renzi buzzi

MARCIO SU ROMA (A CHE SERVONO I GIORNALI) – COME MAI BUZZI CHE CINGUETTA “SIAMO DIVENTATI TUTTI RENZIANI…A ME ME PIACE MATTEO RENZI, CHE CAZZO VUOI?”, NON LO LEGGIAMO NE' SU "REPUBBLICA" NE' SU "LA STAMPA" MA SU "IL GIORNALE"?

Massimo Malpica per “il Giornale

 

salvatore buzzi con il quarto stato alle spallesalvatore buzzi con il quarto stato alle spalle

Altro giro (di carte), altro traballo della politica capitolina. L'inchiesta di Mafia Capitale sembra aver sfiorato quasi tutti i rappresentanti delle istituzioni, e a leggere una nota del Ros di luglio 2014, dedicata in buona parte ai rapporti «tra Buzzi e pubblici ufficiali dell'amministrazione capitolina», anche al netto dei rapporti leciti tra politica e coop, vien da pensare che le scosse di terremoto in Campidoglio siano tutt'altro che finite. E forse potrebbero arrivare anche un po' più in alto.


In fondo, dice Buzzi ai collaboratori, «siamo diventati tutti renziani... a me me piace Matteo Renzi, che cazzo vuoi?». Mentre nelle sue agende, sequestrate e finite agli atti, tra note come «morto Steve Jobs», spuntano appunti su Massimo D'Alema (19 gennaio 2012) e sulla cena all'Eur per i mille giorni di Nicola Zingaretti alla guida della provincia di Roma, il 28 gennaio 2011.

SALVATORE BUZZI FRANCO PANZIRONISALVATORE BUZZI FRANCO PANZIRONI


Quando il Campidoglio nel 2014 vuol privatizzare la controllata Multiservizi assegnando l'appalto al Cns, Buzzi si adopera per «tenere a Roma», per la sua coop, almeno parte del lavoro. «Meglio una coop di Roma che di Cesena», sintetizza. Si scatena nei contatti politici cercando consenso (per il centrodestra parla con il consigliere Quarzo e con Alemanno, che comunque erano all'opposizione), privilegiando ovviamente la maggioranza, e tra i primi contatti che riceve c'è quello di Mattia Stella, dell'ufficio di gabinetto del sindaco Marino.

 

Oltre all'ex presidente del consiglio comunale Mirko Coratti (Pd) e all'ex assessore Ozzimo (Pd), i carabinieri lo intercettano mentre si vanta di aver preso o fatto prendere contatti in merito al suo progetto anche con l'assessore al Patrimonio Alessandra Cattoi (tramite Ozzimo), con l'allora capogruppo Pd Francesco D'Ausilio, e persino con i consiglieri di Sel Annamaria Cesaretti e, tramite questa, con Gianluca Peciola («Già si è mosso, per fortuna, ho avuto i riscontri, avevamo concordato», spiega la Cesaretti a Buzzi).

SALVATORE BUZZI - GIULIANO POLETTISALVATORE BUZZI - GIULIANO POLETTI

 

Spunta anche il vicesindaco Luigi Nieri, sempre di Sel, che secondo Buzzi «sta cosa (probabilmente la vicenda dell'appalto, ndr) non l'ha capita (...)», tanto che «mentre dicevo sta cosa se mi aiutava per far crescere la cooperativa, me chiedeva: “ma me puoi assume questo?”. Ma uno come fa ad assumere se tu non crei lavoro, non crei occupazione? Ti sto a chiedere proprio questo, dammi la possibilità di crescere che uno, se tu cresci, puoi anche...».

 

Tra i contatti più stretti, poi, quelli con Luca Giansanti, capogruppo della lista Marino, ma anche dipendente Cns. Che per il suo «doppio ruolo» viene coinvolto anche in un pranzo organizzato da Buzzi sull'Appia Antica con Ozzimo e il dirigente di Cns Pino Cinquanta, per convincerlo a lasciare a Roma una parte della «torta». Di certo Buzzi è gasato del suo lavoro di pubbliche relazioni politiche.

