L’ALTER EGO DI PITTIBIMBO - CREATA DAL PREMIER PIG-MALIONE, COL POLSO DELLA THATCHER E IL VOLTO DA LADY D., LA BOSCHI E’ TANTO CARUCCIA, ANTIPATICA E INESPERTA CHE SOLO UNA POTREBBE SUPERARLA: LA PASCALE

maria elena boschimaria elena boschi

Daniela Ranieri per il “Fatto quotidiano”

 

Il fatto che il ministro Boschi (a “Le invasioni barbariche” chiese di non esser chiamata ministra, e sia) sia insopportabile, non costituisce criterio di giudizio. Né siamo di quelli tanto accecati dalla sua bellezza da perdere lucidità d’analisi.

 

Se malgrado 20 anni di efferato barzellettismo al potere e a dispetto degli sforzi umoristici di Renzi la simpatia non è una categoria politica, non lo è manco l’avvenenza, su cui disse tutto l’inarrivabile manifesto “Il favoloso mondo di Nicole” stilato dalla consigliera regionale Minetti contro i politici bruttarelli seppur onesti e capaci.

 

La Boschi, della cui onestà non c’è motivo di dubitare, deve ancora dimostrare la sua competenza. Se i maschi hanno fatto le peggio cose, e persino i finti miti come Forlani erano “conigli mannari”, chissà quali vette di sublime cinismo istituzionale può agevolare l’eterea determinazione di una first lady di fatto col polso della Thatcher e il volto da copertina di Lady D.

 

maria elena boschi e matteo orfinimaria elena boschi e matteo orfini

Per ora ciò che offre, nonostante il suo (?) slogan “voglio essere giudicata per le riforme e non per le forme”, non va oltre la sua immagine e una certa permalosità alle critiche, in linea col premier-Pigmalione che dal quasi nulla di una consulenza legale su cose di Firenze l’ha creata ministro e quindi madrina costituente.

 

Appena arrivata a Roma, chiese all’Huffington Post di cancellare un articolo che la voleva a inciuciare con quelle di FI (ripresa dalla Annunziata, negò, s’impuntò, s’arrese), poi mostrò una vellutata sportività per l’imitazione della Raffaele lasciando al braccio armato del Pd twitterino l’onere di sparare a zero contro il sessismo di certa satira, mentre col sorriso accusava i “professori” come Rodotà di “bloccare le riforme da 30 anni”. Gli episodi rivelarono l’arroganza da parvenu, forse fisiologica al rodaggio istituzionale: a parte l’organizzazione della Leopolda, infatti, non risulta che Boschi abbia fatto un solo giorno di scuola o gavetta politica prima di essere messa a riscrivere la Costituzione.

maria elena boschi (2)maria elena boschi (2)

 

Chissà se ha imparato: si può criticare i politici anche se donne, trasecolare per i provvedimenti “honcrethi”, esprimere dubbi sulla bigiotteria brillocca di un potere pieno di donne gradevoli, ma dopo 6 mesi ancora troppo istituzionalmente trasparenti e teleguidate dal carisma di un premier maschio nel senso biologico e nell’altro.

 

Il potere la fa serena: la liturgia della stampa filo-renziana prevede una foto di lei che avanza gioconda dal fondo in primo piano, o da sinistra verso destra, o esce da Palazzo Chigi in beige, col telefono in mano; sotto, una scritta, come nei santini. Mentre i fashion blog commentano i suoi completi Zara, lei sorvola con sprezzatura sul pasticcio dell’immunità per i neo-senatori (“non la volevo”); intanto con falcate assertive da red carpet sfila in Transatlantico, davanti a quella Camera dove andò a dire tutto d’un fiato che il Pd crede nella presunzione d’innocenza e perciò distribuisce nomine tra gli indagati.

