luigi di maio dc

“SUL QUIRINALE BISOGNA PARLARE CON TUTTI, CON I NOSTRI ALLEATI MA ANCHE CON IL CENTRODESTRA. IL PARTITO DEI FRANCHI TIRATORI NON SOLO ESISTE MA PUÒ CRESCERE…” - LUIGI DI MAIO: “NON POSSIAMO MISCHIARE IL PRESIDENTE DRAGHI AI GIOCHI POLITICI E AL TOTO-NOMI: VA PROTETTO E NON TIRATO PER LA GIACCA - BERLUSCONI AL COLLE? POTREBBE ESSERE AFFOSSATO DALLO STESSO CENTRODESTRA. L’ITALIA HA BISOGNO DI UN SISTEMA PROPORZIONALE - SALVINI? CON LUI HO GIA’ DATO. MELONI? AFFIDABILE - CONTE? ABBIAMO UN DIALOGO MOLTO FRANCO…”

Venanzio Postiglione per il “Corriere della Sera”

 

virginia saba luigi di maio foto di bacco

Il Quirinale, i partiti, le riforme. Luigi Di Maio, ministro degli Esteri, già leader dei 5 Stelle: ieri Corriere.it , ora sul giornale. Visto dalla Farnesina: le nuove regole anti Covid decise dall'Italia e le tensioni con Bruxelles.

 

Qual è il punto?

«Non parlerei di tensioni. Abbiamo solo applicato norme più restrittive perché stiamo cercando di arginare Omicron: siamo uno dei Paesi che per ora ha i più bassi livelli di diffusione della variante. Dobbiamo proteggere l'Italia. La Grecia ha scelto lo stesso meccanismo, altri stanno seguendo questa strada».

 

Attualità politica. Come si sceglie il presidente della Repubblica?

daniele franco mario draghi luigi di maio g20

«Con l'obiettivo di eleggere chi tuteli l'interesse nazionale e garantisca l'unità del Paese. Dialogo ampio tra tutte le forze politiche».

 

Cosa vuol dire metodo condiviso? Qual è la via?

«La proposta del tavolo è valida, spero non diventi solo una iniziativa mediatica. Lo dico da rappresentante dei 5 Stelle, la prima forza nel Parlamento. Bisogna parlare con tutti, con i nostri alleati ma anche con il centrodestra: senza però farci dettare l'agenda. Dialogo alla pari, obiettivo comune».

mario draghi luigi di maio 1

 

Silvio Berlusconi è un nome possibile?

«Salvini e Meloni si affrettano sia a candidarlo sia a dire che i voti non ci sono. Il punto è che potrebbe essere affossato dallo stesso centrodestra».

 

Lei vedrebbe Mario Draghi al Quirinale?

«Non ci possiamo permettere di mischiare ai giochi politici e al toto-nomi il presidente Draghi. Che va protetto e non va tirato per la giacca. Legge di bilancio, terze dosi del vaccino, nuove misure: il periodo è molto delicato, non servono i rumors sul Quirinale».

giuseppe conte enrico letta

 

Si è parlato di un asse Letta-Conte per il Colle. Cosa ne pensa?

«Iniziativa giusta, visto che sono forze alleate. Ma direi: facciamolo, facciamolo velocemente, partiamo già da una maggiore sintonia. Costruiamo un metodo prima dei nomi. E ripeto: i partiti non si possono permettere di giocare con il nome del premier».

 

E il Parlamento?

«Ascoltiamolo. Il partito dei franchi tiratori non solo esiste ma può crescere. Il gruppo misto è il più grande della storia. Per i 5 Stelle i capigruppo Mariolina Castellone e Davide Crippa sono punti di riferimento importanti».

virginia saba luigi di maio foto di bacco (3)

 

Quando si deve votare per le elezioni politiche?