SALVATORE BUZZISALVATORE BUZZI

 

Al dirigente Cns Forlenza racconta: «Io riesco ad arrivare anche al sindaco, diglielo a Pino (Cinquanta, ndr) eh, io in due ore arrivo al sindaco, se devo arrivare al sindaco non c'è problema, però non mi va di arrivare fino al sindaco... ora chiudo l'opposizione (...) quelli della maggioranza so' tutti presi, quelli dell'opposizione mi manca solo Ghera e Onorato (...) Mo' domani sto in Campidoglio, sono l'uomo del Campidoglio, io!».

 

Proprio a Forlenza, Buzzi chiede poi di aiutarlo a «convincere» il capogruppo Pd D'Ausilio della bontà del suo progetto. Chiarendo comunque che «i rapporti con lui sono ottimi», ma immaginando che «se glielo dici tu» è anche meglio. E evocando interventi di amici potenti: «Io ancora non ho messo in campo l'artiglieria pesante, eh? Artiglieria pesante, arriva Giuliano Poletti».


Buzzi ha una «gola profonda» che gli passa informazioni in anteprima anche sui suoi appalti. È Giampaolo De Pascali, appuntato scelto in servizio presso il reparto carabinieri della presidenza della Repubblica. Tra i due il Ros ha rilevato decine di contatti telefonici e numerosi incontri. Grazie a lui ottiene informazioni sull'aggiudicamento della gara del Cara di Castelnuovo di Porto. E Buzzi, parlando con Carminati, accenna con fare misterioso di un incontro «al Quirinale» che gli avrebbe dato dritte sull'audizione in prefettura sullo stesso centro di accoglienza.

 

ignazio marino e paolo emilio marchionneignazio marino e paolo emilio marchionne

A settembre 2013, quando De Pascali chiama Buzzi per dirgli dell'esito positivo della gara, esordisce con «la settimana prossima, champagne e ostriche!». Spiegando al capo della coop che «la persona che ho interessato era di primissimo livello». Notizia giusta, l'appalto è di Buzzi. Il carabiniere commenta: «Non avevo dubbi, ormai la situazione era blindata».


Gli inquirenti indagano i rapporti dell'ex braccio destro di Veltroni, Luca Odevaine, con i personaggi istituzionali funzionali ai suoi interessi nel campo dei centri di accoglienza. Su tutti il prefetto Mario Morcone. A luglio scorso raccomanda a Odevaine di assumere - gratis - la figlia del deputato Pd e segretario regionale Fabio Melilli. Che ieri ha plaudito al passo indietro di Marco Vincenzi, il capogruppo del Pd in consiglio regionale.

 

Premio Guido Carli Federico Coccia premia Nicola Zingaretti Premio Guido Carli Federico Coccia premia Nicola Zingaretti

Il collaboratore di Odevaine Addeo, intercettato, dice al «capo»: «Morcone mi ha scaricato una persona da prendere, lui ha detto che per il momento possiamo non pagarla, e questa è la figlia di qualcuno che interessa...». Odevaine lo interrompe: «Be' a me no, a lui sì, comunque questo è il segretario regionale del Pd Fabio Melilli, è stato presidente della Provincia di Rieti, vicepresidente dell'Upi (...) speriamo ce chiedano poco perché sto momento... anzi è positivo se ci chiede i posti (...)». Odevaine vuole che la ragazza la prendano loro, perché, spiega, «è utile che Fabio (Melilli, ndr) sappia che lavora da lui, poiché «fa sempre comodo capi... un legame coi partiti».

Nicola Zingaretti Nicola Zingaretti

 

Odevaine, che potrebbe non pagarla, intende farla lavorare sulla progettazione «di quei fondi di Mineo», così «a quel punto la facciamo pagare da chi vincerà la gara, il bando su questi 3 milioni». Odevaine è anche intercettato con Melilli che gli spiega che la ragazza, Francesca, non porta il suo cognome perché lui ha sposato la madre quando Francesca aveva già un anno. Odevaine commenta: «Anche... anche meglio».