MARIA ELENA BOSCHIMARIA ELENA BOSCHI

 

La Boschi è la punta di diamante del new deal informato sul modello del gineceo al lavoro, rispettabile e glam. Non la mandammo noi in Congo a prendere i bambini adottati trasformando il volo nella fiera della photo opportunity, ma Renzi. Che non spedì i ministri competenti Alfano o Mogherini né la sua legittima moglie come usa nelle monarchie e in America, ma appunto lei, riconoscendole la telegenia quale dote più chiara, con una mossa di squisita, machiavellica marca politica.

MARIA ELENA BOSCHIMARIA ELENA BOSCHI

 

Fisiognomicamente speculare alla Santanchè, lei articola concetti istituzionali scostandosi una ciocca di capelli dagli occhioni, rimarcando con pedanteria da esame biennalizzato una implicita differenza rispetto alle donne di quel regno burlesco di cui B. era signore e schiavo, fatte bersaglio delle peggiori illazioni da quegli stessi che oggi agitano il vessillo delle quote rosa.

 

maria elena boschi e marianna madiamaria elena boschi e marianna madia

Certo il renzismo è riuscito dove il berlusconismo ha fallito, anche nel dare credibilità istituzionale alla mera apparenza. La Boschi, ambizioso alter ego mitologico di Renzi e sua faccia “secchiona” (ipse dixit), si intesta fiera il ddl sul Senato che rischiava di passare come il Finocchiaro-Calderoli e lo gnommero della legge elettorale scritta con Verdini, presentando un dossier-emendamento inverosimile (capilista nominati e candidati scelti con preferenze per chi vince le elezioni; per gli altri, liste bloccate) che ha fatto arrabbiare le frattaglie riottose del Pd e dato a noi l’impressione che la ragazza punti al potere vero e non a quello rosaquotato applicandosi sulla Costituzione con lo stesso corruccio fanciullesco di quando da bambina montava la cucina di Barbie.

maria elena boschi e napolitanomaria elena boschi e napolitano

 

maria elena boschi dalla grubermaria elena boschi dalla grubermaria elena boschi oggimaria elena boschi oggi

Certo ha distolto l’attenzione dalle altre insensatezze contenute nel suo testo e questo, lo ammettiamo, è un risultato politico. Antipatica, caruccia, inesperta: al momento, l’unica che potrebbe farle ombra è Francesca Pascale.

Ultimi Dagoreport

orazio schillaci gemmato meloni ministero salute

DAGOREPORT – ALLA SALUTE DI GIORGIA! IL FEDELISSIMO DELLA MELONI, IL SOTTOSEGRETARIO MARCELLO GEMMATO, È DESTINATO A ESSERE PROMOSSO A VICEMINISTRO DELLA SALUTE – MA A FRENARE LA SUA NOMINA È IL MINISTRO ORAZIO SCHILLACI, CHE NUTRE DUBBI SUL POSSIBILE CONFLITTO D’INTERESSI DEL SOTTOSEGRETARIO, TITOLARE DI UNA FARMACIA IN PUGLIA – BASTA VEDERE IL PROVVEDIMENTO CHE HA FATTO FELICI I FARMACISTI: ORA POSSONO VENDERE CON RICCHI MARGINI DI GUADAGNO UNA SERIE DI FARMACI CHE PRIMA ERANO NELLA CATEGORIA “ASSISTENZA DIRETTA” ED ERANO DISTRIBUITI DAGLI OSPEDALI – LA DUCETTA HA CAPITO CHE ANCHE MATTARELLA POTREBBE STORCERE IL NASO DAVANTI ALLA NOMINA DI GEMMATO, E PER ORA PRENDE TEMPO…

