IL TRUCCO E PARRUCCO DI UN PARTITO DI PLASTICA - MANIFESTI, EMAIL E STRISCIONI: DA OGGI RINASCE “FORZA ITALIA” (CON L’IMMAGINE DEL BANANA MENO CENTRALE DI UN TEMPO)

Fabrizio De Feo per "il Giornale"

«Ancora in campo per l'Italia». La macchina organizzativa scalda i motori già da un paio di settimane. La pianificazione della copertura geografica è stata curata nel dettaglio. Provini e anteprime grafiche sono state aggiornate nelle ultime ore, dopo la manifestazione di via del Plebiscito, nel tentativo di fermare su pellicola (e poster) le venature e le emozioni di quell'abbraccio di piazza.

Tutto è pronto per la campagna di lancio e di bentornato. L'«operazione Forza Italia» scatta ufficialmente oggi. Dopo una anteprima in alcune vie di Milano, i manifesti 6X3 con la scritta «Ancora in campo per l'Italia», incastonata tra due ali di folla con il palco di domenica scorsa sotto Palazzo Grazioli a campeggiare al centro, saranno visibili in tutte le principali città d'Italia.

Ai poster cittadini si affiancheranno quelli nelle stazioni di servizio così da catturare l'attenzione in transito dei viaggiatori d'agosto. Lo slogan, poi, già campeggia sui siti internet pdl.it; forzaitalia.it e forzasilvio.it ed è stato inviato per e-mail a tutti i parlamentari con uno specifico «compito per le vacanze»: rigirarlo alle loro mailing-list così da ottenere la massima penetrazione possibile del messaggio.

C'è poi l'offensiva dei cieli. Sulle spiagge transiteranno gli aerei con gli striscioni Forza Italia e Forza Silvio. E planeranno sopra le più frequentate località costiere italiane, da Rimini a Riccione, da Sabaudia a Portofino, da Sorrento a Forte dei Marmi, dall'Argentario a Capalbio fino in Sardegna (e c'è già chi, come il presidente provinciale dei garanti del Partito democratico pratese, propone in un impeto democratico di «bloccare lo spazio aereo per quei velivoli che trasportano striscioni di questo tipo con protagonista Berlusconi»).

Questa campagna è di fatto una prima proiezione ufficiale di quanto visto nella manifestazione di Palazzo Grazioli. Nel grande sit-in di sabato scorso si è cantato di nuovo l'inno composto nel 1993 dal maestro Renato Serio (assieme ad Azzurra libertà e Meno male che Silvio c'è) e nella scenografia del palco è comparsa la bandiera di Forza Italia a fianco del simbolo del Pdl, esattamente con lo stesso peso visivo.

E anche tra le bandiere, quelle della prima creatura berlusconiana, con il logo storico e i colori del Tricolore disposti non in modo tradizionale (il verde è in alto, il rosso in basso e il taglio è obliquo) erano assolutamente prevalenti. Insomma, il passaggio dal Pdl a Forza Italia, sebbene non ancora sancito in maniera formale (nel partito si stanno analizzando diverse procedure per compiere questo rito di passaggio) è ormai sancito dai fatti, o meglio dai richiami e dai simboli.

La proposta e lo spunto iniziale della campagna è partito da Daniela Santanchè. La fase ideativa è stata coordinata e realizzata, in costante concerto con lo stesso Berlusconi, dal responsabile nazionale della comunicazione elettorale e Internet, Antonio Palmieri insieme ai due storici grafici che hanno seguito le campagne elettorali di Forza Italia prima e del Pdl poi negli ultimi venti anni. Questa volta la discontinuità visiva rispetto al passato è evidente. L'iconografia è rinnovata con la figura di Berlusconi meno centrale.

I veri protagonisti sono i suoi sostenitori, le persone che in piazza e nelle strade continuano a manifestargli solidarietà e affetto. In sostanza si tratta di un'«immagine-testimonianza» di Berlusconi leader ancora in campo, sostenuto dal suo popolo. Un messaggio che punta a comunicare che non stiamo vivendo un deja-vù di Mani Pulite quando la Procura di Milano andò a colpire personaggi ormai privi del rapporto con i loro elettori.

Questa volta, al contrario, nel mirino c'è un leader che rappresenta il primo riferimento di uno schieramento politico e può contare su un ampio consenso. La scelta del codice formale - che ha avuto la meglio su altre ipotesi di taglio più tradizionale - è quindi tarata sulla stretta attualità e sul desiderio di fotografare la presenza fisica e simbolica di Berlusconi sul palcoscenico della politica. Un rapporto che sentenze e ritualità di palazzo (o di Palazzaccio) non possono scalfire.