Il capo della 29 giugno e il suo «stipendiato» consulente per i flussi di migranti Luca Odevaine, chiacchierano della nomina di Morcone a capo dipartimento delle Libertà civili e l'immigrazione a giugno 2014. Odevaine si vanta di aver collaborato alla nomina di Morcone per quell'incarico: «Sì, no, perché poi io ho fatto un giro anche io su Morcone... perché ho capito che c'era quest'area perché la.. l'emergenza è un casino e non sanno con chi affrontarla, Mario è esperto, è bravo, per cui l'altro giorno sono riuscito a fare un giro (inc.) su Renzi e alla fine ieri lo hanno nominato.

 

Infatti mi ha chiamato proprio adesso per ringraziarmi e adesso stava partendo, stava andando giù in Sicilia che oggi c'è una riunione col ministro a Catania con i prefetti ed i sindaci».

LUCA ODEVAINE DURANTE LE OPERAZIONI DI SGOMBERO DEL CAMPO ROM DI VIA TROILI A ROMALUCA ODEVAINE DURANTE LE OPERAZIONI DI SGOMBERO DEL CAMPO ROM DI VIA TROILI A ROMA


Odevaine cerca di promuovere l'ex collaboratrice della Kyenge Patrizia Cologgi a capo della neonata Agenzia per la protezione civile del Lazio. Spiega ai collaboratori che per quell'incarico la giunta di Zingaretti deve fare «una specie di bando finto per la nomina del direttore», e lui spinge per la Cologgi, che vuol coinvolgere nell'appalto del Cara di San Giuliano di Puglia (destinata alla Cascina), nominandola in commissione di valutazione.

 

Per questo Odevaine chiama Carlo Rosa, dirigente dell'ufficio di gabinetto del governatore del Lazio Nicola Zingaretti, e marito della senatrice Pd Daniela Valentini, chiedendogli se c'è spazio per «sponsorizzare» la Cologgi. Rosa replica: «Tu hai lavorato per un po' di anni vicino a Nicola (Zingaretti, ndr) e sai come funziona (...) arrivati a questo punto Nicola non parla, credo che abbia rimesso tutto nelle mani di Tardiola (...) io non sono della partita».

 

MARIO MORCONEMARIO MORCONE

Alla faccia della gara trasparente. Odevaine non molla l'osso. Chiede se «ci sono spazi per muoversi e far muovere diciamo, così, gente a supporto». Rosa spiega che, anche per un altro possibile incarico, c'era un problema di candidature interne, che solo se ritirate avrebbero permesso di andare «al bando esterno».

 

«E lì - attacca Rosa - sicuramente, come dire, la struttura che c'è intorno a Nicola la conosci bene, non starei a presentare io ecco, e quindi... è sicuramente in quel momento può essere il momento giusto». Odevaine chiude proponendosi d'intervenire su Zingaretti, «a parte direttamente perché non ho problemi a farlo, però anche diciamo così sentendo un po' di persone che volentieri si spendono per vari motivi».

 

 

 

 

Ultimi Dagoreport

guzzetti bazoli meloni fazzolari e caltagirone scannapieco giuseppe francesco gaetano dario cdp giorgia

DAGOREPORT - AVVISATE ‘’PA-FAZZO CHIGI’’ CHE IL GRANDE VECCHIO DELLE FONDAZIONI BANCARIE, GIUSEPPE GUZZETTI, HA PRESO IL BAZOOKA - L’INDOMABILE NOVANTENNE NON NE PUÒ PIÙ DI VEDERE CASSA DEPOSITI E PRESTITI (DI CUI LE FONDAZIONI HANNO IL 30%) RIDOTTA A CAGNOLINO SCODINZOLANTE DEI FRATELLI DI FAZZOLARI: AFFONDATA LA NOMINA DI DI CIOMMO ALLA PRESIDENZA DEL CDA DEL FONDO F2I - MA IL CEFFONE PIÙ SONORO AL SOVRANISMO BANCARIO DEL GOVERNO DUCIONI È STATO SFERRATO DAL TERRIBILE VECCHIETTO CON LA VENDITA DELLA QUOTA DELLA FONDAZIONE CARIPLO IN MPS, IL CAVALLO DI TROIA DEL FILO-GOVERNATIVO CALTAGIRONE PER ESPUGNARE, VIA MEDIOBANCA, GENERALI – STRATEGIE DIVERSE SUL RISIKO TRA GUZZETTI E IL SUO STORICO ALLEATO, IL GRANDE VECCHIO Di BANCA INTESA, “ABRAMO” BAZOLI…

