autorizzazione alla costruzione del muro di protezione sicurezza con il confine messicano. E qui è cominciato il grande garbuglio tra chi viene accusato di populismo chi dice che sta dalla parte dei bambini eccetera eccetera.

 

Ora il leader della minoranza democratica al Senato Chuck Schumer ha detto di aver raggiunto un accordo con il collega della maggioranza repubblicana Mitch McConnell per mettere fine all'impasse e far passare una legge che autorizza la riapertura del governo federale. Schumer ha spiegato che hanno un accordo nel quale i democratici danno i voti sufficienti a portare avanti la legislazione per tre settimane, in cambio dell'assicurazione che il Senato considerera’ la legislazione sull'emigrazione all'inizio di febbraio separatamente se altri tipi di accordi non saranno stati già raggiunti.

 

 La verità è che questo tipo di impegno c'era dall'inizio ed era stato platealmente rifiutato almeno 2-3 volte, quindi le cose sono andate esattamente come ha scritto su Twitter Kelyanne Conway, consigliere della Casa Bianca: hanno fatto tutto loro sta a loro uscirne.

MITCH MCCONNELL PAUL RYAN DONALD TRUMP MIKE PENCE

 

E adesso? Dow Jones e Borsa festeggiano ma non avevano mai pianto, lo stato di salute fisica e mentale del presidente è ineccepibile, alla faccia nostra che con un certo numero di anni meno di lui tutti quegli hamburger con cheddar cheese non ce li possiamo permettere; il RussiaGate è sempre fermo a carissimo amico, e in più le cronache sia pur nascoste in Italia ci segnalano che dei due agenti dell'FBI sotto inchiesta per il loro ruolo attivo contro Trump, eppure finiti nel team del RussiaGate, si sono persi gli scambi di messaggi quotidiani fra dicembre del 2016 e maggio del 2017. Una vera sfortuna.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni elly schlein

DAGOREPORT - COME DESTABILIZZARE IL NEMICO PIÙ INTIMO? SEGUITE IL METODO MELONI: AD OGNI INTRALCIO CHE SI INVENTA QUEL GUASTAFESTE DI SALVINI, LA MINACCIA DELLA DUCETTA È SEMPRE LA STESSA: ANDIAMO AL VOTO ANTICIPATO E VEDIAMO QUANTO VALE NELLE URNE ‘STO CARROCCIO - QUESTO RITORNELLO MELONIANO DI ANTICIPARE DI UN ANNO LE POLITICHE 2027, PERCHÉ NON LO FA SUO ANCHE ELLY SCHLEIN? ANZICHÉ STAR LÌ A PIAGNUCOLARE DI “SALARIO MINIMO”, DI “POLITICA INDUSTRIALE CHE NON C’È” E DI “CETO MEDIO IMPOVERITO”, SE L’ITALIA VA A PUTTANE, METTA L'ARMATA BRANCA-MELONI IN DIFFICOLTÀ: SI TOLGA L’ESKIMO DA GRUPPETTARA E LANCI LEI A GRAN VOCE UNA BELLA CAMPAGNA FATTA DI SLOGAN E FRASI AD EFFETTO PER CHIEDERE LO SFRATTO DEL GOVERNO, LANCEREBBE COSI' UN GUANTO DI SFIDA ALL’ARROGANZA DELLA DUCETTA, METTENDOLA IN DIFFICOLTÀ E NELLO STESSO TEMPO RIUSCIREBBE A TRASMETTERE AL POPOLO DISUNITO DELL’OPPOSIZIONE UN SENTIMENTO FORTE, AFFINCHE' IL SOGNO DI MANDARE A CASA GIORGIA MELONI POSSA DIVENTARE REALTÀ - SE OGGI, LA STORIA DEI NUOVI MOSTRI POLITICI SI FONDA SULL’IMMAGINARIO, COSA ASPETTA ELLY SCHLEIN A CAMBIARE MUSICA?

orazio schillaci marcello gemmato paolo bellavite ed eugenio serravalle

DAGOREPORT – I DUE NO-VAX NOMINATI NEL COMITATO TECNICO SUI VACCINI SPACCANO FRATELLI D'ITALIA: MONTA IL PRESSING PER FAR DIMETTERE EUGENIO SERRAVALLE E PAOLO BELLAVITE DALL’ORGANISMO – IN MOLTI RITENGONO CHE IL RESPONSABILE POLITICO DELL’IMPROVVIDA DECISIONE SIA MARCELLO GEMMATO, FARMACISTA E POTENTE SOTTOSEGRETARIO ALLA SALUTE MELONIANO – IL MINISTRO ORAZIO SCHILLACI È FRUSTRATO DAI CONTINUI BLITZ POLITICI CHE LO PONGONO DI FRONTE A DECISIONI GIÀ PRESE: NON CONTA NULLA E TUTTI PRENDONO DECISIONI SULLA SUA TESTA. ORA SAREBBE INTENZIONATO A REVOCARE L’INTERO GRUPPO DI LAVORO SE I NO-VAX NON SLOGGIANO. ENTRO 48 ORE…

