di maio vono

POLVERE DI 5 STELLE – “BASTA CON IL MERCATO DELLE VACCHE”, DI MAIO TEME L’EMORRAGIA DI PARLAMENTARI, MINACCIA MULTE DA 100MILA EURO E PROPONE IL VINCOLO DI MANDATO (BOCCIATO DAI DEM) – DOPO LA SENATRICE VONO PASSATA CON RENZI, ANCHE IL COLLEGA GRASSI CON LA VALIGIA IN MANO - IL LEGHISTA CENTINAIO: “DUE PRONTI A PASSARE CON NOI”, LUIGINO: “LA LEGA SI È RIDOTTA A FARE CAMPAGNA ACQUISTI TRA I SENATORI COME FACEVA BERLUSCONI CON DE GREGORIO”

Alessandro Trocino per corriere.it

 

 

LUIGI DI MAIO AL TELEFONO

«Dobbiamo mettere fine al mercato delle vacche». Il Movimento perde pezzi e Luigi Di Maio perde la pazienza. Da New York fa filtrare la sua irritazione, minaccia di applicare una vecchia norma mai usata, la multa da 100 mila euro, e annuncia che parlerà con il Pd della possibilità di eliminare l’assenza di «vincolo di mandato». Proposta che ottiene subito i no di diversi dem, renziani in testa, di Forza Italia e +Europa.

 

«Non andare, ti massacrano»

La prima parlamentare ad annunciare, in questa nuova fase, l’addio al Movimento, è Silvia Vono, senatrice calabrese che passa al gruppo di Matteo Renzi. Di Maio aveva provato a trattenerla con un messaggino poco rassicurante: «Non ti consiglio di andare via, sarai massacrata.

 

Sei una brava persona, pensaci bene, sarai marchiata a vita». Nel «mercato delle vacche» (o libera autodeterminazione dei parlamentari, a seconda della prospettiva), c’è un’altra possibile defezione. Il senatore Ugo Grassi lascia il ruolo di capogruppo in Affari Costituzionali e valuta se andarsene. Di Maio non apprezza e, a Porta a Porta, spiega: «Io divido quelli che giustamente muovono critiche e chi va via in altri gruppi. Chi va via non lo fa perché è scontento del M5S ma perché non ha ottenuto qualcosa per sé stesso».

di maio silvia vono

 

L’articolo 67 della Costituzione

Per arginare il fenomeno, che rischia di diventare una valanga, Di Maio propone di ripristinare il vincolo di mandato, la cui assenza è prevista dall’articolo 67 della Costituzione. Norma a tutela dell’autonomia del parlamentare, prevista in quasi tutte le democrazie rappresentative. Ettore Rosato, coordinatore della renziana Italia Viva, è lapidario: «Eviterei di fare del male alla nostra Costituzione». No anche da Andrea Marcucci (Pd). E da Graziano Delrio: «Siamo anche noi contro il trasformismo, ma lo si combatte con altri strumenti, non introducendo il vincolo di mandato, che altera la nostra Costituzione».

 

di maio

Cambi di casacca

Di Maio sa che il tema non piace neanche a molti dei suoi e così si corregge. Spiega che non cerca il «muro contro muro» e che servirebbe «un foro con costituzionalisti». Le fuoriuscite dal M5S, in questa legislatura, sono state già nove. Il capo politico, sotto pressione per la valanga di critiche piovute in Senato, spiega che chiederà i danni d’immagine a chi se ne va, quantificati in 100 mila euro. Nonostante i reiterati annunci non l’ha mai fatto e diversi giuristi lo considerano incostituzionale.

 

Regionali calabresi

gian marco centinaio sara foscolo 20

La Lega nei giorni scorsi aveva rivelato, con Andrea Crippa, che ci sarebbero una ventina di parlamentari del M5s pronti al trasloco. Cifra spropositata, che porterebbe a una caduta del governo e che ieri Gian Marco Centinaio ha ridimensionato a un decimo: «Due senatori sono interessati a passare da noi». Di Maio commenta: «La Lega si è ridotta a fare campagna acquisti tra i senatori come faceva Berlusconi con De Gregorio». Quel che è certo è che i malumori sono diffusi.