antonio tajani pier silvio marina berlusconi forza italia

DAGOREPORT: CHE CE FAMO CON FORZA ITALIA? È IL DUBBIO CHE ASSILLA I FRATELLI BERLUSCONI: MOLLARE AL SUO DESTINO IL PARTITO FONDATO DA "PAPI" O NE CAMBIAMO I CONNOTATI, A PARTIRE DAL "MAGGIORDOMO" DI CASA MELONI, ANTONIO TAJANI? -CON PIER SILVIO CHE SCALPITA PER SCENDERE IN POLITICA ALLE POLITICHE 2027, I DUE FRATELLI HANNO COMMISSIONATO UN SONDAGGIO SUL BRAND BERLUSCONI IN CHIAVE ELETTORALE. RISULTATO: L’8% DEI CONSENSI DI CUI È ACCREDITATO IL PARTITO, LA METÀ, CIOÈ IL 4%, È RICONDUCIBILE AL RICORDO DI SILVIO BERLUSCONI - ALTRO DATO: SE SCENDESSE IN CAMPO “UN” BERLUSCONI, I CONSENSI DI FORZA ITALIA CRESCEREBBERO FINO QUASI A RADDOPPIARSI - QUEL CHE COLPISCE È CHE IL PARTITO RACCOGLIEREBBE PIÙ VOTI CON PIER SILVIO LEADER DI QUANTI NE CONQUISTEREBBE CON MARINA - (SE SCENDE IN CAMPO, O PIER SILVIO PRENDERA' PIU' VOTI DI MELONI, STRAPPANDOLI A FDI E LEGA, E FARA' IL PREMIER OPPURE LO VEDREMO CHE PRENDERA' ORDINI DALLA DUCETTA...)

tommaso labate mario giordano

DAGOREPORT - VA AVANTI IL PROGETTO DI PIER SILVIO BERLUSCONI DI “RIEQUILIBRARE” POLITICAMENTE LE RETI MEDIASET (TROPPO SOVRANISMO FA MALE ALL'AUDIENCE): L'ULTIMO ARRIVATO E' L’ACERBO TOMMASO LABATE, IN ODORE DI SINISTRA DEM, A CUI È STATO AFFIDATA LA PRIMA SERATA DEL MERCOLEDÌ - LA SUA SCELTA HA FATTO INVIPERIRE MARIO GIORDANO, SBATTUTO ALLA DOMENICA SERA CON IL SUO “FUORI DAL CORO”. E, GUARDA CASO, GIORDANO È DIVENTATO IMPROVVISAMENTE OSTILE AL GOVERNO MELONI: “NON STA DANDO LE RISPOSTE CHE SI ASPETTAVANO GLI ITALIANI, SEMBRA UN GOVERNO MELONI-FORLANI”

beppe sala manfredi catella giancarlo tancredi stefano boeri

MILANO TREMA: L’INCHIESTA SU “PALAZZOPOLI” POTREBBE INGROSSARSI – NELLA CAPITALE A-MORALE DEL PAESE, IMPRENDITORI, POLITICI E BUSINESSMAN SONO AMMUTOLITI E TERRORIZZATI DALLE POSSIBILI INDAGINI – SE IL GIP, DOPO GLI INTERROGATORI DI OGGI, DOVESSE CONFERMARE LE MISURE CAUTELARI RICHIESTE DALLA PROCURA, L’INCHIESTA TROVEREBBE NUOVO VIGORE, E LO SCANDALO ESPLODEREBBE IN MODO ANCORA PIÙ DECISO. A QUEL PUNTO IN TANTI, DI FRONTE AL RISCHIO DI FINIRE INDAGATI E INGUAIATI, POTREBBERO INIZIARE A PARLARE…

luigi lovaglio giorgia meloni giancarlo giorgetti alberto nagel milleri caltagirone

FLASH! – ENTRO LA FINE DI LUGLIO, AL MASSIMO ENTRO L’8 SETTEMBRE, ARRIVERÀ IL VERDETTO DELLA PROCURA DI MILANO SULL’OPERAZIONE CHE HA PORTATO BPM, ANIMA SGR, LA DELFIN DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO E CALTAGIRONE AD ACQUISTARE IL 15% DI AZIONI MPS ATTRAVERSO BANCA AKROS, MERCHANT BANK DEL BPM SU SPECIFICO MANDATO DEL MINISTERO DEL TESORO DI GIORGETTI – UN VERDETTO CONTRO L’OPERAZIONE MPS È RIMASTO L’ULTIMA SPERANZA PER MEDIOBANCA E GENERALI DI NON FINIRE NELLE FAUCI DI CALTARICCONE…