INGROIA? INGROIA PURE QUESTO! - CALOGERO MANNINO ATTACCA: “A BORSELLINO IL CHE GUEVARA AL POSTO DEL CROCIFISSO NELL’UFFICIO DI INGROIA NON ANDAVA A GENIO - E’ UN POLITICO EXTRAPARLAMENTARE. NON HA FATTO IL TERRORISTA MA SI SERVE DELLE ISTITUZIONI PER RIBALTARE TUTTO” - REPLICA IMMEDIATA DEL PM: “MI RITENGO UN PARTIGIANO DELLA COSTITUZIONE. GLI ATTACCHI NEI MIEI CONFRONTI DERIVANO PROBABILMENTE DAL FATTO CHE NON SONO STATO DEBOLE CON I POTENTI…”

Da "Radio 24" - "Borsellino aveva stima di Ingroia, ma non gli andava a genio che avesse alle sue spalle Che Guevara invece del crocifisso o della foto del Presidente della Repubblica. Anche un grande magistrato come Borsellino aveva preferenze politiche, ma non si è mai fatto condizionare. Ingroia invece usa il suo ruolo di pm per fare politica". Lo dice Calogero Mannino, deputato del gruppo misto, ex ministro della Dc, alla Zanzara su Radio 24. "Io rispetto a Ingroia - dice Mannino - mi sento un gigante, un gigante morale. Sono incazzato perché sono addolorato e offeso dall'ingiustizia di questa accusa. Non merito il sospetto di Ingroia. Ho affrontato il 1992 senza paura, mentre ora c'è un magistrato come Ingroia che fa politica e si avvantaggia della sua posizione di magistrato".

Ma lei si sente perseguitato da Ingroia? "Certamente sì - risponde Mannino a Radio 24 - lui è un politico che utilizza le funzioni del pubblico ministero per aprirsi la strada in politica, per seguire la sua ideologia di sinistra. Anzi, della sinistra che una volta si diceva extraparlamentare, alla Che Guevara. Non ha fatto il terrorista ma si serve delle istituzioni per ribaltare tutto, per dire che tutta la politica fa schifo, che sono tutti compromessi. Così arriva lui. Un progetto extraistituzionale". Ma lei si ricandida? "No, non mi ricandido, - conclude alla Zanzara - lo avevo già deciso e non voglio cambiare idea, mi difendo solo nelle aule giudiziarie".

GRANATA, VERGOGNOSO ATTACCO MANNINO A MAGISTRATI
(ANSA) - "L'attacco alla Procura di Palermo in Parlamento da parte dell'onorevole Mannino, imputato nella trattativa Stato-Mafia, rappresenta una pagina vergognosa della storia repubblicana. Mannino non doveva né poteva avere la parola e il suo attacco intimidatorio nei confronti della Procura e in particolare del dott. Ingroia è gravissimo". Lo dice il vice coordinatore di Fli, Fabio Granata. "Evidentemente ancora oggi una parte del Parlamento italiano teme e contrasta il raggiungimento della verità sui motivi per i quali è stato ucciso Paolo Borsellino. Vergogna".

MAFIA: INGROIA, DA CICCHITTO E MANNINO SENSAZIONI NEGATIVE
(ANSA) - "Non commento le affermazioni di Cicchitto e Mannino ma ammetto che mi destano una sensazione negativa". Lo ha detto Antonio Ingroia a Reggio Calabria alla rassegna TabulaRasa. "Oggi - ha detto - viviamo in una sorta di arena dove tutto è consentito, anche gli insulti e le offese peggiori. Sembra normale calunniare e diffamare i magistrati che fanno il loro dovere. Il Paese si è imbarbarito, non si ragiona, non c'é rispetto per le opinioni altrui e spesso i fatti che vengono trasformati in opinioni".

"La politica con P maiuscola - ha proseguito il procuratore aggiunto di Palermo - deve stare al servizio del cittadino, non deve temere la verità e la giustizia. Ma la politica degli ultimi anni non guarda mai agli interessi dei cittadini, cerca la propria impunità, togliendo mezzi alla magistratura e accusandola di invadere il campo politico. Se oggi questa politica è predominante è anche responsabilità dei cittadini. La magistratura continuerà a svolgere la sua parte ma ritengo che sulla stagione delle stragi è stato già fatto il massimo, più di così non potevamo fare. Ora abbiamo bisogno della politica per avere gli strumenti necessari a rompere il silenzio dei testimoni, abbattere l'omertà degli uomini dello Stato e la reticenza istituzionale".

"La mia storia e la mia onestà intellettuale - ha poi detto Ingroia - garantisce per me. Io ho opinioni sulla politica ed in particolare sui criteri di orientamento della funzione pubblica che sono contenuti nella Costituzione, come il principio di uguaglianza. Mi ritengo un partigiano della Costituzione, ritengo di dover stare dalla parte della Costituzione perché non tutti si sono mossi in questi anni in questa direzione, anzi l'hanno attaccata, vilipesa. Nell'indagine sulla trattativa sono coinvolti politici di centrodestra e di centrosinistra e ciò dimostra che la Procura di Palermo è assolutamente equanime. Gli attacchi nei miei confronti derivano probabilmente dal fatto che non sono stato debole con i potenti, ma sono stato forte nei confronti di tutti".

MAFIA: TRATTATIVA; GEN.MORI, PROCESSO BASATO SU FALSITA'
(ANSA) - "E' un processo che non ha basi, anzi è un processo costruito sulla falsificazione della verità". Così il generale dei Carabinieri Mario Mori commenta in un'intervista al Tg5 la richiesta di rinvio a giudizio per lui per coinvolgimento nella presunta trattativa tra lo Stato e la mafia, firmata tra gli altri dal procuratore aggiunto di Palermo Antonio Ingroia. E per paradosso l'inchiesta accomuna l'ex ministro Calogero Mannino allo stesso generale dei Carabinieri che lo aveva arrestato.

"Questo sta a dimostrare che il mio comportamento e quello del mio ufficiale è stato sempre corretto" precisa Mori. Il generale dei Carabinieri collezionerebbe così il suo terzo processo per vicende di mafia. " Sono sereno, - precisa Mori al Tg5- aspetterò che la prassi si sviluppi e sono sicuro di dimostrare l'innocenza mia e dei miei dipendenti". E sul famigerato 'papello' con le richieste dei clan Mori precisa: "Intanto mi devono dimostrare che esista. Fino adesso abbiamo un pezzo di carta e malgrado tutte le indagini sviluppate dalla Procura di Palermo, non ha un nome colui che l'ha scritto, quindi fino adesso è solo un pezzo di carta, Dopodiché quando si troverà chi l'ha scritto, benché dubito, allora ne riparleremo".

 

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