«Le dico quando "non" si deve votare: mentre acceleriamo sulle terze dosi e avviamo il Piano di ripresa e resilienza. Non possiamo, adesso, perdere tra i 4 e i 5 mesi. Andate a vedere i Paesi dove ci sono state campagne elettorali o crisi di governo: curve dei contagi in salita, esecutivi bloccati nelle scelte. La data prevista è il 2023: mettiamo in sicurezza l'Italia e poi andiamo alle urne».

 

Lei crede nell'alleanza tra Pd e 5 Stelle? O il Movimento dovrebbe correre da solo?

«Con il Pd lavoriamo molto bene: dove ci siamo presentati assieme abbiamo portato a casa risultati molto importanti. Non penso solo a Napoli e a Bologna ma anche a Comuni medi e piccoli. Sono i fatti a dimostrare che il legame tra noi e il Partito democratico sta funzionando».

 

giuseppe conte

Pensa che si debba cambiare la legge elettorale e approvare un proporzionale con soglia al 5 per cento?

«Credo di sì, con uno sbarramento. Questo è un Paese che finché avrà una democrazia di modello parlamentare con la fiducia al governo avrà bisogno di un sistema proporzionale».

 

Giorgia Meloni, sul Corriere , ha rilanciato il presidenzialismo.

«Non è la priorità, ora siamo in piena pandemia. Ma dopo sarà giusto aprire una riflessione. Mi guardo attorno in Europa. Chi ha avuto più stabilità è la Francia con un sistema semipresidenziale. È un fatto».

giuseppe conte luigi di maio foto di bacco (1)

 

È vero che a volte, o spesso, lei e Conte avete sensibilità e opinioni diverse?

«Il presupposto è che avere opinioni diverse non significa spaccare una forza politica. Posso dirle che, con Giuseppe Conte, oltre ad avere un dialogo molto franco, lavoriamo insieme continuamente all'interno dei 5 Stelle. Sostengo il nuovo corso: diamogli tempo per completare la transizione. Abbiamo lo stesso obiettivo, le battaglie del Movimento e la crescita dei consensi. Su questo c'è sintonia».

 

Ma la leadership di Conte è salda?

«Assolutamente sì, è appena partita. L'ambizione di strutturare e organizzare un Movimento come il nostro non è cosa facile. Quello che sembra normale per gli altri, per noi è uno sforzo non comune».

luigi di maio alfonso bonafede

 

Come immagina i 5 Stelle?

«Dobbiamo andare dove sta andando il mondo. Il primo punto è il clima. Riguarda tutti noi. Come proteggerci dagli stravolgimenti ambientali, come rallentarli. Non è un caso se abbiamo rilanciato il superbonus del 110 per cento. Il nostro futuro è diventare la vera forza ecologista del Paese. E accanto a questa transizione c'è quella digitale: le nuove tecnologie, accanto ai giovani».

 

E la struttura del Movimento?

«Quella nazionale è nata e sono molto contento. Poi c'è quella territoriale. Sono sicuro che il comitato presieduto da Alfonso Bonafede porterà avanti un grande lavoro. Rispondere alle richeste dei cittadini comporta un'organizzazione che non abbiamo mai avuto».

LUIGI DI MAIO E GIANCARLO GIORGETTI AD ATREJU

 

Dal 2 per mille all'astensione sul caso Renzi: il Movimento ha cambiato natura?

«Non dobbiamo snaturarci. Mi fa piacere che il presidente Conte abbia detto chiaramente che noi voteremo contro la richiesta avanzata da Renzi. Una cosa è parlare di giustizia e anche di malagiustizia, un'altra è usare argomentazioni improprie per difendere i politici. Il segnale sarebbe devastante».

 

Perché i 5 Stelle hanno perso tanti consensi?

«Mi sono dimesso a gennaio del 2020. Giuseppe Conte è stato appena eletto presidente. Il Movimento sta vivendo una lunga transizione. Guardiamo avanti, gli obiettivi che ci chiedono gli italiani sono chiari. Superare la pandemia, rivedere il rapporto tra i cittadini e i servizi pubblici, come dicevo affrontare le due grandi rivoluzioni del nostro tempo, il clima e le tecnologie. Stiamo parlando di cambiamenti di enorme portata: dobbiamo esserci e incidere».

luigi di maio alfonso bonafede e roberto speranza

 

Se il messaggio chiave del 2018 era il reddito di cittadinanza, adesso i punti chiave diventano ambiente e digitale. È così?

