maria elisabetta alberti casellati compulsa il cellulare durante lo spoglio

MARIA ELISABETTA, LA “MESSAGGIATRICE” – LA CASELLATI IERI NON SOLO HA FORZATO LA PRASSI PRESIEDENDO LO SPOGLIO DELLA VOTAZIONE SUL SUO NOME, MA STAVA INCOLLATA AL TELEFONINO A SCRIVERE SMS – GRAMELLINI: “IL POVERO FICO ERA COSTRETTO A FERMARSI DI CONTINUO, DATO CHE LA COLLEGA ERA SEMPRE A TESTA BASSA, TUTTA PRESA A DIGITARE, SCROLLARE, COMPULSARE. NESSUNO METTE IN DUBBIO L'URGENZA DEI MESSAGGI RICEVUTI DALLA CASELLATI: IMMAGINO FOSSERO TUTTI DI SALVINI CHE SI DAVA DEL PIRLA E LE CHIEDEVA SCUSA” - VIDEO

 

1 - POSA QUEL CELLULARE

Massimo Gramellini per il “Corriere della Sera”

MARIA ELISABETTA ALBERTI CASELLATI COMPULSA IL CELLULARE DURANTE LO SPOGLIO

 

«E adesso come dico a mia figlia che a tavola deve spegnere il telefonino?» si chiedeva un'amica scoraggiata, dopo avere visto la presidente del Senato incollarsi allo smartphone durante lo spoglio di una votazione che tra l'altro la riguardava personalmente.

 

Stiamo parlando di uno dei riti più solenni della democrazia: la catena di montaggio istituzionale che si replica ogni sette anni davanti alle telecamere richiede un'intesa perfetta fra i due presidenti - quello della Camera legge il nome sulla scheda e la smista a quello del Senato, che la riceve e la smista a sua volta - ma soprattutto una concentrazione assoluta per mantenere il ritmo infernale.

 

MARIA ELISABETTA ALBERTI CASELLATI

Invece ieri il povero Fico era costretto a fermarsi di continuo con la mano a mezz' aria, dato che la collega era sempre a testa bassa, tutta presa a digitare, scrollare, compulsare. Proprio come la figlia adolescente della mia amica, che a questo punto avrà buon gioco a eludere le reprimende della madre: «Se lo fa la presidente del Senato nel momento culminante del suo lavoro e forse della sua carriera, ti pare che non posso farlo io mentre sto mangiando la pasta e tu mi chiedi come è andata la verifica di matematica?».

 

MARIA ELISABETTA ALBERTI CASELLATI COMPULSA IL CELLULARE DURANTE LO SPOGLIO

Nessuno mette in dubbio l'urgenza dei messaggi ricevuti dalla Casellati: immagino fossero tutti di Salvini che si dava del pirla e le chiedeva scusa. Ma quando ci decideremo a usare quell'aggeggio, anziché venire usati da lui? Ora però devo salutarvi perché mi è appena arrivata una notifica sul cellulare.

 

2 - UN CASO LA PRESENZA IN AULA CRITICHE ALL'AUTOSCRUTINIO

R. R. per “Avvenire”

 

Candidata e «scrutatrice » allo stesso tempo, la presidente del Senato Elisabetta Alberti Casellati è finita nel mirino ieri per non essersi sfilata dalla guida dell'Assemblea durante lo spoglio del quinto scrutinio, quello nel quale il suo nome era in lizza.

MARIA ELISABETTA ALBERTI CASELLATI

 

La regola prevede che a presiedere l'assemblea per l'elezione del capo dello Stato e a leggere le schede sia il presidente della Camera mentre il numero uno del Senato gli siede accanto e la co-presiede. Ruolo che Casellati aveva già svolto nei primi quattro scrutini e che ha continuato a svolgere anche durante il quinto nonostante l'invito preventivo dei dem ad astenersi.

 

«È del tutto inopportuno che la presidente Casellati nello spoglio odierno co-presieda lo scrutinio delle schede, di fatto controllando i voti per sé stessa», aveva messo in guardia in anticipo Enrico Borghi, della segreteria nazionale del Pd «Sarebbe davvero inaccettabile se dovesse scegliere di copresiedere l'Assemblea mentre si svolge lo scrutinio che la vede candidata.

 

maria elisabetta alberti casellati e roberto fico

Ci auguriamo che abbia senso delle istituzioni e non alimenti in alcun modo il dubbio che possa controllare i voti che la interessano direttamente», ha rimarcato anche il deputato dem Emanuele Fiano. Un fuoco di fila di dichiarazioni che sono proseguite quando poi la presidente ha deciso di non accogliere l'invito al passo indietro. «È già grave che la seconda carica dello Stato si presti a un'operazione di parte quale quella in corso», ha commentato Franco Mirabelli, vicepresidente del gruppo del Pd, chiedendole di passare la mano.

 

SALVINI CASELLATI

Fino alla richiesta di dimissioni dei deputati verdi di 'Facciamo eco' e dell'ex M5s Alesandro Di Battista, perché «non più merite- vole di rappresentare la seconda carica dello Stato». Il precedente evocato dal Pd per sostenere la tesi che era opportuno far subentrare nello spoglio un vicepresidente del Senato da affiancare a Roberto Fico, è quello che si verificò durante l'elezione al Colle di Oscar Luigi Scalfaro, nel 1992.

 

maria elisabetta alberti casellati e silvio berlusconi

Scalfaro era presidente della Camera e, quando arrivò lo scrutinio nel quale il suo nome era in gioco, si fece da parte e lasciò il compito di leggere le schede al vicepresidente vicario Stefano Rodotà, come ha ricordato lo stesso Borghi «augurandosi il medesimo rispetto delle istituzioni ». Non sempre tuttavia i candidati al Colle hanno osservato lo stesso galateo istituzionale di Scalfaro.

 

Presenti durante la lettura delle schede furono anche i presidenti del Senato Amintore Fanfani e Francesco Cossiga quando furono candidati al Quirinale, con il secondo che si allontanò dall'Aula solo al termine dello spoglio che decretò la sua elezione alla Presidenza della Repubblica. A far discutere ieri sono state anche le riprese che hanno visto Casellati armeggiare con il suo cellulare durante lo spoglio.

Sergio Mattarella Maria Elisabetta Alberti Casellati

 

Mentre Fico le passava le schede la presidente ha cercato più volte di digitare sul telefonino. Ieri peraltro il centrodestra si è contato nel voto su Elisabetta Casellati segnando le schede e scrivendo in modo diverso il nome della presidente del Senato, anche se poi nello spoglio il presidente della Camera Roberto Fico ha letto solo il cognome. Secondo quanto hanno confermato varie fonti del centrodestra, i parlamentari della Lega hanno scritto Casellati, Fdi e Nci Elisabetta Alberti Casellati, Fi e Udc Elisabetta Casellati, Coraggio Italia Alberti Casellati.

pier ferdinando casini maria elisabetta alberti casellati maria elisabetta alberti casellati 2

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....