salvini di maio

“SI STA SCRIVENDO LA STORIA E LA DISCUSSIONE SUL CONTRATTO VA MOLTO BENE” - DI MAIO GONFIA IL PETTO: “CON SALVINI NON ABBIAMO PARLATO DI NOMI E C’E’ UN OTTIMO CLIMA AL TAVOLO - SI STANNO AFFRONTANDO TEMI IMPORTANTISSIMI” - SALVINI RISPONDE ALLE BACCHETTATE DI MATTARELLA: “L'IDEA È DI RINEGOZIARE I TRATTATI UE, ALTRIMENTI L'ITALIA SOFFOCA”

1 - GOVERNO, DI MAIO: "OTTIMO CLIMA, SI SCRIVE LA STORIA"

Da www.ansa.it

 

SALVINI DI MAIO E LA TRATTATIVA LEGA M5S

"Ovviamente si sta scrivendo la storia e ci vuole un po' di tempo. Di nomi non abbiamo parlato, c'è un ottimo clima al tavolo, si stanno affrontando temi importantissimi: per la prima volta nella storia si porta avanti un trattativa governo mettendo al centro i temi": lo ha detto il leader M5S, Luigi Di Maio, lasciando il vertice al Pirellone. E aggiunge: "Non torniamo"

 

"Speriamo di chiudere il prima possibile", ha affermato ancoraDi Maio lasciando il vertice M5S-Lega.  A chi gli chiede se contano di finire entro oggi Di Maio replica: "vediamo". E il leader del M5S, a diretta domanda se il futuro premier sarà terzo, non risponde

 

2 - SALVINI CONTESTA I RICHIAMI DEL COLLE E ATTACCA L' EUROPA

Davide Lessi per “la Stampa”

 

salvini berlusconi di maio

Lo scontro era nell' aria da giorni. Almeno da quando Mattarella aveva condannato la «narrativa sovranista» che scarica tutte le responsabilità sull' Unione europea. Ma ieri, dopo che il presidente della Repubblica ha ribadito i punti fermi costituzionali sulla formazione del nuovo governo, il contrasto istituzionale è diventato realtà. Al segretario della Lega Matteo Salvini non devono essere andati giù i riferimenti alle «prerogative» del Colle sulla scelta del premier e sul vaglio della squadra di governo.

 

SALVINI DI MAIO PROVA COSTUME

A indispettire il leader leghista può essere stata anche la definizione di Luigi Einaudi come «europeista e federalista». Fatto sta che, uscendo in serata dal Pirellone dopo il vertice con il M5S, Salvini non si è trattenuto: «L' idea è di rinegoziare i trattati Ue, altrimenti l'Italia soffoca». E poi: «Ascolteremo Mattarella col massimo rispetto. Ma Einaudi va letto tutto, scrisse di un Paese fondato sull' autonomia». Un richiamo inusuale al Colle che rischia di complicare le trattative per la formazione di un nuovo governo.

 

Eppure poche ora prima, nel discorso pronunciato a Dogliani (Cuneo), Mattarella aveva ricordato le «ansie di autonomia del presidente Einaudi». Un discorso ampio, una lezione di «grammatica della democrazia» tra passato e presente. Un discorso in cui Mattarella si è rifatto al pensiero di Einaudi, il primo presidente eletto della Repubblica, per giocare di sponda con la recente crisi politica. E per ribadire, ancora una volta, che il presidente della Repubblica ha una funzione «tutt' altro che notarile».

I DELEGATI AL TAVOLO DI TRATTATIVE TRA LEGA E M5S

 

Mattarella si è soffermato su un episodio della presidenza di Einaudi, definendolo un «caso illuminante». Dopo le elezioni del 1953 il presidente «non ritenne di avvalersi delle indicazioni espresse dal principale gruppo parlamentare, quello della Democrazia Cristiana», e nominò un esecutivo «di pochi mesi, che portò al chiarimento politico con la formazione di una maggioranza tripartita che governò fino alla scadenza del settennato dello stesso Einaudi». E in tanti hanno notato la somiglianza con quel «governo del presidente» che era sul tavolo solo pochi giorni fa.

 

Ma non si è limitato a questo. Mattarella, sempre citando il padre costituente Einaudi, ha sottolineato che il «tema della nomina dei ministri è importantissimo». E ha poi ricordato anche i precedenti in cui Einaudi, correva l' anno 1949, rinviò alle Camere due leggi «perché comportavano aumenti di spesa senza copertura finanziaria, in violazione dell' articolo 81 della Costituzione».

I DELEGATI DI LEGA E M5S

 

Difficile non pensare alle perplessità, espresse da molti economisti, sui costosissimi provvedimenti della flat tax e del reddito di cittadinanza sul tavolo della trattativa tra Lega e M5S. Proprio ai pentastellati, che vorrebbero mettere in Costituzione il vincolo di mandato per i parlamentari, ha dedicato implicitamente un altro passaggio ricordando che Einaudi definì «la morte dei Parlamenti» l' idea di «un mandato imperativo».

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