 

Non basterà più il bastone per frenare l’emorragia. E chissà se basterà l’atteso Direttorio a 12. Il prossimo nodo sono le regionali. Dalida Nesci, eletta in Calabria, dice no all’alleanza con il Pd, avvertendo: «No a decisioni improvvisate in territori già segnati dalla cappa mafiosa e dai poteri subdoli».

LUIGI DI MAIO POLTRONA BY LUGHINO VISCORTOluigi di maio e l'inglese 8di maioluigi di maio

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni matteo salvini adolfo urso abodi giorgetti tajani giorgio armani

UN PO’ PIU’ DI RISPETTO SE LO MERITAVA GIORGIO ARMANI DA PARTE DEL GOVERNO – SOLO IL MINISTRO DELL’UNIVERSITA’, ANNA MARIA BERNINI, HA RESO OMAGGIO ALL’ITALIANO PIU’ CONOSCIUTO AL MONDO RECANDOSI ALLA CAMERA ARDENTE DOVE, TRA SABATO E DOMENICA, SONO SFILATE BEN 16 MILA PERSONE - EPPURE MILANO E’ A DUE PASSI DA MONZA, DOVE IERI ERA PRESENTE AL GP, OLTRE AL VICEPREMIER MATTEO SALVINI, IL MINISTRO DELLO SPORT ANDREA ABODI, SMEMORATO DEL PROFONDO LEGAME DELLO STILISTA CON BASKET, CALCIO, TENNIS E SCI - A 54 KM DA MILANO, CERNOBBIO HA OSPITATO NEL WEEKEND TAJANI, PICHETTO FRATIN, PIANTEDOSI, CALDERONE E SOPRATTUTTO ADOLFO URSO, MINISTRO DEL MADE IN ITALY, DI CUI ARMANI E’ L’ICONA PIU’ SPLENDENTE – E IGNAZIO LA RUSSA, SECONDA CARICA DELLO STATO, DOMENICA ERA A LA SPEZIA A PARLARE DI ''PATRIOTI'' AL DI LA’ DI RITUALI POST E DI ARTICOLETTI (MELONI SUL “CORRIERE”), UN OMAGGIO DI PERSONA LO MERITAVA TUTTO DAL GOVERNO DI CENTRODESTRA PERCHE’ ARMANI E’ STATO UN VERO “PATRIOTA”, AVENDO SEMPRE PRESERVATO L’ITALIANITA’ DEL SUO IMPERO RIFIUTANDO LE AVANCES DI CAPITALI STRANIERI…

giorgia meloni mantovano alfredo giovanbattista fazzolari gian marco chiocci rossi

DAGOREPORT - CHI AVEVA UN OBIETTIVO INTERESSE DI BRUCIARE IL DESIDERIO DI GIORGIA MELONI, PIÙ VOLTE CONFIDATO AI SUOI PIÙ STRETTI COLLABORATORI, DI ARRUOLARE L’INGOMBRANTE GIAN MARCO CHIOCCI COME PORTAVOCE? - IN BARBA ALLA DIFFIDENZA DEI VARI SCURTI, FAZZOLARI E MANTOVANO, FU L’UNDERDOG DE’ NOANTRI A IMPORRE FORTISSIMAMENTE (“DI LUI MI FIDO”) COME DIRETTORE DEL TG1 L’INTRAPRENDENTE CHIOCCI, DOTATO DI UNA RETE RELAZIONALE RADICATA IN TUTTE LE DIREZIONI, DAL MONDO DELLA SINISTRA ALL’INTELLIGENCE DI DESTRA - BEN CONOSCENDO IL CARATTERINO DELL’EX DIRETTORE DE “IL TEMPO” E ADNKRONOS, BEN LONTANO DALLA DISPONIBILITÀ AD ACCETTARE ORDINI E DINIEGHI, OCCORREVA CORRERE AI RIPARI PRIMA CHE LA SGARBATELLA PROCEDESSE ALL’INFELICE NOMINA, FACENDO CIRCOLARE LA VOCE DEL SUO TRASLOCO DALLA DIREZIONE DEL TG1 A BRACCIO MEDIATICO DELLA PREMIER - NEL CASO, SEMPRE PIÙ LONTANO, DI VEDERE CHIOCCI A PALAZZO CHIGI, ALLORA VORRÀ DIRE CHE L’EQUILIBRIO DI POTERI ALL’INTERNO DELLA FIAMMA MAGICA È FINITO DAVVERO IN FRANTUMI...