marina paolo berlusconi antonio tajani ursula von der leyen antonio angelucci

DAGOREPORT – GETTATA DALLO SCIROCCATO TRUMP NEL CESTINO DELL'IRRILEVANZA, MELONI ARRANCA IMPOTENTE, E SI SPACCA PURE LA FAMIGLIA BERLUSCONI: ALL’EUROPEISTA MARINA SI CONTRAPPONE IL TRUMPIANO ZIO PAOLO (TRA I DUE C’È STATO UN BOTTA E RISPOSTA TELEFONICO CON CAZZIATONE DELLA NIPOTINA: MA TU, CHI RAPPRESENTI?) – UNICO MINISTRO DEGLI ESTERI EUROPEO AD ESSERE IGNORATO DAL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO MARCO RUBIO, TAJANI E' IMPOTENTE DAVANTI ALLE SBANDATE ANTI-UE DI SALVINI (IN COMPAGNIA DI MARINE LE PEN) E AL CAMALEONTISMO-BOOMERANG DELLA ''GIORGIA DEI DUE MONDI", FINITA "ESPULSA'' DALL'ASSE MACRON-MERZ-TUSK – E QUANDO RICICCIA LA QUESTIONE DEL MES (L'ITALIA E' L'UNICO DEI 27 PAESI EU CHE NON L'HA RATIFICATO), SI APRE UNA NUOVA CREPA TRA FORZA ITALIA E LEGA – L’ASSALTO DI “LIBERO” E “TEMPO” A URSULA VON DER LEYEN (IL MELONIZZATO ANGELUCCI È TORNATO SALVINIANO?) - UNICA SODDISFAZIONE: FINCHE' L'ALTERNATIVA SI CHIAMA ELLY SCHLEIN, GIUSEPPE CONTE E FRATOIANNI-BONELLI, IL GOVERNO DUCIONI CAMPA TRANQUILLO...

donald trump - mohammed bin salman - netanyahu al jolani

DAGOREPORT - QATAR-A-LAGO! A GUIDARE LE SCELTE DI DONALD TRUMP, SONO SOLTANTO GLI AFFARI: CON IL TOUR TRA I PAESI DEL GOLFO PERSICO, IL TYCOON SFANCULA NETANYAHU E SI FA "COMPRARE" DA BIN SALMAN E AL-THANI – LA FINE DELLE SANZIONI ALLA SIRIA, LE TRATTATIVE DIRETTE CON HAMAS PER LA LIBERAZIONE DELL'OSTAGGIO ISRAELIANO, IL NEGOZIATO CON L’IRAN SUL NUCLEARE E GLI AIUTI UMANITARI USA A GAZA: ECCO COSA DARA' TRUMP AGLI STATI ARABI IN “CAMBIO” DEL FIUME DI PETROLDOLLARI IN DIREZIONE WASHINGTON - IL TYCOON MANIPOLA LA REALTÀ PER OCCULTARE IL FALLIMENTO DELLA POLITICA DEI DAZI: MA SE ENTRO IL 30 GIUGNO NON SI TROVA L'ACCORDO, L’UE È PRONTA ALLA RITORSIONE – APPUNTI PER LA DUCETTA: COME DIMOSTRA L’ISRAELIANO “BIBI”, SEDOTTO E ABBANDONATO, NON ESISTONO “SPECIAL RELATIONSHIP” CON IL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO MA SOLO CIO' CHE GLI CONVIENE… - CIRCONDATO DA YES MEN E MILIARDARI IN PREDA AI DELIRI DELLA KETAMINA COME MUSK, A FAR RAGIONARE TRUMP È RIMASTO SOLO IL SEGRETARIO AL TESORO, SCOTT BESSENT...