«Ricorderete che arrivammo in Parlamento con una grande spinta sui temi del welfare, il senso era mettere in sicurezza il nostro Paese anche dal punto di vista dei diritti per chi non aveva niente o rischiava di perdere tutto. Ora il primo problema è la pandemia, con il nemico invisibile. Ma sullo stesso piano c'è la battaglia sul clima.

 

grillo di maio

E lì accanto ecco la transizione digitale: senza l'innovazione, le tecnologie, non puoi combattere né i virus né i cambiamenti del pianeta. Non è solo una questione per i ministri dell'Ambiente. I ministri dell'Interno e della Difesa come quelli degli Esteri sanno per esempio che le cellule terroristiche avanzano in quelle aree dell'Africa dove cresce la siccità, si impoveriscono i villaggi, i giovani diventano estremisti».

 

Sentite la mancanza del fondatore, Beppe Grillo, che non appare più?

«Grillo è sempre presente. Ci sentiamo con regolarità anche per discutere di clima, pandemia, transizione digitale. Conoscete Grillo come lo conosciamo noi: interviene sempre nei momenti di difficoltà, lo sentiamo al nostro fianco».

 

Com' è adesso il suo rapporto con Matteo Salvini?

«Con lui ho già dato. Abbiamo due idee della politica e di come fare politica differenti. Fino a prova contraria io mi fido ciecamente delle persone. E poi purtroppo quella prova contraria è arrivata».

LUIGI DI MAIO AD ATREJU

 

Con Giorgia Meloni?

«Ha sempre mostrato una grande affidabilità. Siamo politicamente agli antipodi ma, quando è capitato di lavorare assieme, c'è stata sempre fiducia».

 

E il rapporto con il premier Draghi?

«Mi permetto di definirlo ottimo. Totale sintonia per rafforzare il nostro Paese rispetto alla pandemia e alla crisi economica».

 

Cosa si aspetta di più e di diverso dal governo?

«Ce la stiamo mettendo tutta, sono in una squadra di ministri, viceministri e sottosegretari che ogni mattina si sveglia e prova a fare di più. Ne sono orgoglioso. Oltre il 6 per cento di crescita, anno record dell'export per il Made in Italy».

 

GIORGIA MELONI E LUIGI DI MAIO

È stato vicepremier, ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico, ora è agli Esteri. Come e dove si immagina nei prossimi anni?

«Questo non lo so. Posso dirle che finché i cittadini mi daranno fiducia e non si stancheranno, io darò sempre il massimo».