trump zelensky putin donald volodymyr vladimir

DAGOREPORT – ARMATI DI RIGHELLO, GLI SHERPA DI PUTIN E TRUMP SONO AL LAVORO PER TROVARE L’ACCORDO SULLA SPARTIZIONE DELL’UCRAINA: IL 15 AGOSTO IN ALASKA L’OBIETTIVO DEL TEPPISTA DELLA CASA BIANCA È CONVINCERE PUTIN AD “ACCONTENTARSI”, OLTRE DELLA CRIMEA, DEL DONBASS, RITIRANDOSI PERO' DALLE REGIONI UCRAINE OCCUPATE DALL'ESERCITO RUSSO: KHERSON E ZAPORIZHZHIA (CON LA SUA CENTRALE NUCLEARE) - TRUMP POTREBBE AGGIUNGERE LO STOP ALLE SANZIONI E CHISSÀ CHE ALTRO – PRIMA DI UN INCONTRO PUTIN- ZELENSKY, TRUMP PORTERA' I TERMINI DELLA PACE ALL'ATTENZIONE DEGLI ALLEATI EUROPEI DI KIEV - PER GARANTIRE L'EX COMICO CHE MOSCA NON SGARRERA', MACRON, MERZ E COMPAGNI PROPORRANNO L'INGRESSO DELL'UCRAINA NELL'UNIONE EUROPEA (CHE FA SEMPRE PARTE DELLA NATO) - PER L’ADESIONE UE SERVE L’OK DEI FILO-PUTINIANI ORBAN E FICO (CI PENSERÀ LO ZAR A CONVINCERLI) - UNA VOLTA FIRMATA, DOPO 6 MESI DEVONO ESSERE APERTE LE URNE IN UCRAINA - LA GAFFE: "VENERDI' VEDRO' PUTIN IN RUSSIA...": TRUMP SULLA VIA SENILE DI BIDEN? OPPURE....

antonio decaro michele emiliano roberto fico giuseppe conte elly schlein vincenzo de luca

DAGOREPORT - SCHLEIN E CONTE FANNO CAMPOLARGO (MA SOLO PER LE REGIONALI, PER ORA): DOPO GIANI IN TOSCANA E RICCI NELLE MARCHE, E' FATTA ANCHE PER I 5STELLE ROBERTO FICO IN CAMPANIA E PASQUALE TRIDICO IN CALABRIA (DOVE NON CI SONO CHANCE DI VITTORIA) - L'ULTIMO OSTACOLO RESTA VINCENZO DE LUCA, CHE CHIEDE DI NOMINARE IL FIGLIO, PIERO, SEGRETARIO DEL PD REGIONALE. MA ELLY NON VUOLE FARE LA FIGURA DA PERACOTTARA: FU LEI A COMMISSARIARE IL PARTITO, COME ATTO OSTILE NEI CONFRONTI DEL "CACICCO" DE LUCA, E A FAR FUORI SUO FIGLIO DA VICECAPOGRUPPO ALLA CAMERA - IN PUGLIA, QUEL CROSTONE DI EMILIANO È INDIGESTO A ANTONIO DECARO PER LA VECCHIA STORIELLA DELL'INCONTRO CON LA SORELLA DEL BOSS CAPRIATI, "PADRINO" DI BARI VECCHIA, RACCONTATA DAL GOVERNATORE URBI ET ORBI - VIDEO!

matteo salvini luca zaia alberto stefani luca de carlo

DAGOREPORT - VIA COL VENETO: LISTA ZAIA? E GIORGIA MELONI S'INCAZZA! - SE IMPORRA' IL SUO CANDIDATO, IL FRATELLONE D'ITALIA LUCA DE CARLO, SI RITROVERÀ UN LISTONE "DOGE" CHE PORTEREBBE VIA UN FIUME DI VOTI (E AVREBBE LA MAGGIORANZA DEI SEGGI, COMMISSARIANDO DI FATTO IL GOVERNATORE MELONIANO) - MATTEO SALVINI SPINGE FORTE SUL GIOVANE ALBERTO STEFANI, MA LA DUCETTA NON MOLLA L'OSSO DI CONQUISTARE LA RICCA REGIONE VENETA - IN BARBA AL SUO GROSSO BOTTINO DI CONSENSI, LA FIAMMA NON HA IN TASCA ALCUNA REGIONE DEL NORD (IN LOMBARDIA NON TOCCA PALLA: E' ROBA DI LA RUSSA...)