andrea delmastro emanuele pozzolo

FRATELLI D'ITALIA HA ESPULSO EMANUELE POZZOLO! - IL PARLAMENTARE GIÀ SOSPESO DAL PARTITO, IMPUTATO PER PORTO ABUSIVO DI ARMI PER LA SPARO DEL CAPODANNO 2024, HA RACCONTATO A "REPORT" LA SUA VERITA’ SULLA VICENDA (PER POI FARE DIETROFRONT: "MAI DATO INTERVISTE, MI HANNO REGISTRATO") - POZZOLO HA CONTRADDETTO LE VERSIONI DEGLI ALTRI PARTECIPANTI ALLA FESTA, SOSTENENDO CHE DELMASTRO ERA PRESENTE AL MOMENTO DELLO SPARO - DONZELLI, CAPOGRUPPO DI FDI ALLA CAMERA, AVEVA CONVOCATO IL DIRETTIVO DEL PARTITO CHE HA DECRETATO ALL'UNANIMITÀ L’ESPULSIONE DI POZZOLO...

pupi avati antonio tajani

DAGOREPORT! PUPI, CHIAGNE E FOTTI – ASCESE, CADUTE E AMBIZIONI SBAGLIATE DI PUPI AVATI, “CONSIGLIERE PER LE TEMATICHE AFFERENTI AL SETTORE DELLA CULTURA” DI ANTONIO TAJANI - IL REGISTA CHE AI DAVID HA TIRATO STOCCATE ALLA SOTTOSEGRETARIA AL MIC, LUCIA BORGONZONI, È LO STESSO CHE HA OTTENUTO DAL DICASTERO FONDI PER OLTRE 8 MILIONI DI EURO TRA IL 2017 E IL 2023 – L’IDEA DI UN MINISTERO DEL CINEMA AVALLATA DA TAJANI (“IL GOVERNO VALUTERÀ") PER TOGLIERE I QUASI 700 MILIONI DI EURO CHE IL MIC HA IN PANCIA PER PROMUOVERE, A SPESE DEI CITTADINI, IL CINEMA ITALICO – IL SEQUESTRO DEI BENI PER EVASIONE IVA DA 1,3 MILIONI CON L'INCREDIBILE REPLICA DI PUPI: “NON E’ UN BEL MOMENTO PER IL CINEMA ITALIANO...” - LA SUA SOCIETA', ‘’DUEA FILM’’, CHE DA VISURA PRESSO LA CAMERA DI COMMERCIO DI ROMA È IN REGIME DI CONCORDATO PREVENTIVO, DEVE A CINECITTÀ CIRCA 400 MILA EURO PER UTILIZZO DEGLI STUDI - L’86ENNE AVATI STA PER INIZIARE IL SUO 46ESIMO FILM (“NEL TEPORE DEL BALLO”) PER UN BUDGET DI 3,5 MILIONI CHE GODE GIÀ DI UN DOVIZIOSO FINANZIAMENTO DI RAI CINEMA DI UN MILIONE... – VIDEO

al thani bin salman zayed donald trump netanyahu saudita sauditi

DAGOREPORT – DOMANI TRUMP VOLA NEL GOLFO PERSICO, AD ATTENDERLO MILIARDI DI DOLLARI E UNA GRANA - PER CAPIRE QUANTI AFFARI SIANO IN BALLO, BASTA APRIRE IL PROGRAMMA DEL FORUM DI INVESTIMENTI USA-ARABIA SAUDITA. CI SARANNO TUTTI I BIG DELL’ECONOMIA USA: MUSK, ZUCKERBERG, ALTMAN, BLACKROCK, CITIGROUP, ETC. (OLTRE AL GENERO LOBBISTA DI TRUMP) - SAUDITI, EMIRATINI E QATARIOTI SONO PRONTI A FAR FELICE L'AMERICA "MAGA". MA PER INCASSARE LA CUCCAGNA, TRUMP QUALCOSA DEVE CONCEDERE: I REGNI MUSULMANI ARABI PERDEREBBERO LA FACCIA SENZA OTTENERE IL RICONOSCIMENTO DI UNO STATO PALESTINESE - L'INCONTRO DEI MINISTRI DEGLI ESTERI SAUDITA E IRANIANO PER UNA PACE TRA SCIITI E SUNNITI - PRESO PER IL NASO DA PUTIN SULL’UCRAINA E COSTRETTO DA XI JINPING A RINCULARE SUI DAZI, IL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA HA DISPERATAMENTE BISOGNO DI UN SUCCESSO INTERNAZIONALE, ANCHE A COSTO DI FAR INGOIARE IL ROSPONE PALESTINESE A NETANYAHU…