Ultimi Dagoreport

villa casa giorgia meloni antonio tajani matteo salvini

DAGOREPORT - AH, CHE STREGONERIA È IL POTERE: TRAFIGGE TUTTI. SOPRATTUTTO I PARVENU. E COSÌ, DA PALAZZO GRAZIOLI, CHE FU LA SEDE INFORMALE DI GOVERNO E DI BUNGA-BUNGA DI BERLUSCONI PREMIER, SIAMO PASSATI A "VILLA GRAZIOLI" CON LA NUOVA DOVIZIOSA DIMORA DELL’EX ABITANTE DELLA GARBATELLA, DOVE OCCUPAVA CON MADRE E SORELLA DUE DISGRAZIATE CAMERE E CUCINA - UN IMMOBILE CHE STA SOLLEVANDO UN POLVERONE DI POLEMICHE: VILLA O VILLINO? COL SOLITO AGOSTINO GHIGLIA CHE AVREBBE SOLLECITATO GLI UFFICI DELLA PRIVACY DI TROVARE UN MODO PER LIMITARE LE INFORMAZIONI DA RENDERE PUBBLICHE ALLA CAMERA, IN RISPOSTA A UN’INTERROGAZIONE DELLA BOSCHI SULLA RISTRUTTURAZIONE DELLA VILLA – LA SINDROME DI "IO SO' GIORGIA E NUN ME FIDO DE NESSUNO!" HA POI TRASFORMATO LA MAGIONE NEL SUO BUNKER PERSONALE, LONTANO DAGLI SGUARDI E ORECCHIE INDISCRETE CHE INFESTANO PALAZZO CHIGI - TUTTO BENE QUANDO VENGONO CHIAMATI A RAPPORTO I SUOI FEDELISSIMI, MOLTO MENO BENE QUANDO TOCCA AGLI ALTRI, AGLI “ESTRANEI” DELLA CONVENTICOLA MELONIANA. DAL CENTRO DI ROMA PER RAGGIUNGERE “VILLA GRAZIOLI” CI VOGLIONO, IN LINEA D’ARIA, BEN 40 MINUTI DI MACCHINA. ANCHE DOTATI DI SIRENE E LAMPEGGIANTI, È “UN VIAGGIO”…. - VIDEO

simone canettieri giorgia arianna meloni

DAGOREPORT - MASSÌ, CON I NEURONI SPROFONDATI NELLA IRRITABILITÀ PIÙ SCOSSA, ARIANNA MELONI AVEVA URGENTE BISOGNO, A MO’ DI SOLLIEVO, DELL’ARTICOLO DI DEBUTTO SUL “CORRIERONE” DI SIMONE CANETTIERI - MESSA DALLA SORELLA GIORGIA A CAPO DELLA SEGRETERIA DI FDI, ARIANNA NON NE HA AZZECCATA UNA - ALLA PARI DI QUALSIASI ALTRO PARTITO DI MASSA, OGGI FDI SI RITROVA ATTRAVERSATO DA UNA GUERRIGLIA INTESTINA FATTA DI COLPI BASSI, RIPICCHE E SPUTTANAMENTI, INTRIGHI E COMPLOTTI – DALLA SICILIA (CASINO CANNATA-MESSINA) A MILANO (AFFAIRE MASSARI-LA RUSSA), FINO AL CASO GHIGLIA-RANUCCI, DOVE IL FILO DI ARIANNA SI È ATTORCIGLIATO PERICOLOSAMENTE INTORNO AL COLLO - CHE LA SORELLINA NON POSSIEDA LA ‘’CAZZIMMA’’ DEL POTERE, FATTA DI SCALTREZZA E ESPERIENZA, SE N'E' AMARAMENTE ACCORTA ANCHE LA PREMIER. E PUR AMANDOLA PIÙ DI SE STESSA, GIORGIA L’AVREBBE CHIAMATA A RAPPORTO PER LE SCELTE SBAGLIATE: SE IL PARTITO VA AVANTI COSÌ, RISCHIA DI IMPLODERE… - VIDEO

carlotta vagnoli flavia carlini

COME SIAMO POTUTI PASSARE DA ELSA MORANTE E MATILDE SERAO A CARLOTTA VAGNOLI? È POSSIBILE CHE SI SIA FATTO PASSARE PER INTELLETTUALI DELLE FEMMINISTE INVASATE CHE VERGAVANO LISTE DI PROSCRIZIONE ED EVOCAVANO METODI VIOLENTI E LA GOGNA PUBBLICA DIGITALE PER “FARE GIUSTIZIA” DEI PROPRI NEMICI? LA CHIAMATA IN CORREITÀ DEL SISTEMA EDITORIALE CHE HA UTILIZZATO QUESTE “VEDETTE” LETTERARIE SOCIAL DA MILIONI DI FOLLOWER PER VENDERE QUALCHE COPIA IN PIÙ – VAGNOLI PUBBLICA PER EINAUDI, FLAVIA CARLINI HA VERGATO UN ROMANZO INCHIESTA SULL’ITALIA DEL GOLPE INFINITO PER SEM (FELTRINELLI) . MA SULLA BASE DI COSA? BASTA AVERE UN MINIMO SEGUITO SOCIAL PER ESSERE ACCREDITATI COME SCRITTORI O DIVULGATORI?