 

IL RITORNO DEI MANIFESTI DI FORZA ITALIAManifesti per Silvio MANIFESTAZIONE PDL VIA DEL PLEBISCITO SILVIO BERLUSCONI SUL PALCO MANIFESTAZIONE PDL VIA DEL PLEBISCITO SILVIO BERLUSCONI SUL PALCO

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni matteo salvini adolfo urso abodi giorgetti tajani giorgio armani

UN PO’ PIU’ DI RISPETTO SE LO MERITAVA GIORGIO ARMANI DA PARTE DEL GOVERNO – SOLO IL MINISTRO DELL’UNIVERSITA’, ANNA MARIA BERNINI, HA RESO OMAGGIO ALL’ITALIANO PIU’ CONOSCIUTO AL MONDO RECANDOSI ALLA CAMERA ARDENTE DOVE, TRA SABATO E DOMENICA, SONO SFILATE BEN 16 MILA PERSONE - EPPURE MILANO E’ A DUE PASSI DA MONZA, DOVE IERI ERA PRESENTE AL GP, OLTRE AL VICEPREMIER MATTEO SALVINI, IL MINISTRO DELLO SPORT ANDREA ABODI, SMEMORATO DEL PROFONDO LEGAME DELLO STILISTA CON BASKET, CALCIO, TENNIS E SCI - A 54 KM DA MILANO, CERNOBBIO HA OSPITATO NEL WEEKEND TAJANI, PICHETTO FRATIN, PIANTEDOSI, CALDERONE E SOPRATTUTTO ADOLFO URSO, MINISTRO DEL MADE IN ITALY, DI CUI ARMANI E’ L’ICONA PIU’ SPLENDENTE – E IGNAZIO LA RUSSA, SECONDA CARICA DELLO STATO, DOMENICA ERA A LA SPEZIA A PARLARE DI ''PATRIOTI'' AL DI LA’ DI RITUALI POST E DI ARTICOLETTI (MELONI SUL “CORRIERE”), UN OMAGGIO DI PERSONA LO MERITAVA TUTTO DAL GOVERNO DI CENTRODESTRA PERCHE’ ARMANI E’ STATO UN VERO “PATRIOTA”, AVENDO SEMPRE PRESERVATO L’ITALIANITA’ DEL SUO IMPERO RIFIUTANDO LE AVANCES DI CAPITALI STRANIERI…

giorgia meloni mantovano alfredo giovanbattista fazzolari gian marco chiocci rossi

DAGOREPORT - CHI AVEVA UN OBIETTIVO INTERESSE DI BRUCIARE IL DESIDERIO DI GIORGIA MELONI, PIÙ VOLTE CONFIDATO AI SUOI PIÙ STRETTI COLLABORATORI, DI ARRUOLARE L’INGOMBRANTE GIAN MARCO CHIOCCI COME PORTAVOCE? - IN BARBA ALLA DIFFIDENZA DEI VARI SCURTI, FAZZOLARI E MANTOVANO, FU L’UNDERDOG DE’ NOANTRI A IMPORRE FORTISSIMAMENTE (“DI LUI MI FIDO”) COME DIRETTORE DEL TG1 L’INTRAPRENDENTE CHIOCCI, DOTATO DI UNA RETE RELAZIONALE RADICATA IN TUTTE LE DIREZIONI, DAL MONDO DELLA SINISTRA ALL’INTELLIGENCE DI DESTRA - BEN CONOSCENDO IL CARATTERINO DELL’EX DIRETTORE DE “IL TEMPO” E ADNKRONOS, BEN LONTANO DALLA DISPONIBILITÀ AD ACCETTARE ORDINI E DINIEGHI, OCCORREVA CORRERE AI RIPARI PRIMA CHE LA SGARBATELLA PROCEDESSE ALL’INFELICE NOMINA, FACENDO CIRCOLARE LA VOCE DEL SUO TRASLOCO DALLA DIREZIONE DEL TG1 A BRACCIO MEDIATICO DELLA PREMIER - NEL CASO, SEMPRE PIÙ LONTANO, DI VEDERE CHIOCCI A PALAZZO CHIGI, ALLORA VORRÀ DIRE CHE L’EQUILIBRIO DI POTERI ALL’INTERNO DELLA FIAMMA MAGICA È FINITO DAVVERO IN FRANTUMI...