silvia salis giorgia meloni elly schlein matteo renzi

DAGOREPORT - IN ITALIA, DOPO TANTI OMETTI TORVI O INVASI DI VANITÀ, SI CERCANO DONNE FORTI. DONNE COL PENSIERO. DONNE CHE VINCONO. E, NATURALMENTE, DONNE IN GRADO DI COMANDARE, CAPACI DI TENER TESTA A QUELLA LADY MACBETH DELLA GARBATELLA CHE DA TRE ANNI SPADRONEGGIA L’IMMAGINARIO DEL 30% DEGLI ELETTORI, ALIAS GIORGIA MELONI - IERI SERA ABBIAMO ASSISTITO ATTENTAMENTE ALLA OSPITATA DI SILVIA SALIS A “OTTO E MEZZO”, L’EX LANCIATRICE DI MARTELLO CHE DALLA LEOPOLDA RENZIANA E DAL CONI DELL’ERA MALAGÒ HA SPICCATO IL VOLO NELL’OLIMPO DELLA POLITICA, SINDACO DI GENOVA E SUBITO IN POLE COME LEADER CHE SBARACCHERÀ ELLY SCHEIN E METTERÀ A CUCCIA LA CRUDELIA DE MON DI COLLE OPPIO - DOPO MEZZ’ORA, PUR SOLLECITATA DA GRUBER E GIANNINI, CI SIAMO RITROVATI, ANZICHÉ DAVANTI A UN FUTURO LEADER, DAVANTI A UNA DONNA CHE DAREBBE IL PREMIO NOBEL PER LA LETTERATURA ALL'AUTORE DE "IL MANUALE DELLA PERFETTA GINNASTICATA" - ECCITANTE COME UN BOLLETTINO METEO E LA PUBBLICITÀ DI TECHNO-GYM, MELONI PUO' DORMIRE SONNI TRANQUILLI - VIDEO

john elkann donald trump

DAGOREPORT – ITALIA, BYE BYE! JOHN ELKANN NON NE PUÒ PIÙ DI QUESTO DISGRAZIATO PAESE CHE LO UMILIA SBATTENDOLO PER 10 MESI AI "SERVIZI SOCIALI", COME UN BERLUSCA QUALSIASI, E STUDIA LA FUGA NEGLI STATI UNITI - PRIMA DI SPICCARE IL VOLO TRA LE BRACCIA DEL SUO NUOVO IDOLO, DONALD TRUMP, YAKI DEVE LIBERARSI DELLA “ZAVORRA” TRICOLORE: CANCELLATA LA FIAT, TRASFORMATA IN UN GRUPPO FRANCESE CON SEDE IN OLANDA, GLI RESTANO DUE GIORNALI, LA FERRARI E LA JUVENTUS – PER “LA STAMPA”, ENRICO MARCHI È PRONTO A SUBENTRARE (MA PRIMA VUOLE SPULCIARE I CONTI); PER “REPUBBLICA”, IL GRECO KYRIAKOU È INTERESSATO SOLO ALLE REDDITIZIE RADIO, E NON AL GIORNALE MANGIASOLDI E POLITICAMENTE IMPOSSIBILE DA GOVERNARE) - DOPO IL NO DI CARLO FELTRINELLI, SAREBBERO AL LAVORO PER DAR VITA A UNA CORDATA DI INVESTITORI MARIO ORFEO E MAURIZIO MOLINARI – SE IL CAVALLINO RAMPANTE NON SI TOCCA (MA LA SUA INETTA PRESIDENZA HA SGONFIATO LE RUOTE), PER LA JUVENTUS, ALTRA VITTIMA DELLA SUA INCOMPETENZA, CI SONO DUE OPZIONI IN BALLO…